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view post Posted: 26/4/2024, 21:04     +1Il mistero della mente di Mazinga - Episodi Grande Mazinga
Penso anch'io. Vite parallele, con Tez e Jun cresciuti apposta per diventare carne da cannone al posto di Koji e Shiro. Confesso che, dopo Yumi, Kenzo è il prof che sopporto di meno.
view post Posted: 26/4/2024, 21:00     +1Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
Immagino la gioia di mammà, quando avrà visto com'era ridotto il tavolo... ma avrebbe potuto accontentarlo.😁
view post Posted: 26/4/2024, 16:58     +3Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
ARTHUR RIMBAUD
Da ragazzo, il grande poeta avrebbe voluto imparare a suonare il pianoforte; sua madre però rifiutò di comperarne uno, o anche solo di noleggiarlo.
Rimbaud allora incise una tastiera sul tavolo da pranzo, e si esercitò su quella per mesi, suonando con la sua immaginazione.
view post Posted: 25/4/2024, 17:01     +3Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
ARISTIPPO DI CIRENE
Fondatore della scuola Cirenaica, il filosofo visse per qualche tempo alla corte di Dionigi, il tiranno di Siracusa famoso per l’empietà e la tendenza a spogliare i templi degli dèi dei loro tesori.
Un giorno, Dionigi pose una domanda ad Aristippo: – Perché sono i filosofi ad andare spesso in visita ai sovrani, e mai il contrario?
– Semplice – fu la risposta – perché sono i medici che visitano i pazienti, e mai il contrario!
view post Posted: 25/4/2024, 16:58     +2La fuga di Actarus: fu davvero vigliaccheria? - Go Nagai Overviews : i pensieri degli utenti
Concordo. Penso che gli avessero inculcato il concetto che Goldrake mai e poi mai avrebbe dovuto cadere in mano a Vega. Lui aveva il dovere di impedirlo a qualsiasi costo, fosse anche quello degli affetti più cari e della sua stessa vita. Probabilmente, se non avesse trovato la Terra, avrebbe vagato nello spazio fino a morire. Magari fece un errore di valutazione e andò via da Fleed quando ancora c'era popolazione viva (vedi Naida); ma non si comportò da vile, ma da soldato che obbedisce a un ordine preciso.
Che poi sia stato tormentato dai rimorsi tipici del sopravvissuto, questa è una conseguenza normale, data la situazione.
view post Posted: 24/4/2024, 17:27     +2Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
COURTELINE E GLI OLANDESI
Dopo un viaggio in Olanda, il poeta Courteline non faceva che lodarne la scrupolosissima igiene, cantando l’immacolata pulizia di abitazioni e città. Alla fine, essendosi accorto di aver veramente esagerato con il suo panegirico, aggiunse spiritosamente: – Immaginatevi L’Aja! È talmente pulita, ma talmente pulita, che se a un passante vien voglia di sputare per terra, prende il treno e va a farlo in campagna!
view post Posted: 23/4/2024, 17:20     +4Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
THUTMOSI III
Era all’incirca sui trentadue anni, piena maturità per un antico egizio, quando compì la sua più celebre impresa militare, andando ad affrontare il principe di Kadesh e i suoi alleati nella piana di Megiddo. Si trattava di città stato che si erano ribellate al dominio egiziano, e che quindi, dal punto di vista di Thutmosi, andavano rimesse in riga.
Per raggiungere i nemici, il faraone e il suo esercito marciarono verso nord, in quelli che adesso sono territori appartenenti a Israele e alla Palestina. Megiddo è una spianata che si apre alle spalle dei monti del Carmelo.
A questo punto, Thutmosi tenne un consiglio di guerra con i suoi generali. Esistevano tre strade, per giungere a Megiddo: due erano ampie e comode, ma lunghe, la terza era molto più breve ma davvero pericolosa, dato che si trattava di una stretta gola tra i monti. Thutmosi chiese ai suoi generali quale fosse secondo loro la via migliore.
Tutti convennero che la via stretta fosse troppo pericolosa: difficile muoversi, quasi impossibile fuggire in caso di pericolo. Oltretutto, sarebbe bastato che i nemici fossero in cima dei crinali, e avrebbero potuto seppellirli vivi sotto sassi e pietre.
Thutmosi ascoltò tutti, quindi esclamò: – Io scelgo invece la terza strada. Proprio perché è stretta e pericolosa, nessuno penserà che noi arriveremo da lì. Inoltre impiegheremo pochissimo tempo, e sorprenderemo i nostri nemici alle spalle. Se però preferite percorrere le altre vie, siete liberi di farlo.
I generali assicurarono il sovrano che l’avrebbero seguito ovunque.
Così fu che Thutmosi condusse i suoi uomini lungo il sentiero stretto, che i nemici nemmeno avevano pensato di sorvegliare. Lo attraversarono in circa dodici ore, e si accamparono. Il re guidò personalmente i suoi soldati in battaglia e vinse. I nemici furono costretti a riparare nella vicina città fortificata di Kadesh, che cadde dopo sette mesi di assedio. L’Egitto aveva ristabilito il suo potere su quei territori.
Per secoli, gli egiziani ricordarono Thutmosi III come uno dei loro più grandi condottieri, e la battaglia di Megiddo come una delle loro vittorie più sfolgoranti.
view post Posted: 22/4/2024, 17:15     +4Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
BEETHOVEN E RIES
Ferdinand Ries fu un pianista e compositore, amico di Beethoven.
Un giorno, i due stavano passeggiando in un bosco nei dintorni di Vienna. A un certo punto, Ries ebbe ad osservare: – Maestro, ho notato che nel suo ultimo quartetto lei ha inserito un passaggio per quinte parallele… e, lei lo sa bene, è cosa che non si fa.
– Davvero? – Beethoven fece dietro front dirigendosi verso casa, e Ries dovette tenergli dietro.
Arrivati, Beethoven corse al suo studio, aprì lo spartito in questione… quinte parallele. Ries aveva ragione.
– Ah, beh. In effetti, mi era sfuggito… però – aggiunse – non c’è una legge che le proibisce, no?
– Ma… – annaspò Ries, spiazzato – Maestro, le regole delle progressioni… la tradizione… Monteverdi, Frescobaldi, Haendel non le permettono…
– E io invece le permetto! – concluse Beethoven, soddisfatto.
view post Posted: 19/4/2024, 10:45     +4Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
BÀ TRIEU
Se non siete accaniti giocatori di Civilization 6, difficilmente il nome di questa grande guerriera vi dirà qualcosa.
Nel III secolo d. C., il Vietnam del nord era dominato dalla Cina. Nel 248, i vietnamiti insorsero contro gli occupanti; uno dei rivoltosi più temibili fu appunto Trieu Thi Trinh, conosciuta poi come Bà (dama) Trieu.
Bà Trieu, orfana dei genitori fin da bambina, era andata a vivere con il fratello maggiore, sposato. Non potendone più delle angherie della perfida cognata, Bà Trieu, che era un tipetto deciso, finì con l’accopparla e darsela a gambe su per le montagne. Il fratello l’inseguì… per darle manforte; il che ci fa pensare che la defunta cognata fosse davvero una gran fetente. Fu lui a ribellarsi contro l’ennesima soperchieria cinese, e sua sorella divenne il suo braccio destro; o meglio, divenne la vera leader, dato il coraggio e l’iniziativa dimostrati in battaglia.
Le fonti dell’epoca la descrivono come una donna singolare: pare fosse dotata di seni lunghi oltre un metro, che lei si gettava dietro alle spalle e nascondeva sotto una veste gialla. Più probabilmente, Bà Trieu si limitava a indossare la sua casacca gialla (secondo altri, una corazza d’oro), e la faccenda dei seni lunghissimi era solo un pettegolezzo per “mostrificare” la terribile leader, come purtroppo si tende a fare con le donne di potere… chissà? Comunque, tutti sono concordi a descriverla mentre caricava i nemici in groppa a un elefante, una spada per mano, e urlando come un’ossessa. Fu conosciuta come la signora generale dalla veste d’oro.
Purtroppo per lei, la sua fu una lotta impari: i nemici erano troppo numerosi. Piuttosto di cadere prigioniera, Bà Trieu preferì suicidarsi, sembra gettandosi in un fiume. Viene ricordata come una grande guerriera, e in tempi moderni le è stato dedicato un tempio.
Sembra che, quando fuggì di casa e il fratello la raggiunse, lui le abbia chiesto che avesse intenzione di fare.
Bà Trieu rispose: – Vorrei cavalcare le tempeste, cacciare le orche in mare aperto, scacciare gli aggressori, riconquistare il paese, sciogliere i legami della servitù della gleba e non piegare mai la schiena per essere la concubina di un qualunque uomo.
view post Posted: 18/4/2024, 11:28     +3Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
PLATONE E ARISTOTELE (E PURE CICERONE)
Ex allievo di Platone, Aristotele a un certo punto si distaccò dalle dottrine del suo maestro, dicendo: – Amo Platone; ma amo di più la verità.
Da qui provenne un proverbio latino: “Amicus Plato, sed magis amica veritas”, Platone è un amico, ma la verità è un’amica migliore.
In contrasto a questo proverbio, Cicerone, che aveva un’autentica venerazione per Platone, diceva invece: – Preferisco sbagliarmi con Platone, piuttosto che aver ragione con altri filosofi.
view post Posted: 17/4/2024, 17:17     +4Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
TRISTAN BERNARD
Scrittore, commediografo e giornalista francese, era di origine ebraica, e non ne faceva mistero.
All’epoca, e parliamo della prima metà del Novecento, uno stato ebraico era ancora una sorta di utopia. Bernard, dotato di uno spirito decisamente brillante e caustico, un giorno ebbe a dire: – Se si facesse in Palestina un regno ebraico, ci andrei di corsa. Ci sarebbe finalmente un paese in cui potrei essere antisemita!
view post Posted: 16/4/2024, 16:53     +6Auguri... pianetaazzurro! - Benvenuti & Compleanni
Penso anch'io che sia così, Mamirez. <3
Mio padre se ne andò nel 2011 per un tumore al pancreas. Pochi mesi dopo la sua gatta, che fino ad allora era sembrata in perfetta salute, ci lasciò per lo stesso motivo. Ho sempre pensato che lo abbia voluto seguire.
view post Posted: 16/4/2024, 16:49     +4Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
POLICRATE, TIRANNO DI SAMO
Policrate era ricco. O meglio: era disgustosamente ricco, e fortunato anche più del cugino Gastone.
Leggenda vuole, perché qui non si sa quanto ci sia di vero, che fosse talmente baciato dalla dea bendata, che persino il suo alleato Amasis, il faraone regnante all’epoca, lo mise in guardia: – Bada che troppa fortuna può causarti una disgrazia enorme.
Uomo superstizioso, Policrate fu molto colpito da quest’idea: – E cosa dovrei fare, secondo te?
– Rinuncia a qualcosa di molto prezioso – fu il consiglio del faraone – così avrai una perdita, certo, ma che scongiurerà una sventura peggiore.
Policrate aveva un anello di grandissimo valore, e a cui era affezionatissimo; detto fatto, con un tro preciso l’anello volò in mare.
Fine del problema? No, naturalmente! Un pescatore catturò un pesce enorme, e decise di farne dono al tiranno. Una volta cucinato il pescione e servito a Policrate, indovinate cosa vi trovò dentro? Esatto. L’anello.
A quel punto Amasis, superstiziosissimo anche lui, comprese che una simile fortuna era una sventura: Policrate sicuramente sarebbe finito male. Non volendo venir coinvolto nella sua disgrazia, ruppe l’alleanza.
Amasis non aveva avuto torto, a fiutar rogne: tempo dopo, i persiani invitarono a corte Policrate. Ma non fu il genere di soggiorno gradevole che ci si potrebbe immaginare: il poveraccio fu tradito e crocifisso, e Samo per oltre un secolo fu controllata dai persiani.
Quanto ad Amasis, si trovò pure lui a combattere contro i persiani, che avevano deciso di arraffarsi le ricche terre d’Egitto. Ormai avanti con gli anni, il faraone morì prima del termine del conflitto, lasciando al figlio Psammetico III l’ingrato ruolo di futuro re sconfitto.
Forse c’era qualcosa di vero, nell’idea della grande sventura? In realtà, la Persia era all’apice della sua potenza, mentre Samo e l’Egitto si trovavano in tempi bui; si sa in questi casi come vadano a finire, le cose…
view post Posted: 15/4/2024, 16:54     +5Pettegolezzi storici - Scienza e Conoscentia
UMBERTO I
Subì ben tre diversi attentati, di cui l’ultimo ebbe esito fatale. Negli altri due rimase incolume, e si salvò sia grazie all’intervento di chi gli era vicino, sia grazie alla propria presenza di spirito.
Giovanni Passanante, cuoco disoccupato, fu l’anarchico che cercò per primo di toglierlo di mezzo. L’uomo si scagliò contro la carrozza regale, pugnale alzato. Il ministro Cairoli s’interpose, venendo leggermente ferito, e il re riuscì a disarmare l’attentatore con un colpo preciso dato con l’elsa della sciabola. Pur sconvolto, Umberto si mostrò poi molto noncurante del fatto, come se la sua vita non fosse stata davvero in pericolo.
Quella sera era prevista una cena ufficiale, e gli invitati apparivano turbati per quanto accaduto. Per rasserenare la cupa atmosfera, Umberto allora trovò persino la voglia di scherzare.
– Mettiamoci a tavola – disse – Non facciamo più aspettare i cuochi. Avete visto, signori, di cosa possono essere capaci!
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