Gackeen, il robot magnetico

Innanzitutto il confronto col doppiaggio precedente è alquanto impietoso nonostante fosse composto in una buona percentuale da doppiatori dell'età d'oro come Giorgio Locuratolo (riconfermato nel ruolo del Generale Brain), Dario De Grassi, Massimo Corizza, Gabriele Carraro, Oliviero Dinelli e Corrado Conforti, questi ultimi due presenti anche nel vecchio cast ma in ruoli diversi.
Chi ne esce proprio a pezzi è Marco Vivio (il Toby McGuire di Spiderman) nel ruolo di Takeru che come ben saprete fu di Romano Malaspina. Una differenza troppo abissale per non lasciare estremamente disorientato chi era abituato alla forte caratterizzazione che ne aveva dato il Malaspina.
Ma dire che la colpa sia tutta del povero (e coraggioso) Vivio sarebbe troppo ingiusto; infatti il personaggio di Takeru appare snaturato a prescindere dalla voce differente. Sembra tutta un'altra persona; il tipo solitario, sanguigno e rissoso, tutto dedito alle arti marziali e in perenne competizione sembra essere completamente rimpiazzato da un clone completamente piatto e incolore.
Ma fosse tutto quì!
Questi ultimi episodi sono quanto di più inutile e scialbo si possa concepire; ognuno di essi non è altro che una scusa per presentare nuove e strepitose(?) armi, ma al di là di questo il nulla.
Dello spessore psicologico presente nei "vecchi episodi" e che tanto mi ha fatto apprezzare questa serie, neanche l'ombra. E quando pure è presente qualche dramma umano, questo risulta tanto puerile e patetico che se non ne fossi deluso, ne riderei di gusto.
Sembra quasi come se a curare quest'ultima parte della serie fossero stati degli esperti di marketing piuttosto che degli autori di anime.