| Stamattina ho finito di leggere le ultime tavole di Shin Violence Jack (recuperato fuori tempo massimo e giusto per sfizio). Che dire? Bah... L'incipit è anche decente, l'attimo del ritorno di Jack addirittura quasi esaltante (mi ha fatto tornare in mente un certo episodio di Goldrake...) ma come al solito Nagai butta tutto in vacca sulla scia del sequel che è un pò remake e anche reboot. Insomma un mischione che non poteva assolutamente portare gli standard agli stessi altissimi livelli della serie originale, non certo in due soli volumi. E infatti anche in questo caso abbiamo più o meno lo stesso girone di eventi truculenti (terremoto > riorganizzazione della vita per i "buoni" > arrivo di bande di teppisti in luoghi privi di legge che non vedono l'ora di sfogare i bassi istinti > Jack incontra il solito gruppetto di mocciosi sopravvissuti + topona battagliera seminuda > un villain fortissimo e temuto, senza volto e senza memoria, che all'incontro con Jack rimane a metà col desiderio di accopparlo e l'altra col desiderio di incontrarlo ancora > scontro bestiale nel castello infernale che sfocia nel solito finale aperto che mai verrà recuperato...).
Chiaramente non è TUTTO qui. Mi sono limitato a riassumere l'ovvio, quello che già ci si poteva aspettare avendo letto la saga originale. In questo caso ci sarebbero anche piccole aggiunte - ormai, 'col senno del poi', sappiamo tutti com'è finito VJ e quali siano i collegamenti che lo porta ad un'altra celebrissima opera nagaiana - che dovrebbero rendere il tutto più interessante, essendo principalmente un sequel.
Ma il problema è che manca tutto quello che aveva fatto grande la serie storica: non c'è un lungo percorso fatto di intrecci che porti ad una conclusione epica; non ci sono (o meglio, ci sono ma in minore quantità) i personaggi chiave dell'universo nagaiano riletti nel mondo viulentemente giancarlino; non ci sono - e qui casca davvero tutto - i COLPI DI SCENA, perlomeno quelli che possano definirsi imprevedibili. C'è solo una storia che sa di già rimasticato, personaggi di gran lunga meno interessanti degli originali e una conclusione che si avvicina sin troppo velocemente, senza lasciare grossi dubbi o sforzi di fantasia per cercare di capire. In realtà è solo una serie di mazzate una dietro l'altra fino all'inevitabile scontro finale, che non lascia poi neanche tutte 'ste grandi soddisfazioni. Mazzate, belle donne biotte (nude) e stupri, figuriamoci se non mancassero in un manga di Nagai. Se il Maestro aveva intenzione di continuare a scioccarci o a stupirci beh, sarebbe anche ora che comprenda che il gioco si è fatto ripetitivo. Nemmeno il pregevole stile grafico, in fin dei conti, ripaga: è pur sempre il tratto maturo del Nagai che conosciamo dagli anni '90, e in effetti ci sono parecchi rimandi grafici a Mazinsaga (certe figure demoniache - ho detto bene, demoniache, perché è questa in sostanza l'unica vera 'innovazione', l'apporto dei demoni nel mondo di VJ e difatti torneranno pure un paio di notissimi personaggi sotto mentite spoglie) nello stile esplicitamente gigeriano. Il problema è che ne siamo già abbondantemente abituati e dunque non stupisce più nulla.
Se non lo avete già comprato, lo consiglio unicamente per questioni 'di collezione', come aggiunta di un ulteriore tassello narrativo dell'epopea nagaiana. Ma non consideratelo indispensabile, ne restereste terribilmente delusi. Poteva essere meglio? Certo, a patto che fosse durato almeno altri 4-5 albi in più e avesse espanso il viaggio e di conseguenza il mondo in cui è ambientato questo ennesimo sequel. Così com'è invece è solo l'ennesima occasione sprecata, nient'altro che una scusa per tornare momentaneamente sul personaggio. Ma questa nuova incursione purtroppo non aggiunge nulla. O meglio, aggiunge l'ennesimo spunto interessante che rimarrà purtroppo fermo al palo, come tutti quelli proposti da Nagai negli ultimi trent'anni e mai completamente ripresi e sviluppati. Peccato.
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