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Come Zaffiro cambiò lo shojo (e la tv delle ragazze)

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view post Posted on 10/1/2011, 21:56     +1   -1
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Come Zaffiro cambiò lo shojo (e la tv delle ragazze)

Tutta colpa dell’angelo Choppy. Neanche in Paradiso uno può stare tranquillo: soprattutto se è in procinto di raggiungere la terra con la cicogna come capita a Zaffiro, beffata dall’angelo giocherellone a portare in petto due cuori, uno maschile (quello sbagliato) e uno femminile (quello giusto). Sai che casino una volta che Zaffiro, principessa del regno di Silverland, si ritrova a crescere con doppia pulsione (una romantica e una da cappa e spada) in un regno, quello di suo padre, che non consente alle donne di salire sul trono? Appunto, un bel casino. Siccome Zaffiro non è Elisabetta I di Inghilterra, e non occorre far rotolare teste, viene stabilito di farla passare per principe. Del segreto sono a conoscenza la governante e il medico di corte, oltre ai due sovrani. Ma qualcuno sospetta e non vede l’ora di smascherare l’inghippo. Peraltro molto innocuo visto che Zaffiro è un/a caro/a ragazzo/a e tutti le vogliono bene, anche quando si caccia nei guai per quel suo cuore birichino. La strana coppia rappresentata dal Granduca Duralmin e Sir Nylon sogna infatti di impossessarsi del regno e piazzare sul trono il bamboccio Plastic, figlio del primo, per poi governare sottobanco. L’occasione propizia si presenta quando riescono a far bere alla regina una pozione che la costringe a rivelare la verità, e a questo punto a Silverland le cose non andranno più tanto bene.

In un clima fiabesco e quasi disneyano, questo racconta La Principessa Zaffiro (Ribon no kishi); manga per ragazze e serie animata di successo che Osamu Tezuka creò rispettivamente tra il 1953 e il 1956 sulle pagine del mensile “Shojo Club”, e quindi nel 1967 con la sua Mushi Production per la rete Fuji. Da bravo innovatore del fumetto qual era, con Ribon no Kishi Tezuka si inventò in pratica il fumetto per ragazze rimediando agli impiastri narrativi sinora apparsi nelle pubblicazioni dell’epoca. Zaffiro seguiva l’esempio di Astro Boy e Kimba, raccontando una storia completa con tanta azione, colpi di scena e quel romanticismo sbrodoloso di stelline e luccichii che avrebbe reso tanto famoso il genere dello shojo manga. E una volta approdato in televisione, scipperà addirittura il posto a Sally la maga di Mitsuteru Yokoyama che era sicuramente arrivata prima sui teleschermi nipponici, nel dicembre del 1966. Ma come ogni buon appassionato sa, Yokoyama, Shotaro Ishinomori, Tetsuya Chiba e perfino Leiji Matsumoto si erano infilati in corsa nel genere shojo, seguendo l’esempio supremo del buon Tezuka che in quegli anni faceva da guida praticamente a chiunque.

La serie animata segue rispettosa l’itinerario fiabesco del fumetto di partenza, pur concedendosi qualche libertà perché Tezuka aveva la fissa di migliorarsi sulla carta (ritoccando le nuove edizioni dei suoi manga) ma anche sullo schermo. In tivù ci arriva, come Kimba, a colori ma i giovani spettatori dell’epoca sono costretti a seguirlo su televisori in bianco e nero, eppure le avventure di Zaffiro appassionano. L’angelo pasticcione Choppy (Tink nella versione giapponese) la segue dappertutto e la storia d’amore con il principe Franz del vicino regno di Goldland è tutta scintille, soprattutto quando Zaffiro stuzzica la fantasia romantica del suo innamorato vestendo panni femminili. Formidabili le avventure televisive perché la lista dei cattivoni non si ferma ai due sgherri, il panzuto Duralmin e il nasone Nylon, ma si nutre delle perfidie di Satana (che vuole il cuore di Zaffiro per la figlia) e di Mr. X con il suo esercito di sinistri figuri nerovestiti che metteranno sottosopra il regno di Silverland. Non c’è fan che non abbia tribolato in prossimità del finale.

Senza saperlo, Tezuka aveva così inaugurato un filone che si sarebbe nutrito a lungo di personaggi femminili forti e combattivi. Anche senza dotarsi di atmosfere fiabesche, dopo Zaffiro in televisione arrivano (e in qualche caso trionfano) eroine come le pallavoliste di Attack No. 1, la tennista Jenny di Sumika Yamamoto, le streghe sexy di Bia la sfida della magia, e le orfane assortite da Candy Candy in su fino alla battagliera Oscar François de Jarjayes che di Zaffiro è considerata una ideale erede (corpo femminile, indole maschile). Per realizzare La Principessa Zaffiro, in onda dall’aprile 1967 per un totale di 52 episodi, Tezuka affiderà la serie animata ai due chief director Chikao Katsui (animatore che veniva dalla Toei e in seguito impiegato in Kimba e The Monkey) e Kanji Akabori (Hello Kitty). Come riportato dalle varie annate dell’Animage Pocket Data Notes, la direzione delle animazioni fu curata da Kazuko Nakamura, altra ex impiegata Toei passata a disegnare gran parte dei lavori tezukiani degli anni Sessanta; e da Sadao Miyamoto (Gatchaman). Una serie cult con un solo cruccio. Tezuka non riuscì mai a proporla ai dirigenti dei network televisivi americani, come aveva fatto qualche anno prima con Kimba. Negli States Zaffiro ci arriverà soltanto nel 1972 e neanche tutta intera: in inglese e in un film per la televisione realizzato montando tre fra gli episodi più innocui intitolato Choppy and the Princess. Giusto per non impressionare il pubblico americano che all’identità sessuale dei suoi pargoli, evidentemente, teneva tanto.

Peccato. Come sempre con le opere di Osamu Tezuka, anche Zaffiro aveva il suo bel bagaglio di contrasti interiori e conflitti con il mondo circostante che erano molto simili a quelli affiorati in altri eroi dello star system tezukiano. Inoltre, oltre ad aver piantato le radici del nascente genere shojo, aveva in sé lo spirito di quel Takarazuka che tanto affascinò il disegnatore in gioventù. Ragione in più per considerare Zaffiro un’eroina moderna, come non se n’era mai vista prima.

Mario A. Rumor

© Tezuka Production / Mushi Production


www.yamatovideo.com/focuson_int.asp?idEntita=4054
 
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lio.
view post Posted on 15/1/2011, 22:12     +1   -1




Veramente una bella spiegazione. Devo dire che da emerito ignorante non sapevo nulla del fatto che Zaffiro avesse aperto le porte allo Shojo.

Da piccolo seguivo tutti gli episodi proposti in tv e con piacere, visto che era una delle mie serie preferite, come del resto le alre opere di Tezuka.

Devo dire che effettivamente leggendo queste righe, Lady Oscar non è altro che una Zaffiro riveduta, ovviamente nel concetto base.
 
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venusia71
view post Posted on 12/4/2011, 12:05     +1   -1




CITAZIONE
Devo dire che effettivamente leggendo queste righe, Lady Oscar non è altro che una Zaffiro riveduta, ovviamente nel concetto base.

sono d'accordo con te Lio. Leggendo l'articolo di Godzi anche a me il pensiero è andato a Lady Oscar.
Ma mi viene da aggiungere che la componente fiabesca e alcuni tratti di Tezuka sono legati anche all'amore che Tezuka nutriva per alcune opere disneyane, basti pensare anche al suo Pinocchio.
Comunque la Principessa Zaffiro è a tutti gli effetti colei che ha precorso i tempi e che possiamo considerare la sorella maggiore delle protagoniste di molti manga e anime di genere shojo: per rimanere nel genere, oltre a Lady Oscar mi viene in mente anche il Tulipano Nero.
 
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view post Posted on 12/4/2011, 12:24     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Il concetto di "maschio" e "femmina" in Oriente sono diversi dai nostri, anche se ultimamente, col concetto di "gender", in Occidente c'è la tendenza, almeno a livello dei mass-media, ad avvicinarsi alla visione orientale.

Per semplificare al massimo: in Occidente l'identità sessuale è definita e definitiva, dove l'uomo e la donna hanno pari dignità ma differenze sostanziali, sia a livello fisico che a livello spirituale e mentale.

In Oriente l'identità sessuale è relativa, perchè per l'orientale il corpo non è la persona. Da qui l'ambiguità sessuale e il capovolgimento dei ruoli, molto frequente in Giappone.

Tra le altre osservazioni che avete fatto su Zaffiro (tutte giuste), c'è anche questa, da non sottovalutare. Da qui infatti nascono personaggi come Ranma 1/2, che cambia sesso a contatto con l'acqua, o storie di vari manga dove lo spirito di un uomo entra in una donna e viceversa, e molti altri casi simili. Anche l'ambiguità di Lady Oscar viene da qui.
 
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kojimaniaca
view post Posted on 14/4/2011, 20:15     +1   -1




La Principessa Zaffiro è una bellissima serie ed il paragone con le saghe della Disney ci sta benissimo, c'è la stessa poetica. In effetti ci sta pure il paragone con serie come Lady Oscar, anche se per quest'ultima vedo più un'imposizione. Se per Zaffiro travestirsi da uomo ed agire come tale è una necessità, per Oscar è un obbligo impostole per una sorta di egoismo del padre, che le porterà solo conflitti interiori, conflitti che si esplicano chiaramente in puntate come " Cuore di donna". Per Simone invece, protagonista del Tulipano Nero, pur muovendosi in un ambito parallelo a quello di Oscar, c'è la scelta di combattere come un uomo, è vero, ma anche nell'identità di Stella della Senna, mantiene comunque la sua femminilità.
 
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Tek Setter
view post Posted on 16/4/2011, 18:29     +1   -1




Siceramente l'autore, dice, dice, ma non si capisce, non porta dati tali da colpirti e da farti capire quanto è inequivocabile l'impegnativo titolo "Come Zaffiro cambiò lo shojo (e la tv delle ragazze) :huh.gif: mica pizza e fichi!

Splendido Tezuka (tanto gustosi i suoi manga di Atroboy, quanto irrinuciabile la sua Storia dei Tre Adolf o il capolavoro Black Jack!), ma è da vedere come La Principessa Zaffiro sia un volta pagina fondamentale del genere Shojo.
Il genere shojo dei primordi (l'unico che amo, era quasi letteratura, ora invece sono così trendy, infantilissimi, tolto eccezioni -es. Nana-), cioè Candy Candy, Il Grande Sogno Di Maya, Charlotte devono molto di più alla letteratura per un pubblico femminile giovane, come "Piccole Donne", "Polyanna", "Pippi Calzelunghe".
A dire il vero, la donna dal carattere maschile, il "Tom Boy", il maschiaccio, ma anche qualcosa di più, si trova proprio in libro della Alcott: Jo.
 
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venusia71
view post Posted on 16/4/2011, 23:08     +1   -1




CITAZIONE
La Principessa Zaffiro è una bellissima serie ed il paragone con le saghe della Disney ci sta benissimo, c'è la stessa poetica

Leggendo alcune notizie sulla pubblicazione del manga Pinocchio di Tezuka, ho appreso che il maestro negli anni 50, quando venne distribuito in Giappone il film di animazione della Disney, se ne innamorò letteralmente, tanto da volerne realizzare una versione manga tutta sua. questa versione è stata ripubblicata di recente dalla Ronin.

CITAZIONE
ma è da vedere come La Principessa Zaffiro sia un volta pagina fondamentale del genere Shojo

a mio avviso è necessario dare un occhio ai tempi di pubblicazione... se non erro la Principessa Zaffiro è stata pubblicata per la prima volta nella prima metà degli anni 50. E soprattutto in questaì'opera lei è la protagonista e l'eroe contemporaneamente, a mio parere è questa la sua particolarità, magari rispetto ad altre pubblicazioni dell'epoca, in cui magari le ragazze potevano essere protagoniste ma non eroine... poi magarai sbaglio, ma a me ha colpito per questo...
 
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view post Posted on 16/4/2011, 23:45     +1   -1
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CITAZIONE (Tek Setter @ 16/4/2011, 19:29) 
Siceramente l'autore, dice, dice, ma non si capisce, non porta dati tali da colpirti e da farti capire quanto è inequivocabile l'impegnativo titolo "Come Zaffiro cambiò lo shojo (e la tv delle ragazze) :huh.gif: mica pizza e fichi!

Splendido Tezuka (tanto gustosi i suoi manga di Atroboy, quanto irrinuciabile la sua Storia dei Tre Adolf o il capolavoro Black Jack!), ma è da vedere come La Principessa Zaffiro sia un volta pagina fondamentale del genere Shojo.

manca il termine di paragone pero'.
cosa c'e' di contemporaneo al tempo dell uscita di zaffiro?
 
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Tek Setter
view post Posted on 16/4/2011, 23:53     +1   -1




CITAZIONE (venusia71 @ 17/4/2011, 00:08) 
E soprattutto in questaì'opera lei è la protagonista e l'eroe contemporaneamente, a mio parere è questa la sua particolarità, magari rispetto ad altre pubblicazioni dell'epoca, in cui magari le ragazze potevano essere protagoniste ma non eroine... poi magarai sbaglio, ma a me ha colpito per questo...

Ah, ecco, più chiaro.
Diciamo, a più parere, per quanto cos'è uno shojo manga sia spesso frainteso o ridotto, ancora non considero il tema forte de La Principessa Zaffiro -cioè di essere un'eroina guerriera che si picchia- il punto base degli Shojo manga (che invece sono le relazioni interpersonali), perciò mi sembrana non puntualissimo richiamarla come "rivoluzionaria" del genere, quando le cose che più metteva sul piatto (un'eroica spadaccina femminile), non sono proprio il punto cardine dello shojo manga... però posso capire!
 
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view post Posted on 17/4/2011, 00:00     +1   -1
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CITAZIONE (Tek Setter @ 17/4/2011, 00:53) 
CITAZIONE (venusia71 @ 17/4/2011, 00:08) 
E soprattutto in questaì'opera lei è la protagonista e l'eroe contemporaneamente, a mio parere è questa la sua particolarità, magari rispetto ad altre pubblicazioni dell'epoca, in cui magari le ragazze potevano essere protagoniste ma non eroine... poi magarai sbaglio, ma a me ha colpito per questo...

Ah, ecco, più chiaro.
Diciamo, a più parere, per quanto cos'è uno shojo manga sia spesso frainteso o ridotto, ancora non considero il tema forte de La Principessa Zaffiro -cioè di essere un'eroina guerriera che si picchia- il punto base degli Shojo manga (che invece sono le relazioni interpersonali), perciò mi sembrana non puntualissimo richiamarla come "rivoluzionaria" del genere, quando le cose che più metteva sul piatto (un'eroica spadaccina femminile), non sono proprio il punto cardine dello shojo manga... però posso capire!

hem.
perdonami.............................ma proprio perche' e' andato oltre le relazioni personali e proiettato il prodotto verso ALTRO si puo' dire
che e' un manga rivoluzionario...................................................
 
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Tek Setter
view post Posted on 17/4/2011, 00:16     +1   -1




Allora non è più shojo manga, per me è okay. ^^

Secondo me è stato di punta come prodotto, ma per quanto riguarda in generale la letteratura femminile a fumetti, in Giappone. Certo loro a "letteratura femminile a fumetti" metterebbero il cappello "shojo manga", ma non è proprio la stessa cosa. Il romanzo "Piccole Donne" non è shojo manga.

È essere troppo pignolo, ma l'autore non ci ha centrato perfettamente con "shojo manga" (e ci teneva, l'ha messo nel titolo!). Per quanto Zaffiro lo sia, non è il manga più rappresentativo di questo genere!

Ci sono prodotti che hanno fatto rivoluzioni di genere, rimanendo ben distinguibili nei canoni di generi, altri gli hanno ridefiniti, altri fanno caso a sè.
 
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Tek Setter
view post Posted on 17/4/2011, 08:32     +1   -1




Ah! Ma sei te l'autore del pezzo, che sei anche l'amministratore del forum. Se l'avessi capito subito, non so se avrei fatto il mio commento! :asd:
 
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view post Posted on 17/4/2011, 11:06     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Credo che Tek Setter abbia ragione.

La Principessa Zaffiro, a stretto rigore, non credo possa essere definito shojo manga...più che altro è un manga di azione, in cui c'è anche del sentimento, ma dove l'azione comunque prevale. Quindi, non è shojo manga in senso stretto, secondo me.

Anche parlando di Lady Oscar, è sì shojo manga, ma l'autrice pone come protagonista soprattutto Maria Antonietta, e il suo amore segreto con Fersen: Lady Oscar è più di contorno, per quanto sia il personaggio più famoso, che verso la fine prende il posto della protagonista principale.

La caratteristica del personaggio di Oscar (cioè un personaggio femminile costretto a comportarsi da uomo, e il suo amore segreto, prima con Fersen e poi con Andrè) è quella di essere un misto di shojo e di azione: in genere, però, questa è una strada poco battuta dalle autrici di shojo, che prediligono più il sentimento dell'azione.

Almeno, a mia modesta opinione... :via:
 
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venusia71
view post Posted on 18/4/2011, 09:22     +1   -1




CITAZIONE
Ci sono prodotti che hanno fatto rivoluzioni di genere, rimanendo ben distinguibili nei canoni di generi, altri gli hanno ridefiniti, altri fanno caso a sè.

Mi faresti per cortesia qualche esempio?

CITAZIONE
La caratteristica del personaggio di Oscar (cioè un personaggio femminile costretto a comportarsi da uomo, e il suo amore segreto, prima con Fersen e poi con Andrè) è quella di essere un misto di shojo e di azione: in genere, però, questa è una strada poco battuta dalle autrici di shojo, che prediligono più il sentimento dell'azione.

in rete, ci sono molti dibattiti a riguardo (anche molto divertenti e interessanti!). Il fatto è che molte trame si manga e anime IMHO si possono collocare su una soglia che delimita il confine tra shojo e shonnen. Vado un secondo OT: Matsuri special, manga abbastanza trecente è finito in mezzo a un dibattito analogo. Ha tutti gli ingredienti della storia d'amore shojo, ma di fatto ha anche tutti gli ingredienti di azione tipici dello shonnen (la protagonista ha una doppia vita, al mattino è una studentessa timida e piena di timori, al pomeriggio si allena segretamente in palestra: è una wrestler). Fine OT

Leggendo un po' qua e là mi sto rendendo conto più che altro di una cosa: mi sembra che la principessa Zaffiro segni una linea di confine tra un vecchio modo di concepire l'eroe del manga ed uno tutto nuovo e diverso.
Chiedo: fino alla pubblicazione di Zaffiro, gli eroi dei manga erano tutti uomini vero? Non scordiamoci che siamo negli anni 50, i primi segnali dell'emancipazione femminile?
 
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view post Posted on 18/4/2011, 10:13     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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CITAZIONE (venusia71 @ 18/4/2011, 10:22) 
CITAZIONE
La caratteristica del personaggio di Oscar (cioè un personaggio femminile costretto a comportarsi da uomo, e il suo amore segreto, prima con Fersen e poi con Andrè) è quella di essere un misto di shojo e di azione: in genere, però, questa è una strada poco battuta dalle autrici di shojo, che prediligono più il sentimento dell'azione.

in rete, ci sono molti dibattiti a riguardo (anche molto divertenti e interessanti!). Il fatto è che molte trame si manga e anime IMHO si possono collocare su una soglia che delimita il confine tra shojo e shonnen. Vado un secondo OT: Matsuri special, manga abbastanza trecente è finito in mezzo a un dibattito analogo. Ha tutti gli ingredienti della storia d'amore shojo, ma di fatto ha anche tutti gli ingredienti di azione tipici dello shonnen (la protagonista ha una doppia vita, al mattino è una studentessa timida e piena di timori, al pomeriggio si allena segretamente in palestra: è una wrestler). Fine OT

Leggendo un po' qua e là mi sto rendendo conto più che altro di una cosa: mi sembra che la principessa Zaffiro segni una linea di confine tra un vecchio modo di concepire l'eroe del manga ed uno tutto nuovo e diverso.
Chiedo: fino alla pubblicazione di Zaffiro, gli eroi dei manga erano tutti uomini vero? Non scordiamoci che siamo negli anni 50, i primi segnali dell'emancipazione femminile?

Classificare le opere è una cosa non sempre facile, Venusia...comunque è vero quello che hai detto, che ci sono diverse opere che si mettono a metà tra lo shojo e lo shonen, ed è difficile classificarle: direi quasi che fanno un caso a sè. Tra l'altro, non ho letto Matsuri special, se mi capita ci darò un'occhiata...^^.

Comunque, penso che sia vero quello che hai detto: che cioè prima di Zaffiro, i protagonisti erano uomini. Non tutti, però: c'era Sazae-san, sconosciuta in Italia, che ancora adesso è ai vertici di vendita in Giappone.

In genere, lo shojo, dopo Zaffiro, non ha subìto mutamenti sostanziali, secondo me: le storie che prediligono i sentimenti all'azione mi sembrano sempre la maggioranza. Per esempio, Shugo Chara, Mei-chan's butler, Koibana, Kilari, Love Begins, Papillon, Kuragehime, Cortili del cuore, La scoperta dell'amore, Stardust wink....e questi sono solo i titoli che escono adesso in Italia, senza contare tutti gli altri che sono usciti prima...

La percezione diversa del ruolo femminile si è sviluppata per gradi. Adesso, in moltissimi manga non shojo, la donna ha una posizione ormai importante, addirittura a volte prevalente. Qualche esempio? Le protagoniste di Bleach, uno shonen di grande successo, che agiscono alla pari degli uomini; le donne di Trinity blood; Nami e Robin di One Piece; le protagoniste di Negi Magi...e l'elenco potrebbe continuare.

Ma l'innamoramento e l'incontro con l'altro resta sempre l'argomento essenziale per il mondo femminile: per questo gli shojo sono rimasti sostanzialmente quelli, pur con tante variazioni.

A me poi piacciono molto diversi shojo: oltre alla famosissima Candy Candy (ho comperato il manga della Fabbri quando era uscito in edicola...ed avevo 10-12 anni! :nagai: ), ho letto anche Anatolia Story, Caro fratello, Il grande sogno di Maya, e tanti altri... :nagai:
 
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21 replies since 10/1/2011, 21:56   458 views
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