Le migliori frasi della letteratura...

Da "Different Seasons" di Stephen King:

"The most important things are the hardest to say.
They are the things you get ashamed of, because words diminish them -- words shrink things that seemed limitless when they were in your head to no more than living size when they're brought out.
But it's more than that, isn't it?
The most important things lie too close to wherever your secret heart is buried, like landmarks to a treasure your enemies would love to steal away.
And you may make revelations that cost you dearly only to have people look at you in a funny way, not understanding what you've said at all, or why you thought it was so important that you almost cried while you were saying it."

"Le cose più importanti sono le più difficili da dire.
Sono quelle di cui ci si vergogna, perchè le parole le immiseriscono, le parole rimpiccioliscono cose che finchè erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori.
Ma è più che questo, vero?
Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via.
E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto che cosa avete detto, o perchè vi sembrava tanto importante da piangere quasi mentre lo dicevate."

In poche frasi mi sono riconosciuta più che in queste.

Terry Pratchett, „Hogfather“

All’Università Invisibile i maghi si sono convinti che qualche misteriosa creatura stia rubando i loro calzini, quindi entrano di soppiatto nella lavanderia per cercarla.
„Ma questa creatura, cosa ne farebbe dei calzini, poi? Li ruba soltanto, oppure li mangia?“
„Ottima osservazione. Passate parola: che nessuno assuma le sembianze di un calzino, intesi?”

Fairy tales are more than true: not because they tell us that dragons exist, but because they tell us that dragons can be beaten.

Neil Gaiman - Coraline

Via col vento

"La bambina avrà gli occhi verdi."
"Certamente no! Li avrà blu come la Bonnie Blue Flag, la Diletta bandiera nostra."
Così fu che la figlia di Rhett e Scarlett venne sempre chiamata Diletta; e perfino i suoi genitori tendevano a dimenticare che era stata chiamata col nome di due regine.

People think that intimacy is about sex. But intimacy is about truth. When you realize you can tell someone your truth, when you can show yourself to them, when you stand in front of them and their response is “you’re safe with me” - that’s intimacy.

(Taylor Jenkins Reid)

"I am no bird; and no net ensnares me; I am a free human being with an independent will."

(Charlotte Bronte, Jane Eyre)

"E vide un pallone spuntare dall’orlo del muro come una luna nera dal mare, lo vide salire disegnando il suo ciclo nel cielo, e ricadere da questa parte, rimbalzare a pochi metri dalla sua sedia, poi fermarsi docile nella polvere. Ciao pallone gli disse, contemplandolo con tenerezza nella luce dell’alba."

Michele Mari - Euridice aveva un cane

Spesso la vita è una battaglia, nella quale non sempre si può agire come si vorrebbe.»

"Era il mio destino amare ed essere amato, ma poi abbandonare persone con le quali avrei voluto trascorrere tutta la mia vita"

Senza famiglia di Hector Malot

"Era il mio destino amare ed essere amato, ma poi abbandonare persone con le quali avrei voluto trascorrere tutta la mia vita"

«Ehi, ragazzo, rimani qui, tu?»
«No, parto.»
«Dove vai?»
«Diritto davanti a me.»

Senza famiglia di Hector Malot

Hogfather, Terry Pratchett

Hogfather è la versione fantasiosa di Babbo Natale nel ciclo del Mondo del Disco. La Morte, che qui è un personaggio positivo (sebbene un po' secco nei modi) e Susan, che è sua nipote perché figlia della sua figlia adottiva, hanno impedito che Babbo Natale venisse dimenticato dagli uomini... o il sole non sarebbe più risorto.

Susan: "Adesso dimmi..."
Morte: "Cosa sarebbe successo se Babbo Natale non fosse stato salvato?"
Susan: "Il sole sarebbe sorto lo stesso, vero?"
Morte: "No. Solo una palla di gas infuocato avrebbe illuminato il mondo."
Susan: "Tu che usi un linguaggio figurativo? Pensavo sempre di poterti prendere in parola."
Morte: "Io sono l'unico essere del creato che intende sempre ciò che dice. I giochi di parole li hanno inventato gli umani."
Susan: "Insomma, stai dicendo che gli umani hanno bisogno di fantasie per poter vivere."
Morte: "No, hanno bisogno di immaginazione per essere umani. Per trovarsi dove l'angelo caduto incontra la scimmia rampante."
Susan: "Le fatine? Babbo Natale? Gli elfi..."
Morte: "Sì. In questo modo i bambini esercitano la loro immaginazione. Cominciano con le menzogne piccole..."
Susan: "Perché poi possano credere in quelle grosse?"
Morte: "Sì. Giustizia. Clemenza. Senso del dovere. Questo tipo di cose."
Susan: "Ma non è la stessa cosa!"
Morte: "Allora macina l'intero universo, passalo attraverso il setaccio più fine che trovi, e dimmi se riesci a trovare un solo atomo di giustizia, o una molecola di pietà. Eppure tu stessa ti comporti come se il mondo funzionasse seguendo un'ordine divino, dove ci sono cose giuste e cose sbagliate."
Susan: "Ma gli umani devono credere in queste cose, altrimenti..."
Morte: "Appunto. Per questo Babbo Natale non deve mai morire."




Edited by Delari - 28/12/2020, 16:11

"Ogni tanto ci si dimenticava persino del perché, in fondo, fosse meglio dimenticare."

"Una pace profonda, dolce, riempì il petto di Mati, una pace quale non ricordava d’aver mai provato in vita sua o forse, soltanto, nella memoria più vaga e recondita, la memoria che sta dietro tutti i ricordi: la memoria di pace dell’infante fasciato e sazio, con gli occhi chiusi, avvolto di dolcitudine, sempre di più, finché non si addormenta in grembo a sua madre che, con voce tiepida, gli canta una ninnananna."

" Anche fra gli animali era diffusa la paura, quella paura che voi conoscete bene, la paura di non essere come tutti, di restare quando tutti se ne vanno, o di andare quando tutti restano. Nessuno vuole restare senza stormo, o essere separato dal gregge. Ti allontani una volta o due dallo sciame e vedi che non ti lasciano più tornare."

D'un tratto nel folto del bosco di Amos Oz

Ho visto la pioggia cadere e l'arcobaleno splendere
su Lammermuir.
Ho teso l'orecchio e, tra i dirupi della mia città,
Ho riudito,
nei rintocchi delle campane,
l'ossessionante brezza marina.
E qui,
Da lungi,
nella stretta del tempo e del luogo,
ho scritto.
A te il risultato: è tuo.
Tu sola,
Schiva di lodi
e prodiga di consigli,
hai affilato la spada,
soffiato sui
tizzoni languenti,
posto una meta sempre più ardua.
Quindi,
se in tutto ciò esiste qualcosa di valido,
se son riuscito nei miei intenti,
se nella pagina,
sia pure imperfetta,
guizza ancora il fuoco,
il merito è tuo.

Poesia di Stevenson dedicata alla moglie Fanny che fa da apertura al romanzo I Weir di Hermistone.

“Tell me about a complicated man, Muse
Tell me how he wandered and was lost
When he had wrecked the holy town of Troy,
And where he went, and who he met,
The pain he suffered in the storms at sea
And how he worked to save his life
And bring his men back home.

He failed to keep them safe; poor fools,
They ate the Sun God’s cattle,
And the god kept them from home.

Now goddess, child of Zeus,
Tell the old story for our modern times.
Find the beginning.”

- Emily Wilson, The Odyssey