La creazione.
E' difficile commentare, vero?
Non so che cosa ha provato Michelangelo, nel suo cuore di uomo e nella sua mente di artista, nel dipingere questo affresco spettacolare.
Però ammirando questo capolavoro, non siete anche voi pervasi da un'emozione indescrivibile?
Dio, così maturo, pieno di energia e vigore, con le vesti agitate da un vento immaginario, da un vento di vita, travolgente, sorretto da angeli, quasi affaticati da questo peso: ha il petto maestoso e forte, la barba fluente e grigia, i muscoli tesi a raggiungere la sua creatura.
Adamo, quasi un ragazzo, perfetto, atletico, avvolto in un torpore e con quel braccio alzato verso il Padre.
Quelle dita pronte a sfiorarsi: tra loro una scintilla, un big bang, come un fuoco di artificio. E' la vita che esplode, inarrestabile.
Vi riporto cosa scrisse Giorgio Vasari in merito: «
[Nella] creazione di Adamo, [Michelangelo] ha figurato Dio portato da un gruppo di Angioli ignudi e di tenera età, i quali par che sostenghino non solo una figura, ma tutto il peso del mondo, apparente tale mediante la venerabilissima maiestà di quello [Dio] e la maniera del moto, nel quale con un braccio cigne alcuni putti, quasi che egli si sostenga, e con l'altro porge la mano destra a uno Adamo, figurato di bellezza, di attitudine e di dintorni di qualità che e' par fatto di nuovo dal sommo e primo suo creatore più tosto che dal pennello e disegno d'uno uomo tale».