Ooh, finalmente riesco a commentare, e mi scuso per lo spaventoso ritardo.
Per prima cosa, come ha già detto Calatea: non ne ho certo a male se trovi che la mia ff sia una fonte di ispirazione, anzi, è un onore!
Veniamo al racconto: la storia dei ragazzini in effetti è uno dei pochi scorci di vita veghiana che vediamo, per di più dal punto di vista di chi su Vega è nato e pensa di combattere per una giusta causa - non solo adulti induriti dalla guerra ma giovanissimi indottrinati a credere nella superiorità del loro pianeta. Ho sempre trovato che fosse un invito a narrare cosa c'è dietro: quindi sono molto curiosa di sapere come l'hai interpretata tu.
La scelta di giustificare l'aspetto simile a quello di Duke del leader del commando con il suo sangue in parte veghiano è azzeccata ed intrigante, e la spiegazione con una precedente alleanza tra Fleed e Vega è convincente, anche come base del futuro conflitto. Ma i rapporti tra i pianeti restano sullo sfondo, o meglio, sono visti attraverso il loro impatto sulle vite dei protagonisti: la fleediana che deve rinunciare al suo pianeta per il suo uomo e che perso il suo uomo non trova su Vega un motivo per vivere; la figlia, la mezzosangue, divisa tra due mondi, che per integrarsi giunge ad annullare e disprezzare se stessa anche in quanto fleediana.
Il suo rapporto con il giovane ufficiale della guardia imperiale è tratteggiato con grande abilità psicologica: la ragazza è insieme spaventata e rassicurata dal, chiamiamolo così, amore del suo uomo, affascinante e crudele: forse non sarebbe in grado di avere una relazione normale, convinta com'è di non poter meritare niente di meglio, di essere magari fortunata ad essere stata scelta da un così buon partito; ed al tempo stesso il suo legame è la punizione che si merita per il suo sangue impuro. Continuando il paragone già fatto da altri, mi vengono in mente le relazioni tra donne ebree e i loro aguzzini nazisti sotto il Terzo Reich... un rapporto mai alla pari, dove anche la nascita di un figlio non riesce ad avvicinare veramente i genitori. Il momento in cui il figlio le viene strappato, poi mandato alla scuola preparatoria per l'accademia militare - e lei si convince di essere contenta - è straziante.
Il ragazzino mostra, nonostante i passato difficile o forse proprio per questo di essere abile e pieno di risorse: evidentemente il sangue fleediano è un punto a vantaggio. In un ambiente difficile, riesce a farsi valere ed a portare dalla sua parte chi voleva danneggiarlo: in modo sleale, certo, che è proprio quello giusto per il mondo in cui si trova a vivere, quello che potrà dargli riconoscimento e apprezzamento al di là delle azioni eroiche compiute dal padre.
Si tratta di una storia ambientata su un pianeta distante, ma purtroppo è facile riconoscere sentimenti e situazioni che tutti conosciamo per esperienza, dai telegiornali o dai libri di storia; il fatto che sappiamo che non potrà finir bene non toglie niente al desiderio di sapere cosa succederà poi.
Tutto ben scritto e coinvolgente: non vedo l'ora di leggere il seguito!