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JOE7: i racconti per la Cronologia

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joe 7
view post Posted on 24/7/2010, 13:53 by: joe 7     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Riassunto: Questa è la storia di Mineo, prima che appaia nella serie di Goldrake. Da ragazza, viveva nel pianeta semi-medievale di Rubi, occupato da Vega, in un villaggio di ribelli chiamato Escondida. Quando la madre di Mineo si ammala a causa della puntura di un insetto velenoso, la ragazza corre nel bosco a prendere le piante medicinali. Ma tutto questo fa parte del piano di Vixen, una veghiana che aveva preso il posto di Abarai, uno degli uomini del villaggio, dopo averlo ucciso…

Mineo correva veloce come il vento, diretta verso le cascate dello Jibango. Era una zona difficile da raggiungere e pericolosa, ma le erbe di Yami, che potevano guarire sua madre, crescevano in abbondanza solo lì, chissà perché. Ogni tentativo di coltivarle nel villaggio era stato inutile. Dopo aver saltato da una roccia all’altra, da un albero all’altro, arrivò alla cascata. Legò una corda, che aveva portato con sé, ad un albero robusto che sporgeva sulle acque che cadevano a strapiombo, ruggendo. Gettavano in aria talmente tante goccioline d’acqua che Mineo si trovò in un attimo tutta bagnata. I suoi capelli viola si attaccarono alla schiena e davanti al volto, e dovette scostarli per vederci bene. Però non le importava: le interessava solo trovare l’erba Yami. Ondeggiando, alla fine raggiunse la riva erbosa di lato della cascata, e, arrampicandosi su di essa, a poco a poco, frugò tra le erbe presenti. Doveva stare attenta: con tutta quell’acqua che spruzzava, scivolare era facilissimo. Infatti perse la presa due o tre volte, ma ogni volta ricominciò daccapo. Il rombo della cascata era quasi assordante. Alla fine, trovò le caratteristiche erbe triangolari Yami, seminascoste dietro una pietra. Estrasse il coltello e iniziò a prelevarle, mettendole dentro una bisaccia sigillata.

In mezzo all’acqua e al rumore della cascata, Mineo non poteva accorgersi della guardia di Vega che, col binocolo in mano, poco distante, l’aveva notata. Era una delle guardie anonime e senza volto dell’esercito veghiano, con la struttura quasi eterea e con un curioso tentacolo corto sulla testa. Fu sorpreso per la scoperta: era stato mandato a caccia di animali per il cibo dell’accampamento e, inaspettatamente, si era trovato davanti una donna di Rubi, venuta fuori da chissà dove, che frugava di lato della cascata con una corda legata alla vita. Eppure da quelle parti non dovevano esserci dei nativi, secondo gli ultimi rapporti. Sicuramente era una ribelle. Si chiese per un momento se doveva eliminarla col fucile laser. Ma sarebbe stato meglio prenderla viva: poteva dire loro dov’era la base ribelle. Prese il comunicatore ed iniziò a parlare alla base di Tarao, l’accampamento veghiano del capitano Shion.

Mineo, ignara di tutto, aveva finito la raccolta e stava tornando sui suoi passi, quando vide qualcosa. Sul fiume, poco prima della cascata, c’era un ramo sporgente e sulle prime lei non ci aveva fatto caso. Ma guardandolo con più attenzione, si accorse che c’era qualcosa sul ramo. Un corpo umano. Mineo alzò la voce per chiamarlo:
“Ehi, mi senti? Puoi muoverti?”
Nessuna risposta. Si vede che è svenuto, pensò. Attraversare a nuoto quel tratto di fiume era una pazzia: era troppo vicino alla cascata e lei sarebbe stata spazzata via in un attimo dalla violenza delle acque. Anche il ramo tendeva a cedere. Bisognava fare in fretta, e senza tanti complimenti. Prese la fune, se la legò in vita e legò l’altra estremità ad un tronco. Poi, con un’altra fune, legò un laccio e lo fece vorticare: scelto il momento giusto, lo lanciò. Dopo qualche tentativo, riuscì ad afferrargli il polso. Tirò con tutta la sua forza, mentre doveva resistere all’impulso della corrente. Quello lì berrà un po’ di acqua, ma almeno ne uscirà vivo, pensò Mineo. Alla fine, riuscì a portarlo a riva. Una volta rimesse a posto le funi, si avvicinò allo sconosciuto: bisognava fargli espellere l’acqua e fargli la respirazione bocca a bocca. Ma, appena lo vide bene, capì che era inutile: l’uomo era morto. E non di morte naturale: il foro sul petto era quello di una pistola laser. Un’arma veghiana. Guardandolo bene, Mineo emise un gemito strozzato. Il cadavere era quello di Abarai.
Ma non è possibile, si disse lei, avvicinandosi. L’uomo era morto da giorni, si vedeva subito, ma era inequivocabilmente Renji Abarai. I tatuaggi sul volto, i vestiti, tutto…era proprio lui.
Ma Abarai era stato al villaggio solo ieri. Che significa? si chiese Mineo.
Un rumore leggero, dietro di lei, la fece trasalire. Due soldati di Vega le stavano puntando contro dei fucili laser.
“In piedi e alza le mani!” disse uno. Mineo obbedì. Le sue dita accarezzarono il pugnale che nascondeva sotto le fasce del polso. Non ora, pensò. Bisogna scegliere il momento giusto.
“Chi è quell’uomo? Un tuo complice?” chiese l’altro.
“L’avete ucciso voi. Saprete almeno chi sono le persone che ammazzate, spero.”
“Non fare l’insolente. Fatti da parte. E ricordati che sei sotto la nostra mira.”
La guardia si avvicinò al corpo di Abarai, dandogli un’occhiata distratta.
“Sembra che dica il vero” commentò “E’ stato ucciso dai nostri laser.”
“Bè, chi se ne frega. Un ribelle in meno.”
“E un imbecille in più.”
Le guardie si voltarono di scatto verso chi aveva parlato. Un uomo dai capelli biondi e la pelle chiara uscì dalla vegetazione. Aveva la corazza e lo stemma della guardia reale, insieme al mantello rosso. Stranamente, aveva una spada al fianco, cosa insolita per un veghiano.
“Ca…capitano Shion! Non dovevate comparire così all’improvviso, signore! Stavo per spararvi!”
“Stai tranquillo, non ci saresti riuscito.” rispose lui. Poi si avvicinò a Mineo, dicendo: “Abbassa le mani e lascia stare il tuo coltello. Almeno per un momento.” Le passò davanti, chinandosi sul cadavere di Abarai. Mineo restò interdetta.
“Come…come sapevi che avevo un coltello?”
Senza guardarla, mentre esaminava il corpo dell’uomo morto, rispose:
“Hai abbassato le dita della mano destra per un attimo. E’ lo scatto di difesa di chi sta per afferrare un pugnale nascosto nel manico.”
“Hai proprio ragione.” disse Mineo, estraendo il coltello in un lampo e puntandolo sulla gola di Shion. Le due guardie alzarono le armi all’istante.
“Non vi muovete!” esclamò la ragazza “Alla prima mossa, il vostro capitano è finito!”
“Giusto.” ammise Shion con calma “Non muovetevi. Se no avrete la seccatura di dover eleggere un nuovo capitano.”
Mineo fu ancora più sconcertata per la tranquillità che quel veghiano mostrava. E’ decisamente strano questo tipo, pensò.
“Scusa, ma sei stupido? Non ti importa della vita?” disse lei.
“Certo che mi importa. Ma intanto, vorrei esaminare questo cadavere, se mi permetti. Se ti senti più tranquilla col tuo coltello puntato sulla mia gola, lascialo pure lì.”
La ragazza si sentì presa in giro. L’altro continuò a parlare, mentre esaminava le vesti di Abarai.
“Come ti chiami?”
“Mineo.”
“Bel nome. Io sono il capitano Shion dell’armata di Vega. Molto lieto.”
“Continuo a dire che sei un imbecille. Sei un nemico e ti posso ammazzare in un attimo. Lo capisci o no questo?” disse Mineo, esasperata.
“Mi sembra così ovvio che non vale nemmeno la pena di parlarne. Piuttosto, vorrei dirti io qualcosa di veramente importante.”
“Sentiamo, mister impassibile.” replicò beffarda lei.
“Quest’uomo non l’abbiamo ammazzato noi. Certo, è stato ucciso da un’arma di Vega, circa tre-quattro giorni fa. Sicuramente, sono stati dei veghiani ad ucciderlo, ma non quelli al mio comando. La ferita è dovuta ad un’arma laser di modello avanzato, che i miei soldati non hanno. E questo è strano. In quest’angolo di mondo, gli unici veghiani presenti siamo solo noi. Lo conoscevi?”
“Pensi che creda a questa panzana?”
“Ho un coltello puntato sulla gola, almeno concedimi il beneficio del dubbio. Lo conoscevi?”
“Era uno della mia gente. Si chiamava Abarai. E c’è una cosa che non mi quadra.”
“E sarebbe?”
Maledizione, ma che sto facendo? Sto discutendo con un veghiano! pensò.
Nonostante questo, rispose:
“Io ho visto Abarai vivo, solo poche ore fa. Al mio villaggio.”
Cretina! si rimproverò subito. Non dovevi parlare del villaggio!
Shion si voltò, fissandola negli occhi. Per la prima volta, la sua faccia espresse stupore.
“Tu…l’hai visto vivo?”
“Sì.”
Lui si alzò, incurante del coltello che Mineo continuava a puntargli contro.
“Sei stata ingannata, Mineo. Conosco questo trucco: un veghiano che ammazza una persona e ne prende il posto. Avevo sentito che dal pianeta Vega avevano mandato qui Lady Vixen. Quello che mi hai raccontato sembra opera sua.”
“Vixen?”
“Sì. Vixen, il serpente. Una donna mutaforma, a caccia di ribelli nascosti in vari angoli dei pianeti conquistati. Agisce in modo indipendente, insieme ad un gruppo di soldati scelti di Vega. Prendere il posto di qualcuno e successivamente fare uno sterminio è il suo modus operandi.”
“Mi stai raccontando un sacco di sciocchezze!” gridò Mineo, incredula “Non credo ad una parola di quello che dici!”
Ma Shion non la stava ascoltando. Osservava da un’altra parte. Lei si sentì infastidita dalla sua indifferenza. “Mi ascolti?” disse, esasperata.
“Certo, ti stavo ascoltando.” rispose Shion “Solo, ho notato del fumo in quella direzione. Per caso, il tuo villaggio è da quella parte?” chiese, alzando un dito.
Mineo voltò lo sguardo nella stessa direzione e si sentì agghiacciare il sangue. Era senza dubbio il suo villaggio, Escondida, che stava bruciando. Sua madre. Suo padre. I suoi fratelli. Arianna.
“No!” gridò, scappando via e scomparendo nel bosco. Le due guardie alzarono le armi per spararle, ma un cenno del comandante li fermò.
“Andate a chiamare gli altri soldati della divisione e portateli qui. Equipaggiamento leggero: dovremo attraversare la foresta. Chiaro?”
“Er…sì, comandante.” Le guardie, perplesse, scesero in fretta verso l’accampamento. Rimasto solo, Shion osservò il punto del bosco dove era scappata Mineo. Provò una certa pena per la ragazza. Vixen è sadica e crudele. Ho paura che quello che vedrà Mineo non sarà un bello spettacolo.
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Sabato prossimo: Vixen.

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