TERZA PARTE"..Svegliati...."
"........................"
"....Apri gli occhi...."
"...mmmmmmmm..........."
"aprili lentamente.........."
"...non...non ci riesco......dolore......."
"...abbassate quelle luci...."
"...ngh....mi ....mi duole......."
"cosa ti duole ?"
"....tutto....io...."
"apri gli occhi......"
pian piano gli occhi sorchiusi si aprono e le immagini cominciano a prendere forma .............
"........io................"
".....come ti senti ?"
".........io..........." porto' la mano destra al volto per guardarla........."......io vedo...la mia mano.............."
"...lentamente............abbassala..........."
"....io non..............non capisco..............
osservo' la sua mano sinistra legata ad un anello metallico piatto tubi di lattice erano pervasi da una sostanza bluastra che si andavano a innestare direttamente nel suo polso
trattenne il respiro
"cosa......?"
guardo' la sua gamba destra ......... il ginocchio continuava verso uno stinco dall aspetto metallico , altri tubi pervadevano
il resto della gamba
guardo' il suo torace , TREMENDI MECCANISMI E CIRCUITI IMPERVERSAVANO FRA LE SUE CARNI , sentiva chiaramente il rumore di macchinari e olio che sgorgava........"
"COSA...........COSA MI AVETE FATTO?"
"....calmati...........e' tutto a posto........."
"COSA MI AVETE FATTO?.........COSA MI AVETE FATTO?..........
COSA MI AVETE FATTO???"
Maimiri si alzo' di scatto dal letto anisimante e affaticata.............porto' le mani sul volto e quasi in modo disperato disse
"di nuovo....................di nuovo quel sogno............"
Lascio' cadere le sue mani sul letto quasi affranta dal tremendo incubo e comincio' a guardarsi intorno
"T'OH! MA E' GIA' NOTTE ?........cosa e' questo buio? eppure la finestra e' spalancata!!!"
guardo' l'orologio , le 9:30
Eppure era mattina , come poteva la sua stanza essere al buio?
Discese dal letto e si avvicino' alla finestra.La vista era ancora annebiata per il risveglio.
Davanti alla finestra notava solo una tremenda colonna nera che copriva il sole gettando questa ombra nella sua stanza.
non capiva cosa stesse avvenendo .
Senti' un vocio arrivare dal basso e noto' due uomini che stavano parlando con Silvia e il Dottor Nigros
La vista comincio' a schiarirsi
Nigros stava stringendo la mano ad un ragazzo alto e bruno , con uno strano ciuffo che gli pendeva dalla fronte.
Di fianco a lui un ragazzo molto robusto che si guardava intorno quasi spaesato.
Quest'ultimo fini' per guardare verso di lei e le pose un saluto con la mano , lei contraccambio' sorridendo.
Maimiri non capiva chi fossero quelle persone , e intanto la vista si schiariva sempre di piu, la sua attenzione torno' verso
quella colonna nera che stava proprio davanti alla sua stanza............non era una colonna...........era un robot alto piu' dell edificio , fermo proprio all ingresso del laboratorio .
tiro' per un attimo il respiro e disse
"IL GRANDE MAZINGA !!!!!" il viso fu pervaso da un sorriso che la attraversava da parte a parte!!! "SANTO CIELO! APPENA LO VEDRA' JAN!!!!!!"
"Signor Tsurugi prego , si accomodi dentro le mostro il nostro laboratorio..."
"Beh...grazie dottor Nigros , ma preferirei prima capire cosa e' successo e come avete scoperto il rapimento di Shiro."
"beh....bene...passiamo direttamente all azione quindi!"
Nigros gli fece cenno di entrare in modo gentile , mentre silvia osservava i due freddamente .
Appena costoro entrarono lei rimase ferma sull atrio a fissare il tremendo robot che aveva sconfitto orde di mostri e affrontato
innumerevoli battaglie.
Lo guardava affascinata e incuriosita , quando noto' Maimiri ancora alla finestra
"MIMA! datti una mossa e vai a prelevare quello scansafatiche di Jan!"
Maimiri le fece il saluto militare e rientro' subito.
"Sedetevi signori " disse Nigros mentre cercava di mettere in ordine l'affollata scrivania
Tezuya lo guardava mentre goffamente accatastava pile di libri e dopo aver trattenuto uno sbuffo disse
"Come siete venuti a conoscenza di questo accadimento ?"
"Signor tusugi , e' stata la stessa scuola che frequenta Shiro ad avvisarci e siccome e' una scuola molto rinomata si sono raccomandati di mantenere il massimo riserno sull avvenimento..."
"Si capisco , anche noi in giappone abbiamo scuole rinomate e regole molto rigide " comincio' a dire boss
"Boss....!" lo interruppe tezuya
"Ecco..." continuo' Nigors " 3 giorni fa i compagni di stanza di shiro lamentarono agli insegnanti la assenza dalle lezioni del compagno di classe , pare che l'ultima volta che fu visto in classe fu alla fine delle lezioni del giorno prima . Pare che in seguito al rimprovero di una insegnante , appena arrivata nella scuola , sia stato punito rimanendo in classe oltre l'orario ....."
"Ebbene..." disse Tezuya
"Ebbene , dopo aver osservato attentamente le videoregistrazioni delle telecamere di sorveglianza , pare che effettivamente il ragazzo si sia trattenuto con la insegnante.....guardi stesso lei..."
Nigros accese un televisore , e dopo aver premuto un tasto parti' una registrazione in cui si vedeva chiaramente Shiro intento a scrivere su un quaderno , nella registrazione appariva dinanzi a lui una giovane donna bionda con le braccia conserte .
D'improvviso la donna da un violento schiaffo sul viso di Shiro lasciando inebetito il ragazzo!
Boss e Tezuya sobbalzarono mentre i loro cuori cominciarono a battere forte
Come un tremendo incantesimo la testa della giovane donna comincio' a roteare con la folta capigliatura che sembrava un fiume in piena scompigliato dalla irregolarita' del letto , e quando la testa dell insegnante ebbe torto completamente il suo collo
, ella rivelo' le sue vere sembianze !
art by Kojimaniaca"
LA MARCHESA YANUS !!!!" dissero in coro Boss e tezuya sobbalzando dalle loro sedie
Segui' una scena agghiaciante in cui la marchesa diceva qualcosa e tramortiva definitivamente il ragazzo , dopodiche' si allontana dalla aula con il ragazzo svenuto fra le braccia.
Nigros non disse nulla e si limito' a spegnere il video , guardo' i due ragazzi.......Tetsuya era fermo davanti al video con i pugni chiusi e tremolanti mentre boss gli teneva una mano sulla spalla e teneva gli occhi strizzati dall angoscia.......
Nigros non parlava , ma si limito' a rispettare il dolore dei due.
Si apre la porta : Silvia entra con dei fascicoli sotto il braccio e nota i due impalati davanti al video , e con fare molto freddo dice
".....mph...avrete gia' visto il video sicuramente"
i due la osservarono
"...ORA...lasciamo da parte inutili isterismi e concentriamoci sull azione , so di per certo che il Dott. Kabuto ha fin troppa stima di me per tollerare le tue solite botte di testa Tezuya quindi cerchiamo di collaborare e usciremo sicuramente vincitori da questa situazione!"
Tezuya la guardo' fissandola negli occhi in modo fermo e quasi irritato dal suo fare...........dopodiche' scoppio' a ridere!
"Ma....tezuya...." esclamo' boss
"COME CREDETE DI COLLABORARE CON ME ? Voi non sapete con chi abbiamo a che fare! I micenei sono un popolo sanguinario e violento! e non si fermano davanti a nulla ! Credete forse che con le vostre semplici ARMI potreste spaventare quei ...MOSTRI !!!!!"
silvia lo guardo' inespressiva.......solo il sopracciglio destro si alzo' mentre gli rispose "...armi?............."
Nigros si accese un sigaro e fece segno ai due di sedersi
"signor Tsurugi....lei forse non e' a conoscenza del PROGETTO X..........."
"mai sentito........."
"Bene........senza inutili convenevoli le dico che lei e il nostro GUTTLER X affronterete i Micenei traendo in salvo il vostro ragazzo e sconfiggendoli ancora una volta li ricaccerete da dove sono venuti.......!" disse silvia sicura di se
"....GROI COSA X ?" esclamo' un irritato Tezuya
"GUTTLER X signor Tsurugi" intervenne Nigors "Un robot proprio come il suo capace di contrastare questi tremendi nemici !"
Stavolta fu tezuya ad alzare il sopracciglio e disse "Io non ho bis.." SI UDIRONO VOCII E PASSI DALL ESTERNO DELLA STANZA
"
IO NON HO BISOGNO DEL SUPPORTO DI NESSUNO!"
"jan non fare lo stupido! ...e' un pilota rinomato e stimato...e poi e' sempre stato il tuo idolo!!!"
"MA NON E' VERO!!...E POI L'HO DETTO SIA AL PROFESSORE CHE A SILVIA CHE CE LA POSSO FARE DA SOLO!!!"
"...BASTA......E NON OSARE ENTRARE CON QUELLA COSA IN MANO...che figura ci f.."
"VI AVEVO DETTO CHE CE LA POTEVO FARE BENISSIMO DA SOLO!"
La porta si spalancò, andando a sbattere violentemente contro il muro. Tetsuya si girò di scatto, deciso ad affrontare qualsiasi cosa fosse apparsa su quella soglia. Era pronto a tutto, pronto come può esserlo solo un vero guerriero perfettamente addestrato… solo che anche un vero guerriero perfettamente addestrato può, in casi del tutto eccezionali s’intende, rimanere momentaneamente spiazzato davanti a qualcosa di particolarmente orrendo. Questo fu ciò che accadde a Tetsuya quando i suoi occhi si posarono sulla vasta, chiassosissima camicia del nuovo venuto, i cui colori arancio e fucsia fluo erano un vero e proprio schiaffo al buongusto.
Ritto sulla soglia, Jan, anche conosciuto come Panzer, si guardò attorno rapidamente, abbassando infine lo sguardo su Tetsuya, che lo stava considerando con scarsissima simpatia.
– Sarebbe quello lì? – esclamò seccamente, indicandolo con la banana che stava sbocconcellando e rivolgendosi a Mima che sembrava sparire alle sue spalle.
– Per piacere! – sibilò lei, che inutilmente aveva cercato di trattenerlo.
– Non vorrai dirmi che quel fringuellino è Tetsuya Tsurugi! – le mani sui fianchi, dall’alto della sua statura Jan scrutò da capo a piedi quello che ormai era un suo nemico mortale – Non è possibile! Non…
– Panzer! – tagliò corto Silvia; era un tono inequivocabile di comando, il tono di una donna abituata a farsi obbedire. Tanto bastò perché lui le rivolgesse un ampio sorriso che Tetsuya tra sé definì “ebete”.
– Ai tuoi ordini, prof – esclamò giulivo, e dando nel frattempo a Tetsuya un’occhiata “questa-qui-è-mia-non-si-tocca”. Quindi ingollò in un paio di bocconi quel che restava della banana.
Se gli occhiali di Silvia avessero avuto il potere di disgregare in molecole, di Jannon sarebbe rimasto che un mucchietto di sparuti atomi: – Panzer, nessuno qui penserebbe che tu sia stato educato ad Oxford!
– Ma prof – osservò lui, masticando a tutta bocca – io non sono mai andato ad Oxford…
– Ce ne siamo accorti!
Jan ammutolì. Messaggio pervenuto.
Scoccatagli un’ultima occhiata-laser, Silvia si fece avanti rivolgendosi con cortesia ai suoi ospiti che, Jan li notò solo allora, erano rimasti in agghiacciato silenzio. Oltre al pivello, c’era un altro tipo grande e grosso non meglio classificabile.
– Vi prego di scusare l’intemperanza di questo… individuo – Silvia pronunciò “individuo” come se avesse avuto un calzino usato sotto al naso – Purtroppo, Jan è noto per la sua abilità di pilota. Non certo per le buone maniere.
– Non fa nulla – si affrettò a dire gentilmente il professore, rivolgendole un educato cenno col capo.
Rapida ed efficiente come sempre, Silvia procedette con le presentazioni; fu così che Jan apprese che il tipo grande e grosso rispondeva al nome di Boss, e che lo scricciolo era per l’appunto il famosissimo Tetsuya Tsurugi. Da non credere.
Da perfetta padrona di casa qual’era Silvia, dopo aver trapassato con lo sguardo Jan che aveva tentato di gettare a terra la buccia della banana, chiese al professore se avrebbe gradito una bibita; quindi, dopo essersi assicurata che tutti i presenti avessero ricevuto di che dissetarsi, sedette accanto al collega e cominciò con lui una serrata discussione.
Boss, che da quando era entrata non aveva avuto occhi che per Mima, si fece avanti sfoderando il suo galante savoir-faire da vero uomo di mondo, o così almeno lui pensava; contrariamente al solito, quella volta andava però sul sicuro. Lei, ancora sotto shock per il comportamento del suo collega, non ebbe la consueta reazione di raccapriccio di cui lo gratificavano normalmente le ragazze, anzi. Ringalluzzito dal successo che pareva arridergli, Boss si lanciò in una lunga chiacchierata, sicuro che quell’appetitosa biondina fosse ormai vittima del suo fascino predatore.
In un angolo, Jane Tetsuya si guardavano come due uomini pronti per cominciare.
L’uno di fronte all’altro, nella classica posa “lasciamo cantare le nostre colt”, il giovane dai vestiti impeccabili e l’uomo in camicia colorata, vecchi calzoni sformati e sandali, continuavano a lanciarsi occhiate al vetriolo, ciascuno preso dai propri motivi di rancore.
Jan aveva davanti a sé una vera delusione. Aveva sempre seguito con ammirazione le imprese di Tetsuya Tsurugi, l’aveva venerato come il più puro tra gli eroi… l’aveva immaginato come un uomo alto, muscoloso e maturo… e ora si trovava davanti una specie di azzimato giovanottello coi basettoni, un marmocchio, un moscardino che avrebbe potuto far volare via con una semplice manata. Va bene, osservandolo meglio non era poi così piccolo come gli era parso all’inizio, ma era ben lontano dal possedere quel fisico alla Schwarzenegger che lui gli aveva sempre mentalmente attribuito.
Senza contare poi che il ragazzino lo stava guardando con un’insopportabile aria di superiorità… ma chi si credeva di essere?
Da parte sua, Tetsuya considerava con crescente disgusto l’uomo che aveva di fronte. Alto, vasto, esuberante, insopportabilmente cialtrone. Non c’era in lui il minimo accenno di disciplina, di rigore. Nulla del guerriero perfettamente addestrato, nulla che desse l’idea di capacità, affidabilità, bravura.
E io dovrei collaborare con un simile ciarlatano?
– E così, tu saresti il famoso Tetsuya Tsurugi – buttò là Panzer, rigirandosi tra le mani la buccia della banana e guardandosi attorno nella vana ricerca di un cestino.
– Infatti – rispose asciutto il giovane.
– Beh, ti facevo diverso – Janvalutò se gettare la buccia dietro un tavolo; sentì lo sguardo di Silvia conficcarglisi tra le scapole e preferì soprassedere – Voglio dire, ti pensavo più… più grande, ecco.
– Anch’io ti immaginavo diverso – disse Tetsuya, pronto – Mi ero aspettato di conoscere un vero guerriero.
– Pensi che non sappia battermi? – sbottò Panzer, punto sul vivo.
– Penso che uno come te non sappia nemmeno cosa significhi pilotare un robot da battaglia – sibilò Tetsuya – Penso che tu non abbia la minima idea di cosa siano dedizione, sacrificio…
– Ragazzino, ho sulle spalle un fior d’addestramento!
– Non ne dubito – ovviamente, il tono di Tetsuya era quello di chi i suoi sacrosanti dubbi li ha, eccome.
Jantorse tra le mani la buccia di banana: – Mi stai dando del bugiardo?
– Dello spaccone, per l’esattezza.
– Ma si può sapere cosa mi rimproveri?
– Ti accontento subito – rispose Tetsuya, scandendo bene le parole per essere sicuro che il suo avversario non ne perdesse nemmeno una – Sei un odioso cialtrone, un ciarlatano maleducato, chiassoso, screanzato, villano, zotico, buzzurro, incivile e bifolco!
– Sì, ma parte questo?
Tetsuya strinse i denti e i pugni. Avesse potuto stringere anche il collo di Panzer, sarebbe stato più felice.
– Vedo che state facendo conoscenza – intervenne Silvia, che pur impegnata in una discussione con il professore non li aveva persi d’occhio un attimo.
– La prego di scusarmi, professoressa – disse subito Tetsuya – Non avrei dovuto essere scortese.
– Non ha nulla di che scusarsi – rispose Silvia, i cui occhiali dardeggiavano su Janlampi ustori – Non lei, signor Tsurugi.
– Prof, stai dicendo che ho fatto qualcosa che non va? – trasecolò Panzer.
– Io sto dicendo che non c’è nulla di quel che hai fatto che sia minimamente accettabile – puntualizzò Silvia, che amava essere precisa.
Jangrufolò un qualcosa che avrebbe potuto anche passare per una vaga richiesta di scuse; con un ultimo sinistro bagliore d’avvertimento, gli occhiali di Silvia lo lasciarono per tornare a dedicarsi al professore.
Dall’altra parte della stanza giunse una risatina divertita. Abituata alle intemperanze del suo compagno, per Mima Boss era un piacevole diversivo, un simpaticone dotato di finezza e cortesia.
Jantornò a voltarsi verso Tetsuya, che lo stava guardando come avrebbe guardato qualcosa che avesse offeso gravemente il suo senso estetico.
Deciso a mostrarsi amichevole, Janaccennò col capo verso Silvia e rivolse al proprio accipigliato interlocutore un’occhiatina “Sì, fa così ma in realtà è pazza di me”.
Tetsuya guardò Panzer, guardò Silvia (con un certo compiacimento, bisogna dire) e poi ancora, molto a lungo, tornò a fissare Panzer. Quale fosse la sua opinione in merito, anche un lattante l’avrebbe compreso benissimo.
Altro scoppio di risa di Mima. Jansi voltò di scatto verso di lei e s’oscurò in viso vedendola ridere fino alle lacrime ad una spiritosaggine di Boss.
– Ma che ci trova, in quello…! – sbottò, seccato.
– A te che importa? – rispose subito Tetsuya – Non hai la tua professoressa?
Panzer, che effettivamente ambiva Silvia ma che non avrebbe affatto disprezzato Mima se lei gliene avesse dato l’occasione, diede un’altra ritorta alla buccia di banana, tentando inutilmente di farvi un nodo.
– Non provarti a scherzare sulla professoressa! – esclamò.
– Io non scherzo affatto – Tetsuya dedicò un’altra occhiata a Silvia: un po’ attempata, si disse, ma decisamente interessante – È davvero una bella donna – aggiunse, perfido.
Jansbatté su un tavolo la buccia di banana, e lo fece con tanta violenza da farla rimbalzare e cadere a terra.
– Ti avverto, moccioso…!
– Tu avverti me? – scattò Tetsuya, ponendosi sulla difensiva.
– Da quando sono arrivato, non hai fatto che provocarmi! – continuò Panzer.
– Io? Io ti avrei provocato?
– Solo perché piloti quel coso, quel Mazinga, non puoi fare tanto il superiore! Pensi che qui siamo tutti imbecilli?
– Non tutti! – ringhiò Tetsuya – Solo uno!
– ALLUDI A ME? – ululò Panzer.
– Bravo. Ci sei arrivato da solo, complimenti.
SDENG! si udi' lontano
– Ma come ti permetti…!!!
– PANZER!!! – il ruggito di Silvia fece capire a tutti che la leonessa era vigile e pronta al balzo – Smettila immediatamente! Ma cosa ti è preso?
– È colpa sua – rispose lui, petulante – Mi ha insultato, mi ha dato dell’imbecille!
– Non è un insulto – sibilò lei – è una definizione.
Tetsuya ghignò, il che naturalmente mandò in bestia il suo già imbufalito avversario.
– Quel tuo coso, quel Mazinga… che poi, diciamocelo… – aggiunse, con ineffabile faccia tosta – …in fondo, quel tuo robot non è poi un granché. – vide gli occhi di Tetsuya assumere rapidamente le dimensioni di due piattini da dessert e aggiunse: – Devi ammettere che è un po’ superato. Quanto all’equipaggiamento…
– Vuoi dire… – Tetsuya annaspò, tentando di rimettere al suo consueto alloggiamento la mascella che gli era crollata – Vuoi insinuare che secondo te il Guttler… il Guttler, dico… è più perfezionato del mio Mazinga?
– Naturale.
– Tu sei pazzo… pazzo da ricovero!
SDENG! ancora
– Ah, io sarei pazzo? Secondo te, il tuo Mazinga è molto più equipaggiato del mio Guttler?
– Si capisce!
– Ma piantala! Scommetto che tu non hai… non hai… – annaspò, cercando disperatamente qualcosa, qualsiasi cosa che il Guttler possedesse a dispetto del Grande Mazinga. Passò mentalmente in rassegna tutte le armi del Mazinga (non si è sognato per anni di pilotare un mezzo senza conoscerne poi a menadito gli armamenti!), ma non riuscì a trovare nulla che gli mancasse rispetto al Guttler. Pensò allora ai particolari del mecha, agli accessori, ai più infinitesimi particolari… e finalmente trovò quel che cercava.
Tetsuya lo considerava col tranquillo sussiego dell’uomo superiore, un lieve ghigno che gl’increspava le labbra; ma ora Jangli avrebbe fatto rimangiare quella sua aria saputella.
– Ecco qua! – si frugò in tasca e ne cavò fuori una carta piuttosto spiegazzata – QUESTO so che non ce l’hai!
– E cosa sarà mai? – s’informò Tetsuya.
– Il poster del Guttler! TIÉ!!!
art by GodzillaTetsuya strinse i pugni e contò mentalmente fino a duecentotredici. Non voleva uccidere quel tizio, ma sentiva ad ogni secondo che passava un bisogno sempre più forte di sangue, manco fosse stato il conte Dracula. Potessi dargli un gnocco sul naso! Uno solo!!!
SDENG! ANCORA!– Ma che succede? – solo allora Tetsuya s’accorse di quello strano clangore. Sembrava venisse dall’esterno… andò alla portafinestra e guardò fuori.
Prati, dolci declivi, monti sullo sfondo; più in giù, il ridente paese di Caprino illuminato dal sole.
A poche decine di metri dal laboratorio, l’enorme, imponente massa del Grande Mazinga, immobile come una silenziosa sentinella. Tutt’attorno, i campi che avevano visto il Guttler muovere i suoi primi timidi passi, saltellando tra i fiori con l’agilità di una novella Heidi.
Tetsuya continuò a cercare la fonte del rumore, ma non vedeva nulla che potesse causarla… c’erano fiori, un lontano gregge di pecorelle, una placida mucca bianca e nera che…
Non tanto placida.
Fu allora che capitò qualcosa di orrendo, qualcosa che fece agghiacciare a Tetsuya il sangue nelle vene.
La mucca si allontanò trotterellando; poi, abbassata la testa e presa accuratamente la mira, caricò a tutta forza il tallone metallico di quello che, a suo parere, non era altro che un indesiderabile intruso.
Un’esclamazione in nipponico purissimo esplose dalle labbra di Tetsuya; il professore e Boss trasalirono, e persino Silvia, che conosceva piuttosto bene quella lingua, sobbalzò vivamente.
– Ma che succede? – esclamò Mima, che non parlava il giapponese – Che cosa sta dicendo?
– Ehm… – Boss arrossì penosamente – Te lo spiego più tardi…
– Ha detto “per la miseria” – disse seccamente Silvia, optando per una traduzione libera. Molto libera.
Anche Jansi era affrettato alla portafinestra: lo spettacolo gli fece allargare il cuore.
Conosceva quella mucca, la conosceva molto bene… si chiamava Bettina. La migliore, e più caparbia in assoluto, vacca da latte dell’intero circondario.
– Beh, non prendertela – sghignazzò, mentre Tetsuya masticava ulteriori termini in giapponese stretto – Quella è Bettina. Non c’è niente da fare, non sopporta i robot.
– Niente da fare? – ringhiò Tetsuya, armeggiando per aprire la portafinestra – Bisogna fermarla, altro che!
– Oh, poverino, hai paura che la brutta mucca cattiva ti danneggi la tua caffettiera? – ridacchiò Panzer.
SDENG! Nuova cornata.Tetsuya spalancò la portafinestra e si fiondò fuori. Janlo afferrò per un braccio, trattenendolo e ritirandolo dentro al laboratorio: – Ehi, cos’hai intenzione di fare?
– Farmi uno scendiletto con quella vacca, se proprio vuoi saperlo! E ora lasciami!
– Mi spiace, ragazzo, ma quella vacca non si tocca.
– È una tua amichetta, vedo – ringhiò Tetsuya.
Jansi fece d’un bel cremisi intenso: – Questa me la paghi! Adesso ti strappo le basette e te le faccio ingoiare!
Tetsuya era un uomo d’azione: vedendo Janperdere tempo in chiacchiere, preferì passare all’attacco, mollandogli un gancio sull’orecchio destro.
– Ehi! – ruggì Panzer, furioso; impressionatissimo, Tetsuya gli allungò un pugno anche sull’orecchio sinistro, così, tanto per non fare differenze.
Silvia li guardò con palese disgusto: meglio che se la vedessero da soli e si sfogassero, si disse saggiamente. Mima e il professore si tennero pure loro in disparte; unico tra tutti, Boss la pensava diversamente. A suo parere, Tetsuya era stato ingiustamente aggredito da quell’energumeno urlante; ora lui, il suo più fedele amico, avrebbe rappacificato gli animi.
Deciso a fare qualcosa, anche se non sapeva bene cosa, afferrò una sedia e l’alzò sulla testa, avvicinandosi ai due che stavano intanto scazzottandosi come se non avessero desiderato altro dalla vita. Forse voleva scaraventare la sedia sulla zucca di Panzer, forse voleva solo minacciarlo… le sue reali intenzioni non si seppero mai. Proprio in quel momento, Janvibrò all’avversario un diretto che avrebbe dovuto schiantargli il pancreas; Tetsuya fu rapidissimo ad abbassarsi, e il colpo centrò Boss esattamente nel bel mezzo della ventina di chili di “buoni muscoli” che aveva all’altezza dell’ombelico. Con un urlo strozzato, Boss rovinò a terra, venendo testé incoronato dalla sedia.
Janghignò, soddisfatto; deciso a vendicare l’amico, Tetsuya scattò in avanti, sferrandogli un diretto al fegato di quelli, per intenderci, da frantumare all’istante qualsiasi calcolo alla cistifellea… ma il Fato, sotto forma della dimenticata buccia di banana, era in agguato.
art by thunderbreakTetsuya vi mise un piede sopra, scivolò e cadde in avanti, col risultato che il suo pugno colpì Januna trentina di centimetri più in basso dell’obiettivo, in piena don’t touch zone.
Con un ululato, Jancrollò con tutto il suo peso sul nemico, travolgendolo e ponendo finalmente fine alla contesa.
Silenzio.
Dal prato, Bettina guardò olimpica i tre umani che giacevano a terra in un mugolante mucchio scomposto. Dilatò le narici e sbuffò lievemente, esprimendo con quel gesto tutto il suo aristocratico disprezzo.
Quindi, voltatasi con grazia s’allontanò con l’incedere di una duchessa, facendo dondolare elegantemente il suo campanaccio.
SBAM!!!"
ADESSO BASTA!!!!" silvia batte' cosi' forte le mani sulla scrivania da far cadere la pila di libri a terra!
Tutti la guardarono spaventati NON per il tremendo urlo che aveva lanciato , ma per lo sguardo inceneritore con il quale li stava fissando!
"Vi rendete conto che siete le persone in cui la gente ripone tutte le sue speranze per la salvezza di questo pianeta ?
e voi cosa fate? BISTICCIATE COME DEI BAMBINI!!!!"
Tetsuya e jan abbassarono la testa incassando la lavata di testa , ma appena silvia si volto' per andarsi a sedere dietro la scrivania si lanciarono un ulteriore occhiata di sfida , per poi sedersi al loro posto.
Nigros prese la parola "Al momento non siamo ancora a conoscenza del luogo esatto dove questi esseri hanno la loro base , sara' pertanto compito vostro sorvolare tutta la zona sondandola con dei particolari scanner dei quali doteremo i vostri
robots "
"La priorita' comunque resta il recupero del ragazzo , se lo hanno rapito , vuol dire che sicuramente hanno qualche richiesta da fare , anche se sono oramai sono passati 3 giorni e ancora non .."
SILVIA NON FINI' NEMMENO DI PARLARE CHE UN ENORME BOATO RIEMPI' L'ARIA FACENDO TREMARE LA TERRA E TUTTI GLI EDIFICI DELLA ZONA , COMPRESO IL LABORATORIO"Un terremoto!!!!!!" Esclamo' boss!
"No....questo non e' un TERREMOTO!" disse Nigros e schiacciando un bottone sull interfono pronuncio' "SALA CONTROLLO! SALA CONTROLLO! COSA HA CAUSATO IL BOATO?"
Intanto Tetusya e Jan erano gia' in piedi e pronti a schizzare via mentre attendevano trepidanti notizie dall interfono
"CZZZZZZ.....PROFESSORE! FAREBBE MEGLIO A VENIRE IMMEDIATAMENTE...C'E'.......OH MIO DIO!!! QUALCOSA STA VENENDO FUORI DALLA TERRA!!!!!"
"Suonate l'allarme......SIAMO SOTTO ATTACCO!!!!!.............Jan! Tsurugi! SAPETE COSA FARE!!!!"
Jan esulto' saltando a quasi un metro da terra si volto' verso tetsuya dicendo "ORA VEDRAI DI COSA E' CAP..."
ma non ebbe nemmeno finito la frase che noto' che Tetusya non era piu vicino a lui , scorse solamente che la porta era aperta
e passi spediti e decisi stavano attraversando il corridoio
"AAAAAAAAAAAAAAAARGH! MALEDETTO! ARRIVERA' PRIMA DI ME!!!!!!!!!!!!!!"
si diresse correndo verso la porta quando silvia lo afferro' per un braccio
"JAN!...niente colpi di testa!" lo sguardo di Sivlia era incattivito e deciso , Jan la guardo' ma era visibilissimo che la sua mente non era li
"JAN! MI HAI CAPITA ?"
"SI SI! ORA LASCIAMI ANDARE!!!" e con uno scossone si libero' della presa di Silvia
Si udirono dall esterno Un boato di motori , e il corpo del grande mazinga che stava gia' prendendo il volo!
Nigros , boss e Maimiri si affacciarono dalla finestra e osservarono il gigantesco robot sollevarsi da terra .
"Dottore! Dottore venga presto!!!!" Silvia era agghiacciata davanti al video mentre le immagini scorrevano davanti ai suoi occhi
i tre si avvicinarono , e fissarono anche loro sgomenti il video.
Due enormi braccia meccaniche che terminavano con giganteschi chele fuoriuscivano dal suolo disseminando distruzione tutto
intorno : Un infermo di Fiamme e Cemento che crollava era lo scenario che si era venuto a creare con gente che scappava o che restava uccisa sotto le macerie che schizzavano dappertutto , urla di disperazione arrivavano ai microfoni dell elicottero del laboratorio mentre i quattro non riuscivano a distogliere lo sguardo per lo sgomento.
"Mima!....prendi lady Gut e portati al luogo del disastro , il robot avra' sicuramente bisogno delle sue armi!
"Si signora!" Mima inforco' la porta correndo e si diresse all Hangar
"Ma ....dottoressa......io...." disse un boss spaventatissimo
"Venga signor Boss , noi ci dirigeremo insieme al dottor Nigros al centro di controllo , osserveremo la battaglia da li"
Intanto all Hangar di partenza:"Forza Guttler........facciamo vedere a quello sbruffone chi e' il MIGLIORE!!!"
Il guttler era fermo sulla rampa di lancio: posto di schiena su una enorme lastra metallica posta in modo perpendicolare alla base , che lo innalzava dal suolo , dall altro lato della lastra posta con il ventre la rossa navicella di Jan.
"APRIRE L'HANGAR!" si udi' riecheggiare nell Hangar mentre Jan stringeva fortemente la cloche
Nell aria si sentiva l'assordante suono dell allarme e una accecante luce rossa che riempiva tutta l'area.
I portelli dell Hangar cominciano ad aprirsi lasciando uscire i raggi del sole all interno
"3................2...................1...............PARTENZA!!!"Insieme , Robot e astronave schizzano fuori dall Hangar , lanciati verso il cielo fendendo l'aria come frecce scoccate da un arco di proporzioni immani : tagliano l'aria , la fendono aumentando sempre di piu' la loro velocita'.
Come una Immensa fenice di 30 metri il guttler si getta in picchiata verso l'alto per una nuova battaglia.
"JAN!........MALEDIZIONE! DIMINUISCI LA VELOCITA' ! RIMARRAI SCHIACCIATO DALLA FORZA D'URTO! NON
C'E' NESSUNA FRETTA! IL GRANDE MAZINGA E' GIA' SUL POSTO!!!" si senti' urlare dalla radio.
Ma questo non fece altro che aumentare la bramosia di combattimento di Jan , la sua rabbia cresceva a ogni metro sempre di piu
La nave incurvandosi compie un giro su se stessa e freneticamente va a conficcarsi nella nuca del robot
che quasi si piega su se stesso dalla violenza d'urto
KLANG!Come Cavaliere senza tempo il robot prima intreccia le braccia al petto poi le apre verso l'esterno , come in segno di grande potenza e ardore , scatenando mille e mille fulimini
"GUTTLEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEER...................... X!!!!!!!!!!!!!!! AZIONE!!!!!!!!!!!!!!!!"Subito dopo di lui Si vede uscire la Lady Gut pilotata da Mima
"Mi raccomando mima.............tienilo d'occhio"
"Si dottoressa!" rispose prontamente Maimiri
art by GodzillaFINE TERZA PARTEPER COMMENTARE :http://gonagai.forumfree.net/?t=26452389Note a margine :
Racconto proposto da H.Aster / Godzilla
disegni di : Thunderbreak - kojimaniaca - godzilla