Ma non è giusto prendersela sempre con gli alunni. Ho frequentato quello che si riteneva all'epoca il liceo migliore della mia città, ma non tutti gli insegnanti erano all'altezza della sua fama. Tra questi la mia prof di lettere del triennio, la cui conoscenza non troppo approfondita del latino la portava a non capire come mai l'accusativo "vinum" fosse usato come soggetto (forse perché trattasi di sostantivo neutro e di nominativo?), ed a ipotizzare errori di stampa.
Ma il suo meglio lo dava in italiano.
Leggeva una volta da un'antologia l'introduzione al romanticismo, e trova l'espressione "bardo". A quanto pare le piace e nella spiegazione parla più volte di "poeta bardo", al che una ragazza chiede cosa mai significhi tale parola. Risposta un po' dubbiosa: "Ungherese..."
E ancora - mitica - declamava "A Silvia":
"...Io gli studi leggiadri talor lasciando e le sudate carte
ove il tempo mio primo e di me si spendea la miglior parte
d'in su la vetta della torre antica passero solitario alla campagna...Ammetto che abbiamo aspettato che continuasse ancora per qualche verso prima di farle notare che qualcosa non quadrava. Sadici.
Era la stessa che "Dieci lo diamo a Dante, nove a Leopardi e otto a Manzoni. A uno studente più di sette e mezzo nel tema di italiano non lo si può dare." Grr...
@Calatea: strepitoso buon senso infantile