Ill.mo Fil. della Girella
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| Il professor Kabuto sorprese tutti per la sua tranquilla reazione: le Kamia, le mostre guerriere ospiti, Rena e perfino Jun erano pronte a replicare alle obiezioni di Kabuto, ma lui non ne fece nessuna. Come se la Fortezza della Scienza non avesse avuto nessun cambiamento. Chiese solo a Tetsuya: “Ci sono novità?” “Ehm…la Fortezza è un po’ cambiata…” “Sì, sì, è tutto carino, e a parte questo?” Tutti pensavano di aver capito male, soprattutto Tetsuya, che stava per avere un capogiro. “Scusi, professore, si sente bene?” “Benissimo, stai tranquillo” disse lui scrivendo sul bloc notes “Queste sono le istruzioni del prossimo programma su Mazinga, leggile bene” Poi andò a conversare con gli stupefatti assistenti. Tetsuya lesse stranito il foglio: c’era scritto “Entro stasera alle 2 di notte nel silos di Boss. TU SOLTANTO!” Cos’aveva in mente? si chiese.
Quella sera, al silos di Boss, Tetsuya entrò di nascosto, vedendo uno spettacolo unico: non solo Boss, Nuke e Mucha insieme a Kabuto, ma anche il Gran Maresciallo e persino i sette generali con tanto di Imperatore delle Tenebre, ovviamente in formato ridotto se no non ci stavano dentro. “Ma…cosa significa questo? Ci ha venduto ai nemici, professore?” esclamò Tetsuya. “Taci, imbecille, e siediti che dobbiamo parlare di cose serie. Qui non si può continuare la battaglia con quell’obbrobrio, anche ai Mikenes fa schifo” Il Gran Maresciallo confermò: “Non possiamo metterci a combattere contro una specie di lecca lecca gigante, sarebbe ridicolo!” I sette generali annuirono gravemente. L’Imperatore prese la parola: “Sia chiaro che siamo e resteremo nemici. Ma dobbiamo combattere seriamente, non con quella porcheria che avete messo su. Ma vi siete rincitrulliti nel cervello a fare una simile porcheria stile arte moderna? Non vi vergognate almeno un po’?” “Mica siamo stati noi a farlo, sono state le VOSTRE Kamia, Marigera, Helena a fare quella specie di bon bon! Sia chiaro, eh!” sbottò Tetsuya. “Va bene, va bene, non importa” disse diplomaticamente Kabuto “Quello che conta è che siamo tutti d’accordo per sbarazzarci di quella mostruosità. Anche i pesci e gli uccelli se ne sono andati a causa di questo, bisogna ripristinare l’armonia della natura, capite?” “Davvero i pesci e gli uccelli se ne sono andati?” chiese Boss. “Ma ovviamente no, si dice sempre così per drammatizzare, fa più effetto. Potevamo mettere una balena sulla spiaggia, ma non avevamo abbastanza tempo e poi mica dobbiamo fare dei filmati. Insomma, questo è il mio piano: se siete d’accordo, possiamo già cominciare domani. Nuke, distribuisci i volantini. Mucha, porta altre patatine, sono quasi finite, e non dimenticare la lemonsoda!” Dopo aver esaminato tutto, ci furono alcune discussioni sui particolari, ma si trovarono tutti d’accordo in linea di massima, quindi non parlarono a lungo. Dopodichè, si sciolsero in silenzio: nessuno doveva sapere nulla. Entro domani, dopo pranzo, circa alle tre-quattro del pomeriggio, sarebbe scattato il piano segretissimo.
Intanto, in Sudamerica, Himika stava ballando la samba insieme con i portoricani di Santarem alla casa di Mama Rosa, dove Salud e Plata si erano fermati a mangiare. All’inizio era esitante, ma poi ballò così bene che si prese l’applauso di tutti. “Mica male la pupa, eh?” disse Salud/Bud Spencer. “Quella è un’archeologa, parlane con rispetto, Salud, lei è una specie di intellettuale, capisci?” rispose Plata /Terence Hill. “Cosa cavolo fa un’astrologa? L’oroscopo?” “Archeologa, testone, significa una che va a caccia di rovine, hai capito?” “Bè, tutto qui è rovinato, quindi ha solo l’imbarazzo della scelta” “No, no, intendo le rovine antiche, tipo le piramidi o la Gioconda, quella roba lì!” “Ah, ma ci sono qui delle piramidi?” “Mah, a lei interessa una specie di campana di bronzo che si trova dove abbiamo portato Clarita l’anno scorso, sai, quel posto al Rio Cuiabà. Vuole andare lì” “E noi dovremmo portarla lì?” “Bè, ci ha pagato altri soldi…” “Guarda che quella è zona privata di Mister Years” “Embè? Hai paura?” “Io? No!” Himika si sedette al tavolo di Salud e Plata, affaticata ma soddisfatta, aveva bisogno di sfogarsi un po’. “Tutto a posto, ragazzi?” “Tutto bene, milady, domani partiamo, troveremo quell’oggetto” la rassicurò Plata. “E speriamo di trovare solo quello” bofonchiò Salud. “Come?” chiese Himika. “Niente, niente” Dietro un paravento, un uomo li osservò maligno e compose un numero: “Pronto, Mister Years? I due ficcanaso con la pupa danarosa partono domani!” “Bene, bene, finalmente me la pagheranno!”
Nel frattempo, Brunilde stava per partire all’incontro a cena a Mikene: aveva fatto pulire la Yamata No Orochi, l’astronave con otto serpenti di Himika: bisognava fare bella figura, aveva anche fatto mettere la moquette nuova. I tre generali, ricevuta la minaccia di Himika, si trovarono subito guariti all’istante, e ricevettero le ultime raccomandazioni: “Grazie agli allenamenti ho preparato un buon mostro di roccia per Jeeg Robot, mandatelo da lui domani mattina alle dieci, ci siamo già messi d’accordo” “Ma non le sembra un po’ strano fissare un appuntamento coi nostri nemici? Almeno attacchiamo alle nove, così facciamo un attacco sorpresa!” obiettò Ikima. “No, non sarebbe onesto” rispose Brunilde. “Ma non dobbiamo essere onesti, dobbiamo vincere coi mezzi sporchi, se no che figura ci facciamo?” “Va bene, la prossima volta dirò a Hiroshi che farò un attacco a sorpresa un’ora prima, contenti? OK, ragazzi, partiamo!” La Yamata No Orochi mollò gli ormeggi e volò nel cielo come una nuvoletta, o palloncino, se preferite. “Quella non sa niente di come si gestiscono queste cose” bofonchiò Mimashi. “Prendere accordi!” “Insomma, adesso comanda lei, facciamo così, andiamo almeno a vedere questo mostro di roccia cosa fa” concluse Amaso. Il mostro era fatto tutto a scaglie arancioni e si scagliò contro Jeeg gridando: “E’ TEMPO DI DISTRUZIONE!” Stavolta Hiroshi si trovò in difficoltà: il mostro di roccia sparava cazzotti alla Mike Tyson, quindi dovette reagire col colpo d’incontro incrociato di Rocky Joe: si beccarono tutti e due un cazzotto in faccia allo stesso tempo, e caddero a terra. Doppio knock-out. “E adesso cosa facciamo?” si chiesero i tre generali e Miwa, indecisi. Era la prima volta che accadeva una cosa simile.
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