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Auguri a tutte le donne

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view post Posted on 11/3/2016, 17:20     +1   -1
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Gli antichi saggi buddisti dicono che "per imparare, il primo passo é quello di svuotare noi stessi dai preconcetti"... Niente di più vero. Nella mia professione so che per poter ascoltare ed essere veramente d'aiuto devo liberarmi dal pregiudizio, inteso non nella sua accezione negativa ma nel concetto più ampio che ne diamo quando inevitabilmente incontriamo una persona che non conosciamo: tutti noi ci facciamo un'idea di lei, che piaccia o non piaccia, che ci appaia di primo acchito simpatica o antipatica. Questo é appunto un pregiudizio. Spesso poi le impressioni iniziali si confermano, altre volte invece si smentiscono e si scoprono persone di tutt'altra caratura, sia in positivo che in negativo.

L'esercizio non é dei più evidenti. Noi tutti siamo plasmati da una o dall'altra cultura, dal nostro idioma, dalla laicità o meno del nostro pensare, dalle idee politiche e, anche se non vogliamo ammetterlo, dall'impronta che una data fede lascia nella nostra cultura (e da noi inevitabilmente si tratta del cristianesimo nelle sue varie forme). Anche se ci diciamo "io sono aperto a tutto", il pregiudizio é in agguato, perché in fondo é anche un'arma di difesa che abbiamo verso l'ingerenza del prossimo... quindi ben e mal venga contemporaneamente, poi "basta" saperlo riconoscere e dargli il giusto peso.

E qui vengo al dunque: oggi, come già altre volte negli ultimi tempi, viene da me in visita una donna fuggita dalla Siria, nel nostro paese da 3 mesi con tutta la famiglia al seguito. La donna é evidentemente spaesata, non sopporta la nostra cucina, il freddo, non capisce la nostra lingua e chiaramente non si ritrova nelle nostre abitudini. Anche se non ha più le bombe sulla testa, la povertà e "il niente che va a braccetto con la paura", é evidente che non é felice.

Quello che fa male, ma fa male a me, a lei non so visto che é praticamente analfabeta (e non potrebbe essere altrimenti) é questo: ha 35 anni, ha avuto 8 figli (21, 16,15, 14, 12, 10, deceduto alla nascita, 4 anni)... fate voi il calcolo quando ha iniziato, e già questo, per quanto io possa essere comprensiva e aperta di mente, urta con il mio concetto di rispetto per la donna!!!! Del primo figlio si sono perse le tracce due anni fa, quando ancora era in Siria, non sa se sia vivo o morto... non accenna all'ISIS perché non lo conosce sotto questo aspetto e perché fa parte della loro vita, e "perdere" un figlio in questo modo é normale... ha dolori dappertutto, ha il volto di una bambina quando toglie il velo, il corpo é deforme per le gravidanze e le sue ossa sono fragili. È pallida perché anemica (del resto ha passato la vita a fare figli ed allattare in un paese in guerra) e dice di essere stanca (ha camminato e viaggiato nonché navigato sui barconi pieni di gente nell'ultimo anno). Lo dice con un sorriso, ma so che fra qualche mese arriverà da me piangendo perché forse si renderà conto che nessuno l'ha mai considerata come una donna, ma solo come un utero, senza che i suoi sentimenti venissero una volta ascoltati... ma con tanti doveri, o forse uno solo: fare figli e compiacere all'uomo che vuole popolare il mondo di figli maschi...

Il mondo é pieno di queste donne senza voce, perché non sanno cosa dire, e senza volto, perché viene loro negato di esporlo alla luce del sole...

Edited by pianetaazzurro - 11/3/2016, 18:03
 
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nanohana68
view post Posted on 11/3/2016, 18:16     +1   -1




Condivido in gran parte le tue osservazioni, mi piacerebbe sapere che ne pensi della foto che ho postato. A me piace particolarmente perché suscita tanti sentimenti diversi: innanzi tutto c'è un'idea di forza, perché la donna siriana, comunque la si pensi, sta sopportando l'insopportabile; e poi c'e solidarietà e c'è tenerezza.
Trovo che sia particolarmente toccante che l'aiuto venga da un'anziana che magari in altre occasioni sarebbe messa da parte è bollata come "inutile".
Per non parlare poi del piccolo: io non sono religiosa, ma avvolto così in quel fagotto sembra un "bambinello" e stringe il cuore.
 
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view post Posted on 11/3/2016, 20:34     +1   -1
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Anche mia nonna non era molto più di un "utero" per suo marito, l'ha sposata perché aveva una certa età e aveva deciso che era ora. Il matrimonio praticamente è stato combinato, lei non aveva gran possibilità di rifiutarsi.

Mia zia (sua figlia) a suo tempo suscitò uno scandalo in famiglia: il padre non voleva che portasse la borsetta, perché a quei tempi sembra lo facessero solo le prostitute.

@ pianetaazzurro:
Secondo il punto di vista conservativo (anche da noi), quella donna siriana di cui ci scrivi probabilmente è ammirevole - che donna, vive solo per gli altri... Probabilmente non è mai stata incoraggiata a considerare i propri bisogni e interessi. E forse è proprio dal suo spirito di sacrificio che lei trae la sua motivazione di vivere, per cui probabilmente non lo abbandonerà mai.
 
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view post Posted on 12/3/2016, 10:15     +1   -1
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@ nanohana:
La foto che hai postato é emblematica dello spirito di solidarietà che lega ancestralmente le donne. Mi spiego: tu guardi un gruppo di leonesse o di elefanti e vedi i cuccioli protetti dalla mamma e da tante nonne e zie "accessorie". Così é capace di fare anche l'essere umano femminile di fronte al miracolo della vita, il bimbo di oggi che sarà l'adulto di domani, il futuro della nostra specie, affinché non ci estinguiamo. Di fronte a questo istinto non ci sono età, idee politiche, appartenenza etnica e religiosa che possano mettersi di mezzo.

La donna d'oggi, anche se spesso e in determinate condizioni é obbligata a trasformarsi in un "maschio" (penso soprattutto alle donne in carriera), se si guarda dentro sa ritrovare se stessa ed i suoi istinti, indipendentemente da quanto é stata dura e crudele la sua vita.
E non é un caso che proprio laddove la vita é più semplice e povera, soprattutto di beni (ma si pensa non di principi), questi istinti siano più spontanei e autentici.

Questo é quello che mi "racconta" la tua foto.

@ Delari
CITAZIONE
Secondo il punto di vista conservativo (anche da noi), quella donna siriana di cui ci scrivi probabilmente è ammirevole - che donna, vive solo per gli altri... Probabilmente non è mai stata incoraggiata a considerare i propri bisogni e interessi. E forse è proprio dal suo spirito di sacrificio che lei trae la sua motivazione di vivere, per cui probabilmente non lo abbandonerà mai.

Non dico che tu abbia torto, e riporti un pensiero molto diffuso, ma ritengo che sia una conclusione troppo facile oltre che di comodo (ben inteso, non dico che sia anche la tua, non mi sembri il tipo da trarre certe conclusioni). Significa constatare ma non voler far qualcosa per cambiare una situazione di ineguaglianza che colpisce ancora una volta le donne, a loro insaputa perché indotte ad accettare una vita incompleta (non dico che non possano gioire delle gioie di maternità multiple, ma l'esperienza mi dice che c'é tanta frustrazione che diventa tristezza e depressione se non malattia vera e propria in queste donne...)... parliamo di manipolazione? Lavaggio del cervello? Mi sembra che questo ne sia un esempio tristissimo e di ampia portata!!!
 
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nanohana68
view post Posted on 12/3/2016, 16:17     +1   -1




@ pianetaazzurro
Purtroppo ho in casa un esempio di quello che tu dici (tanto per notare che anche in Italia alcune conquiste sono piuttosto recenti): mia madre è cresciuta e vissuta nella convinzione che la sua vita si sarebbe pienamente realizzata solo occupandosi dei genitori, del marito e di noi figli. La conseguenza di questo modo di vedere è che da quando è in pensione sta attraversando un periodo di depressione perché si sente inutile ed io non riesco a scuoterla in nessun modo. Considera qualsiasi cosa io le propongo, dall'andare al cinema al visitare una mostra, come una perdita di tempo: si rianima solo quando parla con i nipotini che purtroppo sono lontani, in quanto mio fratello si è trasferito in Svizzera per lavoro.
Non saprei dire se si tratta o meno di lavaggio del cervello, credo più semplicemente che si tratti del frutto dell'educazione che un tempo non lontano ricevevano le donne italiane: in fondo per certi aspetti la società italiana è ancora molto legata a modelli tradizionali.
 
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view post Posted on 12/3/2016, 18:07     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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@ pianetaazzurro:
In effetti molte donne abusano del loro "sacrificio": pensando sempre ad altri (anche se spesso fanno cose esagerate e inutili) si giustificano per non dovere mai guardare se stesse, e diventano manipolatrici della peggior specie.

Altre invece sono puramente delle vittime, che non hanno mai neppure considerato vivere anche solo un po' per se stesse perché spinte in un determinato ruolo, senza nessuna scelta, sin dall'infanzia.

Brutta cosa, in entrambi i casi: ci vuole un minimo di autostima e di indipendenza! Purtroppo molte donne sono schiave delle loro famiglie fino al giorno d'oggi.
Più il tempo passa più sono grata di avere passato la mia infanzia in Italia, anche se molti credono che si tratti di un paese retrogrado...
 
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view post Posted on 12/3/2016, 20:45     +1   -1
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@ nanohana: in effetti tu riporti una storia molto frequente, che apparteneva ancora alle nostre madri. La loro situazione é però leggermente differente. Si tratta di un' imposizione morale, quasi fosse un obbligo, di una società di vecchio stampo dove da secoli l'uomo lavorava e la donna stava a casa ad accudire il focolare (espressione poetica per dire che in realtà stava a casa perché non considerata capace di far altro...). Come dico, qui l'imposizione é di costume, ma nessuno costringe la donna a fare questo. Difficile per lei svicolarsi certo, perché significa scontro con padri, mariti e società e anche madri e donne stesse, ma, sebbene forse biasimata, se insiste e lotta (più di un uomo, ma é così ancor oggi), questa donna riesce ad emergere.

Le donne di cui parlo, non hanno scelta, non possono sottrarsi a qualcosa che viene loro imposto mantenendole nell'ignoranza. Non scolarizzate, poco sanno di cosa significhi cercare una vita diversa, e se ci provano pagano ancora a caro prezzo, spesso con la vita... spesso non hanno neppure diritto alla sanità, all'igiene di base, all'espressione, al sole. Questa vita é una prigione, é tortura.

@ Delari... vanno fiere delle loro scelte? Si, questo l'ho visto in certe (tante) donne nostre, ancora in quelle nate nel periodo della II guerra mondiale o subito dopo, e che si considerano virtuose per la scelta sacrificale mezza imposta. Queste sono terribili, innanzitutto per la donna stessa.
Loro, quelle di cui parlo invece, ne sono fiere? Sebbene se ne convincano, é palese che non credono a quanto vogliono dimostrare con il loro comportamento che piace all'uomo, e in ogni caso non convincono me (e non solo).

Cambiarle? No, non si può imporre loro il cambiamento, ma bisogna dar loro gli strumenti per decidere della loro vita...certo che se si da loro l'istruzione dubito che accettino ancora di avere figli a 14 anni....

Quindi si, la donna sicuramente ha ancora molta strada
 
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view post Posted on 12/3/2016, 21:43     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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@ pianetaazzurro
QUOTE
Difficile per lei svicolarsi certo, perché significa scontro con padri, mariti e società e anche madri e donne stesse, ma, sebbene forse biasimata, se insiste e lotta (più di un uomo, ma é così ancor oggi), questa donna riesce ad emergere.

Le donne di cui parlo, non hanno scelta, non possono sottrarsi a qualcosa che viene loro imposto mantenendole nell'ignoranza. Non scolarizzate, poco sanno di cosa significhi cercare una vita diversa, e se ci provano pagano ancora a caro prezzo, spesso con la vita...

In molte società, gli uomini sanno perché proibiscono alla donna di istruirsi: perché se impara a guardare al di là di mestoli e pannolini potrebbe decidere di andare per un'altra strada, di ribellarsi, di voler essere indipendente.
Ma anche qui, gli uomini non sono tutti uguali - alcuni pensano che una donna con un cervello proprio e non assoggettata solo all'obbedienza sia una rompiballe; altre si vergognerebbero di avere una moglie incolta e la troverebbero terribilmente noiosa.

In ogni caso, credo che se una donna non è stata istruita sin da bambina, c'è poco da fare quando è adulta, a meno che non si tratti di una donna particolarmente intelligente che aveva sempre il desiderio di istruirsi. Per queste, venire a vivere in Europa potrebbe determinare una svolta.

Per una riforma, ci vorrebbe una rivoluzione sociale, come quella del '68 da noi. Ma da loro, per quanto ne so non se ne è visto nulla. Magari vivendo qui alcuni impareranno che si può vivere anche in altra maniera.

Speriamo bene...

Edited by Delari - 13/3/2016, 15:21
 
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view post Posted on 14/3/2016, 23:08     +1   -1
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grazie e auguri a tutte
 
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