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JOE7: i racconti per la Cronologia

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joe 7
view post Posted on 19/3/2011, 11:13 by: joe 7     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Riassunto – Mineo, una ragazza del pianeta Ruby, sottomesso a Vega, deve combattere contro il veghiano Wabisuke all’arena di Aquilonia, capitale di Vega, per salvare il suo villaggio, Escondida. Vince, ma viene poi accusata di aver ucciso il capitano di Vega Shion, suo protettore, e Arianna, sua amica. Le rimane solo la fuga. Lady Cabaner, una donna misteriosa e malvagia, aveva organizzato tutto questo per incastrare Mineo. Inoltre, essendo Mineo accusata di omicidio e fuga, re Vega ha ordinato lo sterminio (“Ukase”) della città di Escondida: ora Mineo è l’unica sopravvissuta del suo paese. Rubina, recatasi in segreto su Vega, cerca inutilmente di fermare l’Ukase, ma fallisce.

Per tutta la notte, le astronavi pattuglie percorsero in lungo e in largo la città capitale di Vega, Aquilonia, cercando dovunque la criminale e assassina Mineo. I fari delle astronavi illuminavano vividamente ogni particolare dei viali nascosti della città, spaventando i vari occasionali passanti e sbandati che vivevano ai margini della metropoli.
Non trovarono nulla. Mineo sembrava scomparsa nell’aria. Il tenente Abarai era furioso.
“Razza d’incapaci!” gridò ai sottoposti, gettando un pugno sul tavolo. Gli uomini sobbalzarono: Abarai si infuriava di rado, ma quando avveniva, faceva paura.
“Un’intera notte a cercare una inferiore di Ruby senza trovare nulla! E’ una vergogna per tutto il popolo di Vega! Caporale, mandi questi idioti in guardina per un mese a pane e acqua. Mi occuperò io personalmente delle operazioni!”
Abarai uscì senza nemmeno salutare, in segno di disprezzo. Era fiero del suo essere veghiano, e non poteva digerire quest’umiliazione.
Cosa diavolo dirò a Re Vega?
Capelli neri, naso aquilino, occhi scuri e uno sguardo diretto che spesso metteva a disagio, sui venti- venticinque anni, Kei Abarai era il tenente più giovane di Aquilonia ed era conosciuto per la sua rapida carriera. Era quasi sul punto di avere la promozione di capitano, e la faccenda della mancata cattura di Mineo rischiava di diventare una macchia sul suo curriculum. Ma i suoi pensieri non si curavano di questo: l’arrivismo non gli interessava, quanto il fare coscienziosamente il suo dovere di soldato. E ieri notte per la prima volta aveva fallito.
Dopo aver percorso i corridoi in silenzio, arrivò alla sala comunicazioni, dove si inchinò davanti all’immagine di Re Vega sul video.
“Ho saputo del risultato, Abarai. Sono deluso, non mi aspettavo questo da te” iniziò Re Vega con voce tonante, e le sue parole ferirono il cuore del soldato.
“Non ho parole per giustificarmi, sire. Il comandante Egeus mi aveva affidato l’incarico e ho fallito. Sono pronto ad accettare la punizione”
Evitò di dire che Mineo era sfuggita proprio al comandante Egeus: ma questo, Re Vega lo sapeva bene. Notò con piacere che non aveva scaricato la colpa al comandante.
“Sei stato un ufficiale fedele, quindi ti darò una possibilità. Ti do tre giorni per trovare la fuggitiva Mineo e mandarla in carcere, viva, per essere giudicata. Altrimenti, sarai degradato a soldato semplice”
“Vi ringrazio di questa possibilità che mi date, sire”
Il video si spense, mentre Abarai si rialzò. Stringendo il pugno, si disse deciso:
Mineo, dovunque tu sia, non mi sfuggirai!

In quel momento, a Mineo non importava nulla di tutto ciò. Rannicchiata in un angolo delle fogne sotto la città, con solo il coltello in mano come arma, dormiva sfinita un sonno agitato e nervoso, quasi in dormiveglia: il sonno della preda sempre braccata. I ricordi le vennero come ondate, a volte in modo irregolare. La vittoria contro Wabisuke. La folla osannante. Vega in persona che le dà l’onoreficenza di comandante. E, nello stesso giorno, al tramonto, la vista orrenda di Shion e Arianna sventrati brutalmente con un coltello. Lo stesso che aveva lei in mano. Le sembrava di rivivere ancora quei momenti.

“Shion! Shion! Dì qualcosa, ti prego!”
Nella casa di Shion, Mineo scuoteva il corpo dell’uomo, ma non reagiva. La sua morte era stata istantanea, come pure quella di Arianna. Il coltello era ancora nel corpo di quest’ultima, e Mineo lo estrasse meccanicamente, riconoscendolo. Era il suo, lo stesso col quale Shion, soggiogato da Lady Cabaner, aveva cercato di uccidere Rubina. In ginocchio in mezzo ai due cadaveri, con il pugnale insanguinato in mano, Mineo era sotto shock e piangeva ad occhi aperti, quasi senza accorgersene, senza neanche muoversi. Si sentiva completamente vuota e sull’orlo della follia. Tutta la fatica, gli allenamenti, le speranze coltivate, tutto, distrutto in un attimo, e nello stesso giorno della vittoria. Una beffa crudele.
Nemmeno ascoltò la voce del comandante Egeus, che era arrivato insieme ai suoi uomini per arrestarla. Chiaramente, l’arrivo improvviso dei soldati era strano, ma Mineo era completamente assente per accorgersene. La presero e la ammanettarono senza che lei desse il minimo segno di resistenza, mentre uno di loro afferrò il coltello dalle sue mani con cura, senza lasciare tracce come impronte digitali o simili. La donna intanto non smetteva di piangere: piangeva meccanicamente, quasi senza singulti.
“Che ne facciamo del coltello, comandante?” chiese uno di loro.
“Lo porterò alla centrale per l’analisi. Attenzione, è una prova”
“Come se servisse una prova per una inferiore!” commentò sarcastico il soldato, osservando Mineo ammanettata e inerte in un angolo.
Coltello?
Quella parola scosse per un attimo Mineo. Ma non voleva riprendersi, voleva rimanere nel limbo dei suoi sensi. Stava rifiutando di vivere. Però qualcosa dentro di lei continuava a scuoterla. Qualcosa di importante. Un particolare molto importante.
Il coltello?
Quel coltello l’aveva sempre usato sin da quando aveva raggiunto l’età adulta, a dodici anni. Glie l’aveva regalato suo padre, Tenma.
Quel coltello non doveva essere qui.
I soldati iniziarono a guardare Mineo con un certo interesse. Era piuttosto bella, e cominciarono a pensare che poteva essere un’occasione. Iniziarono ad avvicinarsi, mentre il comandante Egeus rimase indifferente, osservando il coltello di Mineo avvolto in plastica trasparente. La vita di una straniera sotto accusa non valeva nulla. Piuttosto, lui, arricciandosi i baffi, pregustava il momento di fare il suo rapporto a lady Cabaner: i suoi premi per il successo erano assai generosi. Seguire le sue istruzioni e restare ad aspettare Mineo all’interno della casa di Shion era stato un gioco da ragazzi.
Quel coltello non poteva essere qui.
Mineo cominciò, quasi senza rendersene conto, a pensare. Intanto i soldati le si avvicinavano.
Quel coltello era stato usato da Shion per uccidere Rubina. Laggiù a Milarose, la capitale di Ruby. Quel coltello l’avevo regalato a Rubina. Come può essere qui?
“Ehi, bellezza, vieni qui”
Mineo non si mosse: non l’aveva neanche sentito. Stava pensando intensamente, e, mentre lo faceva, ritornava in sé a poco a poco. A Milarose c’era anche Lady Cabaner che aveva organizzato tutto. Sì, Lady Cabaner. Aveva ipnotizzato Shion. Lady Cabaner…
Le venne in mente la sua immagine altera e arrogante, che sogghignava maligna e le rideva in faccia coi capelli neri al vento.
“Non ignorarmi, scema!” urlò il soldato, seccato, scuotendola duramente per la spalla.
Tutto quello che avvenne dopo fu così rapido da essere come un fulmine a ciel sereno.
“Lady Cabaner!” gridò Mineo con rabbia, afferrando il soldato per la nuca con entrambe le mani ammanettate e facendo sbattere la faccia dell’uomo contro il suo ginocchio alzato. Il contraccolpo lo uccise all’istante, mentre gli altri tre uomini, spaventati, alzarono le loro armi laser per sparare. Ma per la sorpresa non furono abbastanza veloci. Saettando contro di loro, mentre il soldato morto stava cadendo a terra, colpì con entrambi i pugni ammanettati il soldato più vicino: il pugno doppio fu così violento che gli spezzò il collo, mentre Mineo afferrò al volo l’arma del soldato, scaricandola contro gli altri. Tutto era avvenuto in pochi secondi.
Il comandante Egeus non ebbe neanche il tempo di aprir bocca. Mineo gli stava puntando contro il fucile laser.
“A…aspetta…non…non sparare!” balbettò il comandante, tremando di paura: lo sguardo di Mineo sembrava quello di una belva impazzita.
“Toglimi le manette” disse lei, con voce cupa.
L’altro sembrava non voler capire.
“TOGLIMI LE MANETTE!” urlò, sparando a pochi millimetri dal volto di Egeus: una ferita sottile ma profonda gli si aprì sullo zigomo.
“Va..va bene…calmati, adesso te le tolgo…”
Egeus estrasse lentamente le chiavi elettroniche con mani tremanti e aprì a fatica le manette. Mentre cadevano a terra, Mineo, appoggiando la punta del fucile sul mento del comandante, disse:
“Ti manda Lady Cabaner, vero?”
Egeus non seppe cosa rispondere.
“Parla!” gridò lei.
“S..sì…ma io non c’entro, ho solo eseguito gli ordini…”
Il calcio nelle parti basse fu così duro che Egeus rimase senza fiato e dolorante, inginocchiato a terra.
“E quando i tuoi soldati stavano per farmi quello che sai, stavi eseguendo gli ordini? Ti assicuro che questo ti farà male per molto tempo”
“M…maledetta…” boccheggiò completamente stordito per il dolore.
“Ascoltami bene, scarto di uomo che non sei altro. Non ti ammazzo perché voglio che tu dia un messaggio alla tua padrona. Dille che la ucciderò. Non importa dove vada. Non importa cosa faccia. La ucciderò. Diglielo!”
“Stai…dicendo…un’assurdità…” disse a fatica Egeus, tastandosi le parti doloranti “Tu…non sai…chi è lei”
Mineo lo colpì in testa col calcio del fucile, facendolo svenire.
“Ma lei non sa chi sono io” rispose.
La fuga lungo le strade buie e poco frequentate di Aquilonia fu veloce: dopo essere partita con un biposto volante dalla villa, aveva atterrato alla periferia, allontanandosi subito e raggiungendo le entrate ai tunnel sotterranei. Shion non le aveva insegnato solo le arti del combattimento, con le quali aveva abbattuto i soldati.
Non so cosa ti succederà, Mineo – le aveva detto un giorno – ma bisogna essere pronti a tutto. Ti indicherò i posti dove sarà conveniente per te nasconderti.
L’odore era qualcosa di indescrivibile, e il buio era totale. La cintura della tuta poteva accendersi, ma Mineo la usava con parsimonia. Non solo non voleva essere scoperta, ma doveva consumare le energie della tuta il meno possibile. Cercando di camminare con attenzione, ripensava a quello che era successo.
Lady Cabaner ha ipnotizzato Arianna. Che stupidi siamo stati. Bisognava immaginarlo! Arianna deve aver ucciso Shion e poi si è suicidata sotto ipnosi, per questo il coltello era rimasto nel suo corpo. Maledizione. Maledizione. Ma quella sottospecie di serpente velenoso la schiaccerò, fosse l’ultima cosa che faccio. Devo sopravvivere. Per Shion. Per Arianna. Per tutti…
All’improvviso Mineo si fermò, presa da un pensiero agghiacciante. Escondida! Il suo paese! Che ne sarà del suo paese, adesso che è ricercata? Lo distruggeranno?
Però c’è Rubina…non dovrebbero farlo…ma era incerta. Però era troppo stanca per pensarci. Alla fine trovò un rifugio sicuro tra i dedali delle fogne e dormì lì.

In quel momento, nella sua villa, Lady Cabaner osservava il giardino dal vetro della sua finestra. Era estremamente irritata, anche se non lo dava a vedere. Quell’idiota del comandante Egeus si era fatto scappare Mineo: ora c’era un problema in più da risolvere. Proprio adesso che il progetto Delta stava attraversando il momento culminante! Nella stessa stanza, Egeus, a disagio cercò di giustificarsi:
“Ho affidato la cattura di Mineo al tenente Abarai, milady. Non gli sfuggirà. E’ conosciuto come ‘il mastino’: è il migliore dei miei uomini! E’ capace di trovarla anche all’inferno!”
“Non ne dubito, comandante” rispose lei con terribile calma “Mi segua. Dobbiamo parlare di una cosa importante”
Lady Cabaner uscì dalla sala, seguito dall’uomo, perplesso. Attraversarono le stanze eleganti, piene di quadri e statue, tappeti e arazzi. Non c’era un briciolo di polvere: i robot servitori eseguivano tutti i lavori alla perfezione, lasciando però alla casa un aspetto di non vissuto, quasi artificiale come loro. Egeus si sentì a disagio: quella villa lo considerava un intruso che la contaminava con la sua presenza. E stranamente, Egeus notò che Lady Cabaner si inseriva perfettamente nella fredda bellezza delle camere della villa. Una bellezza che ammalia, ma non riscalda: una bellezza estranea. Una bellezza inumana.
Arrivarono alla fine in una camera vuota, con le pareti, le stanze, il soffitto, coperti da mattonelle rosse. Lady Cabaner chiuse la porta. Egeus non capiva.
“Che posto è questo, Milady?” chiese, un po’ preoccupato.
“Semplicemente, la mia camera. La camera rossa. Pochi l’hanno vista, comandante”
“La…sua camera? Cosa fa qui? E’ vuota…”
“Già.”
Le dita di Lady Cabaner divennero lunghi artigli, e nel vederla in volto, Egeus impallidì.
Le grida che echeggiarono al di fuori della camera furono agghiaccianti, ma i servitori robot continuarono a lavorare, totalmente indifferenti.
Lady Cabaner alla fine uscì, con un’aria soddisfatta.
“Almeno a qualcosa sei servito, nullità. Mi sei piaciuto” esclamò, leccandosi il dito.
Come sempre, la scomparsa del capitano Egeus finirà nell’archivio dei casi irrisolti e sarà presto rimpiazzato. E nessuno farà domande.
L’androide cameriera Emma si avvicinò a Lady Cabaner, dicendole:
“Milady, il bagno è pronto”
“Grazie, Emma” rispose lei, togliendosi il vestito e consegnandoglielo “Lavami questo e ripulisci la stanza rossa. Contiene dell’ottimo fertilizzante per le piante”
Non perdono i fallimenti, Egeus. E l’hai capito troppo tardi.
Immergendosi piacevolmente nella vasca, Lady Cabaner riflettè sulle prossime mosse da fare.
Per adesso lasciamo perdere Mineo: se ne occuperà quel tenente. Delta deve andare avanti. L’eliminazione di Rubina non è riuscita, ma era una mossa secondaria. Il mio burattino Noria deve avere la strada libera: l’obiettivo è uccidere Re Vega. Tra pochi giorni, Vega incontrerà il suo destino. E anche Noria.
Afferrando la spugna, la strinse con forza, serrando le labbra.
E così pure tutto l’impero.

Nella Caserma degli ufficiali di Vega, il tenente Abarai nel suo ufficio aveva finito di leggere la documentazione di Mineo e cercava di fare delle conclusioni.
Questa donna è cresciuta in un ambiente selvaggio come la foresta profonda di Ruby ed è stata addestrata al combattimento da un professionista come il comandante Shion. Nessuna meraviglia che sia riuscita ad eliminare cinque soldati di Vega in pochi attimi.
Si alzò, osservando la cartina della città di Aquilonia: la poteva ingrandire finchè voleva, per esaminare ogni aspetto, anche minimo, della città. Ma non lo fece: si limitò ad osservarla in silenzio.
Dove sei, Mineo? si chiese.
I suoi uomini avevano perlustrato la città per tutta la notte. Ogni strada era stata esaminata. Come aveva fatto a sfuggire a loro? Si mise una mano sul mento, riflettendo.
Che sia scappata da Aquilonia? Che sia finita in un’altra città?
No, era passato troppo poco tempo. Il teletrasporto è possibile solo con apparecchiature complesse, che lei non poteva avere. No, Mineo era ancora ad Aquilonia. Ne era sicuro.
Ma dove?
Osservò ancora la mappa, come se potesse vederla comparire da un momento all’altro. Sentiva di essere vicino alla soluzione. All’improvviso gli balenò un sospetto.
“Ecco!” esclamò con soddisfazione, sorridendo. Si diresse verso la scrivania e premette il tasto di apertura dell’intercom:
“Attendente, mi mandi la mappa delle fognature della città”
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Prossima puntata (Sabato 9 Aprile): caccia spietata; il passato di Lady Cabaner!

Se volete commenare, qui c'è il link: https://gonagai.forumfree.it/?t=47313943&st=75#lastpost

Se volete scaricare la puntata in formato word, qui sotto c'è l'allegato.

Secondo il programma, Sabato prossimo (26 Marzo) posterò il seguito della fanfic dell'Ombra e Sabato successivo (2 Aprile) posterò il seguito della fanfic di Daitarn 3 e Lupin. :nagai:

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