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JOE7: i racconti per la Cronologia

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view post Posted on 9/4/2011, 15:37     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Riassunto – Mineo, una ragazza del pianeta Ruby, sottomesso a Vega, cerca di salvare il suo villaggio, Escondida, ma fallisce a causa di un complotto ordito da una persona potente e malvagia, Lady Cabaner. Anche Rubina, la figlia di Vega, fallisce nel tentativo di aiutare la ragazza, che ora è sola ad Aquilonia, la capitale di Vega, ed è inseguita dai soldati veghiani, capeggiati dal tenente Kei Abarai, “il mastino”…

Le fognature furono perlustrate con attenzione: ma non si trovò traccia della fuggitiva. Nonostante questo, Kei Abarai era calmo. Aveva l’istinto del cacciatore, e sentiva di aver afferrato la coda della bestia. Mineo era passata di qui. Era sicuro. Guardò di nuovo la mappa.
Mineo era fuggita dalla villa di Shion usando un’astronave biposto che era stata poi rinvenuta in questa zona. Le fognature sono state tutte esaminate, anche con lo scanner. Apparentemente, Mineo non era mai stata qui. Apparentemente.
Cercò di identificarsi con Mineo: se fosse fuggito nelle fogne, al suo posto, dove si sarebbe rifugiato? Le fogne erano un posto pericoloso e malsano, non era saggio stare lì dentro per troppo tempo. Ma non poteva essere andata lì per caso.
Secondo il dossier, pensò, Mineo non era quasi mai uscita dalla villa di Shion. Come faceva a sapere che qui c’era un’apertura delle fogne?
Si rispose da solo: Aveva escogitato la fuga in anticipo.
Entrò nelle fogne, ripercorrendo l’interno, senza badare agli odori stagnanti e ai ratti che correvano veloci.
Una donna stanca e braccata qui dentro non puo’ essere andata troppo lontano, non importa quanto tempo lei abbia passato prima nella giungla. Il corpo umano ha i suoi limiti. Inoltre lei è una donna: non può rifugiarsi per molto in un posto simile.
Osservando con attenzione, notò una parete fin troppo pulita. Era quello che cercava. Con un sogghigno, esaminò con attenzione l’area, trovando delle fessure quasi invisibili. Spinse in punti diversi, per prova. Alla fine, udì un cigolio. Era un passaggio nascosto, che aprendosi dava ad una piccola camera. Si vedeva che era stata abitata da poco. Aprì l’armadio a muro: c’erano diversi vestiti. Ne osservò uno: erano tutti femminili. Trovò un’altra porta, che dava ad un bagno. Le pareti erano ancora un po’ umide. Qualcuno aveva fatto la doccia qui da poco. Continuando a guardarsi in giro, notò uno straccio insanguinato ad un angolo della camera. Lo sollevò, riconoscendolo come una tuta ricamata con cura, con tre grandi ed ampie V sul petto. La stessa che Mineo indossava il giorno che aveva sconfitto Wabisuke al torneo. Abarai lo lasciò cadere a terra.
E’ chiaro che qui non tornerà. Ad ogni modo, lascerò qui un paio di guardie.
Uscì da lì soddisfatto. Non poteva nascondere una certa ammirazione per una donna capace di organizzarsi in un modo simile.
Ma non mi sfuggirai, ragazza. Nessuno mi è mai sfuggito. E tu, te l’assicuro, non sarai la prima.

Il piano che Shion aveva architettato, nel caso che Mineo si fosse trovata in difficoltà, aveva funzionato alla perfezione. Lui aveva fatto costruire di nascosto un rifugio nelle fognature, insieme ai vestiti di ricambio e ai documenti necessari per entrare in un appartamento riservato, comprato apposta sotto falso nome. Doveva servire per lui, ma aveva modificato questa via di fuga perché servisse a Mineo. Anche dopo la morte, Shion aveva continuato a proteggere la donna che, forse, amava. Un amore che non aveva oltrepassato la primavera e non sarebbe mai diventato estate. Mineo lo avrebbe rimpianto per sempre.

Ma, in quel momento, in un appartamento nei quartieri alti di Fleed, Mineo non pensava né a Shion né a Lady Cabaner. Osservava, muta e sconvolta, le immagini e i dati del computer di camera, dove aveva appena fatto un’indagine.
Escondida.
Escondida, il suo paese su Ruby.
Aveva vissuto lì per tutta la vita. Sua madre. Suo padre. I suoi fratelli, le sue sorelle. La piccola Kahm, la sorellina che le stava sempre vicino. I ragazzi coi quali litigava. La sua casa. La staccionata che circondava il villaggio. La pista dei giochi, la collina, i posti dove giocava. Tutto distrutto, ridotto ad un ammasso di nere macerie fumanti. Cadaveri carbonizzati dovunque. Il suo paese non esisteva più.
Con le lacrime agli occhi, lesse i freddi dati del notiziario:
“In data 5 del mese Kira, nel 22° anno dell’era del grande Re Vega, Sua Eccelsa Maestà ha ordinato l’Ukase (sterminio) per il paese di Escondida del pianeta Ruby come giusta punizione per l’infame delitto e tradimento compiuto dalla straniera rubiana Mineo Bureitin Rou, accusata della morte del capitano Shion Degan. Le ricerche dell’assassina sono ancora in corso…”
Vega ha…ha fatto ammazzare tutti…appena un giorno dopo la mia fuga…pensò Mineo, pallida e col viso stravolto.
Sperava che non fosse successo. Pensava che, dopotutto, Rubina avrebbe fermato il padre, l’avrebbe fatto ragionare…
Perché non sei intervenuta, Rubina, maledizione? pensò lei, gettando un pugno sul tavolo. Mi fidavo di te! Perché?
Mineo si rannicchiò sul pavimento, piangendo e singhiozzando di dolore e rabbia. Non poteva fidarsi di nessuno. Di nessuno. Era in un mondo ostile dove prima o poi l’avrebbero catturata e giustiziata. Ma Lady Cabaner non doveva passarla liscia.
Prima che mi catturino, devo fargliela pagare! Devo farcela! pensò, stringendo i pugni. Ma pensava anche ad un’altra persona. Rubina…perché non hai salvato la mia gente?

In quel momento, la principessa Rubina era anche lei su Vega, davanti a suo padre. Era andata su Vega di nascosto per sapere qualcosa su Lady Cabaner ed era stata colta di sorpresa dall’avvenimento del presunto omicidio di Shion per conto di Mineo e dell’immediato sterminio del villaggio della ragazza. Aveva cercato invano di fermare l’Ukase, ma aveva telefonato al governatorato di Ruby troppo tardi. Ed ora era davanti a suo padre per spiegare i motivi della sua presenza su Vega.
Il re era davanti a sua figlia, nella stanza dei ricevimenti, seduto dietro ad un tavolo, invece del suo solito trono. Re Vega aveva preferito un incontro informale per non dare troppa pubblicità all’improvviso arrivo di una figlia disubbidiente che aveva abbandonato il suo posto di controllo di Ruby. Anche un dittatore deve tenere da conto l’opinione della gente. Era arrabbiato per quello che aveva fatto sua figlia, e voleva delle risposte.
“Allora, Rubina? Non mi dici nulla? Come mai sei venuta qui al castello reale senza preavviso? Perché hai abbandonato il tuo posto su Ruby?”
La figlia per un momento non rispose, valutando la situazione. Non poteva dirgli di Lady Cabaner: Re Vega non ne voleva sapere e sarebbe stata una mossa falsa parlarne. Anche protestare per la distruzione del villaggio di Escondida sarebbe stato inutile. Aveva già protestato in passato, e parecchio, per la conquista e lo sterminio di Fleed: il risultato era stato nullo. Suo padre era sempre stato irremovibile e non tornava mai su una sua decisione. Alla fine rispose.
“Avevo bisogno di documenti importanti che potevo prendere solo qui.”
“Che genere di documenti?”
“Sospetto che ci sia un complotto su Ruby per eliminarmi. Stavo appunto facendo delle ricerche”
Re Vega rimase senza parole.
“Come? Un complotto? E da parte di chi?”
Inutile dirgli di Lady Cabaner, pensò Rubina.
“Per ora ho solo dei sospetti. Non potevo dirti nulla fino a quando non avrei avuto qualcosa in mano”
“Ma di chi sospetti?” chiese Re Vega.
“Forse il Generale Noria”
Ecco che ho gettato l’amo. Noria è l’uomo più vicino a Lady Cabaner. Sentiamo cosa dirà adesso mio padre.
“Noria? Assurdo! E’ uno dei miei uomini più fedeli…addirittura più di Dantus, forse!”
“Proprio per questo ho voluto fare delle indagini”
Re Vega appoggiò i gomiti sul tavolo, tenendo le mani incrociate sotto il mento, con fare pensieroso. Alla fine, disse:
“Sei proprio sicura? Da cosa ti vengono questi sospetti?”
“Vixen era un’agente di Noria: ed era un’assassina specializzata. Non mi è del tutto chiara la faccenda di averla mandata su Ruby senza alcuna autorizzazione”
“Credi che lui abbia mandato Vixen per eliminarti? Tu sogni! Lei era stata mandata per scoprire il villaggio di Escondida!”
“Sì, ed è morta lì. Ma ho dei sospetti. Noria non aveva detto a nessuno di aver mandato Vixen su Ruby. Neanche a te. E lei era arrivata su Ruby proprio mentre il vecchio governatore se ne stava andando e io ne stavo prendendo il posto. Una scelta di tempi troppo sospetta. Inoltre, non è un mistero che io non vada molto a genio a Noria”
Re Vega rimase perplesso. Mineo continuò.
“Ho letto il dossier di Vixen. Era una mutaforma: un elemento perfetto per entrare quasi dovunque. E lo sai, padre, che il momento migliore per entrare in un palazzo e uccidere il governatore è il momento della sostituzione del governatore in carica. Aveva scoperto Escondida, è vero, ma poteva essere una copertura per il suo obiettivo principale: cioè io. Se Mineo non l’avesse eliminata, forse non starei qui”
Sto inventando, ma non credo di essere molto lontana dal vero. Devo cercare di non parlare assolutamente di Lady Cabaner. Devo convincere mio padre ed avere carta bianca per agire!
Re Vega rimase in silenzio.
“Non ne sono del tutto convinto” disse alla fine “Comunque, terrò d’occhio Noria. Ad ogni modo, Rubina, tra un po’ ti avrei chiamata qui. Tra due giorni ci sarà la festa per il tuo genetliaco“
“Eh?”
“Il genetliaco. Compi gli anni dopodomani, te lo sei dimenticata?”
“Sì…è vero…ma…”
“Niente ma. Adesso che sei qui, ci resti fino alla fine della festa e non ti muovi dalla tua stanza. E dopo la festa, te ne vai direttamente su Ruby e resti lì senza muoverti per nessuna ragione. Chiaro? A Noria penserò io”
Rubina non aveva voglia di litigare. Avrebbe trovato comunque un modo per aiutare Mineo. Inoltre voleva assolutamente leggere i dati che aveva trovato su Lady Cabaner.
“Va bene, padre” rispose laconicamente, voltando rapidamente la schiena e andandosene senza salutare.

Entrata nelle sue stanze, Rubina si chiuse la porta dietro di sé, appoggiandovici sopra con la schiena e guardando cupa il pavimento. Non era stato facile restare calmi davanti a suo padre. Più di una volta avrebbe voluto scoppiare. Il ricordo di Duke, il pensiero della sua morte, le bruciava ancora. E il fatto che suo padre ne era responsabile aveva rotto per sempre i rapporti tra loro, già così fragili dalla morte prematura di sua madre, l’unica che riuscisse a mantenere un minimo di rapporto tra di loro. Ormai si incontravano e si parlavano solo lo stretto necessario: il fatto di aver parlato a lungo adesso era già qualcosa di eccezionale. Se non c’era odio verso suo padre, c’era però rancore, e molto. Da parte del padre, invece, solo indifferenza. Rubina sa che loro due non si capiranno mai. Ed ora un uomo che lei ammirava quasi come Duke, Shion, era morto e Mineo era braccata. Si sentì in colpa per non essere riuscita a salvare il villaggio di lei. Sapeva che alla fine l’avrebbero presa. Però l’obiettivo dei soldati era catturarla viva, quindi Rubina era un po’ tranquilla: appena l’avrebbero catturata, lei sarebbe intervenuta, non importa come.
Ora bisognava pensare a Lady Cabaner. Doveva leggere i dati che aveva ottenuto dalla sezione segreta della biblioteca di Aquilonia. Estrasse il disco attivo, lo lasciò sospeso a mezz’aria e lo toccò. Appena le sue impronte digitali furono riconosciute, davanti agli occhi di Rubina apparve uno schermo a mezz’aria che iniziò a scorrere seguendo i comandi mentali della ragazza, che interrompeva o faceva ingrandire a comando certi particolari. Il robot servente le aveva già preparato l’infuso di Date, il suo preferito, e lei iniziò a sorseggiarlo, osservando i dati. I primi erano già conosciuti: la sua presenza alle feste, i suoi gusti. Tutte cose di gossip, niente d’interessante. I dati erano fin troppi.
“Dimmi del passato di Lady Cabaner. In sintesi” disse alla fine, spazientita.
Il video tremò leggermente, frugando nella gigantesca banca dati e facendo uscire subito la sintesi richiesta. Rubina rimase con la tazza di Date a mezz’aria per la sorpresa. Rilesse la frase d’inizio.
“Cabaner Lilith Victoriane, nata a Gadom, l’antica capitale di Vega, dalla famiglia reale Victoriane, 587 anni fa a partire dalla presente data attuale.”
Gadom? si disse Rubina stupita. E’ sopravvissuta al massacro di Gadom ed è ancora viva sin da allora?
Il massacro di Gadom era un argomento tabù per i Veghiani. Ufficialmente, era dovuto all’invasione di non specificate forze nemiche, che provocarono la fine della dinastia reale allora vivente, i Victoriane, di indole naturalmente pacifica. Fu quello, tra l’altro, uno dei motivi che trasformarono il pianeta Vega in un impero bellico e nella sottomissione dei popoli stranieri, tutti visti come potenziali nemici. Ma la verità era conosciuta da tutti, anche se mai ufficialmente ammessa. Che cioè il massacro fu comandato dal ramo della famiglia Victoriane, capeggiato da Yabarn Il Vecchio, che volle prendere il potere ordinando il massacro della famiglia e dell’intera città. Fu lui ad iniziare la nuova dinastia reale di Vega e a fondare la nuova capitale, Aquilonia. Inoltre, cancellò il nome Victoriane dalla propria famiglia, sostituendo ad esso il nome generico “di Vega”. Inoltre, il padre di Rubina, l’ultimo discendente della dinastia di Yabarn Il Vecchio, fu il primo a fondere il nome della famiglia col proprio, facendosi chiamare semplicemente “Re Vega”.
Ma…perché mio padre la teme? si chiese Rubina. Perché non l’ha eliminata, lui che non ha mai voluto ostacoli?
“Lo vuoi sapere?” disse all’improvviso una voce ben conosciuta. Sussultando, Rubina lasciò cadere la tazza, osservando interdetta Lady Cabaner in persona davanti a lei.
Come fa ad essere qui? E…sa quello che ho pensato?
“Esattamente. Leggo il pensiero, principessina. Hai guardato una cosa che non si deve vedere, sai?”
Le dita di Lady Cabaner si allungarono, diventando degli artigli appuntiti: prima ancora che Rubina se ne rendesse conto, si trovò trapassata nel petto da parte a parte. Cadde a terra incredula, osservando il proprio sangue scorrere sul pavimento.
Sto…sto morendo? Duke…
All’improvviso, vide che il sangue era scomparso e sentì che pure la ferita non c’era più. Ma non riusciva a muoversi. Lady Cabaner la afferrò per i capelli, sollevandole la testa.
“Pensavi di morire, vero? No, tesoro, questa è l’’illusione diabolica’: uno dei miei colpi preferiti. La persona che la subisce crede di essere colpita a morte e per lo shock non si muove più. Puoi parlare, però, se vuoi.”
Terrorizzata, Rubina provò ad articolare le parole:
“Come…hai fatto…a venire qui?”
“Le mie spie sono dovunque ad Aquilonia. Sei stata stupida a credere di poter passare inosservata da me proprio qui. Non ci è voluto molto per capire cosa stavi cercando”
“Chi…chi diavolo sei? Un...un vampiro?”
“No, principessina. Sono qualcosa di molto più classico. Sono una strega.”
“Una…una strega?”
“Esatto. Ci tenevi tanto a sapere la mia storia, vero? Adesso la saprai. Io sono, o meglio, ero, Cabaner Lilith della famiglia Victoriane. Avevo proprio la tua età quando il tuo antenato, Yabarn Il Vecchio, invase la Casa Reale. La mia innocenza scomparve allora. In mezzo al fuoco, alle grida, agli orrori che vedevo, mi ero rifugiata nei sotterranei, ma mi inseguirono. Quando i soldati mi catturarono, morirono subito appena mi toccarono. Divennero delle mummie rinsecchite.”
“Cosa stai...dicendo? Li avevi uccisi tu?”
“Sì. Senza saperlo, quasi. Nei sotterranei del palazzo, c’era qualcosa che volevo usare. La Pietra Nera, la pietra della maledizione. Era un oggetto proibito, forse proveniente da un abisso senza nome. Ma, dalle leggende, sapevo che avrebbe dato il potere della rovina a chi lo avrebbe toccato. Visto che era impossibile distruggerlo, fu sigillato laggiù. Io avevo visto quello che quelle bestie avevano fatto. Mia madre. Mio padre. I miei fratelli. Tutti. L’intera città di Gadom. Se avessi visto quello che accadde in quella città, impazziresti. Avevo visto che la stirpe Victoriane era finita. Tutto il mondo di Vega si era ribellato contro il suo re. E aveva scelto un usurpatore. Volevo vendetta. Ero assetata di vendetta. Sai, diverse persone ci avevano provato a toccare la pietra, per avere quel potere, ma furono ridotte in polvere. Sai perché? Perché volevano solo il potere. Io no. Volevo la vendetta e la distruzione. Ecco perché la pietra mi diede questi poteri: mi aveva resa immortale e con capacità particolari, come trasformare il mio corpo, o leggere nel pensiero, o ipnotizzare la gente, o comparire all’improvviso nelle stanze chiuse. Ero diventata una strega perfetta. Perfetta, perché non volevo usare questi poteri per arricchirmi o avere dominio. No, volevo solo la distruzione e la rovina. La vostra rovina, casata di Yabarn. E quella dell’intero impero traditore di Vega.”
“Vuoi...distruggere tutto? Sei...impazzita?”
“Esattamente. Sono pazza. Pazza di odio per te e la tua famiglia. Ti odio, Rubina. Te, tuo padre, tutta la tua dannata famiglia. Vuoi sapere perché il potente Re Vega mi teme? Perché sa che mi basterebbe andare da lui per trasformarlo in una mummia. E nessuno mi potrebbe fermare. Nessuno. Quindi lui, e i re che c’erano prima di lui, pensa di tenermi buona con ville, titoli nobiliari, ricchezze. Così hanno fatto con me tutti quelli della tua casata, sperando di tenermi buona. E io mi divertivo a stare al gioco, tenendoli sulla corda, comandando quello che volevo che facessero per mio capriccio. Mi vendicavo di loro, umiliandoli e facendo capire a loro che chi comandava dietro le quinte ero solo io. E intanto assaporavo il momento in cui avrei fatto crollare il potente impero di Yabarn come un castello di carte. Aspettavo. Volevo che diventasse potente al massimo, per poi imporre ad esso tutta la rovina. Ed ora è giunto il momento. Mai prima l’impero è stato così forte, e mai prima è sull’orlo dell’abisso!”
Sollevandola con un braccio solo, come fosse un pupazzo, Lady Cabaner trascinò l’inerte Rubina davanti alla finestra.
“Guarda! Guarda l’aria corrotta del pianeta, la sua stessa rovina provocata dalle estrazioni del Vegatron. Io ho fatto in modo che tutte le ricerche energetiche di Vega si concentrassero solo sul Vegatron, estremamente potente a livello energetico, ma distruttivo a livello umano. Estrarre il Vegatron equivale ad avvelenare il pianeta, anche se in questo modo Vega farà dei robot e astronavi sempre più potenti. La potenza di Vega sarà la sua stessa fine! Ed ora manca solo l’ultimo atto. L’omicidio di Re Vega. Il mio burattino Noria mi aiuta, credendo di poter diventare re a sua volta. Non capisce che, con la morte di Re Vega, scomparirà tutto il suo impero. E tu, mia cara, tu mi aiuterai” concluse, accarezzandola sul volto. Rubina provò i brividi come se a toccarla fosse stato un serpente.
“I..io? Non…non ho la minima intenzione…” balbettò lei a fatica.
“Stai tranquilla. Dopo l’ipnosi, farai tutto quello che voglio. Tutto. Senza esitare. ”
Lady Cabaner rise soddisfatta, e Rubina si sentì perduta.

Nello stesso istante, Mineo aveva appena finito di completare l’equipaggiamento. L’obiettivo era chiaro: doveva raggiungere la villa di Lady Cabaner per eliminarla. Aveva già in mente un piano di massima, ma doveva andare a fare un primo sopralluogo: ed ora, che era notte fonda, doveva agire. Aprì con prudenza la porta dell’appartamento e fece per uscire, quando all’improvviso una pistola le comparve davanti.
“Dove vai a quest’ora di notte, bellezza? Torna dentro!” disse lo sconosciuto, spingendola dentro la porta e facendola cadere. L’uomo entrò e chiuse la porta.
“Chi..chi sei?” chiese Mineo.
“Tenente Kei Abarai. Ti dichiaro in arresto. Prova solo a muovere un muscolo, tesoro, e ti sparo alla testa. Mostrami la mano destra, piano.”
Mineo dovette obbedire. Le manette scattarono subito, e Abarai chiuse l’altro capo ad un lampadario a muro, saldamente fisso alla parete. In poco tempo Mineo fu perquisita e si trovò senza armi.
Abarai si sedette contemplando soddisfatto Mineo catturata. Non aveva smesso di puntare l’arma contro di lei.
“Come ho detto prima, prova a muovere un muscolo e ti sparo. La tua fuga finisce qui.”
Cominciò a digitare i numeri della centrale di polizia dell’Esercito.

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Sabato 30 Aprile: Buon compleanno, Rubina... :diavolo.gif:

Secondo il programma, Sabato prossimo (16 Aprile) posterò il seguito della fanfic dell'Ombra e il Sabato successivo (23 Aprile) posterò il seguito della fanfic di Daitarn e Lupin.

Se volete commentare, qui c'è il link: https://gonagai.forumfree.it/?t=47313943&st=90#lastpost

Se volete scaricare la puntata in formato word, qui sotto c'è il link.



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view post Posted on 15/9/2012, 13:55     +1   -1

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Ecco la conclusione della storia di Mineo, come ho promesso:

BUON COMPLEANNO, RUBINA!

Riassunto – Mineo, una ragazza del pianeta Ruby, sottomesso a Vega, cerca di diventare capitano di Vega per salvare il suo villaggio, Escondida, ma fallisce a causa di un complotto ordito da una persona potente e malvagia, Lady Cabaner, che ha fatto uccidere Arianna, l’amica di Mineo, e Shion, il veghiano che Mineo amava. Anche Rubina, la figlia di Vega, fallisce nel tentativo di aiutare Mineo, che ora è sola ad Aquilonia, la capitale di Vega, ed è inseguita dai soldati veghiani, capeggiati dal tenente Kei Abarai, perché accusata ingiustamente dell’omicidio di Shion. Alla fine, Mineo viene catturata da Abarai…

Mineo cercò disperatamente di trovare un punto debole nelle manette, ma non c’era niente da fare: erano chiuse saldamente alla macchina veghiana a canne fissata al muro, non c’era nessuna possibilità di liberarsi. E il tenente della polizia Abarai la teneva d’occhio. Con una pistola laser in mano. Una situazione schifosa.
Eppure doveva liberarsi. Doveva uccidere Lady Cabaner. Vendicare la sua amica Arianna, E Shion. Soprattutto Shion. Lui l’aveva amata, l’aveva addestrata, l’aveva fatta diventare capitano…per nulla!
Ricacciando la disperazione e la rabbia che l’attanagliava, iniziò a pensare, riflettendo. All’improvviso, le venne in mente un sospetto:
“Hai detto che ti chiami Abarai?” chiese al tenente.
“Certo.”
“Sul mio pianeta conoscevo un certo Renji Abarai. Era tuo parente?”
“No. E stai zitta. Tra un po’ verranno qui a prenderti, quindi non fare la furba. Ti conviene non farmi arrabbiare.”
Mineo lo osservò assorta.
“Eppure gli somigli. Molto. Stessi capelli. Stessi occhi. Tu sei di Ruby, vero? Sei del mio pianeta. Si vede.”
“NO! Taci una buona volta, se no ti ammazzo!” gridò l’altro, puntandole contro l’arma.
Le labbra di Mineo si distesero in un sorriso maligno. Aveva capito.
“Non vuoi far sapere che tu, il grande tenente Key Abarai, è imparentato col ribelle Renji. Scommetto che sei il fratello, o cugino. Sarà divertente dirlo, quando mi interrogheranno”
“Maledetta…maledetta…” la mano che reggeva la pistola laser tremava.
“Stai pensando di uccidermi, vero? Per far tacere tutto? Ma Re Vega mi vuole viva per essere giustiziata. Come lo spiegherai?”
“Legittima difesa” sussurrò con crudeltà Abarai. “Mi hai aggredito e ho dovuto difendermi”
“Sono incatenata. Chi vuoi che ti creda?” rispose Mineo mostrandogli le mani ammanettate.
Abarai esitò e questo gli fu fatale: Mineo alzò il ginocchio, facendogli saltare di mano l’arma: poi volteggiò su se stessa, alzando la gamba e colpendo in pieno volto Abarai: il rumore del collo spezzato fu come uno schiocco.

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Era la prima volta che uccideva qualcuno con le sue stesse mani. Non pensava di aver colpito così forte: gli allenamenti che aveva avuto erano stati fin troppo efficaci. Per un attimo rimase immobilizzata, osservando il corpo inerte di Abarai a terra come una bambola rotta.
Ma non poteva perdere tempo.
Gli altri stavano arrivando: era questione di minuti, forse secondi.
Frugando nervosamente tra i vestiti del tenente morto, trovò le chiavi delle manette. La porta si aprì nello stesso momento in cui si era liberata.
Erano le guardie che Abarai aveva chiamato quando l’aveva catturata un’ora fa. Mineo corse come una furia verso la finestra, infrangendola e raggiungendo un cornicione sottostante, al quale si aggrappò con facilità: la sua vita nella foresta le aveva dato un’agilità che gli uomini di Vega, che sono sempre vissuti in città, non avevano. Gli altri poliziotti spararono inutilmente verso di lei: in pochi attimi era già sparita.

Nel palazzo imperiale di re Vega, la festa era giunta al culmine: si festeggiava il genetliaco della principessa Rubina. Spettacoli grandiosi, ballerini provetti, fuochi artificiali, banchetti e tavolate immense.
Re Vega, sul suo trono, contemplava soddisfatto la grande folla che era venuta. Tra poco avrebbe dato l’annuncio: Rubina sarebbe diventata la promessa sposa del capitano Noria, il suo uomo più fidato, persino più di Dantus. Era di origini nobili ed era un veghiano purosangue. E la figlia avrebbe accettato, volente o nolente. Era ora che si dimenticasse di quel maledetto scarafaggio di Duke Fleed.
Pensare a lui gli fece deformare il volto in una maschera di odio. Strinse i denti tra sé, mentre le mani stringevano con forza i braccioli del trono. Goldrake lo stava facendo diventare la barzelletta dell’impero. Re Vega in difficoltà davanti ad un solo robot di un miserabile, cencioso popolo conquistato e distrutto. Cose da pazzi.
Anche se Gandal e Hydargos riusciranno a sconfiggere Goldrake, dopo li giustizierò lo stesso tutti e due. Maledetti incapaci. Mi hanno fatto passare un’umiliazione troppo grande.

Rubina non notò lo stato di alterazione del padre. Anzi, non notava nulla. Il suo sguardo era assente, come quello di una persona con la mente da un’altra parte. Stava solo tastando ogni tanto il pugnale avvelenato che aveva nascosto sotto la gonna. Dall’altra parte della sala, Lady Cabaner osservò la principessa con soddisfazione. Mancavano pochi minuti al rintocco delle campane che avrebbero festeggiato il momento esatto in cui era nata la principessa Rubina, 20 anni fa. Quel suono avrebbe fatto scattare il comando post-ipnotico che Lady Cabaner aveva installato nella mente di Rubina: in un attimo, la principessa avrebbe estratto il pugnale e ammazzato il padre e Noria. E Lady Cabaner avrebbe reagito uccidendo la miserabile assassina davanti a tutti, in un atto di somma giustizia.
Era un piano perfetto.
Tutti sapevano della ruggine tra la figlia e il padre per via di Duke Fleed. Tutti sapevano che tra un po’ il re avrebbe annunciato il fidanzamento tra Rubina e Noria. Quindi non sarebbe stato strano pensare che la principessa aveva voluto vendicarsi, in un attimo di follia. E, una volta uccisa Rubina, Lady Cabaner si sarebbe rivelata come l’unica discendente del ramo antico degli imperatori di Vega, i Victoriane, usurpato proprio dagli antenati di Yabarn, meglio conosciuto come l’attuale Re Vega. Sarebbe stata la nuova imperatrice. La VERA imperatrice. Quel trono le spettava di diritto. Aveva agito per tanto tempo nell’ombra, ora era arrivato il momento della vendetta finale.
Mancava un minuto.
Solo un minuto la separava dalla gloria.

La campana iniziò a suonare, con un rintocco allegro, e la mente di Rubina uscì dal suo letargo. Sapeva cosa fare. Mise la mano sotto il tavolo, afferrando il manico del pugnale. Lo estrasse rapidamente. Suo padre era alla sua destra. Colpì senza pietà.

Re Vega fu sconvolto dalla scena e rimase pietrificato mentre il pugnale si abbatteva su di lui, accompagnato dallo sguardo assente e folle di Rubina. Ma in un attimo la mano fu bloccata da una presa di ferro: quella di un soldato di Vega che si era messo dietro di loro poco prima. Togliendosi il cappuccio, si rivelò: Mineo aveva appena salvato la vita al re.

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Qualche ora prima, Mineo, travestita da soldato di Vega (i cappucci col peduncolo erano una manna per chi voleva nascondersi) era riuscita ad entrare nel palazzo reale per contattare Rubina: aveva saputo che era lì e voleva raggiungerla. Avrebbe potuto aiutarla per sconfiggere Lady Cabaner. Ma quando l’aveva vista di passaggio, aveva notato che Rubina aveva uno sguardo assente. Lo stesso sguardo di Shion quando era stato ipnotizzato da Lady Cabaner. Mineo aveva capito che Rubina era stata assoggettata da quella strega e, quando aveva visto che si era seduta accanto a Re Vega, si sentì mancare: Lady Cabaner voleva che Rubina ammazzasse il re! Con fatica era riuscita ad avvicinarsi dietro di loro: il falso pass che Shion le aveva dato tempo fa era ancora valido e nessuno aveva pensato di controllarlo. Arrivò appena in tempo a fermare la principessa.

“Cosa…cosa significa?” balbettò Re Vega, ancora sconvolto.
“Papà? Cosa ci faccio qui?” Rubina era tornata in sé.
Tutti in sala erano ammutoliti, anche Noria. Lui non si aspettava la reazione di Rubina, ma quando la vide, capì. Pieno di rabbia, si alzò, puntando il dito e gridando ad una figura in fondo alla sala:
“CABANER! E’ OPERA TUA!”
La donna si morse le labbra. Tutto era stato rovinato…per colpa di quella maledetta Mineo. Tanto peggio: ora si useranno le maniere forti. Puntò le mani verso Noria, che si illuminarono: dei raggi di luce uscirono come un lampo, investendo l’uomo, che divenne un orrendo tizzone ardente, mentre tutto intorno a lui bruciava. Mineo si gettò a terra, trascinando con sé Re Vega e Rubina.
“Non muovetevi!” disse, mentre si toglieva tutti vestiti da soldato veghiano in un attimo per muoversi più liberamente. Intanto, Lady Cabaner stava facendo una strage. Quello che poco fa era una festa, era diventata una carneficina. I suoi raggi luminosi annientavano tutto quello che toccavano, mentre ogni arma era inutile contro di lei. La sua risata era agghiacciante.
“Restate giù. A lei ci penso io”
“Sei pazza, Mineo? Quella donna è un mostro!” protestò Rubina, iniziando a tossire. “Io sono peggio di lei. Credimi”
Mentre Mineo si allontanò, Rubina riprese a tossire ancora più forte. Il fumo era il suo punto debole: non sapeva perché, ma per lei, sin da piccola, il fumo era veleno. Re Vega si tolse il mantello e la avvolse, per proteggerla. Anche lui sapeva del punto debole della figlia. Ma non poteva fare altro: tutto intorno a loro stava iniziando a bruciare e l’unica uscita era presidiata da Cabaner.
Tutto stava crollando e in sala ormai non c’era più nessuno vivo. Solo il trono resisteva alle fiamme, essendo composto da materiale totalmente ignifugo, e Re Vega e Rubina si erano nascosti lì dietro.
Ormai la gigantesca sala di ricevimento era diventata un inferno di fuoco. Ormai non c’era più nulla di umano in Cabaner: era diventata una spaventosa ombra nera, tridimensionale, dall’aspetto cangiante.

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I raggi mortali colpirono in pieno Mineo, o almeno così sembrava: ma lei si era già spostata, evitandoli in un soffio. Per quanto letale, Lady Cabaner rimaneva sempre una donna di città: non poteva avere gli stessi riflessi pronti di chi ha sempre vissuto in una giungla, come Mineo. Quest’ultima però sapeva che non poteva muoversi troppo: ormai il fuoco stava cominciando a diffondersi. Bisognava farla finita subito. Estrasse un pugnale in un lampo e lo lanciò contro il petto della creatura che una volta era umana, affondando fino all’elsa.
"I pugnali non possono farmi nulla, Mineo. Ora ti ucciderò" disse con voce rimbombante l’Essere che si chiamava Cabaner.
“No. Hai perso. Shion è stato vendicato.” disse Mineo.
Cabaner, sorpresa, si rese conto che il pugnale le era entrato dentro, squarciandole il petto. Non era stato respinto, come credeva. Com’è possibile?
“Il sangue di Shion era sul pugnale. Quello era lo stesso pugnale col quale tu l’hai fatto ammazzare dalla mia amica Arianna, ipnotizzata da te.” rispose Mineo ”Shion mi aveva detto che tu lo temevi proprio perché il suo sangue, per qualche motivo, era pericoloso per te”
Lady Cabaner lanciò un urlo terribile di dolore, che fece agghiacciare Re Vega, ma Mineo era rimasta impassibile. Osservava freddamente l’assassina di Shion che cadeva a terra, mentre del sangue quasi nero cominciava a diffondersi sul pavimento. Lentamente Lady Cabaner si rialzò, solo in parte, sorretta da un braccio. Tremava leggermente, mentre cercava di muovere la bocca. Il suo volto pallido cambiava orribilmente di luminosità, a causa delle fiamme che danzavano tutte intorno a lei, quasi fossero suoi cortigiani. I suoi occhi brillavano di un fuoco di odio ben maggiore di quello che divampava attorno a lei.
“Mi hai uccisa, Mineo…hai ucciso Cabaner…e hai ucciso anche l’unica speranza che c’era…da qui in avanti, l’impero di Vega cadrà. CADRA’! Mi senti, Re Vega? Tra due anni, l’impero cadrà e tu morirai tra le fiamme, come me! E anche tu, Mineo…anche tu…prima di lui…morirai…nell’acqua…”
Subito dopo, sputò sangue, crollò all’improvviso a terra e non si mosse mai più. Il silenzio era rotto solo dal crepitare del fuoco d’intorno.
Dietro di Mineo, Re Vega, in piedi con Rubina tra le braccia, coperta dal suo mantello, aveva sentito la maledizione di Cabaner. Cercò di non pensarci, ma era difficile.
“E’ morta? E’ davvero morta?”
“Completamente” rispose Mineo, che si era inginocchiata davanti al corpo inerte della sua nemica, sollevandola per i capelli. Era tutta rinsecchita e avvizziva a vista d’occhio: in poco tempo, fu ridotta in polvere.
Ora la via era libera, ma, per un momento, re Vega e Mineo rimasero in silenzio davanti a ciò che rimaneva di una persona che era stata più demoniaca del re stesso.

Quello che successe dopo fu meno importante: l’esercito di difesa personale del re era appena arrivato dopo la morte di Cabaner, spegnendo subito il fuoco e portando il re e Rubina al sicuro: la principessa fu messa sotto osservazione per l’intossicazione dal fumo: ci vorranno giorni perchè si riprenda.
Mineo invece fu portata in un appartamento privato dove poteva riposarsi. Per un certo tempo, si lasciò andare: non le interessava più niente. Non voleva più nemmeno mangiare, nonostante le proteste dei servitori. Ma poi si ricordò della promessa che aveva fatto: doveva salvare Ruby. Il suo pianeta. Era sotto la sua responsabilità. E, con Rubina malata, forse avrebbero affidato quel pianeta ad un’altra persona e la principessa non avrebbe potuto fare nulla contro la volontà del padre. Anche se il paese di Escondida era stato distrutto, rimaneva Ruby.
Il suo pianeta.
I suoi boschi.
Le sue valli.
La sua gente.
La sua lingua.
La sua storia.
Le sue radici.
Ruby.
Ruby, almeno quel pianeta, non doveva morire!

Si riprese con forza, reagendo e impiegando il tempo solo a fare allenamenti in continuazione, anche col suo robot Jiru Jiru.

“Cosa ne facciamo della donna di Ruby, sire? Il comandante Mineo le ha salvato la vita ed è innocente delle accuse di omicidio. La reintegriamo nell’effettivo dell’esercito?” chiese un giorno Zuril.
“Non so che fare con lei” rispose Re Vega, dubbioso “E’ rimasta troppo coinvolta nelle mie faccende personali di famiglia. Rubina, Lady Cabaner…preferirei che fosse lontana da qui. Potremmo mandarla dal capitano Marcus, sono entrambi valenti combattenti”
“E’ vero” annuì Zuril “ però Marcus è una persona orgogliosa: non può accettare altri aiuti. Non collaborerebbero insieme”
“Ci sono diversi modi di allontanare le persone. Il più semplice è eliminarle.” suggerì Dantus, vicino al re come sempre. Era assai soddisfatto: con la morte di Noria, era scomparso un pericoloso rivale.
“Spiegati meglio” rispose il re.
“A quanto ho capito, la donna è assai legata al suo mondo. Basta mandarla a fare una missione suicida per salvare in cambio il suo pianeta Ruby, e il problema è risolto”
“Per ora, non ho intenzione di distruggere Ruby. Anzi, Rubina, quando sarà ristabilita, tornerà laggiù: è un pianeta perfetto, lì non arriveranno mai le notizie del conflitto con Duke Fleed.”
“Certo, sire. Ma queste cose Mineo non le sa.”
“E’ vero” rifletté Re Vega “Ma quale potrebbe essere una missione suicida adatta per lei?”
Zuril sapeva già quale sarebbe stata la risposta di Dantus, e ne approfittò per rubargli l’idea. Loro due si detestavano da anni.
“Avete appena parlato prima di quel problema con Duke Fleed, sire…”
Dantus lo guardò seccato, mentre Zuril gli rispose con un sogghigno.
Re Vega sorrise. Davvero un’ottima soluzione.
“Sì, sì, non è una cattiva idea…meglio fare le cose al più presto. Zuril” disse “Contatta quegli imbecilli di Gandal e Hydargos, dicendo loro che gli manderemo la comandante Mineo. E manda loro il suo pugnale, quello che ha usato lei per ammazzare Cabaner. Sarà la conferma ufficiale dell’ordine.”
“Sì, sire” rispose Zuril con un inchino, allontanandosi sotto lo sguardo di fuoco di Dantus.

Mineo tornò dagli allenamenti della palestra. Si sentiva in perfetta forma. Era in una gabbia dorata, ma non le interessava nemmeno scappare. Ogni tanto pensava al suo villaggio, al suo pianeta. Chissà se quella costruzione che aveva fatto da ragazzina sugli alberi c’era ancora? Sospirando, raggiunse la sala principale, dove, con sorpresa, scoprì che c’era un emissario reale.
“Comandante Mineo Bureitin Rou?”
“Sì”
“Sua Maestà Re Vega vuole parlarvi.”

FINE

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Edited by joe 7 - 17/9/2012, 16:32
 
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