Gran finale.
A proposito, sapete cos'ho ricevuto stasera? Un pacco rosso, con una renna bianca e il nastro oro... e indovinate cosa c'è dentro?
Merito di K8-88 (
)... ma mi chiedo se sia un larvato (non troppo) messaggio.
– Che opinione credi che la gente abbia di te? – insisté Babbo.
– Hai detto tu che sono odiato e temuto – gli fece notare il sire.
– Vero. Però preparati, potresti avere qualche sorpresa – un nugolo di stelline, e davanti a loro apparve la stanza da letto di Himika: lei e Rubina, entrambe in vestaglia, stavano chiacchierando amabilmente.
– …un vero imbecille, perdonami se lo dico, cara – disse la regina.
– Imbecille è un termine un po’ blando – sbottò la principessa.
– Ma come si permettono? – scattò il sire – Adesso mi sentono!
– No – gli tarpò le ali Babbo – Non possono sentirti. Non possono nemmeno vederti, o percepirti in qualsiasi altra maniera.
– Cos’hai usato? Un congegno di schermatura?
– Diciamo “Magia del Natale”? – sorrise Babbo.
– Stupidaggini. Non possono sentire me? E perché
io dovrei sentire
loro?– Per sapere come la pensino su di te.
– Bah! – sbottò, indignato, ponendosi però in totale ascolto.
– …Voglio dire, è un cretino e un incivile, su questo non ci piove… vuoi un dolcetto, cara? – Himika offrì una scatola a Rubina prima di servirsi lei stessa – Tuttavia, ha un qualcosa di… come dire…
– “Stupido”? – l’aiutò la principessa.
– Volevo dire “tenero”. Non che non sia stupido, beninteso, ma c’è qualcosa in lui che mi ricorda un grosso orsacchiotto di peluche.
– Sarà effetto della barba.
– Può darsi – sorrise dolcemente Himika – Ma anche se è sempre ingrugnito, è così caro… un po’ come un bambino.
– Un bambino che fa i capricci, certo – aggiunse Rubina.
– Bambino? A me? – ululò il sire, mentre la scena spariva in una nube di stelline.
– Dovresti essere felice di quello che hai sentito – rispose Babbo, severo – Tu tratti vergognosamente quelle due donne, eppure loro sono capaci di volerti bene.
– Perché sono sceme!
Pillola.
– Davvero, hai molto più di quel che ti meriti! – sbottò Babbo – Adesso vediamo un poco come la pensano i tuoi uomini…
– Quegli incapaci?
– Quelli che sopportano pazientemente tutti i tuoi scatti di collera – rispose Babbo, facendo apparire la Sala Comando. Gandal, Hydargos e Zuril sedevano attorno al tavolo, una bottiglia in mezzo.
– Oggi era più insopportabile del normale – disse Gandal, versandosi da bere.
– Il che non è poco – osservò Hydargos.
– È l’effetto che gli fa il Natale – intervenne lady Gandal – Lo deprime sempre.
– È da molto che non si controlla la pressione? – chiese Zuril, facendosi passare la bottiglia – Lo vedo piuttosto colorito in faccia…
– Certo, quelle arrabbiature non gli fanno bene – osservò lady Gandal.
– Prima o poi farà un colpo – aggiunse Hydargos, che amava esprimere esattamente quel che pensava.
– Basta che non ci resti secco – tagliò corto Gandal – Avete presente che succederebbe? Ci ritroveremmo sul trono Rubina! Quella vorrebbe subito la pace! Che figura ci faremmo?
– Eh già, dopo tanti anni di onorata guerra… – rabbrividì Hydargos.
Zuril riempì i bicchieri dei colleghi: – Propongo un brindisi. Al nostro sovrano! Che si conservi in perfetta salute!
– Vediamo di non contrariarlo troppo! – esclamò Hydargos.
– Bisognerà portare molta pazienza – sospirò Gandal.
– E comunque, vedremo di consigliargli un controllo medico – concluse Zuril – Non si sa mai, alla sua età…
Nugolo di stelline. Il sire si asciugò di nascosto una lacrimuccia: quei tre lavativi erano in pena per lui… che cari!
– T’ho detto che hai più di quel che meriti! – sbottò Babbo – Adesso, diamo un’occhiata sulla Terra, a casa dei tuoi avversari.
– Beh, quelli mi odiano! – esclamò Re Vega – Ci mancherebbe altro!
– Lo credi davvero? – altro nugolo di stelline.
La sala da pranzo del ranch tutta addobbata con rami verdi e festoni… un grande albero di Natale, tutto luccicante… una tavolata di persone felici e festanti: Rigel che stonacchiava i canti di Natale, Actarus, Alcor e Tetsuya che tentavano inutilmente di evitare di fargli da coro… poi Venusia e Jun che portavano in tavola piatti colmi di delizie, Maria e Procton che chiacchieravano amabilmente. Ai piedi dell’albero erano accatastati tanti pacchetti aperti: Mizar, estatico, non sapeva se dedicare più attenzione a un’enorme scatola di colori, a un libro di mitologia o a dei nuovi pattini a rotelle. Poco più in là Shiro, in mezzo alle carte colorate, frignava disperatamente.
– Ma insomma, che succede? – gli chiese Tetsuya, esasperato – Babbo Natale non ti ha portato i regali?
– Certo che glieli ho portati, che diamine! – esclamò Babbo, risentito.
– Ma ha sbagliato! – singultò Shiro – Io gli avevo chiesto dei videogiochi…
– E questi che altro sono? – chiese Tetsuya, frugando tra le carte colorate e tirandone fuori diversi dischi.
– Io avevo chiesto Supermarco Galattico, ExtraDistruzione e Piccoli Mostri Biancoenero – Shiro tirò su col naso – Ma qui c’è Supermarco Extra Sport, Distruzione Suprema e Piccoli Mostri versione Piombo. Non è quel che volevo! Babbo Natale non ha capito niente! – ragli.
– Una volta era tutto più semplice – gemette Babbo Natale – I bambini chiedevano il trenino, la palla, il meccano, i colori… ma adesso, chi ci capisce qualcosa, con quei videogiochi del c… ehm.
– Ognuno ha le sue difficoltà – rispose Re Vega, comprensivo: stava osservando quella scena di pace e serenità, tutti i suoi avversari totalmente inermi ed impreparati ad un attacco… sarebbe bastata una sola bombetta nucleare…
– Facciamo un brindisi? – propose Procton, mentre Alcor e Jun allontanavano prudentemente Tetsuya dal piagnucolante Shiro.
– Certo! – Venusia prese a distribuire calici e Maria cominciò a riempirli – A che cosa brindiamo?
– Alla fine della guerra? – chiese Jun.
– A Re Vega, possa schiattare? – disse Tetsuya.
– Non è un brindisi molto natalizio – osservò Alcor.
– Però è sincero – rispose Tetsuya – Niente Re Vega, niente guerra.
– Questo è vero! – esclamò Maria.
– Però non è un bel pensiero – Actarus alzò il suo calice – A Re Vega, che viva sano e felice… e che possa comprendere che la guerra è qualcosa di orribile.
– A Re Vega – dissero tutti.
– Visto? – chiese Babbo all’allibito sire – Questi sono i tuoi avversari… e anche in questo momento, hanno pensato a te!
Stavolta, il sovrano era davvero colpito: questa proprio non se l’era aspettata.
Non disse una sola parola, mentre Babbo faceva sparire tutto in una miriade di stelline.
– Cosa succede, ora? – chiese.
– Hai visto il Natale presente – rispose Babbo – Adesso ti mostrerò quale potrebbe essere il tuo Natale futuro, se finalmente accetterai di ravvederti.
Altre stelline… altro Natale… rivide subito i visi radiosi di Himika e Rubina, intente entrambe ad aprire pacchetti colorati… un bellissimo vestito azzurro per Rubina, accompagnato da una collana d’oro… una parure di diamanti per Himika, con un bigliettino a forma di cuore “Vuoi sposarmi?”.
– Oh, amore mio! – Himika gli gettò le braccia al collo – Certo che voglio! Quando…?
– Decidi tu la data – rispose lui.
– Allora… presto?
– Molto presto sì! – e non poté dire più niente, perché lei aveva dato il via ad un bacio appassionatissimo e staccalabbra.
Nugolo di stelline… i suoi uomini tripudianti all’idea di quelle nozze. Brindisi, felicitazioni, Zuril gli strinse la mano, Gandal gli diede una pacca sulla spalla, Hydargos si cavò di tasca un fazzoletto e scoppiò in singhiozzi “i matrimoni mi emozionano sempre…”
– Ugh – gemette il sovrano.
– Commovente, vero? – disse Babbo, estatico – Adesso vediamo il Natale futuro di quelli che consideri i tuoi nemici.
Stelline… ancora la sala, l’albero, i festoni… tutti felici, tutti sorridenti, anche Shiro… e in mezzo lui stesso, con un calice tra le dita.
– Un brindisi al nostro carissimo ex avversario! – esclamò Alcor.
– Evviva la pace! – disse Actarus.
– Ti ho sempre ritenuto una vecchia carogna – gli disse Tetsuya, molto diplomatico come sempre – Sono felice di essermi sbagliato.
– Carogna? – s’indignò Rigel – Re Vega è il nostro più caro amico!
– Possiamo darti un bacio? – e Jun gli stampò un bacetto su una guancia, mentre Venusia gli baciava l’altra.
– Che Natale meraviglioso! – concluse Maria – Er… posso chiamarti zio Yabby, vero?
– …Zio Yabby…? – ansimò il sire, mentre Babbo Natale faceva sparire tutto attorno a loro – Ma… succederà tutto questo?
– Sicuramente – rispose Babbo – Avrai un futuro radioso, di cui questo è solo un piccolo saggio… ma bada bene, dovrai pentirti delle tue malefatte, e porvi rimedio! Pentiti… pentiti…
Un’ultima pioggia di stelline.
Si rialzò a sedere di scatto: la sua stanza, la regale trapunta, il suo pigiama azzurro a tibie incrociate… il libro…
Era stato tutto un sogno…?
SAPEVO che ieri non avrei dovuto mangiare tutti quei pappadretti fritti in agrodolce…Un incubo, dunque? Si grattò pensosamente la zucca, tiracchiò la barbaccia, stirò le membra. Natale… ora dei regali.
Scese dal letto, infilò le regie pantofole, quelle color fegato che Rubina gli aveva donato uno o due Natali prima e ciabattò verso la sala, dove trovò figlia e fidanzata che l’avevano aspettato per dare il via all’apertura dei pacchi.
Saluti, auguri, richiesta di un bacetto da parte della fidanzata (“Manco morto!”). Senza una parola, il sire spinse con un piede una scatola verso Rubina; poi prese un pacchetto e lo scaraventò ad Himika, che mancò poco lo prendesse in faccia.
Occhiata rassegnata tra le due donne: sapevano che poche cose come il Natale mettevano di malumore il loro caro. Meglio passare all’operazione-doni.
Re Vega scartò subito i suoi pacchetti: a parte la solita arma da distruzione di massa preparatagli dai suoi uomini (che cari), trovò un paio di pantofole verde bile da parte di Rubina (bleah!) e una bottiglietta nera di profumo supersexy Macho-Macho da parte di Himika (bleah! due volte).
Rubina aprì la sua scatola e sospirò: un bazooka superleggero. Fantastico.
Una vera sorpresa fu il regalo per Himika: a dire il vero, fu già una sorpresa il fatto che il sire di Vega avesse preparato un dono per la sua fidanzata. Un pacchettino piccolo, incartato con cura… sembrava un regalo uscito da un negozio elegante. Trepidante, Himika scartò il pacchetto e ne estrasse un qualcosa in seta della miglior qualità, finissimamente ricamato, ornato da pizzi e nastri di raso… costosissima
lingerie, forse…?
Un esame più approfondito le fece capire la vera natura dell’oggetto: un bavaglio. Di quelli che proprio tappano la bocca e impossibilitano a parlare e, perché no, pure a respirare.
– Ah-ha, molto spiritoso.
– Ero incerto tra quello e un bagnoschiuma al vetriolo – rispose il sire, acido – Ma il bavaglio mi è parso più originale. Adesso devo andare!
– Vai via? – esclamò Rubina – Ma papà, e il pranzo…?
– Non ho tempo! – uscì di corsa, lasciando le due donne allibite a guardarsi in faccia.
– Oh, che bel Natale! – sbottò Himika.
– Vedrai che poi torna, un buon pranzo non se lo perderebbe mai – la consolò Rubina.
– Magari, se siamo fortunate, ci si strozza, persino – concluse Himika.
In Sala Comando, Gandal e Zuril chiacchieravano amabilmente, un piattino di biscotti tra di loro, mentre Hydargos arrivava con un vassoio con tre tazze fumanti.
– Ma che succede, qui? – sbottò il sire, apparso improvvisamente sulla soglia – Dolci, bevande? Siamo impazziti? Al lavoro!
– Ma sire – pigolò Gandal – è Natale…!
– Appunto! Il momento migliore per programmare un attacco! Datevi da fare, pelandroni! – e uscì a tutta velocità.
Aveva qualcosa di urgentissimo da fare.
La sala del ranch, l’albero luccicante, i festoni… tutto come Babbo Natale gli aveva fatto vedere.
Rigel che stonacchiava, Venusia e Jun che servivano i dolci, Mizar intento a guardare i regali… e in un angolo sedeva l’infelice Shiro, che singhiozzava disperatamente. Re Vega non ebbe la minima esitazione: spalancò la portafinestra che dava sul giardino, entrò accompagnato da una folata di nevischio, raggiunse in due passi il singultante fanciullo e gli appioppò un manrovescio che gli fece voltare la faccia.
Poi pensò bene di allungargli un secondo ceffone anche sull’altra guancia, così, per riequilibrare il tutto.
Con la pace nel cuore andò verso la porta, sotto lo sguardo attonito ed inorridito dei presenti. Unico tra tutti, un uomo solo ardì pararsi tra il sovrano e l’uscita.
– Hai osato picchiare un bambino! – esclamò Actarus, indignato.
La bocca del sire di Vega si rialzò verso le orecchie in un sorriso beato: – Sì.
– Vergogna! Come hai potuto fare una simile mostruosità?
– Così – e sferrò il regale diretto; colpito alla mascella, Actarus barcollò e cadde all’indietro.
– Ehi, come ti permetti di picchiare mio fratello? – gridò Maria, andando ad affrontare impavida il sire; e questi, cui evidentemente non andava di compiere disparità tra parenti, le ammollò uno sberlone che la fece ruzzolare addosso ad Alcor.
A questo punto si fece avanti Tetsuya: – Ehi, quello è mio fratello Alcor. Solo io posso metterlo al tappeto!
Re Vega era un grande conoscitore di caratteri. Trovarsi davanti Tetsuya inferocito e comprendere d’aver di fronte un avversario ben più temibile dei precedenti fu un tutt’uno: fu per questo che senza por tempo in mezzo lo gratificò di una pochissimo elegante ginocchiata in piena area di rispetto.
Urli indignati dei presenti, strilli di Venusia e di Jun (quest’ultimo molto accorato), schiamazzi di Rigel: su tutto, echeggiò il pianto disperato di Shiro. Con un gesto colmo di grazia il sovrano si tolse la corona eseguendo un perfetto saluto, prima di uscire chiudendo accuratamente la porta dietro di sé.
Come si sentiva bene!
Rientrato su Skarmoon, il cuore che era tutto un canto di gioia, il sire ricordò d’avere qualcos’altro di molto, molto importante da fare.
Si precipitò nella Sala Centrale, rispose con un grugnito al saluto dei suoi accoliti e azionò dei comandi. Un cannone al vegatron venne puntato…
– Uh…? Vostra Maestà…? – disse Gandal, titubante.
– Sire! – esclamò Zuril – Ma state puntando…
– … il Polo Nord! – completò Hydargos.
– Appunto! – e il sovrano fece partire una cannonata, poi una seconda e già che c’era pure una terza e una quarta di rinforzo. Vecchio impiccione, avrebbe imparato a non portargli più certi libri dell’orrore!
Adesso sì che si sentiva davvero in pace.
Babbo Natale fissava attonito i resti di quella che era stata la sua casa… la fabbrica dei giocattoli… pezzi di slitta, renne ed elfetti erano sparpagliati tutt’attorno…
– Te l’avevo detto che era irrecuperabile – disse dietro di lui la Befana.
– Eeeeh – fu tutto ciò che Babbo riuscì ad articolare.
– Ma cosa t’è venuto in mente di mandargli quel libro e di fargli fare quel sogno!
– Ma… io credevo…
– Lo so cosa credevi, povero stupidone – la Befana sembrò raddolcirsi – Sempre a trovare il buono anche nelle carogne più incallite… ti sei convinto, ora?
– …Direi…!
– Non pensarci, su – la Befana lo prese per un braccio, tirandoselo dietro – Vieni. Ti faccio una tazza di cioccolata, hm? Con la panna. E magari, qualche biscottino speziato.
FINE
Link per contumelie destina<te dai pro-Dickens:
https://gonagai.forumfree.it/?t=30613338&st=2145#lastpost