| Mi verrebbe voglia di commentare con un bel "leccapiedi" ma sarebbe riduttivo. Nel timore di offendere (ohibò) limitiamo la nostra cultura (culinaria o che sia), impoverendo il nostro patrimonio, in nome di che cosa?
Per lavoro mi sono trovata quotidianamente confrontata a persone di fede musulmana, sia come pazienti che come colleghi. Mi sono ritrovata a gestire pazienti musulmani praticanti con un collega ebreo ashkenazi ed è andata benissimo. Una delle mie più care colleghe era di fede musulmana, ogni tanto capitava qualche gaffe fra di noi (tipo quella che ad una grigliata in riva al lago si è rifiutata di grigliare sulla stessa griglia il pollo che noi avevamo acquistato per lei... perché su quella griglia c'era stato del maiale!!!), ma il più delle volte si sorrideva dei nostri "scivoloni". Ho avuto tra i miei pazienti molti musulmani affetti da cirrosi epatica d'origine etilica! Poi ci sono stati casi fastidiosi ed irritanti come quello che non voleva farsi visitare da me perché una donna non poteva toccarlo, e quindi quando gentilmente l'ho fatto riconvocare per un nuovo appuntamento con un uomo, mi sono ancora sentita minacciare perché non aveva ricevuto il certificato di buona salute per poter iniziare a lavorare. Altre volte invece ero la benedizione perché finalmente ero una donna che poteva visitare le loro mogli... che dire una miscellanea di sensazioni ed emozioni sia nel senso positivo che negativo dell'irritazione. Ma finora fatti gravi non ne ho vissuti, ma purtroppo noto che spesso è la stampa, l'istituzione pubblica ad ingigantire il problema della vita di tutti i giorni.
Non dimentichiamo che sono loro che vengono da noi, non vogliono alcool, maiale &Co... liberissimi di farlo, ne hanno il diritto e anche la possibilità (il pollo e l'agnello li si trova ovunque e di acqua pure!). Infastidisce l'imposizione, per esempio, che le donne musulmane debbano essere visitate /viste solo da donne, ma anche in questo caso sia in ambito medico che tra i poliziotti e doganieri (ecc) si è trovato il modo di accontentare tutti. Infastidisce invece il fatto di togliere quello che fa parte della nostra cultura per non urtare che non la pensa come noi: in Svizzera non troverete più ospedale o scuola pubblica con un crocefisso, spesso il venerdì nelle mense scolastiche non si propone il pesce per non urtare la sensibilità dei non cristiani, nelle nostre scuole spesso l'ora di religione è stata sostituita dalla storia delle religioni e ci sono classi miste (nei quartieri popolari) in cui tutti sono obbligati a pensare al Ramadan, ma si esonerano i ragazzi di fede musulmana a ragionare sul Natale e sulla Pasqua. Lungi dal nominare Natale e Pasqua in classi troppo miste, e infatti le vacanze si chiamano vacanze d'autunno (Ognissanti), vacanze d'inverno (Natale) e vacanze di primavera (Pasqua)! Quelle di Carnevale sono rimaste tali come ai tempi dei miei nonni!! Mi è capitato di trovare salsicce di pollo ma non di maiale...ecc ecc... questo è deleterio, per rispettare fedi diverse, per non urtarle, non rispettiamo le nostre tradizioni...il non conoscersi, il doversi accettare nelle proprie differenze culturali e religiose richiede uno sforzo che globalmente mi sembra si stia facendo, ma sono le istituzioni "pubbliche" d'ambo le parti che sottolineano le differenze esasperandole. Da qui non è difficile intravvedere la via che persone non troppo argute e coltivate, facili preda di emozioni che nascono nelle budella, si spingano agli estremismi (dell'estrema destra xenofoba da una parte e , ancora peggio, ...della jihad di cui tristemente se ne parla di recente... ). Premesso che incomprensioni ve ne saranno sempre e che atti criminali debbano essere repressi e che se c'è qualcosa che urta e non funziona, è solo la legge che può fare giustizia, a volte temo che la vecchia Europa, che dovrebbe essere un po' più unita (... non ditemi da che pulpito perché noi Svizzeri siamo fuori PF!!!), non abbia imparato molto dalle due guerre che l'hanno devastata nel secolo scorso, alla quale aggiungiamo anche quella "recente" dei Balcani, alle porte di casa nostra!!!
Dobbiamo difendere la nostra cultura in nome della libertà reciproca... è una questione di rispetto per la vita, per chi ci ha preceduti e per i nostri figli e nipoti... vale per noi e per loro! (Rispettare per essere rispettati)
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