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| «Resta di stucco è un barbatrucco»: tutti i bambini conoscono la frase cult di Barbapapà (dall’espressione francese «Barbe a’ papa», zucchero filato). Ora bisognerà spiegare che il “papà” di quel personaggio morbidoso, gommoso e duttile con la sua numerosa colorata famiglia di Barbamamma e ben sette Barbottini, è scomparso, a Parigi all’età di 82 anni. Talus Taylor, artista statunitense di origine irlandese, da sempre residente a Parigi, è stato uno dei fumettisti più noti e allo stesso tempo più riservati. Nato a San Francisco, con un passato giovanile classicamente hippy, era noto per la proverbiale maniacalità nel suo lavoro al punto che non diede l’autorizzazione anni fa a una serie animata giapponese pronta su Barbapapà perché «non all’altezza», dando solo successivamente il permesso. La nascita del personaggio fu nel pieno del Maggio francese, ma di politico quella storia ha ben poco. «Ero un giovane insegnante di matematica e Annette - aveva raccontato in un’intervista l’artista - era una studentessa di architettura alla Sorbona. In quel bistrot francese, mentre gli studenti parlavano di filosofia e rivoluzione, io cercavo di conquistare Annette e cominciai a fare disegni semplici sulla tovaglia. È nato così il personaggio e anche il mio matrimonio».
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