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Star Wars, la trilogia sequel

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view post Posted on 4/7/2021, 18:17     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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Vedi sotto: il contrasto tra un film veramente fatto bene e una ignobile cavolata, raffazzonata all'ultimo momento senza né un piano né un briciolo di gusto artistico.


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view post Posted on 4/9/2021, 17:25     +1   -1
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Comm.Grand.Pres. della Girella

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Secondo me uno dei duelli più belli della saga,inferiore solo a quello tra Luke e Vader

 
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view post Posted on 4/9/2021, 20:18     +1   -1
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Ex Komor

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Quasi quattro anni dopo, lo scontro nella sala del trono di Snoke rimane una delle sequenze più spettacolari (se non la più spettacolare) della saga.

Per chiunque fosse interessato, lascio anche un'analisi sulla composizione e i movimenti di macchina della suddetta scena.

CITAZIONE (Delari @ 4/7/2021, 19:17) 
una ignobile cavolata, raffazzonata all'ultimo momento senza né un piano né un briciolo di gusto artistico.

Di certo The rise of Skywalker non è 'sto gran film, ma, ripensandoci ora, sarei meno ingeneroso nei confronti di chi ci ha lavorato.

La colpa del disastro è perlopiù della Disney, che, nonostante l'imprevisto del licenziamento di Trevorrow e Connoly, ha voluto far uscire Episodio IX nel 2019 a tutti i costi.

Questo non per dire che il regista e lo sceneggiatore siano "innocenti," ovviamente (Abrams ha avuto l'idea del piffero di far tornare Palpatine, affossando il film in partenza, mentre Chris Terrio... beh, Batman V Superman e quell'immondizia suprema di Justice League 2017/2021 sono lì a dimostrare quanto sia inetto come scrittore... ma qui, in effetti, la colpa è più di chi l'ha assunto, che di Terrio stesso).

Lascio qui anche questo, con particolare riguardo per il minuto 34:35 :
 
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view post Posted on 5/9/2021, 14:41     +1   +1   -1
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Grand Pez di Girella

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La bellezza del duello nella Sala del Trono di Snoke era soprattutto l'implicazione metafisica: cioè che se collaborano, Lato Chiaro e Lato Oscuro sono imbattibili. Uno dei fatti che rende l'Episodio IX insopportabile, per me, è che il concetto dell'Equilibrio nella Forza sia stato quasi completamente omesso.

Non si conclude così una trilogia dopo avere entusiasmato fans per cinque anni, e una intera saga dopo avere fatto lo stesso per 42 anni. Rian Johnson a quanto pare non vuole continuare la saga - la sua trilogia, dice, "avrà per tema qualcosa di completamente diverso". E gli Skywalker ora sono tutti morti. Quindi non si può neanche attendere una continuazione.

A molti fans, che protestavano a tutto spiano, non è piaciuto l'Episodio VIII? Almeno finite i suoi temi e non appiccicate un cerotto dove non c'era la ferita. Non è necessario spendere milioni per "scusarsi" con i fans per avere prodotto qualcosa di buono, solo perché a certuni non è piaciuto. Almeno avessero portato a fine i temi della trilogia sequel; per "rimediare", magari producendo una serie dedicata ai trent'anni dopo Return of the Jedi con Han, Luke e Leia come protagonisti, come molti speravano, ci sarebbe sempre stato tempo.

Onestamente, il ritorno di Palpatine ripensandoci era una delle poche buone idee. I fans erano ancora convinti che Rey dovesse essere Luke II. E invece no, cari, è la discendente del suo peggiore nemico e ne dimostra anche l'atteggiamento. Colui che è l'erede morale sia di Luke che di Anakin, perché vince sé stesso, è il loro nipote. Rey è un'usurpatrice, non un'eroina.

The Rise of Skywalker sembra l'inizio di una storia dell'orrore: adesso Rey andrà in giro per la galassia e in quanto l'ultima Jedi e appropriatasi del nome "Skywalker", tutti crederanno che sia un'eroina, mentre è ancora lontana dal completare il suo viaggio verso il vero eroismo, e proviene da cattivo sangue.

Dark Rey? Un villain femmina, questa sì che sarebbe bella. Ma io sono cattiva, lo ammetto. :asd:



P.S. La scena della Sala del Trono è ormai così famosa che sta servendo da ispirazione ad altre storie, ce n'è una simile nella serie Loki.
 
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view post Posted on 7/9/2021, 15:11     +1   -1
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Ex Komor

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view post Posted on 10/9/2021, 22:01     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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view post Posted on 10/9/2021, 23:34     +1   -1
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Ex Komor

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Sarebbe interessante, sì.
 
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view post Posted on 16/9/2021, 18:50     +1   -1
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Arrestato per spaccio di Girelle

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George Lucas raccontato in una docuserie di Lawrence Kasdan

Non è stato ancora annunciato ufficialmente, ma Lawrence Kasdan ha preparato un documentario in sei puntate dedicato a George Lucas, alla Lucasfilm e all'Industrial Light & Magic, la pionieristica casa di effetti visivi: a rivelarlo non è stato Kasdan, né la Disney, nonostante sia intuibile che la destinazione della docuserie sia lo streaming di Disney+. È stato il compositore James Newton Howard, al margine di un podcast in cui ha discusso del suo coinvoglimento con la nuova serie di Willow, a rivelare l'esistenza del progetto, per il quale la colonna sonora sarebbe stata già completata.

George Lucas e Lawrence Kasdan: nel documentario anche il loro legame creativo?

Non si sa al momento se George Lucas stesso vi apparirà, visto che si è quasi autorecluso dopo aver venduto tutta la sua Lucasfilm e i suoi marchi alla Disney nell'autunno 2012. Lo si può tuttavia sperare, perché Kasdan deve in gran parte il suo posto a Hollywood proprio per il forte legame con il mondo di Lucas, a partire dai copioni di L'impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi, passando per I predatori dell'arca perduta e finendo di recente col Risveglio della Forza.
Siamo molto curiosi e attendiamo un annuncio ufficiale: la Lucasfilm fu fondata nel 1971, dando vita due anni dopo all'immortale American Graffiti, mentre l'Industrial Light & Magic nacque nel 1975, appositamente per gestire l'impresa del Guerre stellari del 1977. C'è tanto da raccontare, tra pietre miliari tecniche e premi Oscar che hanno sancito la storia della cinematografica hollywoodiana e mondiale. Kasdan, che esordì alla regia nel 1981 con Brivido caldo, si è ultimamente dato ai documentari, firmando l'ultimo film di fiction nel 2012, Darling Companion

:alab:
 
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view post Posted on 7/11/2021, 20:22     +1   -1
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Io SONO la Girella

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CITAZIONE (KentoStraker @ 16/9/2021, 18:50) 
George Lucas raccontato in una docuserie di Lawrence Kasdan

Non è stato ancora annunciato ufficialmente, ma Lawrence Kasdan ha preparato un documentario in sei puntate dedicato a George Lucas, alla Lucasfilm e all'Industrial Light & Magic, la pionieristica casa di effetti visivi: a rivelarlo non è stato Kasdan, né la Disney, nonostante sia intuibile che la destinazione della docuserie sia lo streaming di Disney+. È stato il compositore James Newton Howard, al margine di un podcast in cui ha discusso del suo coinvoglimento con la nuova serie di Willow, a rivelare l'esistenza del progetto, per il quale la colonna sonora sarebbe stata già completata.

George Lucas e Lawrence Kasdan: nel documentario anche il loro legame creativo?

Non si sa al momento se George Lucas stesso vi apparirà, visto che si è quasi autorecluso dopo aver venduto tutta la sua Lucasfilm e i suoi marchi alla Disney nell'autunno 2012. Lo si può tuttavia sperare, perché Kasdan deve in gran parte il suo posto a Hollywood proprio per il forte legame con il mondo di Lucas, a partire dai copioni di L'impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi, passando per I predatori dell'arca perduta e finendo di recente col Risveglio della Forza.
Siamo molto curiosi e attendiamo un annuncio ufficiale: la Lucasfilm fu fondata nel 1971, dando vita due anni dopo all'immortale American Graffiti, mentre l'Industrial Light & Magic nacque nel 1975, appositamente per gestire l'impresa del Guerre stellari del 1977. C'è tanto da raccontare, tra pietre miliari tecniche e premi Oscar che hanno sancito la storia della cinematografica hollywoodiana e mondiale. Kasdan, che esordì alla regia nel 1981 con Brivido caldo, si è ultimamente dato ai documentari, firmando l'ultimo film di fiction nel 2012, Darling Companion

:alab:

KentoStraker

Aggiungi i link di riferimento... 'sti taglia e incolla così non vanno bene, a meno che... non sia tu l'autore di questi articoli.

:val: :val: :val:
 
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view post Posted on 12/11/2021, 19:44     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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Un testo trovato online qualche tempo fa che mi è molto piaciuto. La traduzione è mia. www.tor.com/2018/01/04/luke-skywal...sed-to-be-nice/


Luke Skywalker Non Deve Essere „Simpatico”

Ragazzi, non è la prima volta che lo scrivo. Luke Skywalker non è un banale “supereroe”, in barba alle sue origini come umile contadino e la sua presupposta fissazione con i convertitori di energia. Quando ricompare in Il Ritorno dello Jedi, trascorre l’intera lunghezza del film a essere eroico in una maniera tanto personale quanto sottovalutata: ha i suoi propri fini e li segue. Il che risulta nell’annientamento del peggiore tiranno che la galassia molto, molto distante abbia mai conosciuto, ma causa anche, per lui, la perdita del padre. È così che vanno le cose quando c’è di mezzo la Forza: il perfetto lieto fine non avviene perché Bene e Male, gioia e dolore, successo e insuccesso si equilibrano.

Ma quando nel 2018 Luke è ricomparso dopo trent’anni di assenza per la sua ultima entrata in scena nel film Gli Ultimi Jedi, molti fans hanno urlato al tradimento: secondo loro il giovane eroe che conoscevano e amavano non avrebbe mai agito in questo modo. Anche l’attore che impersona Luke, Mark Hamill, aveva i suoi dubbi riguardo allo sviluppo del personaggio, anche se ammise di apprezzare la storia una volta che era stata completata. Questo non impediva e non impedisce ai fans di commentare e screditare il film fino a oggi, facendosi beffe di coloro che lo amano e denunciando chiunque vi trovi qualcosa di positivo.

Per me, che sono cresciuta amando Luke Skywalker e che per gioco dicevo sempre di essere lui mentre tentavo di fare salti mortali e „duellavo” con gli altri bambini al campo giochi, tutta questa aggressività è irritante. L’episodio VIII della saga degli Skywalker non ha la stoffa di una vecchia e confortevole coperta, no, ma secondo me è di inestimabile valore per l’eroe della mia infanzia. Perché esplora la natura del suo esaltato, e apparentemente intoccabile, stato come una sorta di semidio, eternamente buono, sempre e solo intento a fare del bene per gli altri. L’obbiettivo dell’ultimo capitolo della storia di Luke non è il desiderio di approfondire il suo mito e di rinchiuderlo per sempre in uno sacro scrigno. Gli Ultimi Jedi ci invita a guardare e accettare un fatto tanto semplice quanto, per certe persone, scioccante: anche un eroe è solo un essere umano.

*drammatico squillo di fanfara*

Alcuni spettatori hanno intuito subito questo messaggio, e lo hanno interpretato come un’offesa: secondo loro gli studi Disney vogliono puntare il dito sui fans e le loro aspettative, smontare il culto nato intorno alla figura di Luke e all’intera saga insieme a lui, divertendosi, alle loro spalle, della terrificante devozione da essa ispirata. Ma dal mio punto di vista, questa è un’interpretazione molto blanda. Sì, è vero che ci affezioniamo alle storie che amiamo, è normale per la natura umana. Ascoltare o guardare delle belle storie, desiderarle, identificarsi con i personaggi che le popolano è umano quanto imparare a camminare e parlare. Ma accettare lo scomodo compito di ricordarci che i nostri eroi sono umani? Persone autentiche, complesse, capaci di fallire e dotate di imperfezioni insieme alle loro virtù? Questa è una massiccia responsabilità che gli autori di Gli Ultimi Jedi si sono caricati sulle spalle, probabilmente consapevoli del fatto che non tutti li avrebbero ringraziati per questo.

Il tema centrale, che il film affronta con molta enfasi, non è solamente che gli eroi possono errare nel loro atteggiamento o comportamento: il film analizza l’eroismo stesso, rappresentandolo come una fabbricazione deliberata che lega le persone a determinate aspettative, invece di offrire vero appoggio e incoraggiamento. I nostri „eroi” sono in verità delimitati da regole e norme, aspettative e significati. Le „leggende” su di essi non sono fatti, sono storie che raccontiamo per elevare persone e avvenimenti su un piedistallo, e guai a metterle in discussione.

Luke Skywalker questo lo sa meglio di chiunque altro. Suo padre gli era stato narrato come il grande eroe di un tempo passato, ma l’ignaro giovane aveva dovuto scoprire che questi nel frattempo era diventato una persona terribile. Luke non aveva voluto redimere Anakin Skywalker nel desiderio che ritornasse un eroe - lo aveva fatto per trovare suo padre. Colui che Luke aveva sperato di incontrare quando era andato a cercare Darth Vader su Endor era l’essere umano esistente oltre il grande cavaliere Jedi di cui Obi-Wan Kenobi gli aveva parlato con tanta ammirazione.

Molti anni dopo, quando Rey arriva sull’isola di Ahch-To, Luke è visibilmente stufo di eroi e di leggende. Ormai sa che suo padre non era un eroe, né lo erano i suoi mentori Obi-Wan e Yoda. Luke ha imparato abbastanza riguardo all’Ordine degli Jedi per comprendere che la causa maggiore della loro distruzione era stata la loro superbia; e intanto ha dovuto accollarsi il compito che un tempo essi avevano nell’immaginazione collettiva della galassia, anche se non gli era rimasta scelta. Una cosa è sentire queste storie e prenderle a cuore; ma diventa tutta un’altra cosa quando l’eroe e la leggenda sei tu, quando la tua vera esistenza ha lo scopo di incarnare simboli, devozione e sentimenti che tu stesso non desideri. Quando la gente racconta storie su di te che esse siano vere o meno, quando il tuo nome viene utilizzato per fare tacere le masse, quando l’unica resistenza che si è collocata tra la galassia e una nuova, totale dominazione fascista si aspetta che tu accorra a personificare un’altra volta le loro speranze, c’è poco da stare allegri.

Perché anche se sei un eroe, questo non significa che sei un essere sovrumano, e questa è la più grande tragedia, o la peggiore beffa, di tutte. Inizialmente, Luke non sa decidere per una delle due quando Rey arriva porgendogli la vecchia spada di suo padre; ma per cominciare, sceglie la beffa. Getta via la spada sopra una spalla, le sbatte la porta in faccia e ritrae sé stesso e la sua vita in maniera ignobile, facendo eco al suo primo incontro con Yoda - fai finta di essere un tipo vecchio e un po’ strambo e vedi come reagisce il tuo visitatore che si aspettava di trovare “un grande guerriero”. Quando Rey non cede, Luke accetta di darle qualche lezione: e prontamente la prende in giro riguardo alle sue idee sugli Jedi e la Forza. Le dice che non ha intenzione di abbandonare il suo rifugio con una „spada laser”, e le spiega che la Forza non è un fenomeno da baraccone atto a impressionare il nemico. Invece la invita a scoprire cos’è davvero la Forza, a sentire la presenza di essa nella galassia e dentro a sé stessa. Quando la ragazza per la prima volta sente questo equilibrio dentro di sé, luce ed oscurità, Luke le impartisce la lezione più importante di tutte: „La Forza non appartiene agli Jedi. Dire che se scompaiono gli Jedi scompare anche la luce è vanità - sai cosa intendo dire?”

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Questa lezione è essenziale per molti versi; ma è anche indicativa per l’eroismo stesso e per il potere (di qualsiasi tipo) che si trova in mano a coloro che sono destinati a compiere grandi gesta. Gli Jedi non possiedono determinate virtù, il monopolio delle buone azioni, o la chiave per tenere in equilibrio la galassia. Non sono gli arbitri di nessuna di queste cose, e non sono i portavoce della Forza. Le storie nate intorno ad essi - le leggende - avevano finito per convincerli che fosse davvero così, che potessero piegare il destino della galassia da soli, e questo errore infine aveva condotto al loro massacro. Quando un gruppo di persone si chiama „servitori della Forza” mentre allo stesso tempo assiste il lungo braccio del governo per aiutare solo un lato del conflitto in una crudele guerra per anni, questo va ben oltre la contraddizione. E Luke conosce le conseguenze di questo atteggiamento perché ha causato la stessa devastazione, seppure in scala più piccola, tentando di ricostruire gli Jedi e risultando nella perdita del suo tempio e dei suoi studenti quando Ben Solo cadde al Lato Oscuro.

Luke incolpa gli Jedi, sé stesso incluso, di vanità per avere creduto che la loro antica religione, con tutte le regole che conseguiva, fosse così necessaria che la galassia non potesse vivere senza di essa. Dopo essere stato spinto ad affardellarsi la ricostruzione di un ordine religioso estinto da anni, Luke aveva dovuto scoprire che la sua motivazione dietro a questa decisione era stata sviata, e la sua esecuzione difettosa. Essere uno Jedi significare pensare in termine di eredità: la sua paura che Ben potesse cadere al Lato Oscuro non era solo la preoccupazione dello zio per il nipote, era il timore che gli Jedi potessero venire nuovamente distrutti, che il suo addestramento potesse formare un secondo Vader. E il suo momento di panico di una notte nella capanna del nipote, per quanto breve, aveva precipitato l’avvento del terrore che aveva disperatamente tentato di impedire, ripetendo, ironicamente, il destino di suo padre: ciò che aveva fatto per impedire che la cosa che più temeva accadesse ne aveva, infatti, causato l’avvenimento.

Dopo questa tragedia, andare in esilio nel luogo più remoto e introvabile della galassia gli era parsa la cosa più logica da fare. Vai a cercare il luogo di origine degli Jedi e aspetta di scomparire lì, insieme agli altri ruderi. Separati dalla Forza e attendi la tua morte. Ma sfortunatamente, se un eroe scompare questo provvede solo a rinforzare la sua leggenda. Luke Skywalker vuole dimenticare la galassia che si è lasciato dietro; ma la galassia non si vuole dimenticare di lui.

Quando Rey viene a trovarlo, la lotta tra i due lati della Forza è nuovamente al culmine, e la ragazza di misteriose origini ha urgente bisogno di consiglio e istruzione. Luke non vorrebbe avere parte in ciò che potrebbe rivelarsi un nuovo, enorme sbaglio che potrebbe mettere a rischio l’intera galassia; ma nonostante tutto ha conservato gli antichi testi Jedi a sua disposizione e sa che deve affidare a qualcuno ciò che ha imparato riguardo a questa religione nonostante sia difettosa, perché la sapienza può sempre essere utile. Rey sembra pronta a imparare, ha poco tempo, e così la storia si ripete. Luke le dà qualche istruzione di base, alcuni spunti filosofici da cui attingere mentre essa si sviluppa da sé; ma la sua saggezza è solo una parte delle cose che la ragazza deve imparare da lui. Rey deve capire gli errori che Luke ha fatto, ma più importante di questo, necessita la conferma che essa ha una parte in questa storia; e Luke, di rimando, accetta il desiderio di Rey di imparare da lui. Ed è questo di cui gli parla anche Yoda: „I veri allievi ci sorpassano. È questo il vero fardello di ogni maestro.”

Ma Rey non è la sola a necessitare una luce che le indichi la strada: la galassia ha ancora bisogno di Luke Skywalker. La tragedia degli eroi è che le loro vite non appartengono più a loro, perché l’eroismo che nutre le leggende esiste per servire gli altri. Per la galassia non fa differenza se Luke è affranto, sconvolto, se ha fatto errori cui non può più rimediare. Ha tentato di staccarsi dalla Forza e di nascondersi da tutti coloro che vogliono metterlo su un piedistallo, per dovere infine riconoscere che la scelta non è sua. Così, viene nuovamente risucchiato al centro dell’azione. Apre la sua mente alla Forza, contatta la sorella e il nipote, affronta la sua ultima battaglia.

Quando Luke rivede Leia per l’ultima volta scusandosi per i suoi errori e le sue paure e la donna lo perdona, essa gli dice che ormai si è rassegnata a rinunciare a suo figlio. Ma siccome Luke è quello che è, le risponde con un altro seme di saggezza da lungo tempo imparato: „Nessuno se ne va mai per sempre.”
In questo contesto, bisogna capire che non ha intenzione di spingere il nipote a tornare al Lato Chiaro con un abbraccio e un piatto di minestra calda. Luke sa che gli aspetti diversi di una persona - buoni, cattivi, dimenticati o nascosti che siano - sono soggetti a cambiamenti ma non possono mai essere del tutto cancellati. Anche chi muore lascia parti di sé nel mondo da cui scompare. Le persone sono tutt’uno con la Forza, quindi non muoiono mai veramente. E con queste parole, Luke si accinge a mostrare ancora una volta al mondo l’eroe del passato: l’uomo buono, colui che aveva distrutto la prima Morte Nera per proteggere i suoi amici, che aveva vinto l’Imperatore senza toccarlo con un dito, che credeva che sarebbe riuscito ad allenare una nuova generazione di Jedi migliore di quella passata. Ed è così che esce allo scoperto “armato di una spada laser per affrontare il Primo Ordine”, vincendo la battaglia senza spargere una sola goccia di sangue, a costo della sua propria vita. È la nascita di una nuova leggenda, che in breve verrà anch’essa raccontata in ogni angolo della galassia, ovunque vi siano gli oppressi.

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Ogni eroe, che sia ritratto tra le pagine dei fumetti o meno, possiede una facoltà particolare: per alcuni è la destrezza con le parole, per altri sono conoscenze tecniche, alcuni sono molto forti, altri molto saggi. La caratteristica che ha sempre fatto di Luke un eroe non è mai stata la destrezza con la Forza, la sua abilità come pilota o la facoltà di discorrere allegramente con i droidi. Il grande potere di Luke Skywalker è ed è sempre stata la sua compassione.
Tutte le sue virtù, e anche tutti i suoi errori, sono intrinsecamente collegati con la sua natura compassionevole. Se Luke sbaglia, è perché non riesce a mettere da parte la sua preoccupazione per coloro che gli stanno a cuore; quando vuole liberare i suoi amici prigionieri su Bespine invece di completare il suo allenamento con Yoda, o quando teme per il futuro della galassia guardando nella mente del nipote e vedendo ciò che sta per diventare. E se fa le cose giuste, è lo stesso intuito a spingerlo: insistere di salvare una ragazza che sconosciuta a bordo di una pericolosa stazione spaziale su cui ha appena messo piede, o abbandonare i ribelli su Endor per andare a parlare con suo padre e tentare di convincerlo a venire via con lui.

La più grande virtù di Luke Skywalker non è mai stata la sua decisione di diventare uno Jedi, ma la capacità di guardare oltre le apparenze e vedere la persona che vi si trova dietro.
Un uomo solo e anziano dietro a mezze verità raccontate da un certo punto di vista.
Una sorella perduta in a una valorosa conduttrice di ribelli.
Un buon cuore in un sarcastico contrabbandiere spaziale.
Un’anima in pena soffocata sotto a strati e strati di meccanismi, rabbia e dolore.
Che sia senziente alla Forza è perfettamente secondario: Luke Skywalker è un eroe nel senso classico della parola, grazie al suo cuore.

La compassione è una delle più alte virtù umane. Perché la compassione è l’antitesi alla crudeltà, l’arroganza e la strettezza di vedute.
Eppure, non dobbiamo fare l’errore di pensare che la compassione renda simpatica una persona. Anche la gentilezza d’animo non equivale all’amabilità. Ma il pubblico si aspettava di vedere una persona simpatica nel Luke de Gli Ultimi Jedi. È l’eroe della saga, no? Gli eroi dovrebbero essere persone piacevoli, che dimostrano un comportamento impeccabile, che sono modelli di civiltà. Luke Skywalker dovrebbe mostrarsi disponibile verso Rey e verso suo nipote. Dovrebbe dare pacche sulle spalle a ogni singolo membro della resistenza e sorridere fino a slogarsi la mascella.
Ma un eroe è solo un essere umano. E l’amabilità non basta per scacciare i demoni.

Quando arriva il momento, Luke affronta Ben Solo con fermezza e compassione. Ma non con la dolcezza, perché sa che questa non placherebbe la sua ira. Anche se Luke lo aveva spinto al Lato Oscuro anni prima perché si era lasciato prendere dal panico, questo non cambia che il ragazzo era stato avviato anche senza la sua intromissione, influenzato mentalmente da Snoke sin da bambino. Rey aveva ingenuamente creduto che Ben avesse ancora un altro futuro dinanzi a sé, che il giovane si trovasse in un conflitto interiore da cui poteva uscire se solo qualcuno lo incoraggiava a fare la scelta giusta. Ma al limite di questo, si trova una verità tanto fondamentale quanto dolorosa.

Anakin non aveva voluto essere Darth Vader. Era stato sedotto al Lato Oscuro con l’inganno dall’Imperatore, e quindi rinchiuso nella sua armatura perché per lui era l’unico mezzo per sopravvivere. Mentre Ben Solo, anche lui vittima della leggenda della sua famiglia e ignorando il destino di suo nonno Anakin, desidera essere Kylo Ren e raggiungere il potere di Vader con tutti suoi mezzi.
Luke sa bene che in questo caso non può comportarsi come quando aveva confrontato il padre; non può abbattere la metaforica armatura di Ben che, al contrario di quella di Vader, non è stata costruita tramite anni di menzogne e di inimmaginabili pene fisiche e mentali. Ben ha deciso di andare per questa strada perché crede che si tratti della cosa giusta per lui. E quindi suo zio può solo dirgli la verità: che anche se uccide qualcuno, questo non smetterà di esistere nella sua mente, che un temperamento petulante non basterà a distruggere la resistenza della galassia contro il Primo Ordine, e che Rey è abbastanza dotata per ricominciare dove gli Jedi erano finiti e farlo meglio di lui. Dimostra compassione verso il nipote scusandosi con lui, ma anche accettando la sua ira invece di dissimulare. Luke non dimostra e non evoca simpatia nella sua scena finale sul pianeta di Crait, solo gentilezza d’animo.
E allo stesso tempo, Luke dona la sua compassione all’intera galassia offrendole, in punto di morte, ciò di cui essa ha bisogno: una nuova leggenda, quella di un Luke Skywalker che si unisce un’ultima volta alla battaglia per salvare la resistenza.

Leia lo aveva sempre compreso meglio di tutti, cresciuta con il ruolo di principessa e formata da simbolismi per tutta la vita. La donna sa cosa sono le leggende e a cosa servono gli eroi. Non cercava suo fratello sperando che potesse rimediare al disastro di questa nuova guerra, ma perché lei, più di ogni altra persona, sa quanto è fragile la speranza e cosa è necessario per darle nuovo vigore. I nomi, le storie, i racconti…

„Generale Kenobi, anni fa voi servivate mio padre durante le Guerre dei Cloni…”
„Gli Jedi erano i guardiani di pace e giustizia nella vecchia Repubblica. Prima che scendesse l’oscurità, prima dell’Impero.”
„È questa la nave che ha fatto il Kessel Run in solo quattordici parsec?”


Luke Skywalker è ancora il più grande eroe della galassia molto, molto lontana: perché più di ogni altro lui sa che gli eroi sono persone. Che essere una leggenda non è delineato da ciò che fai, ma perché lo fai e per chi. E questo è esattamente ciò che io mi aspetto dal personaggio che per anni durante la mia infanzia e adolescenza ho tentato di emulare, da cui ho sempre voluto imparare. Luke Skywalker è e sarà sempre il mio eroe perché sa perfettamente qual è il suo posto nel mio universo: di essere ciò di cui io ho bisogno. Di darmi speranza. Di placare le mie paure con la sua indelebile presenza. Di affrontare mostri e strofinare polvere immaginaria dalla sua spalla per offrire sicurezza a me e a coloro che mi sono cari.

Tutti gli eroi sono, in fondo, solo esseri umani. Ma è necessaria una persona molto particolare per mantenere in vita una leggenda per gli altri quando ce n’è bisogno, anche se uno preferirebbe trovarsi nel posto più remoto della galassia. Gli Ultimi Jedi non è un assassinio deliberato dell’eroismo, è un saggio che risponde alla domanda riguardo al potere che gli eroi hanno su di noi; e risponde all’interrogativo offrendo ad uno dei più grandi eroi delle nostre leggende un finale perfettamente degno del suo nome.



Thread per i commenti: https://gonagai.forumfree.it/?t=75623688&st=195

Edited by Delari - 11/4/2022, 20:26
 
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