Allora:
"Ma lascialo"... che dire: terribilmente paradossale e assurdo, quindi il racconto è bello per quello. Oltretutto è uno spaccato di una società che è formata da diverse generazioni stratificate e molto diverse fra di loro. Evidentemente la suocera/Mamma chioccia con la "sindrome del nido vuoto", che esagera in maniera irritante ma non se ne rende conto... vissuto in prima persona, anche se non cosi in maniera esasperata. La controparte a dieta, teme per il proprio benessere a corto
e lungo termine e a giusta ragione... ma anche in questo caso l'esagerazione è estrema e socialmente inaccettabile (tutto quel cibo gettato!!!
) per quanto i due giovani abbiano la comprensione!
Leggendo questo racconto ho provato sensazioni, diciamo cosi, sgradevoli (
) già alla frase in cui si parla di bere litri d'acqua per dilatare lo stomaco, molto anatomiche. Come pure sensazioni di rabbia "sociale", appunto nel vedere sperperare da un lato e dall'altro tutto questo ben di Dio andando letteralmente a pescare nell'idiozia (perché tali sono entrambi i comportamenti)... che dire, l'autore è riuscito a colpire efficacemente senza scrivere un romanzo!
"La leggenda dell'Angelo di Orpello"... storia molto dolce e delicata, ma tipicamente triste, come quella della piccola fiammiferaia, perché il Natale è cosi, si deve piangere pensando agli altri meno fortunati di noi... forse per un senso di colpa intrinseco della nostra società (neanche tanto attuale), visto che da sempre si tenta di trasformarla in una ricorrenza "opulenta", scordandosi forse che con il Natale si ricorda la nascita di un bambino poverissimo che dormiva in una mangiatoia...Resti di sasso di fronte alla tenerezza di quel padre oramai solo, che vede solo angeli, in attesa di raggiungerli. Intenso.
Grazie