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| Anche senza figli propri, penso che sia giustissimo il detto che per crescere bene un pargolo ci vuole un intero villaggio. Ho l'impressione che oggi i genitori spesso per evitare errori vogliano fare tutto loro (e naturalmente fanno errori, essendo solo umani). Se invece cresci con tante persone, gli scompensi di un lato si possono equilibrare da un'altro. È strano come questo articolo mi abbia ricordato la vita al Nord della Germania, in particolare i primi anni: a parte mia madre e i nonni (e la mia unica amica, quella che è morta due settimane fa) ero praticamente isolata, e dopo la mia infanzia in Italia non ero abituata a tanta solitudine. Ho un po' l'impressione che molti genitori si tengano troppo stretti i figli e invece di educarli li vogliano programmare come fossero macchine invece di esseri umani. Poi il pargolo cresce tra mille complessi e solo dopo molti anni magari capisce che i genitori volevano compensare i loro problemi attraverso di lui, e che lui personalmente in fondo non c'entrava. Anche quando ero piccola mia madre mi stava appiccicata, e tutti dicevano che dovevo essere grata di avere una madre tanto buona. Oggi so che quello non era un sintomo di amore ma di bisogno da parte sua. Magari si potesse crescere i bambini tutti insieme! Sarei una delle prime ad aggregarmi... Tanto per cominciare, in futuro comunicherò di più con i figli dei vicini (genitori e nonni permettendo). Grazie dei commenti
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