Oh, bello, bello, bello.
L'uno di fronte all'altro, due avversari di tutto rispetto.
Tutto li divide: appartengono a popoli diversi e nemici, sono in guerra tra di loro, sono stati entrambi causa di lutti l'uno per l'altro; come non bastasse, sono pure divisi dall'amore per una stessa donna. Lo scontro è inevitabile, ma giocato tutto sulla crudeltà, sul voler ferire, sul dilaniarsi l'animo, più che sul piano fisico. Un susseguirsi di colpi, uno più spietato dell'altro.
Zuril, poi, nemico e carogna sì ma con un cervello di tutto rispetto, comincia ad intravedere il punto di vista dell'altro: fatica a comprendere il perchè gli sia stata lasciata non solo la vita, ma anche la libertà, la facoltà di scegliere. Uomo sconfitto che non vuole arrendersi (il voler danneggiare Goldrake, nonostante tutto), è anche capace di analizzare sè stesso con la sua logica mente di scienziato: vede il suo popolo disperso, il suo pianeta devastato, la sua obbedienza a Vega, che gli è costato tutto... e poi, punto meraviglioso, vede il rapporto d'affetto tra Procton e Actarus e lo confronta con quello, ben più sterile, tra sè stesso e Fritz. Capisce finalmente che Duke Fleed, il guerriero nemico non è che un uomo.
Grande racconto, ragazze... e non dico per dire, non è mia abitudine.
Grazie per la dedica!