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ANNUSHKA's FICTION GALLERY, Solo autore

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view post Posted on 22/11/2023, 02:25     +4   +1   -1
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Anch'io mi do alla shottina...

All'amica preoccupata
per la torre sbilanciata

Miracolo metropolitano




Maledizione… Un rivolo di sudore le inumidì la tempia. Il trend dei valori dell’inclinazione indicava che il pericolo di crollo era reale!
Maledizione! L’antica torre era un vanto della città ed era proprio da lei che il capo esigeva la sua sopravvivenza! “Voglio una soluzione in tre settimane”, aveva ordinato.
Sbuffò tesa. Era lei l’ingegnere responsabile della sicurezza degli stabili storici! Si strofinò gli occhi con la punta delle dita, in cerca di sollievo.
Quanto le sarebbe costata quella storia, se avesse fallito? La reputazione? La carriera? E quanto le stava già costando! Ore di straordinari; serate intere in ufficio, invece che a casa, con la famiglia; impegni annullati, o rimandati a tempo indeterminato. Alzò gli occhi al cielo, al pensiero di tutto ciò a cui doveva rinunciare, a causa di quella missione impossibile.
Ci vorrebbe un miracolo!
I giorni che la separavano dal termine perentorio correvano al galoppo; gli interventi fino ad allora tentati si erano rivelati infruttuosi; gli studi eseguiti in tutta fretta avevano prodotto risultati contraddittori. Insomma, non erano avanzati di un passo! Erano stati costretti a transennare la zona, per evitare almeno danni alle persone, e le immagini avevano fatto il giro del mondo…
La stanza ai piani alti del grattacielo che ospitava il centro direzionale era ormai immersa nelle ombre della sera; oltre la parete di fondo, interamente di vetro, brillavano le luci della città; il chiarore freddo del monitor del computer lambiva appena la superficie irregolare della tastiera, per poi affievolirsi rapidamente ed essere inghiottito dal buio della scrivania.
La donna scosse la testa, quindi, con stizza, chiuse tutti i programmi e si abbandonò pesantemente contro lo schienale flessibile della sua postazione. Chiuse gli occhi un istante.
Ma… Cos’erano quei bagliori nel cielo? Bizzarri effetti di luce si distinguevano all’orizzonte e sembravano provenire proprio dalla torre.


“Padre!”
“Sì, figliolo!”
“Sono sul posto. Ho scansionato l’edificio pericolante, l’alzato non presenta anomalie”.
“Molto bene” annuì Umon. “Esamina anche le fondamenta”, consigliò.
Il disco cornuto sorvolò ancora una volta il centro della città, quindi estese le braccia ed espulse il robot.
“Grendizer, avanti! Grendizer, fuori!”
Il gigante planò rapidamente e si posò accanto alla torre, poi si inginocchiò e puntò i raggi oculari alla base.
“La parte interrata è molto profonda” constatò. “Non arrivo a vederne la fine”.
“Deve intervenire la Trivella Spaziale” gli rispose il professore. “Maria!” chiamò.
“Ricevuto!” reagì la ragazza, portando il proprio veicolo a incrociare nei pressi del robot del fratello.
In un batter d’occhio eseguirono la manovra di agganciamento e scomparvero nelle viscere della terra.
“Sii prudente figliolo. Il sottosuolo della città può nascondere insidie!”
“Sì!” gridò il ragazzo. Poi tacque teso.
Lo schermo del Centro Ricerche mostrava il tracciato del tunnel elicoidale che Grendizer stava scavando intorno alle fondamenta della torre; il robot era un punto luminoso che pulsava sul monitor, accompagnato da un segnale sonoro, mentre si inabissava a profondità impressionanti.
Nelle due cabine di pilotaggio regnava un silenzio pesante e il buio fitto della galleria impediva ai piloti di formulare qualsiasi ipotesi. L’unica certezza era che l’antica torre che da secoli caratterizzava il profilo della città nascondeva un sorprendente segreto: la parte interrata era enormemente più estesa di quella scoperta!
Finalmente la discesa ebbe termine. L’ultimo diaframma di roccia fu sbriciolato dalle punte rotanti; Daisuke e Maria rimasero abbacinati dalla luce improvvisa.
“Dove siamo, fratello?!”
“Non lo so. Sembrerebbe…”


“Maledetto Grendizer!” imprecò il veghiano. “Ha rovinato il nostro piano perfetto!” rincarò, stringendo i pugni.
“Che succede, Gandal?” intervenne stizzita la moglie del generale.
“Il nostro cuscino a gas opalescente ad espansione rapida, grazie al quale contavamo di prendere in ostaggio tutto il centro della città, facendolo staccare dal substrato roccioso per poi aspirarlo all’interno della nave madre, ha una grossa perdita!”
“Com’è possibile?” inorridì Lady Gandal.
“Grendizer lo ha perforato” la informò cupo il comandante in capo delle forze di Vega, “per colpa di quella stupida torre!”
“Dovevamo abbatterla subito!” sbraitò lei.
“Ci avrebbe fatti scoprire prima del tempo!” replicò Gandal.
“Be’, ci hanno scoperti lo stesso!” lo zittì la donna. “Ma forse…” rimase in sospeso, stringendo le palpebre. “Forse, non tutto il male viene per nuocere!” esclamò trionfante.
Il volto si richiuse di scatto, il generale riprese il controllo. Sullo schermo della sala comando, davanti ai suoi occhi, l’enorme caverna artificiale che erano riusciti a creare nel sottosuolo della città e ad allargare sempre di più, grazie alle proprietà espansive di quel gas prodigioso, si andava richiudendo rapidamente; adesso le fondamenta della vecchia torre poggiavano di nuovo sulla loro solida base di roccia. Intanto, mentre il gas fuoriusciva dal tunnel scavato da Grendizer, la gigantesca fessura si assottigliava a tutta velocità e presto avrebbe stritolato il maledetto fleediano!


“No. Noo! Nooo!!! Maria, presto! Entriamo nel tunnel!” urlò Daisuke, rendendosi conto di avere solo pochi secondi.
“Non lo trovo!” gli rispose strozzata Maria.
“Scaviamone un altro!” replicò il fratello.
“Rischiamo di distruggere la torre o qualche edificio limitrofo”, lo avvertì la ragazza.
“No! Mai!” esclamò lui deciso. “Raggi oculari alla massima potenza!” gridò poi.
I possenti fasci di luce trapassarono la nebbia lattiginosa e rivelarono finalmente la via d’uscita. Grendizer si precipitò nella galleria, mentre alle sue spalle si serrava l’orribile morsa.
La risalita sembrò ai due fratelli più lunga della discesa, ma infine cessò. Ne erano fuori!
Maria sganciò dal robot la Trivella e lo Spacer reagì docilmente al richiamo di Daisuke. Dopo un ultimo sorvolo, i due velivoli si tuffarono nella notte e scomparvero tra le stelle…


“Edizione straordinaria! Edizione straordinaria! La Torre Civica è tornata al suo posto! Inspiegabilmente, da questa mattina all’alba l’evidente inclinazione che aveva impensierito la cittadinanza e procurato più di un grattacapo all’amministrazione comunale, risulta del tutto scomparsa. Gli uffici tecnici del Municipio si sono precipitati a eseguire le misurazioni del caso, le quali, incredibilmente, hanno confermato appieno l’impressione visiva. A questo punto, non resta che redigere il programma delle necessarie verifiche periodiche e augurare alla nostra Torre ancora mille di questi anni! Ma sentiamo ora che cosa ci può raccontare il sig. Koda, il proprietario dell’edicola che all’apertura si è accorto per primo…”

La radiosveglia continuava a riversare nella stanza il suo flusso ininterrotto di parole, mentre lei cercava di capacitarsi, digitando nervosamente interrogativi sulla tastiera del computer.
Non ci posso credere… Ancora il ticchettio delle domande. Sembra proprio vero. Un’altra raffica di click. Ma se è vero… è un miracolo!
“Basta. Devo andare” Scattò in piedi, uscì di corsa. Si diresse a testa bassa verso il centro cittadino, decisa a constatare di persona.
Nell’aria frizzante del mattino si mise a canticchiare, facendo voltare più di un passante, stupefatto. Non se ne accorse: stava pensando soddisfatta all'appuntamento per il thè con le amiche d’infanzia, che non avrebbe più dovuto rimandare.

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