CAPITOLO 10
La Fortezza delle Scienze, danneggiata e vulnerabile a causa degli attacchi subiti, si ritirò in fretta a debita distanza, ignorata da Ade che stava di nuovo studiando Zeus. Conscio che qualcosa nel suo avversario era cambiato, il gigante fiammeggiante riprese l'assalto in modo guardingo, sferrando attacchi prudenti e tenendosi sempre pronto alla difesa.
Tetsuya e Koji, approfittando del ritmo prudente di Ade, iniziarono ad affiatarsi: il primo muoveva il corpo di Zeus in modo sempre più repentino per mettere alla prova la resistenza del secondo, che a sua volta lanciava rapidi attacchi con i sistemi d'arma in totale coordinazione con i movimenti. In breve la loro abilità li portò ad una perfetta sintonia e cominciarono ad attaccare in modo più insistente.
Anche i principi di Fleed erano rimasti attoniti per gli ultimi stravolgimenti: il sacrificio di Blade aveva toccato corde profonde della loro anima, divisa ad ogni combattimento tra lo spirito di sacrificio e l'attaccamento alla vita. Tuttavia il turbamento maggiore era dovuto alla vista di Zeus: il cuore era commosso dal ritorno di quello che per loro era un eroe quasi divino, ma la mente urlava che Kabuto aveva realizzato qualche cambiamento così radicale da mettere a rischio ogni loro speranza. Si ritrovarono a valutare anche l'idea di cercare un'alleanza con Ade per fermare il dominio tirannico di Poseidone; la sua antica fama però non era certo quella del magnanimo Zeus e l'attacco di Juri Caesar non portava buoni auspici. Dopo un rapido dialogo telepatico i due fratelli bloccarono ancora una volta il portale e fecero piazza pulita dei pochi nemici rimasti; dopo aver riunito Grendizer allo Spacer si fermarono, preparandosi ad attendere la fine dello scontro per decidere le mosse future.
Il colossale corpo di Zeus, animato dalla volontà di Tetsuya, si muoveva rapido ed assaltava Ade con fendenti rapidi ed efficaci e nel frattempo Koji scagliava raffiche di raggi fotonici e scariche elettriche; purtroppo gli attacchi sembravano non sortire alcun effetto e l'armatura dell'autoproclamato Imperatore delle Tenebre sembrava indistruttibile. Ade, dopo aver incassato senza batter ciglio l'ennesimo colpo inefficace, si sentì sicuro della propria superiorità e tornò ad uno stile di combattimento più aggressivo, tempestando di frustate Zeus, presto visibilmente messo all'angolo.
Con tono divertito, il gigante dal volto demoniaco si rivolse al suo avversario: "A quanto pare la mia preoccupazione era immotivata: anche se qualcosa è cambiato rispetto a poco fa, resti indegno del nome di Zeus. Siete solo bambini che giocano alla guerra; appena mi sarò liberato di voi prenderò il controllo di questo pianeta. Vedremo se gli altri abitanti saranno abbastanza furbi da non opporre resistenza o se dovrò usare la forza. Penso che tra pochissimo lo scoprirò"
Un getto di fuoco scaturito dalle fauci del generale distruttore colpì in pieno il volto del difensore del genere umano, surriscaldando in un istante l'aria nell'angusta cabina condivisa da Koji e Tetsuya. Questi, a causa della connessione neurale con il corpo gigantesco, sentiva con dolore il riverberare dei colpi subiti, mentre Koji, pur non colpito direttamente dagli attacchi, risentiva del calore e dei sussulti.
Nella cabina risuonò la voce di Sayaka, scossa dalle lacrime: "Koji non arrenderti! Devi farcela e tornare qui in fretta, Shiro ha bisogno di te!"
Concentrato sulla battaglia, il ragazzo all'inizio non prestò attenzione, ma dopo pochi istanti fu assalito da un terribile sospetto. "Sayaka - chiese in tono preoccupato - state tutti bene alla Fortezza?"
La voce angosciata di Jun coprì i singhiozzi di Sayaka: "Abbiamo parecchi feriti lievi a causa degli attacchi subiti, ma ... "
" ... ma Shiro è ferito gravemente. La dottoressa Makiba lo sta stabilizzando, ma avrà bisogno di una trasfusione."
Spronati dalla notizia, i due piloti trovarono nuovo vigore e presero a rispondere ad Ade, ribattendo colpo su colpo. Come già era avvenuto con Koji alla guida dello Zeta, lo spirito battagliero dei due combattenti sembrava infondersi nel corpo gigantesco: le letture degli strumenti posti di fronte a Koji confermavano i dati che Tetsuya riceveva in modo automatico e mostravano una continua crescita della potenza rilasciata dal motore fotonico di Zeus.
Colte da una reminescenza improvvisa, le due anime di Zeus levarono un grido all'unisono: "Zeeetaaaaaa!!!!" ed un fulgore dorato abbagliò per un istante tutti gli spettatori, compreso Ade.
Quando questi riguadagnò la vista, abbandonò di colpo l'espressione ed i toni beffardi, assumendo al contrario un'aria concentrata, come si addice ad un guerriero pronto a confrontarsi con un avversario temibile; iniziò a studiare con rinnovato interesse il gigante che lo fronteggiava, osservando anche il più piccolo dettaglio. Il cambiamento era evidente, poichè ora il suo avversario era tornato a sfoggiare l'antica armatura da battaglia dorata, ma vi erano molti dettagli sconosciuti che era opportuno valutare con cura. Il volto del suo antico compagno d'armi ed avversario era stato sostituito da un elmo, con la bocca coperta di una griglia protettiva e gli occhi splendenti di un bagliore intenso; il mantello, un tempo candido, era ora di un rosso acceso e privo degli spallacci; l'aspetto più impressionante del suo avversario era comunque la serie di piccole scariche elettriche che continuava a sprigionare.
Zeus scatenò senza indugi tutta la sua potenza: un vento impetuoso scaturì dalla maschera sulla bocca e spense la fiamma della spada-frusta come una flebile candela. Il getto di fuoco che scaturì in risposta dal volto nel corpo di Ade fu respinto, circondando il signore degli Inferi senza ferirlo; quando il mostruoso gigante tentò di lanciare alcuni missili dagli occhi sul torace, gli ordigni esplosero un istante dopo la partenza a causa del calore.
Il pugno sinistro di Zeus si staccò dal gomito e centrò la mascella del suo oppositore, facendolo barcollare; Tetsuya approfittò di quell'istante per tranciare con un fendente le mani dell'avversario e concluse il rapido movimento della spada affondandogli la lama nella bocca spalancata sul torace.
Lasciata la presa sulla spada conficcata, il guerriero d'oro arretrò di un passo e le voci dei due piloti risuonarono all'unisono: "Diviiineee Thundeeeer!!!!!!!"
Una folgore abbacinante scaturì dal pugno destro che un tempo era stato Mazinger Zeta, e si riversò sul nemico ferito: questi iniziò a tremare scosso dalla tremenda scarica, poi sulla corazza comparvero delle crepe che in un momento si allargarono. L'armatura di Ade cominciò a sgretolarsi ed i frammenti iniziarono a cadere al suolo, fusi dal fuoco e dall'elettricità. Per un istante fu visibile l'interno del poderoso corpo meccanico, dove era racchiuso un piccolo corpo organico dalle fattezze aliene; infine una esplosione devastante cancellò ogni traccia dell'antico invasore.
Senza un attimo di attesa, Zeus, ora tornato ai colori scuri dei Mazinger, volò verso la Fortezza delle Scienze e Tetsuya posò Koji nella sala comando, aperta e vulnerabile per gli attacchi del defunto Ade. Il ragazzo prese per mano Sayaka e corse trafelato al centro medico, raggiungendo in pochi istanti il capezzale del fratellino.
Il bambino, di un pallore angosciante, era rinchiuso in una gabbia di vetro abbastanza grande da contenere un adulto. Una ferita aperta, larga e profonda, era visibile sul lato destro del torace. Vedendolo in quella scatola Koji ebbe la tragica impressione di trovarsi di fronte ad una bara di cristallo, ma subito si sforzò di scacciare quel pensiero funesto: la piccola maschera per l'ossigeno ed il lieve pulsare della ferita mostravano che Shiro era ancora vivo.
Hikaru, che digitava in modo febbrile su una tastiera, alzò gli occhi per un momento dal monitor e parlò in modo concitato ai due ragazzi appena entrati: "Una grossa scheggia lo ha colpito al torace, trafiggendo il polmone destro e fuoriuscendo dalla schiena. Non ci sono danni alla colonna vertebrale, ma il polmone è collassato ed il bambino ha perso molto sangue. Per fortuna la tecnologia medica della Fortezza è estremamente avanzata: i nanobot hanno fermato l'emorragia, stanno riparando il tessuto polmonare ed ossigenando il sangue in sostituzione del polmone ferito, ma tuo fratello ha perso molto sangue e purtroppo siamo senza scorte di sangue compatibile. Koji, so che sei esausto, ma tu sei l'unico in questo momento che può donare il sangue necessario alla trasfusione."
Senza indugiare un istante il ragazzo gettò via la giacca della tuta da combattimento e scoprì il braccio, in attesa di istruzioni. Ad un ordine di Hikaru, si sedette su una sedia accanto alla minuscola sala operatoria; dalla base della teca fuoriuscì un esile sistema meccanico, su cui era installato un ago. Il robot medico trovò con precisione la vena di Koji, mentre un altro arto artificiale si muoveva all'interno della capsula di vetro, trafiggendo il braccio di Shiro; dopo pochi istanti un flusso scarlatto era visibile nelle cannule racchiuse nelle strutture metalliche. Koji cercò di rilassarsi, mentre la sua mano si stringeva a quella di Sayaka. Stremato dalla battaglia, scivolò in un agitato dormiveglia.
Grendizer atterrò accanto alla Fortezza delle Scienze, all'ombra di Zeus; Duke balzò fuori dallo Spacer e raggiunse Maria davanti al robot. I due si mossero insieme con velocità sovraumana sulla superficie della Fortezza, raggiungendo con pochi stupefacenti balzi lo squarcio in corrispondenza della sala comando. Varcata la falla nello scafo, Duke si guardò intorno con rapidità e si precipitò verso Kabuto, così veloce da non poter essere fermato. Maria si era posizionata per tenere sotto controllo tutti i presenti; entrambi i principi erano pronti ad impugnare le armi.
Lanciando uno sguardo gelido al Kedra, Duke esordì: "Ora pretendo una spiegazione chiara. Niente mezze verità, questa volta, o saremo costretto a considerarvi nostri nemici."
Dall'alto risuonò la voce di Tetsuya, amplificata dal corpo di Zeus: "Principi di Fleed, credo proprio di essere io il più adatto a spiegare la situazione. Ora calmatevi tutti ed ascoltatemi." Il gigante si sedette sul muso della Fortezza, volgendo lo sguardo e la cabina spalancata verso i suoi interlocutori, poi riprese a parlare.
"E' già stato raccontato dello scontro di 3000 anni fa tra Zeus ed Ade. Al termine dello scontro entrambi erano feriti in modo serio e furono costretti a cadere in letargo per consentire ai loro sistemi meccanici di autoripararsi. Purtroppo non era solo il corpo meccanico di Zeus ad essere danneggiato: anche la sua componente organica era pesantemente compromessa, quindi la macchina riuscì a mantenere in vita il suo ospite organico, ma i gravi danni ne avevano alla fine causato la morte cerebrale. Secoli dopo, Kenzo ritrovò Zeus e constatò che la parte meccanica era a punto, ma non potè fare nulla per l'alieno che ne aveva costituito l'anima; allo steso tempo anche io ero in condizioni gravi a causa dello scontro con un Kedra sull'isola di Bardos. Ritenendosi colpevole di quegli avvenimenti, il mio amico cercò di salvarmi innestandomi nel meccanismo ormai rimesso in sesto."
"All'apparenza l'operazione ebbe pieno successo, ma io non mostravo alcun segno di miglioramento; così Kenzo decise di installare un sistema di guida rudimentale nel corpo di Zeus, per consentire ad un pilota di manovrarlo senza esservi connesso in modo permanente. Riuscì a collegare i comandi in modo da simulare i segnali nervosi della componente organica ed aggiunse alcuni nuovi sistemi d'arma, potenziando il già formidabile gigante meccanico. Poi preparò ogni altra cosa per l'arrivo dei micenei."
"In quel periodo prelevò anche alcuni miei tessuti ed iniziò un processo di clonazione per realizzare dei piloti sacrificabili da far combattere in prima linea, abili e pronti come esseri umani ma privi del fardello degli affetti. Hikaru lo aiutò nel processo di clonazione, mentre Jun iniziò ad addestrarli. Nessuno di loro sapeva che in realtà il corpo meccanico stava un po' alla volta guarendo le ferite del mio corpo e preparando il mio risveglio, e nemmeno sospettavano che una parte di me agognava solo di lasciarsi tutto alle spalle e sprofondare nell'oblio. Durante tutto questo periodo, io vivevo ciò che mi accadeva intorno come un sogno, in uno stato di dormiveglia dove i ricordi di Tetsuya, quelli di Zeus e gli avvenimenti presenti si mescolavano senza sosta, generando spesso un tormento di sogni."
"Un giorno alla volta, la mia coscienza si risvegliava, ed io riuscivo ad apprendere i misteri dell'universo e della storia conservati nel magnifico archivio di Zeus." Senza alcuna pausa di esitazione Tetsuya prese a rivolgersi ai principi alieni nella loro lingua madre, modulando con voce profonda i suoni melodiosi del loro idioma; tornando un attimo dopo ad esprimersi in giapponese, continuò: "Spero che questo saluto rituale possa aiutarvi a credere a quanto sto per dirvi."
"Io, Tetsuya Tsurugi della Terra, sono ora il nuovo Zeus: sappiate che sono il centotrentunesimo a portare questo nome e questo manto e che molte volte Ade, Poseidone ed io siamo morti e rinati, infondendo nei nostri corpi meccanici la vita di ospiti nuovi. Ritengo che il cambiamento nell'animo di Poseidone di cui avete raccontato coincida con l'ultima sostituzione del suo elemento organico. Ho potuto sentire anche tutto quello che avete detto in questi giorni e voglio tranquillizzarvi: io, Zeus, fermerò la tirannia di Poseidone e porterò Pace e Giustizia nell'Universo."
I due fratelli, toccati dalle parole di Zeus, si acquietarono rasserenati dalla rinnovata speranza.
"Kenzo, sono sicuro che la Terra potrà essere difesa dai coraggiosi che ti hanno affiancato fino ad oggi. Io partirò con i principi di Fleed per affrontare Poseidone; così il suo esercito sarà comunque costretto ad ignorare questo fronte. Ho bisogno di poter usare il mio corpo al pieno della mia potenza e di padroneggiare le armi che hai aggiunto, è necessario metterci subito al lavoro."
Tetsuya sembrava aver incarnato completamente il ruolo di Zeus, e nessuno ebbe motivo di obiettare alla voce di un antico Dio.
Nei giorni successivi, Kenzo Kabuto, Yumi ed i tre assistenti lavorarono senza sosta per correggere quei piccoli errori che impedivano a Tetsuya di governare i sistemi d'arma in modo indipendente. L'aiuto di Duke Fleed, addestrato a riparare Grendizer sul campo ed appassionato per natura di ogni tecnologia fu determinante. Abituati loro malgrado alla vita frenetica dei campi di battaglia, per Tetsuya ed il principe il tempo trascorso insieme durante i lavori nella cabina di Zeus fu sufficiente per dare origine ad una forte amicizia.
Koji non lasciava quasi mai il fratellino, ma qualche volta approfittava delle visite di Goro per dedicarsi a Sayaka o per incontrarsi con Duke e Tetsuya, sapendo che presto avrebbe dovuto salutarli. Nei momenti che trascorrevano insieme, Sayaka e Koji iniziarono a fare progetti per il futuro, decisero di comune accordi di continuare gli studi e si prepararono a lasciare la Fortezza, pronti ad intervenire nelle future emergenze.
Maria, pur essendo una principessa, si rivelò un compagno d'armi simpatico ed alla mano, stringendo amicizia con tutti i ragazzi e diventando in breve il nuovo bersaglio della rivalità di Boss: le loro sfide al simulatore divennero molto avvincenti ed oggetto di scommesse per l'intero equipaggio. L'inaspettata abilità di Boss e la mole di rottami rimasti sul campo di battaglia convinsero Tsubasa e Kenzo a rivedere il progetto del Borot, che divenne presto una delle macchine da guerra principali nei piani di difesa globale.
Con il comandante occupato nell'allestimento di Zeus, Jun era impegnatissima nella gestione della base, ma riuscì comunque ad organizzare una cerimonia funebre per Blade. Tutti si riunirono per ricordare un giovane generoso e pronto al sacrificio e nessuno si stupì all'idea di un servizio funebre per un costrutto artificiale: la sua vita era stata significativa per tutti quanto la sua morte. Il progetto Blade venne abbandonato su richiesta di Jun: sapeva che sminuire il ricordo del ragazzo che si era immolato per la loro salvezza con una nuova incarnazione avrebbe ucciso lo spirito dei difensori della Terra. Il comandante Kabuto non sollevò alcuna obiezione.
Il professor Yumi, forte della fama mondiale dei suoi studi e dei suoi contatti con il governo giapponese, riuscì in breve tempo ad organizzare un incontro segreto tra Duke Fleed ed i membri del consiglio di sicurezza dell'ONU. Nonostante la giovane età e la mancanza di familiarità con la storia del pianeta, il principe si rivelò un abile diplomatico e riuscì a destreggiarsi nei meandri della politica terrestre, stabilendo all'insaputa della popolazione un'alleanza tra Fleed e la Terra, rappresentata dall'ONU che fu così rivestita di una nuova importanza. Questo patto garantiva alla Fortezza delle Scienze ed al team del comandante Kabuto le risorse e l'autorità per creare una nuova armata di robot, potenziata con le ultime tecnologie micenee e con le conoscenze di Fleed; nel corpo speciale della Fortezza delle Scienze entrarono di buon grado anche Tsubasa e quanti le erano fedeli, mentre l'ispettore Ankokouji fu investito in segreto del ruolo di ufficiale di collegamento. Grazie anche ai traduttori universali, la Fortezza venne messa in grado di comunicare con Fleed e gli altri pianeti indipendenti in modo rapido, garantendo la possibilità di chiedere aiuto e di mantenere vivi i contatti.
Dopo appena due densissime settimane, tutto fu pronto per la partenza e giunse il momento dei saluti. Con la partenza fissata per l'indomani ed un portale monitorato e presidiato da entrambe le parti, l'intero equipaggio della Fortezza potè dedicarsi a celebrare la vittoria con una grande festa. Fu un'occasione perfetta per presentare a Duke e Maria la varietà delle culture terrestri, ben rappresentate nell'equipaggio della Fortezza. Danbei e la sua squadra si dilettarono a preparare prelibatezze da ogni parte del mondo, anche grazie alle ricette che ciascuno suggeriva. La musica ed i balli di ogni genere continuarono per tutta la notte, fino a quando all'alba molti si ritirarono. Shiro, che in pochi giorni era stato considerato fuori pericolo, partecipò con gioia insieme ai suoi amici.
La bellezza dei primi contatti con Hikaru spinse Duke Fleed a trascorrere con lei gran parte del poco tempo libero che gli rimaneva in quei giorni: considerava anche l'amore, come l'amicizia, un bene troppo prezioso per non goderne ogni istante e si sentiva fortemente attratto dal carattere della ragazza, così forte e dolce al tempo stesso. Anche la dottoressa era molto impegnata: i numerosi feriti venivano curati al meglio grazie alle avanzatissime tecnologie della Fortezza, ma lo sforzo era continuo. Per entrambi il tempo insieme era un balsamo per la fatica, e si soffermavano a cogliere il presente senza angustiarsi per l'imminente separazione.
Allontanandosi dalla festa, Duke accompagnò Hikaru verso la sua cabina. Prendendole la mano, le disse: "Perchè non vieni con me e Maria su Fleed? Potresti studiare la medicina degli altri pianeti, scoprirai di certo molte altre cose utili ai terrestri e potresti aiutare altri extraterrestri in visita sul tuo pianeta, magari anche insegnare qualcosa su di voi ai medici del resto della galassia. Sarei felice di farti conoscere i più brillanti medici di Fleed."
Guardando il principe negli occhi, Hikaru rispose: "Non posso lasciare tutto su due piedi... dammi un po' di tempo e cerchiamo di organizzare la cosa, sarò felice di visitare Fleed e conoscere il tuo pianeta, se deciderai di invitarmi tra un po'." Dopo un istante di esitazione aggiunse: "Sai... mio padre è molto legato alle tradizioni e potrebbe rimanerci male se io partissi seguendo un uomo appena conosciuto, ma se l'ufficiale medico della Fortezza delle Scienze ricevesse un invito ufficiale non avrebbe nulla da ridire." Per un istante lo sguardo della terrestre si accigliò, poi riprese esitante: "Su Fleed il principe ereditario non ha qualche obbligo da rispettare? Se davvero lo vuoi, sono sicura che ci vedremo presto, altrimenti..." con dolcezza lo baciò e chiuse la porta alle loro spalle.
Esplorando l'isola di Bardos, Koji aveva trovato un souvenir e quando alla fine della festa accompagnò Sayaka alla sua stanza le fece una sorpresa.
Dalla tasca tirò fuori una sfera metallica e la mostrò alla ragazza tenendola posata sul palmo della mano: "Sai cosa è questa, Sayaka?" Lei, incuriosita, studiò con lo sguardo l'oggetto misterioso, poi scosse la testa.
Koji sorridendo le spiegò: "E' la sfera che era in cima al bastone di comando del dottor Hell, l'ho trovata tra i rottami dell'isola di Bardos l'altro giorno ed ho pensato una cosa: ho sempre l'impressione che tu voglia un po' comandarmi a bacchetta, ed ho deciso di lasciartelo fare."
Prendendo la sfera tra le dita, mostrò che l'aveva fusa ad un anello d'oro bianco e lo infilò al dito della sua fidanzata. Poi la sollevò tra le braccia e la baciò, portandola oltre la soglia della stanza.
Il banchetto ed i balli erano avvenuti all'aperto, per permettere anche a Tetsuya di partecipare a suo modo alla festa. Quando l'uomo vide Jun allontanarsi le mandò un piccolo segnale sul comunicatore, dandole appuntamento nel suo hangar. Solo lui era a conoscenza di molti dei segreti del vicecomandante, che spesso si era recata nell'hangar per confidare a Zeus i propri turbamenti; quando si trovò di fronte al redivivo Tetsuya, la ragazza si sentì in imbarazzo, sapendo che ogni suo monologo era immagazzinato nei ricordi di Zeus. Sollevandola con delicatezza sul palmo della mano, Zeus la fece accomodare nella cabina di fronte a Tetsuya, che potè così parlarle senza gli amplificatori: "Jun, sai che ricordo ogni attimo che hai passato qui a parlare con me. Tutti quei momenti mi hanno aiutato a tornare tra di voi e voglio che tu sappia che mi mancherai moltissimo. Ho chiesto a Duke di lasciare qui un comunicatore personale in grado di contattarmi anche ad anni luce di distanza, è posato sulla consolle vicino a te. Prendilo e, se vuoi, usalo per chiacchierare ancora con me: ora potrò anche risponderti."
Guardandolo commossa, la ragazza prese il dispositivo e lo mise al sicuro in tasca, poi salutò Tetsuya con un bacio sulla guancia ispida.
Al tramonto del giorno successivo Grendizer e Zeus attraversarono il portale, pronti ad affrontare le nuove battaglie che li attendevano. Sulla Terra i loro amici li guardarono partire con lo sguardo velato dalla tristezza di un arrivederci incerto e lontano.
FINE
[Con questo siamo a fine corsa, almeno per un po'. Per i graditissimi commenti, da questa parte...
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Edited by josomeda - 16/2/2015, 19:27