| Un problema non da poco è la coesistenza tra modi di pensare e tradizioni diversissime. Gli Stati Uniti, pur variegato melting pot, sono più uniformi dal punto di vista culturale e linguistico: sono un paese giovane che si è soprattutto espanso in un territorio (apparentemente) vergine, non che si è formato unendo passati spesso conflittuali. Qualche anno fa, in una vacanza in Croazia, una ragazza australiana che era sulla mia barca si era stupita del fatto che noi italiani non parlassimo la stessa lingua dei nostri vicini slavi; e davvero anche francese e tedesco erano così diversi? Un continente così piccolo e così tante differenze... non se ne capacitava.
Facendo qualche passo indietro per vedere il quadro d'insieme, certo, una cultura comune europea da contrapporre, non per opporsi ma per arricchire la pluralità dei punti di vista, a quella degli altri grandi Stati esiste: ma, dall'interno di ogni singola nazione, l'Europa continua ad essere un'entità astratta e lo sarà non tanto perché i cittadini continuino a sentirsi italiani, tedeschi o spagnoli, ma perché ciascuno stato sembra cercare nell'Europa il modo per trarre vantaggio per sé e non per il bene comune.
Per tornare a Napolitano ed alla situazione italiana: la richiesta dell'ormai ex presidente è andata inascoltata. Da tanto tempo si parla di riforme in Italia, ma l'impressione è che se ne parli tanto proprio per coprire il fatto che se ne fanno poche. Fondamentalmente si tira a campare, e da questo punto di vista la questione marò è un caso esemplare. Spiace dire che se il paese coinvolto, anziché l'India, fosse stato gli USA, le cose sarebbero andate ben diversamente dal punto di vista dei tempi... e che se fossero stati gli USA ad avere un simile scontro con l'India, anche dei risultati. Un caso in cui avere alle spalle non un singolo governo ma una vera unione di stati avrebbe fatto la differenza.
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