Nuova piccola follia.
EAU DE CACCAREL– Maestà, vorrei
davvero esservi utile – disse Zuril – Nulla mi darebbe più piacere di questo…
– E allora perché non lo fai? – chiese Re Vega, che era un tipo spiccio.
– Ricapitoliamo. Voi volete che vi prepari un…
– Un profumo antifemmine! – tagliò corto Sua Maestà – Non ne posso più di Himika… sempre lì ad abbracciare, a sbaciucchiare. Dice che mi trova irresistibile.
– Sui gusti non si discute – rispose Zuril dandogli un’occhiata con cui esprimeva chiaramente la sua opinione.
– Se solo quella dannata femmina non fosse così appiccicosa! – il sire lo guardò, speranzoso: – Non potresti farmi brutto?
– Volete dire
ancora più…? Sì, beh, capisco cosa intendete, ma mostrificarvi non credo sia una soluzione.
– Per questo ho pensato al profumo antifemmine! – esclamò il sire – Non puoi crearmi un puzzo insopportabile, un tanfo disgustoso, un miasma asfissiante?
Zuril rifletté: il problema in effetti era stuzzicante. – In teoria si potrebbe pensare a qualcosa…
– Voglio un fetore che tenga lontana da me qualunque femmina! – insisté il Sire, battendo un pugno sulla scrivania di Zuril e facendo volare a terra il progetto di un nuovo mostro salamandriforme – Già che ci siamo, oltre a Himika intendo sistemare anche Raflesia. Ma, bada bene, il puzzo deve far schifo solo alle femmine, non ai maschi.
– Si può fare – rispose Zuril, sempre pensieroso – Basta basarsi sul principio dei feromoni, ed agire in maniera del tutto opposta. Devo studiarci, ovviamente…
– Quanto tempo ti ci vorrà?
– Sire, non è così semplice. L’odorato agisce sulla parte più antica del cervello, entrano in funzione i nostri istinti più primordiali. Un simile odore va accuratamente studiato, o le conseguenze potranno essere catastrofiche.
– Quanto tempo? – insisté il sire.
Zuril allargò le braccia: – Se comincio subito e lavoro a pieno regime, tra un mese forse…
– Stai scherzando? Mi serve entro tre giorni! Himika pretende che sabato la porti all’Astrocentro a fare compere e poi vuole che andiamo a cena, e poi… grumph, vuole altre cose.
– Immagino – rispose Zuril, faccia da poker – Però in tre giorni non posso preparare nulla di adatto. Come ho detto, l’odorato risveglia…
– Non m’interessa risvegliare nulla! Io voglio solo schifare quelle maledette femmine!
– Sire, vi ho già spiegato che agire sull’area istintiva può essere molto pericoloso, bisogna avere cautela…
– Macché cautela! La verità è che non vuoi aiutarmi!
– Maestà, vi prego, non è così! Io vorrei… farò quel che posso, ma…
– Beh, cerca di sbrigarti! – e Re Vega uscì a passo di carica. Non poté ovviamente sbattersi la porta automatica dietro alle spalle, ma fu come se l’avesse fatto.
Rimasto solo, Zuril sbuffò: un profumo antifemmina…! Era possibile crearlo, ovviamente, ma occorreva testarlo con cura, o le conseguenze avrebbero potuto essere terrificanti. Agire sull’area degli istinti non era così semplice, ma faglielo capire, a Sua Maestà…!
Meccanicamente, rimise a posto gli oggetti sulla sua scrivania, allineandoli l’un l’altro; si chinò per raccogliere i fogli del progetto, e subito vide sotto al suo tavolo qualcosa che non avrebbe dovuto esserci… una cimice…?
Dantus, senza dubbio. Dantus, che aveva cercato di spiarlo per carpirgli i suoi segreti… Dantus che ora sapeva come lui si fosse rifiutato di preparare il profumo antifemmina…
Zuril, che aveva allungato la mano per staccare la cimice, si fermò subito: farlo equivaleva far sapere a Dantus che aveva scoperto tutto. No, no.
Il profumo antifemmina… se niente niente conosceva il suo pocoamato collega, in quel momento era già in laboratorio a trafficare con beute e provette, in modo da creare il profumo per primo e farsi bello davanti a Sua Maestà… e il sire ne sarebbe stato deliziato, lui, che non aveva voluto ascoltarlo quando aveva cercato di metterlo in guardia.
Io ho avvertito dei pericoli, si disse Zuril, mentre un’aureola baluginante gli si allargava sulle ali da pipistrello.
Se loro non hanno voluto ascoltarmi, non è colpa mia…Mentre mescolava in una larga beuta un intruglio dall’aria sospetta, Dantus gongolava: quell’idiota di Zuril non sapeva cogliere le occasioni! Adesso ci avrebbe pensato lui, avrebbe dato a Sua Maestà il tanfo cui tanto teneva, e finalmente avrebbe silurato l’odioso collega…
Fu un Dantus trionfante quello che il mattino dopo fece il suo ingresso nella Sala Comando. Gandal e Hydargos compresero subito che ci fosse qualcosa di strano nell’aria, Re Vega lo degnò d’uno sguardo interrogativo e il viso di Zuril assunse l’espressività di una lapide.
– Ecco qua, sire! – Dantus depose una boccetta davanti al sovrano.
– Cos’è? – s’informò il sire.
– Non volevate un profumo speciale… che vi renda repellente alle signore? – e Dantus scoccò un’occhiata al rivale, i cui tratti si erano fatti vieppiù marmorei.
– Il profumo antifemmina? – giubilò il sire, mentre Gandal e Hydargos si scambiavano un’occhiata allarmata: per istinto percepivano guai, anche se non avrebbero saputo spiegare il perché di questa loro certezza.
– Proprio il profumo antifemmina – disse Dantus, un’occhiata a Zuril che era tutta un “tiè!” – So che
qualcuno aveva prospettato problemi su problemi per crearlo…
– E tu invece me l’hai preparato subito! – il sire levò felice la boccetta, quasi avesse voluto brindare – Dantus, hai fatto un grande lavoro!
– Oh, grazie, Maestà – rispose il ministro, con la consueta modestia.
– Meno male che bisognava lavorarci per almeno un mese, eh, Zuril? – esclamò il sovrano, piuttosto acido.
Zuril si schiarì la voce: – Immagino che il profumo sia stato debitamente testato.
– Ma certo! – rispose Dantus, risentito – Lavoro sempre con molta cura, io!
– Naturale – il sire prese ad armeggiare per aprire la boccetta – Adesso dobbiamo provarlo subito. Se funzionerà…
– Sarà un successo, Vostra Maestà, ve lo garantisco!
– Ne sono sicuro. Sarai adeguatamente premiato, hai la mia parola.
– Hah! – altra occhiata all’impassibile Zuril, mentre Gandal e Hydargos si scambiavano sguardi preoccupati. Ma che stava succedendo al loro collega? Perché non reagiva?
Il sire si diede una generosa spruzzata di profumo; un aroma non troppo gradevole si diffuse nell’aria… un aroma evocatore di vecchi ricordi…
– Ho sentito un puzzo del genere in certe discariche – osservò Sua Maestà, dopo aver debitamente annusato – A voialtri, cosa sembra?
– Chissà perché, mi è tornato in mente di quella volta in cui si erano guastati tutti i particolatori molecolari dei gabinetti dell’intera base – disse Gandal – C’era proprio quest’odore qui… fogna e cac… ehm, escrementi.
– A me ricorda i vecchi tempi delle esercitazioni militari – osservò Hydargos, perso nelle sue memorie – Quando si passava l’intera giornata a marciare, poi si tornava in camerata e ci si toglievano gli stivali… ecco, è un puzzo molto simile.
– Quando mi sono specializzato in anatomopatologia, ho dissezionato dei cadaveri diciamo
stagionati che avevano quest’odore – aggiunse Zuril.
– Proprio così! – giubilò Dantus, fregandosi le mani – Ho usato essenze varie: tanfo di putrefazione, puzzo di fogna, di piedi sporchi, di sudore rancido, e tanti altri! Nessuna donna può resistere a un simile fetore!
– Veramente, noi stiamo resistendo – gli fece osservare Hydargos – È una puzza disgustosa, ma niente più.
– Ciò conferma solo una cosa: non sei una donna – rispose serafico Dantus – Basta però che una femmina annusi questo puzzo… no, non voglio rovinarvi la sorpresa. Sire, facciamo venire qui una donna: vedrete voi stessi che cosa succederà!
– Subito! – esclamò Re Vega, impaziente come un bimbo col suo giocattolo nuovo – Gandal, fai venire qui tua moglie!
– Ma Maestà, per una volta tanto che non scoccia…
– È un ORDINE! Obbedisci!
Gandal si strinse nelle spalle; un istante dopo, lady Gandal fece la sua comparsa.
– Mi volevate, sire? – non riuscì a dire altro, mentre il suo sano colorito bianco gesso si faceva grigio verdastro; roteò gli occhi verso l’alto, e con un “oooh…!” svenne, crollando in braccio a Hydargos, che ebbe i suoi problemi a restare in piedi. Con un certo sforzo, il Vicecomandante di Vega depose la signora su una poltroncina, prima che un’ernia gli schiantasse le vertebre.
– Ma che è successo? – chiese lo stupefatto Gandal, apparendo nuovamente.
– Svenuta sul colpo! – esclamò Dantus, trionfante – Nessuna donna può annusare quell’odore e restare cosciente!
– Però…! – esclamò Hydargos, massaggiandosi la schiena.
– Voglio fare un’altra prova! – Re Vega attivò il suo comunicatore; pochi attimi dopo, le porte scivolarono di lato e la principessa Rubina fece la sua comparsa.
– Mi volevi, papino? Oh… – colorito verdastro, occhi roteati verso l’alto e svenimento in braccio a Zuril, che si era tenuto previdentemente a portata di mano. Occhiate piene d’astio da parte di Hydargos, la cui schiena mandava ancora sinistri cigolii.
– Ma è magnifico!!! – esclamò il sire, cospargendosi abbondantemente di profumo – Adesso voglio andare subito da Himika, e già che ci sono, anche da Raflesia! Vediamo se non è la volta buona che mi libero da quelle due streghe! – fece per uscire, e si volse ancora verso Dantus: – Se tutto va come deve, sarai premiato come meriti!
Dantus si sprofondò in un umilissimo inchino, mentre Gandal e Hydargos gettavano occhiate preoccupate a Zuril, sempre impassibile… che il grande Ministro delle Scienze stesse per venir soppiantato?
Venire a sapere che il suo adorato Yabby era venuto apposta a trovarla, fu per Himika la più meravigliosa delle sorprese: da sempre lui l’aveva evitata come la peste, riuscire a vederlo era una sorta di campagna di guerra… e ora LUI veniva
apposta da lei! Da non credere!
Nonostante la sua algida compostezza, la regina Himika era una tenera innamorata: si slanciò incontro all’uomo che amava, braccia spalancate e occhi stellanti… donna di poche parole, svenne senza nemmeno un urlo, stroncata dal fetore.
Re Vega ghignò malignamente, e tornato alla sua navetta fece rotta verso la reggia di Raflesia, la regina mazoniana.
Raflesia era troppo fredda e signorile per precipitarsi incontro a quello che era il suo per nulla amato bene; si alzò compostamente dal trono, si degnò di muovere qualche passo verso di lui… il tanfo le intasò le aristocratiche narici e la sovrana s’abbatté al suolo, inerte ed appassita.
Fu un Re Vega giubilante quello che fece ritorno alla base Skarmoon: l’invenzione di Dantus era semplicemente perfetta! Le due megere erano sistemate! Certo che era stato divertente vederle abbattersi senza nemmeno un sospiro…
Deciso a divertirsi ancora, il sire puntò verso la zona della base in cui si trovava la più alta concentrazione di donne: il Centro Medico. Poco dopo si poté assistere a una vera e propria ecatombe d’infermiere e dottoresse, stroncate al semplice passaggio del sovrano. E il bello era che i maschi presenti storcevano appena il naso, infastiditi da quell’odore… un odore che gli aveva donato la libertà, e che quindi non era tanfo ma profumo celestiale!
Il sire prese a percorrere i vari corridoi della base, passo danzante e ghigno malefico ad ogni donna che gli riusciva di annientare. Attraversato il Centro Medico puntò verso la zona scientifica (strage di scienziate), poi circolò nella zona progettazione (moria di creative) e infine passò negli hangar, dove venivano custoditi i vari mostri in fase di costruzione (di donne ingegnere non ce n’erano molte, ma crollarono tutte).
Dantus era veramente da premiare.
Fu allora che il sovrano udì un ululato mai sentito prima: dentro la sua enorme gabbia multirinforzata a sbarre elettrificate, King Gori stava dando segni di grande agitazione.
Incuriosito, il sovrano s’avvicinò per osservare meglio: ma che gli prendeva, a quel bestione? Non era certo una femmina, anzi! Perché reagiva a quel modo?
L’avvicinarsi del sire fece agitare ancora di più l’animale, che incurante delle scariche prese a scuotere violentemente le sbarre.
– Oh, abbiamo il nasino delicato? – ghignò Re Vega, mentre il mostro ruggiva a tutto spiano.
King Gori continuò a scuotere le sbarre come un forsennato. L’odore che gli era giunto alle narici – no, l’aroma, l’effluvio, l’olezzo celestiale – era quello, inconfondibile, della fanciulla assetata d’amore, del trepido fiorellino che non attendeva altro che d’essere colto.
L’amore gli diede la forza e la resistenza al dolore: le sbarre furono schiantate, e con un ruggito appassionato King piombò sul sovrano, il cuore traboccante di sentimento.
Sedare King Gori e rinchiuderlo in una nuova gabbia multirinforzata non fu semplice; ancora più difficile fu sottrargli dalle grinfie Re Vega vivo, sano e soprattutto illeso. Fu un sire duramente provato, dai vestiti a brandelli ma dalla virtù fortunosamente intatta, quello che venne portato al Centro Medico dove gli furono presentate le prime cure.
Il sovrano era comunque un uomo di parola: aveva detto a Dantus che l’avrebbe adeguatamente premiato, e lo fece.
E fu mentre osservava il rivale, debitamente profumato, trascinato verso la nuova gabbia del King, che Zuril ebbe modo di fare un’osservazione circa l’accuratezza di certi test di prova, che possono evitare sorprese poco gradite; ma, come nel caso del mostro, possono anche fornire nuove, eccitanti esperienze.
Link per dirmi che il cervello mi è andato appunto in caccarel:
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