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MAURIZIO's ART Gallery - Commenti, Solo Commenti

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Great MazinKayser
view post Posted on 30/4/2007, 14:36     +1   -1




ottimo disegno del Great....anche se visto l'abitacolo del pilder....mi sembra più lo Z
 
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emicranio
view post Posted on 30/4/2007, 18:07     +1   -1




CITAZIONE (Great MazinKayser @ 30/4/2007, 15:36)
ottimo disegno del Great....anche se visto l'abitacolo del pilder....mi sembra più lo Z

:innocent.gif: Infatti sarebbe un Z!

CITAZIONE (Belvetta @ 30/4/2007, 15:00)
ottima mano, complimenti!

grazie per i complimrnti...non mi lusingate troppo, in fondo io mi vedo arruginito...recuperare la mano che avevo una volta è un'impresa ardua per me... :nagai:
 
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emicranio
view post Posted on 1/5/2007, 17:18     +1   -1




E ora una breve storia, da me composta e mai conclusa, scritta nel 2003, nata da per scherzo dalla passione per i fantasy, i saint seiya e i robottoni.
Non troverete decrizioni paesaggistiche, ma dialoghi ed descrizioni emotive: doveva servirmi una breve trama scritta per la realizzazione di un fumetto che poi non è mai nato...


MaO di PhoeniX



image


Il cielo, non so da quanto tempo esso sia così oscuro. Si narrava un tempo che esso risplendesse di un azzurro inteso; che strano, da quando io sono nato ho sempre ammirato il cielo stellato e il pensiero che esso possa risplendere in un colore così luminoso mi terrorizza…
Perché? Perché io e i miei amici siamo stati trascinati fin da piccoli in una guerra di cui non capiamo l’ideale?


Capitolo 1: La Nascita
Foresta del Sahara
La dove c’era una volta il deserto ora risplende, sotto un oscuro cielo stellato, una delle più rigogliose foreste tropicali del mondo. Nessuno sa come la cosa sia avvenuta in così poco tempo: la verità è che nessuno accetta che i nuovi dominatori, provenienti dalla Città Eterna, siano capaci di così meravigliosi prodigi.
Quello che una volta era il deserto del Sahara è stato per molti millenni la culla di civiltà antiche, e in esso hanno lasciato molti siti storici: testimonianze e misteri che l’uomo moderno ha scoperto soltanto in parte. Molto giace sotto le calde dune ancora da scoprire: molto giace sotto una fitta foresta impenetrabile dall’uomo.
Da diversi giorni una legione romana si è addentrata dentro la foresta alla ricerca di qualcosa, non sapendo di essere sotto l’osservazione di tre spie nemiche, ben mimetizzate.
I tre dialogano fra loro sul perché di quella presenza romana in un posto simile:
-Mi chiedo cosa stiano cercando in un posto simile- disse Abdul osservando da una altura, insieme ai suoi compagni, la consistenza delle forze nemiche.
-Guarda, sembra che abbiano deciso di accamparsi in quella piccola pianura: un posto ideale per tendere un’imboscata- disse Omar sottovoce manifestando una certa eccitazione –Basterebbe chiamare rinforzi e il gioco sarebbe…-
-No!- Interrompe Abdul, con tono secco – Credo che sia opportuno continuare ad osservarli: non ho mai visto una legione muoversi per dieci giorni di seguito senza mai fermarsi, senza neanche intravedere comandanti o qualche altra figura di rilievo: solo quei dieci uomini incappucciati che non fanno intravedere la loro natura.- Tra i tre, Abdul era quello con maggiore esperienza e fra la sua gente era noto per la sua prudenza, caratteristica che di questi tempi gli avevano portato molti successi in missioni di questo genere.
A completare il terzetto c’era Jasmine, una ragazza esperta nel riconoscere eventuali figure mistiche tra le file romane: tali figure erano le più pericolose perché con la loro “stregoneria” riuscivano a evocare esseri dall’aspetto “divino” e dalla forza spaventosamente distruttiva.

All’improvviso i dieci, che fino ad allora avevano viaggiato all’interno della legione, uscirono allo scoperto, distaccandosi una decina di metri dai soldati. In uno spazio di trenta metri descrissero una forma circolare di venti metri: i dieci incominciarono ad emettere un bagliore che dal loro corpo fece sprigionare una luce azzurra che andò a disegnare sul suolo un cerchio, all’interno del quale descrisse una stella a 10 punte (una per ogni individuo), all’interno della stella descrisse un decano e un cerchio più piccolo…
-Evocatori- disse Jasmine con aria sbalordita. Ma i tre non fecero in tempo a ragionare sull’affermazione della ragazza che furono rapiti da uno spettacolo di luce.
…La figura disegnata dai dieci incominciò a roteare su se stessa, sempre più velocemente fino a descrivere un unico omogeneo disco di luce azzurrina, da quale sprigionò un’improvvisa colonna di luce. Dopo qualche minuto, la colonna di luce si affievolì, fino a sparire, lasciando intravedere chiaramente un portale di luce, finemente decorato, con in cima all’arco il simbolo della Lupa di Roma.
Dal portale uscirono fuori altre truppe romane: una nuova legione che andò a sostituire la vecchia, ormai sfinita per la lunga ininterrotta marcia, con tanto di comandanti e altre figure simili ai dieci. La vecchia legione, che aveva il compito di scortare gli evocatori fece ingresso all’interno del portale, trasferendosi in una nuova destinazione, lontana dal luogo in cui erano giunti.
In fine emerse dal portale un’ultima figura: un essere alto più di due metri e mezzo, forse anche tre: i suoi occhi erano come quelli di un felino attorniati da uno sguardo indemoniato; una pelliccia grigio scuro con delle striature tigrate: il volto di una tigre, il tronco, gli arti superiori e quelli inferiori fino all’altezza delle ginocchia e erano simili a quelli di un uomo, mentre tutto il resto erano quelli di una tigre. Indossava un’armatura che ne identificava l’alto grado che occupava nelle truppe romane.

I tre che da lontano avevano assistito a tutta la scena rimasero senza parole.
-“Evocatori di Portali”, e ora anche “Evocatori di Templi”. …quel demone… potrebbe essere colui che pilota un “Gigante romano”…- disse la ragazza rendendo cosciente il gruppo del grosso potenziale bellico nemico.
-Ormai qui l’unica cosa che possiamo fare è aspettare i nostri compagni che vengano a darci il cambio e riferire il tutto al quartier generale.- Commentò Abdul.
-Chissà di che natura è la forza di quel demone: bronzea o argentea?- Aggiunse Omar con aria preoccupata: non aveva mai visto degli evocatori, li aveva sentiti nominare solo di fama e sapeva che se c’erano loro di mezzo la sconfitta di una battaglia era assicurata.
-Più che un guerriero…- disse Jasmine - …sembra un sacerdote, guardatelo: ha forza fisica di chi sa maneggiare armi e imporsi nei campi di battaglia, ma allo stesso tempo sembra avere nel suo viso i lineamenti di un essere colto e capace di esprimere un linguaggio raffinato…sta parlando con un sacerdote: non ho mai visto un demone così!-
-Infatti quei pochi demoni che ho avuto la sfortuna d’incontrare sui campi di battaglia- aggiunse Abdul –Erano dei grezzi macellai…-
D’istinto Omar chiese -Che sia un chierico?-
Jasmine –E’ possibile, ma se così fosse, se i Romani fossero in grado di creare dei “Chierici demoniaci” forse riuscirebbero ad avere la meglio sulle scarse forze di resistenza che si oppongono al loro dominio.-
-Non essere così pessimista- disse Omar con aria speranzosa –Da quando è iniziata questa guerra si sono raccolti tanti di quei dati sui Romani; i nostri scienziati stanno mettendo a punto le nuove armature d’Acciaio: io sono fiducioso delle nuove…-
-Molte armi sono state promettenti, ma fin’ora nessuna di esse si è rivelata effettivamente valida!- intervenne Abdul zittendo Omar e facendo leva sulla sua esperienza militare.
Omar era ancora un novellino fresco di accademia con poche missioni sulle spalle, fin’ora non aveva ancora calcato i campi di battaglia.
I tre, senza perdere tempo tornarono ad osservare il nemico nella speranza di carpire qualche informazione.
Jasmine concentrò la sua attenzione sul demone scrutandone, col suo binocolo, ogni minimo particolare: senza rendersene conto tentava di istaurare con lui una qualche forma di contatto, concentrando tutta la sua mente, il suo spirito…Fu in quell’istante che il demone voltò improvvisamente lo sguardo verso di lei: -Ti ho vista!!!- una voce le rimbombò in testa. Jasmin scattò all’indietro spaventata. Il demone si scagliò nella loro direzione a forte velocità.
Abdul –Presto attivate l’armatura di protezione e scappiamo di qui!- ordinò con tono deciso. I tre cliccarono un pulsante situato su un bracciale che avevano sul polso, e ad un tratto furono avvolti da dei disegni di luce che raffiguravano dei circuiti elettronici che manmano che brillavano fecero apparire sul loro corpo una specie di tutta metallica aderente con casco di protezione.
Non riuscirono a scappare, per quanto sia velocissimo il processo di vestizione prima della fuga, il demone li aveva “istantaneamente” raggiunti sorprendendoli.
-Buongiorno signori…- disse con un ghigno soddisfatto -…non credete di aver scelto un punto un po’ troppo scoperto per spiarci?-
-Non avrai mai le nostre vite- urlò Omar eccitato per l’improvviso e inaspettato incontro. Dette queste parole, puntò verso il demone il pugno che sembrava caricarsi di una strana energia alimentata dall’armatura stessa. Ma il demone non lo badò minimamente, si diresse verso la ragazza con un agile scatto, l’afferrò con una mano sulla parte superiore del casco e la sollevò.
-Fermati!- urlò frettolosamente Abdul a Omar –vuoi colpire Jasmine?- Dette queste parole Omar abbassò il braccio.
-Tu…- disse il demone con tono arrogante -…tu che hai manifestato una forza molto pericolosa per noi romani: voglio vedere il tuo volto.- Iniziò a fare pressione con la mano sul casco della ragazza, fino a spaccarne quasi la metà laterale. Quando il demone vide il volto della ragazza, rimase in silenzio: si tranquillizzo, e appoggiò con delicatezza la ragazza a terra. I suoi occhi, da felini che erano, si fecero umani, anche la voce si fece umana –Jasmine…- disse con gentilezza -…che sorpresa vederti qui.-
Jasmine sgranò gli occhi, riconobbe subito quella voce; gli altri due rimasero in silenzio: non potevano far altro, con sorpresa, che assistere a quell’evento in un ruolo passivo.
-MaO…- disse Jasmine con un tono sulsutorio, di chi avesse paura di scoprire una brutta verità -…s…sei tu?-
-Si!- affermò MaO accennando ad un sorriso che rendeva molto più umano quel volto di demone.
-Oh…mio dio, che cosa ti hanno fatto?- Le lacrime stavano sgorgando dagli occhi della ragazza.
-Questa è la mia vera natura da guerriero italico: sono uno dei primi della nuova specie.-
Ci fu un momento di silenzio dove gli sguardi, gli abbracci e le carezze comunicarono più mille parole sentimenti appartenenti al passato e ancora vivi.
-Andate via…- disse con gentilezza MaO –…questo è un posto pericoloso per voi.-
-Cosa state facendo qui?- chiese Jasmine con tono triste.
-Stiamo cercando un antico Tempio dove è conservato l’ultimo “Simbolo” che conferirà “L’Eternità” alla città di Roma: un tesoro di grande potere. Ora andate, i miei commilitoni stanno arrivando e per voi potrebbe essere pericoloso…-
-Ci rivedremo…ancora?- chiese con tono speranzoso Jasmine.
-No! La mia natura umana sta per essere assorbita dal demone romano sempre di più ogni giorno che passa: quando il processo sarà terminato, io non sarò diverso dalle bestie che avete fin’ora visto sui campi di battaglia…-
-Eccoli sono li…- una voce da lontano giungeva alla loro postazione.
Jasmine guardò il demone con un profondo velo di tristezza, il quale ricambiò con il migliore dei sorrisi che la sua natura umana gli permetteva ancora di fare.
La ragazza schiacciò di nuovo il pulsante di attivazione della sua armatura: ci fu un nuovo fascio di luce che disegnò nuovi circuiti elettronici sulle parti danneggiate, ripristinando il tutto e annullando i danni subiti. I tre dopo un cenno di saluto scapparono via ad altissima velocità, dileguandosi nella boscaglia.

Nel frattempo giunsero una decina di soldati campeggiati da un comandante: Giulio Cicerone Troiano. I soldati partirono all’inseguimento dei fuggiaschi, mentre il comandante rimase con MaO.
-MaO…- disse l’uomo con aria tranquilla -…Li hai lasciati andare?-
Il demone sorrise con cattiveria – Si! Erano delle insignificanti spie!-
Giulio Cicerone Troiano sorrise divertito – E così ora i nostri nemici presto sapranno della nostra presenza qui, senza contare che conoscendoti avrai rivelato loro anche il motivo!-
MaO si affacciò sull’altura dove le spie stavano osservando l’accampamento, e guardò in direzione della loro postazione. –Certamente.- rispose con tranquillità, mentre osservava la chiusura del portale da parte degli evocatori.
-Molto bene MaO, così dopo aver trovato quella Sacra Armatura la potremmo utilizzare come prova contro quegli incoscienti che osano ancora sfidare la potenza di Roma.
Una volta riportata le “Immortali Vestigia” a Roma tu verrai ribattezzato con un nome romano, e avrai l’onore di schiacciare gli ultimi residui di ribellione.-
-Non sottovalutare gli uomini comandante, se ho scoperto le spie dal nostro accampamento, è solo perché una di esse aveva casualmente manifestato la sua essenza…-
-Cosa?- Interrompe preoccupato Giulio Cicerone –Perché non l’hai ucciso? Lo sai che se gli uomini imparassero ad usare le loro essenze diventerebbero pericolosi per noi!-
-Hai paura comandante?- disse MaO in tono ironico – La donna non si è neanche accorta di essersi manifestata e dubito che capisca… anche se la cosa non mi dispiacerebbe!!!-
-Donne? Questi disperati mandano anche le loro donne in guerra? Che vili, magari hanno il coraggio di farsi chiamare uomini!- Ci fu una pausa di riflessione –Chi è questa donna?-
-Una carissima amica, quando stavo dalla parte della ribellione, quando ancora ero un essere umano e non sapevo della mia origine italica.
-Resterai sempre lo stesso anche dopo che la trasmutazione del demone romano- affermò il comandante –Nulla di te cambierà, sarai il primo dei sacerdoti guerrieri del tuo rango: proverai compassione e amore per il tuo prossimo, potrai liberare molti nemici se mosso da pietà: ma continuerai sempre a seguire la causa di Roma.- il comandante sorrise –Probabilmente sarai, in futuro, un principe amato dai tuoi sudditi nella provincia che andrai a governare, una volta finita la guerra.-
I soldati tornarono dall’inseguimento a mani vuote: delle spie neanche la traccia.
Tornarono tutti all’accampamento per organizzare le varie attività da svolgere nei giorni successivi.

Il passato di MaO – il racconto di Jasmine.
Continuarono a correre. I tre una volta lasciato il demone e con un ottimo margine di vantaggio su eventuali inseguitori, si diressero verso il loro accampamento.
Una volta giunti li, informarono sull’accaduto i loro compagni, che a loro volta organizzarono una piccola spedizione che doveva raggiungere una postazione nascosta aldifuori della foresta: da li si sarebbe avvisato il quartier generali, il quale avrebbe successivamente dato ordini in merito.

Poche ore più tardi, una volta che si furono riposati, Jasmine, Abdul, Omar e i loro compagni si sedettero allo stesso tavolo per chiarire alcuni particolari sull’accaduto.
-Jasmine…- chiese il capogruppo Mohamed -…credo che tu ci debba delle spiegazioni riguardo quel demone!-
-Ecco, lui... circa due anni fa… era un uomo che combatteva per la nostra causa…- rispose la donna, manifestando quella triste espressione di chi richiamava felici ricordi perduti nel tempo.
Tutti i seduti espressero un sentimento di stupore.
-Ed è ancora vivo? Per di più è diventato un demone?! Ma come…- il capogruppo era l’unico ad aver mantenuto la calma, anche se era rimasto perplesso per una notizia simile -…ma come è possibile: i Romani sono uomini di valore, uccidono chi tradisce la nostra causa per fornire a loro preziose informazioni!- guardò Jasmine in attesa di una risposta. Lei sospirò e cominciò a raccontare del suo incontro dell’uomo che divenne un demone…

-Tutto ebbe inizio cinque anni fa, io mi trovavo in un campo di battaglia e precisamente nella “Campagna per la presa del Cairo”: una delle poche battaglie vinte. In quel tempo avevamo ricevuto dal quartier generale le nuove Armature D’Acciaio di terza generazione e l’ordine di testarle su uno scontro vero e proprio. La casta degli “Evocatori” non era ancora conosciuta, e noi stavamo ottenendo i primi successi in campo militare. Le nuove armature erano efficienti e avanzammo fino alle mura della città: mura fatte di luce, così sembrava visto da lontano.
Io facevo parte di una pattuglia di perlustrazione, dovevamo avvicinarci di nascosto alla città per spiare il potenziale bellico nemico. Eravamo giunti in prossimità delle mura e fu li che notammo per la prima volta gli “Evocatori”…

-Guardate…- disse sottovoce e sorpreso Lion -…guardate attentamente col binocolo: che cosa ne pensate?-
-Non so…- rispose d’istinto Ismaela, caposquadriglia -…e non mi piace affatto! Le mura della città che risplendono da lontano, sembrano composte da una luce misteriosa prodotta da quell’uomo…-
-Guardate la in fondo sembra esserci un’altra fonte…- fece notare Jasmine.
-Qui la cosa si mette male: conviene tornar indietro e riferire subito al quartiere generale- commentò Lion.
-Hai paura Lion?- chiese ironicamente Michel.
-No; è solo che ho una strana sensazione…- ribatté Lion.
-Non è il caso di perdere tempo…- intervenne la caposquadriglia -… siamo venuti qua per uno scopo ben preciso e lo dobbiamo portare a termine!-
-Si! Ma guarda un istante!-disse Lion –Quelle mura fatte di luce sono così luminose da non lasciare intravedere nulla; sono d’accordo con te per quanto riguarda portare al termine il compito assegnatoci, ma davanti a questo cosa possiamo fare?...Forse solo osservare?-
-Solo osservare!- disse Michel, in sostegno al suo compagno.
Ismaela ascoltò i due senza interromperli, pensando ad un’unica possibile soluzione – Si: non c’è altra soluzione. Proviamo a perlustrare qui intorno tenendo sott’occhio le mura; troviamo un buon posto da dove far partire un assalto e vediamo se questa fortificazione di luce possiede dei punti deboli.-
Passammo quattro giorni interi a perlustrare le zone circostanti alla città e a studiare quelle strane mura di luce emessa da quegli strani uomini. Erano in tutto una cinquantina intorno alla città.
Con le apparecchiature che avevamo a disposizione riuscimmo a comprendere che la luce era composta da quella stessa misteriosa energia che i Romani utilizzano quando sono impegnati sul campo di battaglia.

-Insomma il nostro attuale grattacapo- intervenne Mohamed, con lo sguardo pensieroso.
-Esattamente- rispose Jasmine.
-Chi sa come fanno!- disse uno dei presenti, pensando a voce alta –Che sia una forma di stregoneria?...-
-Non dire stupidaggini…- intervenne un altro -…ad ogni cosa c’è una spiegazione scientifica, dobbiamo studiare a fondo…-
-Silenzio!- ordinò il capogruppo e gli altri ubbidirono all’istante –Jasmine puoi continuare…ei…Jasmine ci sei?!-
La ragazza alzò la testa di scatto – Si si! Scusami.- le parole dei due colleghi le avevano fatto tornare in mente una cosa che MaO le aveva detto poco prima di spaccargli il casco di protezione: “Tu che hai manifestato una forza molto pericolosa per noi romani…”. Stava profondamente riflettendo su quelle parole, aggiunse poi –Scusatemi ancora, ora riprendo subito il mio racconto…-
Dove siamo arrivati? Ah si: la strana energia emessa dai Romani. Con le nostre apparecchiature siamo stati in grado di misurarne l’intensità: il livello era molto alto forse nessuno delle nostre armi era in grado di penetrare quella barriera. Continuammo ad osservare e a misurare l’intensità energetica.
Alla fine abbiamo trovato un punto debole: quei romani erano addestrati ad emettere energia per sei ore di seguito, finito il tempo un loro compagno, della stessa casta, veniva a sostituirlo e il tutto veniva eseguito a rotazione tra ciascun individuo. Era proprio in quell’istante, durante lo scambio, che il flusso energetico diminuiva a tal punto da permettere uno sfondamento da parte delle nostre truppe: e solo per trenta secondi circa.
Tornammo al nostro accampamento. Dopo aver fornito le preziose informazioni, il quartier generale ci inviò un grossissimo rinforzo e ordinando un massiccio attacco: la presa del Cairo sarebbe stato un ottimo punto strategico. Due giorni dopo, portammo il grosso dell’esercito nel punto strategico scoperto durante la perlustrazione, tutti eravamo pronti per un’invasione di massa; tre potenti cannoni a lunga gittata di “ energia plasmatica” erano pronti a far fuoco nel momento giusto…

-Quanto manca all’ora X?- chiese il generale De Lavega, un soldato di grande valore che indossava l’armatura d’acciaio raffigurante una volpe.
-Cinque minuti signore!-rispose un soldato.
-Signore ecco l’ultimo rapporto: tutto procede secondo i piani signore!- un altro soldato intervenne sulla scena.
-Fa vedere…si!- poi si rivolse ad uno dei presenti –Comandante, mi fido delle sue capacità di Intuizione. Ora vado in primafila e guiderò le truppe all’assalto dopo che avrete sparato.
-Si signore!- rispose il comandante.
Il momento arrivò: durante lo scambio il flusso energetico del bersaglio da noi puntato si abbasso a tal punto che sarebbe stato più che sufficiente un solo cannone. Sparammo con tutti e tre in contemporanea. I due che si stavano cambiando di turno furono annullati dal colpo del cannone centrale, mentre i due laterali avevano lo scopo di allargare la voragine che si era creata sulla barriera. Fu un grande successo, lo choc causato dal nostro massiccio attacco spaventò i romani li vicino, che smisero di emettere energia, causando uno squilibrio così grosso da annullare la barriera. De Lavega ordinò l’attacco e la città fu quasi presa: fu in quel momento…
-Rinforzate l’avanguardia: non devono esserci sopravissuti- ordinò De Lavega, e gli altri ubbidirono all’istante.
Avanzarono con grande determinazione tra le via della città annientando ogni truppa avversaria che gli andava in contro. Giunsero fino alla piazza della città e fu li che assistettero ad un qualcosa di inverosimile: c’era un romano che indossava una strana armatura, che emetteva un leggero bagliore di luce bianca, dietro di lui c’erano una dozzina di uomini, gli stessi che avevano creato la barriera.
Le truppe dell’avanguardia, senza perdere tempo si scagliarono verso quella che sembrava l’ultima resistenza nemica.
-Poveri folli incoscienti- urlò il soldato romano mentre il bagliore intorno a lui aumentava.
Dal nulla, in pochi secondi scagliò contro l’avanguardia una potente energia che travolse e uccise una cinquantina di uomini: solo De Lavega sopravisse, grazie all’armatura di nuova generazione che indossava.
Il generale rimase senza fiato per pochi secondi, in tutta la sua carriera non aveva mai visto nulla di simile. Non si voleva dare per vinto:la sua armatura aveva retto ottimamente, quindi c’era la possibilità di vittoria “è un uomo solo” pensava “non potrà mai resistere contro tutti noi, per quanto straordinario esso sia”. Mentre pensava ciò, vide i dodici romani dietro il guerriero distanziarsi tra loro, in maniera omogenea, fino a formare un rettangolo dalla larghezza di circa quindici metri e una profondità di trenta.
I dodici emisero una luce, simile a quella del guerriero, che andò a disegnare intorno a loro la pianta di un tempio. De Lavega non poté far altro che osservare l’improvvisa colonna di luce che si innalzò tra i dodici, rimanendo sbalordito quando si accorse di trovarsi davanti ad un tempio fatto di luce che stava prendendo consistenza.
Tutti i presenti, che manmano arrivavano di rinforzo al generale, furono rapiti da quello spettacolo.
Il tempio di luce, alto una ventina di metri, divenne reale. Era privo di tetto, c’era soltanto la recinzione laterale fatto di colonne e traverse. Il recinto di colonne si aprì e rivelò ai presenti cosa c’era all’interno del colonnato: una gigantesca statua raffigurante una divinità, Marte il dio della Guerra.
…Quando il gigante si animò e si alzò in piedi, sfoderando la spada come attacco e un resistente scudo di difesa, contro una forza simile non potemmo far altro che arretrare.
Come ben sapete noi abbiamo vinto quella battaglia, ma in quel momento non potevamo far altro che fuggire davanti quel “Gigante Romano”, che si muoveva ad altissima velocità, circondato da quella luce bianca. Eravamo tutti terrorizzati, il generale De Lavega e chi era presente nel posto fu spazzato via dall’enorme energia emessa da gigante che rase al suolo mezza città. Il nostro esercito era quasi del tutto sterminato: fu in quel momento che dal nulla sbucò MaO…

Mohamed fece cenno a Jasmine di interrompere il racconto, ormai lui e i presenti avevano capito che fosse il demone. –Una grossa perdita per tutti noi- commentò l’uomo ratristito –Ora averlo come nemico…- Ci fu un’altra pausa, un silenzio tombale per diversi svariati secondi.
-Purtroppo…- intervenne Abdul -…nel mondo ci sono ancora tanti bravi italici non risvegliati dall’orgoglio di Roma e queste persone, che devono essere protette, non fanno altro che subire l’odio e la rabbia di chi ha subito danni per causa di Roma.-
Nessuno disse niente e la riunione ebbe termine. Jasmine e i suoi compagni ricevettero l’ordine di riposarsi, in attesa di nuovi ordini dal quartier generale.

Il passato di MaO – il ricordo del demone
Si era fatto tardi, la giornata, priva di luce, era giunta al termine. Il demone si era ritirato nei suoi alloggi. Con aria pensierosa meditava sui possibili trabocchetti che quell’antico tempio, dissotterrato chi sa dove, poteva avere. “Quando il mondo sarà dominato dall’oscurità…” pensava “…un dio egiziano, venuto dall’oriente, verrà a prendersi l’ultima Fenice e continuerà a combattere con essa fino a quando gli uomini non daranno vita ad una nuova Fenice…”. Queste erano le parole chiave di un antico papiro, custodito nei sotterranei dei Musei Vaticani ed entrato in possesso dei principi romani. Queste parole circondavano la leggenda del Tempio della Fenice.
MaO pensò poi all’incontro avuto in mattinata, il pensiero della ragazza lo fece volare indietro nel tempo, in quel campo di battaglia, quando si scontrò con quel “Gigante Romano”…
“Che strano” commentava fra se “ tutto ebbe inizio proprio li. Io e i miei colleghi che tentavamo di risolvere il problema attraverso la tecnologia senza capire che in realtà…”

-Maledizione: dove cacchio sta?!!!-
-Ecco… forse ci sono…SIII! Secondo i rivelatori e controllando sulle cartine geografiche: la città del Cairo!-
-E con questo fanno quattro apparizioni questa settimana!... mmm… chi è il più vicino in quella zona?
-Vediamo… la pattuglia 11-11 signore: Ikkiryu e MaO!-
-O mamma… qualcun altro?-
-Purtroppo la pattuglia 11-12 è ancora in Arabia Saudita.-
-Non abbiamo altre alternative: preparate un altro modulo di ricambio da inviare non appena avranno distrutto l’attuale in loro affidamento. Date l’ordine di attaccare e raccogliere più dati possibili.-
-Qui commando a pattuglia 11-11…-
-Qui Ikkiryu: siamo già sul posto: mi scuso se abbiamo preso l’iniziativa, ma qui la situazione è davvero grave. Mezza città è stata rasa al suolo e questo gigante sembra diverso dagli altri.
-Spiegati meglio!!?-
-Non è di pietra come gli altri, ma di un qualche metallo rilucente…- commentò il tecnico seduto dentro la cabina del carro di trasporto.
-Dov’è MaO?
-È sul modulo in attesa di autorizzazione. Ora vi inviamo le prime immagini che abbiamo ripreso dalla nostra posizione…-
Le immagini scorrevano sui schermi del commando…
-Oh… santo cielo…Pattuglia 11-11 ritiratevi, il gigante non è alla vostra portata. Raccogliete più immagini possibili…
-Signore la pattuglia 11-11 ha attivato il modulo…-
-MaO che cosa ti sei messo in testa di fare???-
-Raccogliere i dati da una distanza ravvicinata- rispose in tono ironico.
-MaO questo è un ordine non…-
-Va a farti sodomizzare da un Minotauro in calore!!!!- rispose MaO con un tono cattivo e determinato. E chiuse le comunicazioni.
-MALEDIZIONEEEEEEEE!!!!!- urlò il responsabile della coordinazione delle pattuglie -…se quel bastardo sopravvive non la passerà liscia!!- commentò a voce alta manifestando la sua rabbia.

-MaO, ti rendi conto di quello che hai appena fatto?- chiese Ikkiryu al suo collega con aria sbalordita.
-SI!- gli rispose con fermezza –Guardali dobbiamo assistere a questo massacro? Io ho già fatto la mia scelta.-
-Bé…- rispose l’amico - …i dati raccolti di uno scontro diretto restano i migliori…- sorrise nel dire queste parole.
-Bene, allora testiamo l’efficacia di questo “Gigante d’Acciaio”-
Dal carro di trasporto si alzò in piedi un gigantesco robot, di dimensioni simili a quelle del “Gigante Romano”.
Quando si alzò in piedi, Il gigante d’acciaio (denominato “G d’A”) si trovava a cinquecento metri di distanza da quello romano, ora era perfettamente visibile da tutti. Era apparso improvvisamente nella direzione di fuga della resistenza antiromana, causando panico. Con una mossa tempestiva, MaO decise di muovere il suo veicolo d’assalto facendolo correre intorno alla traiettoria del Gigante Romano (nominato in futuro “G R”), in modo da spostarsi dalla zona di fuga e far capire ai fuggiaschi le sue intenzioni. Dopo aver descritto un semicerchio intorno al colosso nemico, scattò all’improvviso in direzione del tempio: mossa che fece guadagnare subito un grosso vantaggio.
D’improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse, il G R spiccò un grandioso salto in aria, leggero, senza alcun sibilo,silenzioso come se non risentisse delle leggi di gravità. Descrisse in un attimo la traiettoria percorsa da MaO e gli fu addosso: in quell’attimo il pilota non poté far altro che inserire sul braccio sinistro un grande scudo fatto di metallo e mettersi in posizione per parare quell’enorme peso che gli stava piombando dal cielo. Nella descrizione ad arco della traiettoria, il G R aveva messo in avanti la possente spada, concentrando in un unico fendente tutta l’energia potenziale accumulata nella fase ascendente del salto. L’impatto fu rumoroso, per non rimanere sordi era necessario tapparsi le orecchie e lasciarsi cadere a terra, visto che la stessa tremò violentemente a causa dello scontro.
Con questa mossa il nemico aveva tagliato in due scudo, braccio sinistro e la canna del cannone che il G d’A aveva impugnato per attaccare. Per riequilibrare l’assetto del robot, MaO lo fece muovere in modo da fare quattro passi indietro, sempre in direzione del tempio.
Adrenalina e eccitazione avevano pervaso il corpo del pilota –Con questa mossa…- pensò ad alta voce fra se MaO –mi gioco la vita- la concentrazione e la tensione era alle stelle –Ikkiryu: hai già centrato il bersaglio?- domandò al collega.
Mentre tutti erano rapiti dall’incredibile scontro dei due titani, nessuno si era accorto che il collega di MaO aveva aperto dal suo carro uno sportello con dentro dei missili a rivelazione energetica: il bersaglio era stato puntato.
-Quando vuoi!- rispose
-Attendi il mio segnale.- disse MaO con un sorriso malizioso, come se fosse quasi divertito.
-Quale segnale? O mamma cosa significa quella espressione?- disse il collega, intuendo qualcosa.
Il G R fece un passo in avanti protraendo davanti a se l’enorme scudo circolare e innalzando, dietro la testa la spada: l’attacco finale. Il G d’A fece due passi indietro,mosse il braccio destro, buttando via l’inutile arma, in avanti e puntò il pugno davanti all’avversario: il pugno diventò luminoso, alimentato da una energia proveniente dal robot stesso.
-Come immaginavo…- borbottò Ikkiryu, Cambiando subito ordine del bersaglio dei missili.
-…MaO ascoltami…- disse poi al compagno -…non farlo, i nostri dialoghi sono registrati…-
-…- silenzio.
-…Ti prenderanno per un pazzo esaltato…-
-…- sorrise come un bambino che stava per realizzare il più grande dei suoi desideri.
L’aria era tesa il momento vicino: in quell’istante l’intensità luminosa del pugno era al massimo.
“Ora” pensò Ikkiryu e lanciò tutti i missili, i quali si diressero verso due bersagli: il tempio e il gigante.
Gli evocatori non si fecero prendere di sorpresa, smisero di dare energia al tempio e innalzarono una potente barriera, salvando la propria vita e quella del guerriero; nel frattempo il gigante, immobile come se fosse senza vita, fu colpito da dietro la schiena e si sbilanciò in avanti, mostrando il torace…
-Nooooo MaO non dirlooo….-
-PUGNO A RAZZOOO!- urlò con tutte le sue forze emulando gli eroi televisivi di quando era bambino.
-L’ha detto… che figura…che vergogna!- disse imbarazzato
L’arto destro del G d’A si staccò dal resto del robot, sospinto da una grande forza propulsiva si andò a scagliare sul petto del G R, esplodendo. L’urto scagliò il colosso, ancora privo di forze, ad una distanza di circa seicento metri dall’impatto.
MaO non perse tempo, attivò i potenti razzi, situati nella schiena del robot, e corse a forte velocità verso il tempio. Ma ne anche questa volta gli evocatori si fecero prendere di sorpresa: ridiedero energia al tempio. Il G R si rialzò subito in piedi, non aveva subito alcun danno. Prese lo scudo e lo lanciò in direzione del G d’A, imprimendogli una grande forza rotativa. Lo scudo tagliò l’aria in un silenzio innaturale e centrò il bersaglio troppo tardi. Il G d’A corse con tutta la potenza che aveva in corpo; gli evocatori, dopo che il G R ebbe lanciato lo scudo, smisero di dare energia al tempio e la concentrarono per una barriera protettiva, ma non fecero in tempo a fortificarla: il gigantesco robot gli era a dosso; sfruttando la forte velocità della corsa, con un piede penetrò la barriera e andò a schiacciare il guerriero che in quell’istante sembrava riprendersi da un grosso sforzo mentale: non ebbe il tempo di chiedersi chi lo avesse mandato all’altro mondo. Gli evocatori scapparono disorientati, mentre lo scudo rotante centrava in pieno la schiena del robot, tagliandolo in due parti. La parte superiore del tronco mozzato roteò quattro volte su se stesso prima di schiantarsi al suolo con forte velocità. Il G R rimase immobile come una statua inanimata.
Ikkiryu mise in moto il carro e si mosse in grand fretta verso la il tronco mozzato del G d’A. Il resto del robot fu avvolto da molte scintille elettriche ed esplose. I sopravissuti all’assalto tornarono in dietro dividendosi in due gruppi: uno diretto a occupare definitivamente la città, l’altro nella stessa direzione di Ikkiryu. Quando raggiunsero il relitto costatarono che era in avvicinabile a causa delle scariche elettriche.
-Oh santo cielo!- esclamò il comandante della truppa che era giunta un attimo prima di Ikkiryu –I sensori indicano che c’è una persona ancora viva la dentro… ha perso conoscenza…-
-Dobbiamo salvarlo!- disse un soldato –Dopo quello che ha fatto non merita di morire.-
In quel momento giunse Ikkiryu. Il comandante salì a bordo del carro e trovò l’uomo orientale con aria preoccupata.
-C’è la possibilità di salvarlo?-
-Sta per esplodere…- rispose Ikkiryu -…la cabina di pilotaggio è danneggiata: è stata tranciata dallo scudo non potrà proteggerlo dall’esplosione…MALEDIZIONEEE!-
Il comandante, con occhio rapido, osservò i vari monitor presenti nella cabina.
-Signore…- intervenne un soldato appena entrato dentro -…siamo pronti a rischiare la nostra vita e la resistenza delle nostre armature se…- il soldato fu interrotto dal comandante.
-Si! Le armature!- fece il comandante –Se non sbaglio questi sono i parametri vitali e psichici del pilota, vero?- chiese a Ikkiryu
-Si!- rispose l’uomo intravedendo nel comandante una speranza –Vengono registrati come materiale di studio di ogni combattimento…-
-Perfetto! Prepara ad inviare i dati via radio alla frequenza che fra poco ti indicherò!- si voltò verso i due soldati –Tu: prendi tutti i presenti e inondate il robot con gli estintori, dobbiamo ritardare l’esplosione; e tu: comunica al commando rimasto nella postazione d’attacco di attivare le nuove armature e metterle in fase ricettiva, di loro che mi assumo io ogni responsabilità!-
Ubbidirono, in un istante all’esterno ci furono due squadre che a turno lanciavano sostanze che rendevano la lega metallica e i vari liquidi che fuoriuscivano ininfiammabili al contatto delle scintille elettriche.
-Signore: le armature sono in attesa!-
-Bene! Ora trasferisci i parametri alla frequenza micronda 74.6.25, l’impulso di curvatura deve essere lo stesso emesso dalle onde elettromagnetiche della luce del Sole quando la stella entra nel segno del Cancro-
Ikkiryu ubbidì senza esitazione. Inviò il segnale radio. Nella postazione d’attacco erano state attivate delle armature su una pedana di lancio: erano le nuove armature di terza generazione. Esse raffiguravano un drago, un’idra, una tigre, una fenice, un lupo, un unicorno. I dati dei parametri vitali furono immessi in tutte le armature: in un istante quella della tigre si attivò e scattò con agile velocità in direzione del relitto.
-Dobbiamo soltanto attendere e sperare- disse il comandante.
-Non capisco…- disse Ikkiryu un po’ spaventato –cosa sarebbero queste armature da voi indicate?-
-È più semplice guardare che spiegare: eccola, osserva!-
L’armatura felina arrivò e con un balzo saltò sul rottame, perforandolo ed penetrando il suo interno. Ikkiryu rimase fortemente sorpreso: quella tigre robotica aveva perforato in un istante anni e anni di studio per la messa a punto di quella che doveva essere la lega metallica più forte al mondo.
Ci fu una improvvisa reazione energetica.
-Attenzioneee, sta per esplodereeee!-
Tutti si rifugiarono dietro il carro. Quello che rimase del G d’A, che aveva permesso l’occupazione della città del Cairo, esplose molto chiassosamente, sparpagliando qua e la molti detriti. Al suo posto un enorme fuoco che ardeva ad altissima temperatura. Tutti rimasero in silenzio, quella grande fiamma illuminava tutto intorno come se alimentata da qualche fonte energetica. Mentre tutti si affacciarono per vedere cosa era rimasto, ci fu un’altra improvvisa esplosione: fra i detriti che volarono si distinse chiaramente la sagoma di un uomo annerita.
-Eccolooo- disse uno.
-Speriamo che sia ancora vivo- aggiunse l’altro.
Il corpo dell’uomo si stava per schiantare rovinosamente al suolo, ma uno scudo di energia proveniente dall’armatura che indossava annullò eventuali danni. Tutti corsero nella sua direzione per accettarsi che fosse ancora vivo.
Il comandante che aveva visto tutto dalla cabina –Presto, tara il dispositivo per la ricezione con la stessa frequenza di prima-
-Fatto- disse Ikkiryu –Maledizione, non ricevo alcun dato… no…- disse l’uomo col terribile timore che…
-Aspetta un attimo…- disse il soldato presente sulla scena.
-Eccoli, è vivooo- urlarono di gioia.
I soccorritori raggiunsero MaO. Gli levarono con delicatezza il casco, dopo aver accurato che no vi fosse danni alle ossa e ai muscoli del collo. Gli prestarono i primi soccorsi.
Profumo, un delicato profumo di fiori fece riprendere i sensi di MaO. Si trovava ancora sul posto dove era caduto e distinse in maniera sfuocata una moltitudine di volti esultanti. Aveva dolori da per tutto e sentiva molto caldo. Girò gli occhi verso la persona che gli era più vicino, muovendosi istintivamente nella direzione del profumo: mise a fuoco Jasmine che era sempre stata col gruppo dei soccorritori.
-Dove sono?- sussurrando MaO con sforzo –Sono forse morto?-
-No! Sei ancora vivo e presto ti dimetterai.- rispose la ragazza intenerita dall’uomo.
MaO accennò ad un sorriso, con molto sforzo disse – Allora tu…sei un angelo, venuto dal cielo per fare l’amore con me…per donarmi una…dolce morte!- e perse i sensi.
Jasmine arrossì, quelle parole pronunciate da MaO davanti a tutti la fecero imbarazzare.
-Che mi combini…- disse Michel con un sorriso ironico, anche lui presente tra i soccorritori, -…fai colpo anche sui moribondi?-
Tutti risero alla battuta.
-Scemo- urlò la ragazza che si sentiva sprofondare dalla vergogna.

“Il nostro primo incontro” pensava ora il demone “Rimarrà per sempre nel mio cuore, qualsiasi cosa io diventerò”.
Era tardi, il sonno lo stava soprafacendo. Si mise a dormire: domani lo attendeva una giornata piena d’impegni.

Il passato di MaO – che cosa accadde poi.


.....


Spiacente, non ho proseguito oltre.
Se avrete letto fino a qui siete stati davvero bravi :nagai:
 
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view post Posted on 1/5/2007, 18:03     +1   -1
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Bella! Davvero bella e ben scritta Emi! :clap:
Pure scrittore sei, complimentissimi! :diablo:
Perchè non la continui? E' molto particolare, e sarebbe interessante sapere come finisce... Perchè non ci fai un pensierino? ^_^
Oppure aspè... A SCRIVERE, SCHIAVO! :diavolo.gif:
Ecco, così va meglio... :innocent.gif:

Val molto ammirata mode =)
 
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emicranio
view post Posted on 1/5/2007, 18:26     +1   -1




@ Val
:huh.gif: L'hai già letta? caspita che velocità...
:nagai: Grazie per gli incoraggiamenti, ma purtroppo sto attrversando un periodo che non ho tranquilità mentale e la storia è molto lunga da sviluppare...se trovassi un lavoro non avrei tutti questi stress...
 
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view post Posted on 1/5/2007, 18:32     +1   -1
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Eheheheh, sì, già letta... Sono molto veloce, per farti un esempio ho letto Il Signore Degli Anelli in tre giorni (1200 pagine) e Jurassic Park in uno e mezzo (600 pagine)... :innocent.gif:
Sarà per questo che i libri non mi bastano mai? ^^

Per la storia, non ti preoccupare, scrivila quando ti sentirai più tranquillo, ti capisco per il lavoro, non l'ho avuto per lungo tempo ed è stressante =.= ma non temere, lo troverai presto e tutto si aggiusterà! ^___^

Grazie per averla condivisa con noi... E che il tuo futuro sia luminoso! ^_-

Val =)

 
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emicranio
view post Posted on 1/5/2007, 19:52     +1   -1




image 1200 pagine in tre giorni?????????!!

Anche se non sono alla tua velocità, anche a me piacerebbe divorare libbri, però ho constatato che più leggo nel tempo e meno vivo le emozioni che il racconto mi trasmette...quindi vado più tranquillo^ò^

Ti ringrazio per l'incoraggiamento image
 
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view post Posted on 1/5/2007, 20:06     +1   -1
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Ora ti svelo come faccio... :innocent.gif:
Non avendo molto tempo libero =.= mi organizzo! Compro mano a mano i libri che mi interessano, poi appena ho un pò di relax (uno o più giorni) inizio...
Afferro un libro (di lunghezza commisurata al tempo che ho), mi spalmo in poltrona in camera mia con salatini e bevande, metto il cartello di pericolo sulla porta (se provano a disturbarmi diventeranno coriandoli :diavolo.gif:), stacco il cellulare rompiballe e... Leggo, yesss! :diablo:
Pause al minimo, giusto per pappa e svuotamento vescica, ninna tardi... ^^

Comunque i libri mi piace anche rileggerli, per fortuna, altrimenti sì che non mi basterebbero! :rotfl:

Val =)
 
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emicranio
view post Posted on 2/5/2007, 13:23     +1   -1




Senza contare che leggere, nel mio caso, relassa la mente...
 
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emicranio
view post Posted on 3/5/2007, 15:09     +1   -1




Oggi ho voglia di allegare disegni che già avete visto, ma mai di queste dimensioni :nagai:

http://img503.imageshack.us/img503/3205/newdianaz2gv2.jpg

http://img502.imageshack.us/img502/5825/newmazigazwd8.jpg

imageimageimageimage

Ecco a voi 4 immagini fresche fresche che non vedono l'ora di essere usate... :nagai:

Edited by emicranio - 28/8/2007, 17:03
 
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Aran Banjo
view post Posted on 3/5/2007, 15:17     +1   -1




belli i mazinghi
 
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emicranio
view post Posted on 3/5/2007, 15:49     +1   -1




Grazie Aran, ora aggiungo l'ultima immagine (... la migliore...)

http://img61.imageshack.us/img61/6158/bossjs9.jpg

Edited by emicranio - 28/8/2007, 17:04
 
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SaotomeMondo
view post Posted on 3/5/2007, 15:57     +1   -1




Ci butti anche il Great Mazinger in grandi dimensioni? Please.
 
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view post Posted on 3/5/2007, 16:21     +1   -1
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M E R A V I G L I O S I ! :diablo: :clap: :luv.gif:

Sei un mago Emi! Mi faresti un Goldreic quando hai un attimo (senza fretta)? Tu avere manine d'oro, me aspetta senza problemi! :costyno8tx8.gif:

Val ammiratissima =)
 
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kojimaniaca
view post Posted on 3/5/2007, 17:38     +1   -1




SONO FANTASTICI!!!!! image image image image image :dio: :dio: :dio: :dio: :dio:
 
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414 replies since 20/4/2007, 09:43   5225 views
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