Riassunto – Mineo, una ragazza del pianeta Ruby, sottomesso a Vega, cerca di salvare il suo villaggio, Escondida, ma fallisce a causa di un complotto ordito da una persona potente e malvagia, Lady Cabaner. Anche Rubina, la figlia di Vega, fallisce nel tentativo di aiutare la ragazza, che ora è sola ad Aquilonia, la capitale di Vega, ed è inseguita dai soldati veghiani, capeggiati dal tenente Kei Abarai, “il mastino”…Le fognature furono perlustrate con attenzione: ma non si trovò traccia della fuggitiva. Nonostante questo, Kei Abarai era calmo. Aveva l’istinto del cacciatore, e sentiva di aver afferrato la coda della bestia. Mineo era passata di qui. Era sicuro. Guardò di nuovo la mappa.
Mineo era fuggita dalla villa di Shion usando un’astronave biposto che era stata poi rinvenuta in questa zona. Le fognature sono state tutte esaminate, anche con lo scanner. Apparentemente, Mineo non era mai stata qui. Apparentemente.
Cercò di identificarsi con Mineo: se fosse fuggito nelle fogne, al suo posto, dove si sarebbe rifugiato? Le fogne erano un posto pericoloso e malsano, non era saggio stare lì dentro per troppo tempo. Ma non poteva essere andata lì per caso.
Secondo il dossier, pensò,
Mineo non era quasi mai uscita dalla villa di Shion. Come faceva a sapere che qui c’era un’apertura delle fogne?Si rispose da solo:
Aveva escogitato la fuga in anticipo.Entrò nelle fogne, ripercorrendo l’interno, senza badare agli odori stagnanti e ai ratti che correvano veloci.
Una donna stanca e braccata qui dentro non puo’ essere andata troppo lontano, non importa quanto tempo lei abbia passato prima nella giungla. Il corpo umano ha i suoi limiti. Inoltre lei è una donna: non può rifugiarsi per molto in un posto simile.Osservando con attenzione, notò una parete fin troppo pulita. Era quello che cercava. Con un sogghigno, esaminò con attenzione l’area, trovando delle fessure quasi invisibili. Spinse in punti diversi, per prova. Alla fine, udì un cigolio. Era un passaggio nascosto, che aprendosi dava ad una piccola camera. Si vedeva che era stata abitata da poco. Aprì l’armadio a muro: c’erano diversi vestiti. Ne osservò uno: erano tutti femminili. Trovò un’altra porta, che dava ad un bagno. Le pareti erano ancora un po’ umide. Qualcuno aveva fatto la doccia qui da poco. Continuando a guardarsi in giro, notò uno straccio insanguinato ad un angolo della camera. Lo sollevò, riconoscendolo come una tuta ricamata con cura, con tre grandi ed ampie V sul petto. La stessa che Mineo indossava il giorno che aveva sconfitto Wabisuke al torneo. Abarai lo lasciò cadere a terra.
E’ chiaro che qui non tornerà. Ad ogni modo, lascerò qui un paio di guardie.Uscì da lì soddisfatto. Non poteva nascondere una certa ammirazione per una donna capace di organizzarsi in un modo simile.
Ma non mi sfuggirai, ragazza. Nessuno mi è mai sfuggito. E tu, te l’assicuro, non sarai la prima.Il piano che Shion aveva architettato, nel caso che Mineo si fosse trovata in difficoltà, aveva funzionato alla perfezione. Lui aveva fatto costruire di nascosto un rifugio nelle fognature, insieme ai vestiti di ricambio e ai documenti necessari per entrare in un appartamento riservato, comprato apposta sotto falso nome. Doveva servire per lui, ma aveva modificato questa via di fuga perché servisse a Mineo. Anche dopo la morte, Shion aveva continuato a proteggere la donna che, forse, amava. Un amore che non aveva oltrepassato la primavera e non sarebbe mai diventato estate. Mineo lo avrebbe rimpianto per sempre.
Ma, in quel momento, in un appartamento nei quartieri alti di Fleed, Mineo non pensava né a Shion né a Lady Cabaner. Osservava, muta e sconvolta, le immagini e i dati del computer di camera, dove aveva appena fatto un’indagine.
Escondida.
Escondida, il suo paese su Ruby.
Aveva vissuto lì per tutta la vita. Sua madre. Suo padre. I suoi fratelli, le sue sorelle. La piccola Kahm, la sorellina che le stava sempre vicino. I ragazzi coi quali litigava. La sua casa. La staccionata che circondava il villaggio. La pista dei giochi, la collina, i posti dove giocava. Tutto distrutto, ridotto ad un ammasso di nere macerie fumanti. Cadaveri carbonizzati dovunque. Il suo paese non esisteva più.
Con le lacrime agli occhi, lesse i freddi dati del notiziario:
“In data 5 del mese Kira, nel 22° anno dell’era del grande Re Vega, Sua Eccelsa Maestà ha ordinato l’
Ukase (sterminio) per il paese di Escondida del pianeta Ruby come giusta punizione per l’infame delitto e tradimento compiuto dalla straniera rubiana Mineo Bureitin Rou, accusata della morte del capitano Shion Degan. Le ricerche dell’assassina sono ancora in corso…”
Vega ha…ha fatto ammazzare tutti…appena un giorno dopo la mia fuga…pensò Mineo, pallida e col viso stravolto.
Sperava che non fosse successo. Pensava che, dopotutto, Rubina avrebbe fermato il padre, l’avrebbe fatto ragionare…
Perché non sei intervenuta, Rubina, maledizione? pensò lei, gettando un pugno sul tavolo.
Mi fidavo di te! Perché?Mineo si rannicchiò sul pavimento, piangendo e singhiozzando di dolore e rabbia. Non poteva fidarsi di nessuno. Di nessuno. Era in un mondo ostile dove prima o poi l’avrebbero catturata e giustiziata. Ma Lady Cabaner non doveva passarla liscia.
Prima che mi catturino, devo fargliela pagare! Devo farcela! pensò, stringendo i pugni. Ma pensava anche ad un’altra persona.
Rubina…perché non hai salvato la mia gente?In quel momento, la principessa Rubina era anche lei su Vega, davanti a suo padre. Era andata su Vega di nascosto per sapere qualcosa su Lady Cabaner ed era stata colta di sorpresa dall’avvenimento del presunto omicidio di Shion per conto di Mineo e dell’immediato sterminio del villaggio della ragazza. Aveva cercato invano di fermare l’
Ukase, ma aveva telefonato al governatorato di Ruby troppo tardi. Ed ora era davanti a suo padre per spiegare i motivi della sua presenza su Vega.
Il re era davanti a sua figlia, nella stanza dei ricevimenti, seduto dietro ad un tavolo, invece del suo solito trono. Re Vega aveva preferito un incontro informale per non dare troppa pubblicità all’improvviso arrivo di una figlia disubbidiente che aveva abbandonato il suo posto di controllo di Ruby. Anche un dittatore deve tenere da conto l’opinione della gente. Era arrabbiato per quello che aveva fatto sua figlia, e voleva delle risposte.
“Allora, Rubina? Non mi dici nulla? Come mai sei venuta qui al castello reale senza preavviso? Perché hai abbandonato il tuo posto su Ruby?”
La figlia per un momento non rispose, valutando la situazione. Non poteva dirgli di Lady Cabaner: Re Vega non ne voleva sapere e sarebbe stata una mossa falsa parlarne. Anche protestare per la distruzione del villaggio di Escondida sarebbe stato inutile. Aveva già protestato in passato, e parecchio, per la conquista e lo sterminio di Fleed: il risultato era stato nullo. Suo padre era sempre stato irremovibile e non tornava mai su una sua decisione. Alla fine rispose.
“Avevo bisogno di documenti importanti che potevo prendere solo qui.”
“Che genere di documenti?”
“Sospetto che ci sia un complotto su Ruby per eliminarmi. Stavo appunto facendo delle ricerche”
Re Vega rimase senza parole.
“Come? Un complotto? E da parte di chi?”
Inutile dirgli di Lady Cabaner, pensò Rubina.
“Per ora ho solo dei sospetti. Non potevo dirti nulla fino a quando non avrei avuto qualcosa in mano”
“Ma di chi sospetti?” chiese Re Vega.
“Forse il Generale Noria”
Ecco che ho gettato l’amo. Noria è l’uomo più vicino a Lady Cabaner. Sentiamo cosa dirà adesso mio padre.“Noria? Assurdo! E’ uno dei miei uomini più fedeli…addirittura più di Dantus, forse!”
“Proprio per questo ho voluto fare delle indagini”
Re Vega appoggiò i gomiti sul tavolo, tenendo le mani incrociate sotto il mento, con fare pensieroso. Alla fine, disse:
“Sei proprio sicura? Da cosa ti vengono questi sospetti?”
“Vixen era un’agente di Noria: ed era un’assassina specializzata. Non mi è del tutto chiara la faccenda di averla mandata su Ruby senza alcuna autorizzazione”
“Credi che lui abbia mandato Vixen per eliminarti? Tu sogni! Lei era stata mandata per scoprire il villaggio di Escondida!”
“Sì, ed è morta lì. Ma ho dei sospetti. Noria non aveva detto a nessuno di aver mandato Vixen su Ruby. Neanche a te. E lei era arrivata su Ruby proprio mentre il vecchio governatore se ne stava andando e io ne stavo prendendo il posto. Una scelta di tempi troppo sospetta. Inoltre, non è un mistero che io non vada molto a genio a Noria”
Re Vega rimase perplesso. Mineo continuò.
“Ho letto il dossier di Vixen. Era una mutaforma: un elemento perfetto per entrare quasi dovunque. E lo sai, padre, che il momento migliore per entrare in un palazzo e uccidere il governatore è il momento della sostituzione del governatore in carica. Aveva scoperto Escondida, è vero, ma poteva essere una copertura per il suo obiettivo principale: cioè io. Se Mineo non l’avesse eliminata, forse non starei qui”
Sto inventando, ma non credo di essere molto lontana dal vero. Devo cercare di non parlare assolutamente di Lady Cabaner. Devo convincere mio padre ed avere carta bianca per agire!Re Vega rimase in silenzio.
“Non ne sono del tutto convinto” disse alla fine “Comunque, terrò d’occhio Noria. Ad ogni modo, Rubina, tra un po’ ti avrei chiamata qui. Tra due giorni ci sarà la festa per il tuo genetliaco“
“Eh?”
“Il genetliaco. Compi gli anni dopodomani, te lo sei dimenticata?”
“Sì…è vero…ma…”
“Niente ma. Adesso che sei qui, ci resti fino alla fine della festa e non ti muovi dalla tua stanza. E dopo la festa, te ne vai direttamente su Ruby e resti lì senza muoverti per nessuna ragione. Chiaro? A Noria penserò io”
Rubina non aveva voglia di litigare. Avrebbe trovato comunque un modo per aiutare Mineo. Inoltre voleva assolutamente leggere i dati che aveva trovato su Lady Cabaner.
“Va bene, padre” rispose laconicamente, voltando rapidamente la schiena e andandosene senza salutare.
Entrata nelle sue stanze, Rubina si chiuse la porta dietro di sé, appoggiandovici sopra con la schiena e guardando cupa il pavimento. Non era stato facile restare calmi davanti a suo padre. Più di una volta avrebbe voluto scoppiare. Il ricordo di Duke, il pensiero della sua morte, le bruciava ancora. E il fatto che suo padre ne era responsabile aveva rotto per sempre i rapporti tra loro, già così fragili dalla morte prematura di sua madre, l’unica che riuscisse a mantenere un minimo di rapporto tra di loro. Ormai si incontravano e si parlavano solo lo stretto necessario: il fatto di aver parlato a lungo adesso era già qualcosa di eccezionale. Se non c’era odio verso suo padre, c’era però rancore, e molto. Da parte del padre, invece, solo indifferenza. Rubina sa che loro due non si capiranno mai. Ed ora un uomo che lei ammirava quasi come Duke, Shion, era morto e Mineo era braccata. Si sentì in colpa per non essere riuscita a salvare il villaggio di lei. Sapeva che alla fine l’avrebbero presa. Però l’obiettivo dei soldati era catturarla viva, quindi Rubina era un po’ tranquilla: appena l’avrebbero catturata, lei sarebbe intervenuta, non importa come.
Ora bisognava pensare a Lady Cabaner. Doveva leggere i dati che aveva ottenuto dalla sezione segreta della biblioteca di Aquilonia. Estrasse il disco attivo, lo lasciò sospeso a mezz’aria e lo toccò. Appena le sue impronte digitali furono riconosciute, davanti agli occhi di Rubina apparve uno schermo a mezz’aria che iniziò a scorrere seguendo i comandi mentali della ragazza, che interrompeva o faceva ingrandire a comando certi particolari. Il robot servente le aveva già preparato l’infuso di Date, il suo preferito, e lei iniziò a sorseggiarlo, osservando i dati. I primi erano già conosciuti: la sua presenza alle feste, i suoi gusti. Tutte cose di gossip, niente d’interessante. I dati erano fin troppi.
“Dimmi del passato di Lady Cabaner. In sintesi” disse alla fine, spazientita.
Il video tremò leggermente, frugando nella gigantesca banca dati e facendo uscire subito la sintesi richiesta. Rubina rimase con la tazza di Date a mezz’aria per la sorpresa. Rilesse la frase d’inizio.
“Cabaner Lilith Victoriane, nata a Gadom, l’antica capitale di Vega, dalla famiglia reale Victoriane, 587 anni fa a partire dalla presente data attuale.”
Gadom? si disse Rubina stupita.
E’ sopravvissuta al massacro di Gadom ed è ancora viva sin da allora?Il massacro di Gadom era un argomento tabù per i Veghiani. Ufficialmente, era dovuto all’invasione di non specificate forze nemiche, che provocarono la fine della dinastia reale allora vivente, i Victoriane, di indole naturalmente pacifica. Fu quello, tra l’altro, uno dei motivi che trasformarono il pianeta Vega in un impero bellico e nella sottomissione dei popoli stranieri, tutti visti come potenziali nemici. Ma la verità era conosciuta da tutti, anche se mai ufficialmente ammessa. Che cioè il massacro fu comandato dal ramo della famiglia Victoriane, capeggiato da Yabarn Il Vecchio, che volle prendere il potere ordinando il massacro della famiglia e dell’intera città. Fu lui ad iniziare la nuova dinastia reale di Vega e a fondare la nuova capitale, Aquilonia. Inoltre, cancellò il nome Victoriane dalla propria famiglia, sostituendo ad esso il nome generico “di Vega”. Inoltre, il padre di Rubina, l’ultimo discendente della dinastia di Yabarn Il Vecchio, fu il primo a fondere il nome della famiglia col proprio, facendosi chiamare semplicemente “Re Vega”.
Ma…perché mio padre la teme? si chiese Rubina.
Perché non l’ha eliminata, lui che non ha mai voluto ostacoli?“Lo vuoi sapere?” disse all’improvviso una voce ben conosciuta. Sussultando, Rubina lasciò cadere la tazza, osservando interdetta Lady Cabaner in persona davanti a lei.
Come fa ad essere qui? E…sa quello che ho pensato?“Esattamente. Leggo il pensiero, principessina. Hai guardato una cosa che non si deve vedere, sai?”
Le dita di Lady Cabaner si allungarono, diventando degli artigli appuntiti: prima ancora che Rubina se ne rendesse conto, si trovò trapassata nel petto da parte a parte. Cadde a terra incredula, osservando il proprio sangue scorrere sul pavimento.
Sto…sto morendo? Duke…All’improvviso, vide che il sangue era scomparso e sentì che pure la ferita non c’era più. Ma non riusciva a muoversi. Lady Cabaner la afferrò per i capelli, sollevandole la testa.
“Pensavi di morire, vero? No, tesoro, questa è l’
’illusione diabolica’: uno dei miei colpi preferiti. La persona che la subisce crede di essere colpita a morte e per lo shock non si muove più. Puoi parlare, però, se vuoi.”
Terrorizzata, Rubina provò ad articolare le parole:
“Come…hai fatto…a venire qui?”
“Le mie spie sono dovunque ad Aquilonia. Sei stata stupida a credere di poter passare inosservata da me proprio qui. Non ci è voluto molto per capire cosa stavi cercando”
“Chi…chi diavolo sei? Un...un vampiro?”
“No, principessina. Sono qualcosa di molto più classico. Sono una strega.”
“Una…una strega?”
“Esatto. Ci tenevi tanto a sapere la mia storia, vero? Adesso la saprai. Io sono, o meglio, ero, Cabaner Lilith della famiglia Victoriane. Avevo proprio la tua età quando il tuo antenato, Yabarn Il Vecchio, invase la Casa Reale. La mia innocenza scomparve allora. In mezzo al fuoco, alle grida, agli orrori che vedevo, mi ero rifugiata nei sotterranei, ma mi inseguirono. Quando i soldati mi catturarono, morirono subito appena mi toccarono. Divennero delle mummie rinsecchite.”
“Cosa stai...dicendo? Li avevi uccisi tu?”
“Sì. Senza saperlo, quasi. Nei sotterranei del palazzo, c’era qualcosa che volevo usare. La Pietra Nera, la pietra della maledizione. Era un oggetto proibito, forse proveniente da un abisso senza nome. Ma, dalle leggende, sapevo che avrebbe dato il potere della rovina a chi lo avrebbe toccato. Visto che era impossibile distruggerlo, fu sigillato laggiù. Io avevo visto quello che quelle bestie avevano fatto. Mia madre. Mio padre. I miei fratelli. Tutti. L’intera città di Gadom. Se avessi visto quello che accadde in quella città, impazziresti. Avevo visto che la stirpe Victoriane era finita. Tutto il mondo di Vega si era ribellato contro il suo re. E aveva scelto un usurpatore. Volevo vendetta. Ero assetata di vendetta. Sai, diverse persone ci avevano provato a toccare la pietra, per avere quel potere, ma furono ridotte in polvere. Sai perché? Perché volevano solo il potere. Io no. Volevo la vendetta e la distruzione. Ecco perché la pietra mi diede questi poteri: mi aveva resa immortale e con capacità particolari, come trasformare il mio corpo, o leggere nel pensiero, o ipnotizzare la gente, o comparire all’improvviso nelle stanze chiuse. Ero diventata una strega perfetta. Perfetta, perché non volevo usare questi poteri per arricchirmi o avere dominio. No, volevo solo la distruzione e la rovina. La vostra rovina, casata di Yabarn. E quella dell’intero impero traditore di Vega.”
“Vuoi...distruggere tutto? Sei...impazzita?”
“Esattamente. Sono pazza. Pazza di odio per te e la tua famiglia. Ti odio, Rubina. Te, tuo padre, tutta la tua dannata famiglia. Vuoi sapere perché il potente Re Vega mi teme? Perché sa che mi basterebbe andare da lui per trasformarlo in una mummia. E nessuno mi potrebbe fermare. Nessuno. Quindi lui, e i re che c’erano prima di lui, pensa di tenermi buona con ville, titoli nobiliari, ricchezze. Così hanno fatto con me tutti quelli della tua casata, sperando di tenermi buona. E io mi divertivo a stare al gioco, tenendoli sulla corda, comandando quello che volevo che facessero per mio capriccio. Mi vendicavo di loro, umiliandoli e facendo capire a loro che chi comandava dietro le quinte ero solo io. E intanto assaporavo il momento in cui avrei fatto crollare il potente impero di Yabarn come un castello di carte. Aspettavo. Volevo che diventasse potente al massimo, per poi imporre ad esso tutta la rovina. Ed ora è giunto il momento. Mai prima l’impero è stato così forte, e mai prima è sull’orlo dell’abisso!”
Sollevandola con un braccio solo, come fosse un pupazzo, Lady Cabaner trascinò l’inerte Rubina davanti alla finestra.
“Guarda! Guarda l’aria corrotta del pianeta, la sua stessa rovina provocata dalle estrazioni del Vegatron. Io ho fatto in modo che tutte le ricerche energetiche di Vega si concentrassero solo sul Vegatron, estremamente potente a livello energetico, ma distruttivo a livello umano. Estrarre il Vegatron equivale ad avvelenare il pianeta, anche se in questo modo Vega farà dei robot e astronavi sempre più potenti. La potenza di Vega sarà la sua stessa fine! Ed ora manca solo l’ultimo atto. L’omicidio di Re Vega. Il mio burattino Noria mi aiuta, credendo di poter diventare re a sua volta. Non capisce che, con la morte di Re Vega, scomparirà tutto il suo impero. E tu, mia cara, tu mi aiuterai” concluse, accarezzandola sul volto. Rubina provò i brividi come se a toccarla fosse stato un serpente.
“I..io? Non…non ho la minima intenzione…” balbettò lei a fatica.
“Stai tranquilla. Dopo l’ipnosi, farai tutto quello che voglio. Tutto. Senza esitare. ”
Lady Cabaner rise soddisfatta, e Rubina si sentì perduta.
Nello stesso istante, Mineo aveva appena finito di completare l’equipaggiamento. L’obiettivo era chiaro: doveva raggiungere la villa di Lady Cabaner per eliminarla. Aveva già in mente un piano di massima, ma doveva andare a fare un primo sopralluogo: ed ora, che era notte fonda, doveva agire. Aprì con prudenza la porta dell’appartamento e fece per uscire, quando all’improvviso una pistola le comparve davanti.
“Dove vai a quest’ora di notte, bellezza? Torna dentro!” disse lo sconosciuto, spingendola dentro la porta e facendola cadere. L’uomo entrò e chiuse la porta.
“Chi..chi sei?” chiese Mineo.
“Tenente Kei Abarai. Ti dichiaro in arresto. Prova solo a muovere un muscolo, tesoro, e ti sparo alla testa. Mostrami la mano destra, piano.”
Mineo dovette obbedire. Le manette scattarono subito, e Abarai chiuse l’altro capo ad un lampadario a muro, saldamente fisso alla parete. In poco tempo Mineo fu perquisita e si trovò senza armi.
Abarai si sedette contemplando soddisfatto Mineo catturata. Non aveva smesso di puntare l’arma contro di lei.
“Come ho detto prima, prova a muovere un muscolo e ti sparo. La tua fuga finisce qui.”
Cominciò a digitare i numeri della centrale di polizia dell’Esercito.
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Sabato 30 Aprile: Buon compleanno, Rubina... Secondo il programma, Sabato prossimo (16 Aprile) posterò il seguito della fanfic dell'Ombra e il Sabato successivo (23 Aprile) posterò il seguito della fanfic di Daitarn e Lupin.
Se volete commentare, qui c'è il link:
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