Il problema con i sequel di Guerre Stellari
(…almeno credo…)
Ciao ragazzi,
siccome l’Episodio IX di
Guerre Stellari uscirà nelle sale tra qualche settimana e io noto ripetutamente che molti fans non amano o anche detestano la trilogia sequel, desidero cercare di spezzare una lancia a favore. Naturalmente ci sono i gusti, però mi sembra che molti non apprezzino questi film perché si sentono confusi ed irritati.
Potete credermi se vi dico che fino a quasi due anni fa ero in una situazione simile, prima di rimboccarmi le maniche e gettarmi nell’analisi della saga e dei suoi temi. Non che
Il risveglio della Forza non mi fosse piaciuto, ma non mi aveva detto molto.
Gli ultimi Jedi mi piacque però lasciai il cinema con la testa in subbuglio, da cui la mia decisione di riguardarmi tutti i film e buttarmi a capofitto nella saga alla ricerca di risposte.
PremessePrima di partire con le mie teorie e interpretazioni, due anticipazioni:
1. Nel 2012, George Lucas aveva venduto Lucasfilm agli studi Disney a condizione che concludessero il suo progetto originale, che a grandi linee aveva già steso. Pablo Hidalgo, il manager creativo responsabile, ha confermato ripetutamente che i sequel della saga hanno lo scopo di concludere la saga della famiglia Skywalker, e inoltre spera che le generazioni future, che guarderanno la saga in una volta invece che a singhiozzo come noi, nel vedere i collegamenti potranno apprezzare di più l’arco narrativo.
2. Quando guardai per la prima volta i classici chiesi a una mia amica cinefila che leggeva molte riviste del cinema (allora non c’era l’internet) se sapeva cosa significassero le aggiunte “Episodio IV, V, VI” sopra i titoli dei film. Sì, lei mi rispose, pareva che George Lucas avesse avuto in mente sin dall’inizio una storia lunga e complessa, e che dopo di questi ci sarebbero stati altri sei film, l’antefatto e dopo un seguito.
Insomma, per me
Star Wars era sempre una ennealogia e quando si cominciò a sentire parlare di una trilogia sequel, non ne rimasi per nulla sorpresa.
Aggiungo che i sequel per me non sono la storia di Rey; non mi sono mai chiesta se Rey è forse una Skywalker, Solo o Kenobi. In tutte le trilogie c’è un personaggio senza sfondo familiare, si riconosce dal nome: Anakin = in inglese arcaico “senza famiglia”, Han Solo = il cognome parla chiaro, Rey = zero. L’inserzione nella storia di una persona estranea agli eventi è fondamentale perché serve da catalizzatore. Non sto dicendo che Rey mi è antipatica, ma non la vedo salvare la galassia e quindi scoprire che è una Skywalker alla fine della saga. A parte il fatto che sarebbe uno svolgimento banale, se Rey fosse una Skywalker questo le offrirebbe tutto ciò che desidera su un piatto d’argento senza lasciare alcun posto per lo sviluppo del suo personaggio.
Anakin, Luke, Leia - Gli eroi inusitatiMolti fans critici della saga hanno le loro difficoltà soprattutto con suoi protagonisti maschili, il che è comprensibile (sebbene il mio punto di vista personale è diverso): in un film d’azione, ci si aspetta che l’eroe sia un tipo “cowboy solitario”, disinvolto e incurante della sofferenza, che a ogni nuova prova diviene più duro ma certamente non cede mai ai sentimenti. Insomma, quello che in inglese si dice
badass.
Nessuno Skywalker è il tipo del cowboy solitario, sono delle teste calde: questa è la loro tragedia e allo stesso tempo la loro più grande virtù. Anakin, Luke e Ben sono tutti e tre fortemente emotivi, e nulla è più dannoso per essi che l’isolamento. Non sono mai più forti di quando cercano la vicinanza di altri e sentono di dovere proteggere qualcuno, e danno il peggio di sé quando cessano di comunicare e si chiudono in sé stessi.
La Skywalker saga è la storia di una famiglia, quindi i suoi protagonisti sono appunto questo - uomini di famiglia. Anakin soffre un forte scompenso emotivo quando deve abbandonare la madre ancora bambino, impazzisce di dolore e di rabbia quando la vede morire torturata senza senso, si ribella al soffocamento emotivo che gli vogliono imporre gli Jedi, si sposa anche se non dovrebbe, dichiara il giorno più bello della sua vita quando la moglie gli dice di essere incinta. Suo figlio Luke ricongiunge faticosamente la sua famiglia sparpagliata, anche prima ancora di sapere che Leia è sua sorella, che Han sarà suo cognato, che Vader è suo padre. Sin dal suo esordio lo vediamo cercare un senso di appartenenza, e offrirlo anche agli altri. Han e Leia erano soli prima di incontrarlo; il famoso trio comincia con la spontanea decisione di Luke di salvare Leia, nonostante lui e gli altri si trovino in pericolo mortale su una stazione spaziale sconosciuta. La lealtà è la caratteristica centrale dei personaggi questa famiglia, più di ogni altra cosa desiderano avere qualcuno vicino da proteggere e a cui dedicarsi.
Leia era una protagonista femminile molto inusuale per i suoi tempi; non sorprendentemente infine si scopre che è anch’essa una Skywalker, possiede il temperamento focoso del padre sebbene lo sappia controllare (probabilmente in base alla sua educazione come principessa ereditiera). Notevole anche che il suo carattere si addolcisca proprio a contatto con i maschi nella sua vita, il fratello e il futuro marito.
Molti fans solitamente dicono “
Star Wars per me è Darth Vader.” Vader corrisponde alle aspettative per un film d’azione perché è imponente e raccapricciante e, soprattutto, solo. Chiuso dietro alla maschera e dentro l’armatura, Vader non è in comunicazione con nessuno, e anche se obbedisce al governatore Tarkin e all’Imperatore, dopo un po’ si capisce che ha i suoi propri piani in tutto questo.
La trilogia classica di
Guerre Stellari è la storia di una grande amicizia, con alla base il motto che l’unione fa la forza. L’isolato villain fallisce, mentre la principessa, il fuorilegge e il contadino formano un legame solido e in base a questo, vincono.
Darth Vader non ha mai veramente successo con le sue azioni. Fa torturare Leia ma la ragazza resiste all’interrogazione; uccide Obi-Wan e l’atto non gli dà pace, ritorna a parlare del suo vecchio maestro a ogni occasione; lascia fuggire i ribelli con i piani per la Morte Nera risultando nella sua distruzione; su Hoth i ribelli gli sfuggono e su Bespine ancora; traumatizza e storpia suo figlio senza poterlo convincere; davanti all’Imperatore ci prova nuovamente e ancora, fallisce. Anche in
Rogue One, i ribelli gli sfuggono dopo avere trafugato i piani per la Morte Nera. (Non sono veramente amici e non sopravvivono, ma anche loro hanno uno scopo comune, per questo riescono.)
Come spettatori, soprattutto di film d’azione, siamo soliti ad aspettarci e ad ammirare personaggi imperturbabili, che non hanno o non dimostrano paura. È vero che Vader non teme nulla e nessuno, ma conoscendo la sua storia il motivo è tragico: è un uomo che ha sacrificato o perduto tutto, e non ha più nulla da perdere. Il che forma, tra le altre cose, una malinconica parallela con i membri di Rogue One, che anch’essi non hanno più nulla da perdere e quindi decidono di dare un senso almeno alla loro morte.
George Lucas ha sempre confermato che Darth Vader è il personaggio chiave della sua saga; il personaggio
chiave, non il protagonista. Nel primo capitolo il personaggio centrale è sempre la donna (Padmé, Leia, Rey), il che porta a volte a dedurre che la protagonista sia lei; ma le è dedicato solo il primo film. Nel secondo il personaggio centrale è lo Jedi (Obi-Wan, Yoda, Luke). Il protagonista, in ogni trilogia, è lo Skywalker della sua generazione (Anakin Skywalker, Luke Skywalker, Ben Solo). Ognuno attraversa un complesso sviluppo personale, mentre i personaggi intorno a lui non cambiano molto; e diventano il personaggio centrale, scegliendo il proprio destino, solo nel terzo capitolo.
Kylo Ren / Ben Solo - Il “cattivo” irritanteAlla fine di
Gli Ultimi Jedi Luke Skywalker è morto senza figli: quindi, a dato di fatto, Ben Solo è l’ultimo della famiglia Skywalker, il nipote di colui che era stato generato dalla Forza stessa e con lo stesso sangue nelle vene. L’avversione degli spettatori contro i sequel sembra spesso incentrarsi particolarmente su di lui in particolare. Perché è così spesso detestato, canzonato, o almeno non compreso?
Idem come sopra: perché ci aspettiamo un uomo del tipo “cowboy solitario”. E quindi, molti spettatori rimangono spiazzati e irritati da questo personaggio.
Se è un villain: perché è così spesso fuori controllo, dubbioso, spaventato dalle proprie scelte?
Se magari è segretamente l’eroe della storia: perché non è attraente come ad esempio suo padre? Perché non è spavaldo e disinvolto?
È un personaggio inusuale, ma secondo me questo aspetto della narrativa è intenzionale.
Finora sono state completate due trilogie della saga degli Skywalker: i prequel sono la storia di Anakin, il fondatore della famiglia, che era buono e poi è divenuto un Sith, cui segue la storia classica di suo figlio Luke, che era un umile contadino ed è divenuto uno Jedi. Entrambi hanno seguito il loro destino come disegnato dalla Forza.
Quando conosciamo Anakin Skywalker da bambino e da giovane, dimostra una bravura straordinaria: spesso riesce in situazioni che avrebbero messo in difficoltà un uomo molto più esperto di lui - la corsa con gli sgusci, la battaglia di Naboo, lo sterminio dell’intero villaggio tusken da solo. Non è sorprendente, Anakin è il figlio naturale della Forza.
Luke e Leia sono i figli del più grande Jedi del suo tempo e di un’importante figura politica (regina e dopo senatrice). Quindi è logico assumere che i figli di questi due altri non possano essere che eroi.
Ma Ben Solo è il figlio di una principessa e di un ex fuorilegge. Leia possiede la Forza e quindi è potenzialmente pericolosa, sebbene non abusi dei suoi poteri. Han è stato un contrabbandiere e pirata prima di affezionarsi ai gemelli e decidere di aiutarli. Come dovrebbe il figlio di questi due personaggi essere un villain o un eroe? Seguendo la stessa logica, non può essere nessuna delle due cose.
Abbiamo incontrato Ben Solo alcune volte durante le sue comunicazioni con Rey, dove di quando in quando la personalità posticcia di Kylo Ren ha reso il posto a quella autentica. Eppure molti spettatori non lo hanno notato, per loro si tratta sempre di “Kylo Ren, il piagnone che vorrebbe imitare Darth Vader ma fallisce miseramente”.
Perché?
Appunto perché Ben Solo non è né villain né eroe. Non è né bello né brutto; ha commesso crimini atroci (l’uccisione di Han) ma è ancora capace di buoni sentimenti (consola e protegge Rey); sa controllare le sue paure a volte (elimina Snoke a sangue freddo), altre volte no (è terrorizzato da Luke).
Chi è il giovane con cui Rey comunica, che ha conosciuto intimamente grazie al loro inaspettato legame tramite la Forza?
Prima che precipitassero gli eventi che lo spinsero a divenire il comandante dei cavalieri di Ren e a rifugiarsi sotto all’ala di Snoke, il figlio di Han e Leia era semplicemente un bravo ragazzo. Né più, né meno. I suoi genitori si aspettavano che divenisse un eroe come Luke, Snoke lo ricattava emotivamente affinché divenisse un secondo Darth Vader: entrambe le volte, risultando in un fallimento.
Perché?
Nessuno di questi sono il suo posto giusto. Anche se dotato della Forza, in cuor suo Ben Solo è un ragazzo normale. Questo è il suo destino dettato dalla Forza, che sia la sua benintenzionata famiglia che l’abusivo Snoke non hanno riconosciuto. Ben è stato sobbarcato sin dalla nascita con aspettative troppo pesanti per le sue spalle.
La Forza: la mano del destinoUna Nuova Speranza aveva ancora le definizioni piuttosto nette tipiche dei film d’azione, ma verso la fine di
L’Impero Colpisce Ancora, con il terribile scontro tra Vader e Luke, la saga si è definitivamente inoltrata nelle zone grigie. Zone grigie in che senso?
Riguardando i prequel non ho visto nessuno Jedi agire per compassione nonostante questa dovrebbe essere lo scopo centrale delle loro vite; sembrano interessati molto più a mantenere la loro posizione che alla pace e libertà per i popoli della galassia. Qui-Gon libera Anakin dalla schiavitù un po’ per compassione ma soprattutto perché sa che si tratta del Prescelto, e desidera che si compia la volontà della Forza. Molto diversamente Shmi, una umile schiava, aveva educato suo figlio Anakin a essere altruista. (Si riconosce un’amara ironia considerando che Anakin e Obi-Wan, dietro ordine degli Jedi, rischino il tutto per tutto per salvare proprio il senatore Palpatine, mentre nessuno si degna di voler muovere un dito per Shmi sebbene ci sarebbe voluto poco per liberarla; queste decisioni non provengono dalla compassione ma dall’interesse a una persona politicamente importante e il disinteresse per un’altra perché non ha nessun influsso.)
Il Lato Oscuro della Forza non è esattamente “cattivo”: è necessario come contrappeso, perché il Lato Chiaro tende a non volere vedere la verità. Durante i prequel osserviamo gli Jedi fidarsi di Palpatine per
decenni senza accorgersi che è un Sith; il Conte Dooku, uno Jedi rinnegato, tenta anche di avvertirli senza essere ascoltato. I presunti villain sono brutalmente onesti e costringono le persone a vedere le proprie debolezze: pregiudizi, invidia, paura, arroganza, noncuranza, timore di cambiare. La frase centrale della saga non a caso è “Sono io tuo padre” - la terribile rivelazione che Obi-Wan, lo Jedi, aveva mentito (o almeno rimosso la verità), mentre il sedicente villain costringeva l’eroe ad affrontare la realtà per quanto fosse amara. Il pacifismo di Luke si sviluppa dopo questo trauma, che lo costringe a guardare ed accettare la sua violenza, i suoi pregiudizi.
L’intenzione di Vader era di tenere il figlio con sé, ma senza volerlo gli fa un enorme favore: saputa la verità Luke non riesce più a odiarlo, e questo lo strappa al Lato Oscuro.
Viceversa, la storia degli Jedi della vecchia Repubblica dimostra che la via per l’inferno è lastricata di buoni propositi. Nessuno di essi si chiede cosa significhi “l’equilibrio della Forza” annunciato dalla profezia del Prescelto, o perché questo equilibrio non c’è. Serrati nelle loro convinzioni non vogliono vedere o accettare ciò che accade sotto ai loro occhi (Anakin è stato inviato dalla Forza / Palpatine vuole impadronirsi del potere), animati dalla certezza “Noi siamo i buoni e quindi abbiamo sempre ragione.” Questo atteggiamento alla fine causa il loro sterminio, il crollo della Repubblica e la condanna all’inferno di Anakin - che nel ruolo di Darth Vader è certamente molto più impressionante di prima ma soffre pene inimmaginabili sia nel fisico che nello spirito.
I prequel miravano (tra le altre cose) a togliere gli Jedi dal loro piedistallo. Non avrebbe fatto senso ritrarli come eroi senza macchia e la Repubblica come un mondo bello e giusto - secondo il racconto di Obi-Wan da anziano - per fare crollare tutto all’ultimo momento come un castello di carte, con Palpatine come unica causa; la corruzione, la stagnazione, la decadenza che osserviamo dovevano essersi evoluti da lungo tempo. Luke Skywalker in
Gli Ultimi Jedi: “Ora che non esistono più, gli Jedi vengono idolatrati, romanticizzati. Ma lasciando da parte la leggenda e guardando solo i fatti, la loro eredità è fatta di ipocrisia, di arroganza. Erano all’apice del loro potere quando lasciarono che Darth Sidious afferrasse il potere e li sterminasse. Era stato uno Jedi ad allenare e creare Darth Vader.” Questa non è altro che la trama dei prequel riassunta in poche frasi.
Palpatine aveva iniziato a corrompere Anakin con false promesse quando questo era già uno Jedi; il fatto che il ragazzino buono e generoso di Tatooine fosse diventato una bomba ad orologeria durante l’allenamento perché lo aveva incominciato quando la sua personalità era già sviluppata, è la prova maggiore del loro fallimento morale.
Il tema centrale: la famigliaLa saga degli Skywalker è una favola, ce lo ricorda ogni volta la frase che appare prima dei titoli: più precisamente, una parabola che racconta il destino di una famiglia disfunzionale. Il padre causa i traumi, i figli li superano ma dopo vogliono dimenticare e costruirsi una vita senza guardarsi indietro. Il loro figlio rispettivamente nipote diviene vittima di questo rifiuto di accettare il passato, cioè di affrontare e comprendere la dura verità riguardo a chi fosse Anakin Skywalker prima di divenire Vader - il Prescelto, vittima dell’arroganza degli Jedi e la smania di potere dei Sith, schiacciato tra i due estremi dei due lati della Forza che altri non voleva che equilibrio.
Molti spettatori si sono sentiti irritati dal
Risveglio della Forza e dicono che è solo una copia di
Una Nuova Speranza. Ma non è il punto: lo scopo dell’Episodio VII è di dimostrare che
la storia si ripete. La famiglia traumatizzata non è riuscita a risanare le sue ferite, e l’incubo che avevano tanto lottato per sconfiggerlo ritorna a tormentarli.
Dati gli sviluppi in
Gli Ultimi Jedi e considerando che è l’ultimo degli Skywalker, alcuni spettatori si aspettano che Ben Solo ritornerà al Lato Chiaro. Io francamente non sono tra questi: forse si pentirà amaramente dei suoi delitti e deciderà di passare il resto della vita a espiarli, ma nulla potrà cancellarli. Non prevedo nessuna corona di alloro per lui, nessuna entrata trionfale, nessuna medaglia al merito.
Ma non penso che lui desideri nessuna di queste cose. Ciò che il figlio di Han e Leia, il ragazzo dall’aspetto un po’ strano e dall’atteggiamento impacciato, desidera di più è trovare delle persone a cui dedicarsi, come chiunque abbia il sangue degli Skywalker. L’isolamento impostogli prima da suo zio e dopo da Snoke è stato deleterio per il suo sviluppo personale, una triste parallela con suo nonno.
Ancora dopo la terribile strage al tempio Anakin stava per mollare tutto in seguito alle invocazioni della moglie; molti anni e molti delitti dopo, quando il figlio quasi sconosciuto gli ha offerto la sua lealtà ha ucciso l’Imperatore per salvarlo. Kylo Ren / Ben Solo ha spinto la sua dedizione al Lato Oscuro fino al terribile atto del patricidio, ma quando Rey ha dimostrato di credere ancora in lui si è finalmente liberato di Snoke. La loro emotività, per quanto a volte possa essere pericolosa, è anche il motivo per cui nessuno Skywalker riesce mai a resistere a lungo al richiamo di un affetto sincero.
La Forza sa ciò che fa: non a caso aveva inviato l’emotivo e protettivo Anakin in mezzo agli altezzosi e distaccati Jedi, che avrebbero avuto urgentemente bisogno di essere più umani e altruisti invece di rimanere chiusi nella loro torre d’avorio. E non per nulla aveva lasciato che Anakin generasse Luke, un ragazzo così compassionevole da poter perdonare e trarre dall’inferno suo padre nonostante tutto il male che questo aveva fatto.
Come spettatori ci aspettiamo come eroe un personaggio
badass, ma secondo me il fascino della saga proviene in gran parte dal fatto che gli Skywalker appunto non sono prevedibili. Essi sono sempre il fattore X nell’equazione, e Kylo Ren / Ben Solo ha già ripetutamente provato di avere il sangue degli Skywalker con le sue azioni spontanee ed inaspettate. Per cui non mi aspetto che passerà l’ultimo e più importante capitolo della saga a “fare il cattivo” e infine morire, lasciando libero il campo a Rey e i suoi amici. L’unica cosa da aspettarsi da uno Skywalker è l’effetto a sorpresa.
La conclusione del cerchio narrativoIn base a tutto questo e da grande fan della trilogia classica, non riesco a immaginare che proprio Han Solo e Luke Skywalker siano dovuti morire senza motivo.
In
Il Risveglio della Forza Han è riuscito a letteralmente smascherare suo figlio: quando lo rivediamo in
Gli Ultimi Jedi è traumatizzato ma molto più autentico di prima. Il “test” di Snoke non era tanto se sarebbe riuscito a commettere il patricidio quanto se l’atto lo avrebbe reso più forte e più saldo nel Lato Oscuro. Il suo allievo ha visibilmente fallito. Agli occhi di Snoke, di Kylo stesso (e anche di molti spettatori), questo lo rende una persona debole, disprezzabile: ma il suo dolore accenna che è ancora umano.
Nel finale de
Gli Ultimi Jedi, durante la battaglia di Crait Luke ha salvato sua sorella e i suoi ultimi fedeli senza spargere una sola goccia di sangue e ha chiesto perdono a lei e al nipote, accettando le sue responsabilità come non avevamo visto fare nessuno Jedi finora. Ora molti fans dicono che il personaggio di Luke Skywalker è stato rovinato. Perché?
Onestamente, nessuno gli aveva mai domandato se aveva voluto diventare uno Jedi, il compito gli era stato imposto da Obi-Wan e dopo dalla sua coscienza. Quando lo rivediamo alla fine del
Risveglio della Forza Luke è visibilmente stanco e disilluso, segnato da una vita difficile. Eppure, tra alti e bassi, si è accollato l’enorme peso di essere l’ultimo Jedi da solo. Ma sacrificio, perdono e la capacità di imparare dai propri errori non sono ciò che ci si aspetta in un film d’azione. Non è
badass.
In
Gli Ultimi Jedi Luke stesso ha detto che “gli Jedi devono scomparire”, perché aveva capito che non si poteva continuare dove i vecchi Jedi erano terminati. Concentrando le loro energie sul Lato Chiaro e quindi negando le proprie debolezze gli Jedi avevano sbilanciato la Forza causando, a lungo andare, il conflitto tra i due estremi. La battaglia nella sala del trono di Snoke tra Kylo, Rey e le Guardie Pretoriane non è epica a caso, e a tratti anche ripresa al rallentatore (una tecnica che questi film utilizzano di rado). Se si alleano, Lato Chiaro e Lato Oscuro sono visibilmente imbattibili. Kylo ha sempre fatto il possibile per tenere Rey vicina, non tanto per motivi romantici ma perché sa che la ragazza è la sua altra metà nella Forza, che ha bisogno di lei per bilanciarsi.
In conclusione: i sequel non sono un plagio della trilogia classica, e il personaggio di Kylo Ren non è un Darth Vader alternativo del tipo “cattivo frignetta”: ha un compito preciso, quello di concludere la missione di Anakin Skywalker - portare
l’equilibrio nella Forza e, con essa, pace duratura nella galassia. Senza saperlo con precisione - non ancora almeno -, sente che deve compiere qualcosa di importante; non differentemente da Luke quando guardava i soli gemelli tramontare su Tatooine desiderando di andarsene di lì ed affrontare il suo destino. Anche l’ultimo figlio degli Skywalker sente la voce del sangue, da qui la sua criptica ma iconica promessa alla maschera di Vader (che ricorda un teschio, simbolo dello scheletro di famiglia che ha estratto dall’armadio) - “Finirò ciò che tu avevi cominciato.” Per questo penso che Ben Solo diventerà sì infine il protagonista della propria storia, ma né come eroe né come villain.
Nei prequel, affinché vincesse il Lato Oscuro della Forza, il protagonista doveva diventare cattivo.
Nei classici, affinché vincesse il Lato Chiaro, il protagonista doveva diventare eroico.
Per creare l’Equilibrio, è necessario che il protagonista ritrovi la sua umanità.
Ed è questo che ci ha colpiti sin dall’inizio, nel momento in cui si è tolto la maschera.
1I nuovi JediGli Jedi devono non scomparire ma tornare alle loro radici. Il mosaico sul pavimento del diroccato tempio su Ahch-To, rifugio di Luke, dimostra che un tempo gli Jedi conoscevano e mantenevano l’equilibrio. Non farebbe alcun senso tornare al “bel tempo che fu” prima dell’Impero: la Repubblica e i vecchi Jedi avevano fallito, e se la galassia non impara dai suoi errori, la famiglia degli Skywalker perderebbe il suo intero significato.
Ciò che io spero è che i bambini sensitivi alla Forza non saranno più strappati alle loro famiglie all’età di due o tre anni, educati al distacco emotivo e dotati di armi letali (sic) come le spade laser sin da piccoli, senza neppure la possibilità di scegliere l’esistenza come Jedi sebbene significhi una vita fatta di sacrifici. Una buona casa è la migliore delle scuole; e se l’attaccamento eccessivo di Anakin era stato disastroso, gli Jedi hanno provato che il distacco, a lungo andare, è altrettanto dannoso.
Luke e Leia sono cresciuti amati e protetti a casa loro, con persone che non erano le loro famiglie biologiche ma li hanno educati ad essere altruisti e dotati di una sana autostima, nonostante si trovassero ai due estremi della scala sociale - lui un semplice contadino, lei una principessa, entrambi ignari della loro vera provenienza. Non sono stati soggetti all’allenamento Jedi ed educati a soffocare i propri umani sentimenti sin da piccoli. Luke è divenuto l’ultimo e più forte degli Jedi; il suo eroismo proveniva dal cuore, e di quando in quando rinunciava anche al suo potere, perché prima di tutto era sempre sé stesso. La Forza deve essere utilizzata unicamente per conoscere e proteggere - e Leia, istintivamente, non ha mai fatto altro in tutta la sua vita. Nonostante le tragedie che ha vissuto, da vera Skywalker ha sempre trovato persone da aiutare e proteggere, e siccome non era uno Jedi nessuno le ha imposto chi fosse degno del suo appoggio: come suo fratello, ha sempre ascoltato solo la sua coscienza.
Anche se non intenzionalmente, Kylo ha causato gli eventi che hanno spinto Rey a lasciarsi alle spalle la schiavitù e prendere in mano il suo destino.
Rey (e anche il bambino con la ramazza alla fine di
Gli Ultimi Jedi) provano che non bisogna essere uno Skywalker per essere dotati della Forza.
Personaggi come Poe, Holdo, Finn e Rose dimostrano che non è necessario essere Jedi per compiere atti di eroismo.
Chiunque può dare il suo contributo per creare un mondo migliore. E questo messaggio a me personalmente piace molto di più che “buoni contro cattivi, i buoni vincono, fine,” con buona pace di chi critica le continuazioni della saga. Nessuno è tenuto ad amarle, ma non mi pare bello dire che sono uno strazio perché non corrispondono alle aspettative.
George Lucas non si è mai limitato a fare un “copia e ricuci”: questo non è un Marvel comic o
La figlia del Corsaro Nero,
Il figlio dell’uomo lupo ecc., continuazioni più o meno copiate dal film iniziale allo scopo di ripeterne il successo. La sua saga è un progetto ambizioso e originale nel suo genere, che segue le narrative di molte antiche leggende ed è ispirato fortemente da
The Hero With a Thousand Faces di Joseph Campbell.
L’apri-codici DJ in
Gli Ultimi Jedi: “Buoni, cattivi… parole fabbricate. Tu li fai saltare in aria oggi, domani fanno saltare in aria te.” La tragedia di Anakin Skywalker esemplifica che se un ragazzino buono e dotato come lui può divenire un mostro assassino quando ha troppe circostanze contro, ciò potrebbe capitare a ciascuno di noi. La Forza racchiude e collega tutta la galassia; nessun è il solo artefice del suo destino, tutti siamo plasmati dal mondo in cui viviamo; e quindi tutti siamo responsabili, ognuno nel suo piccolo, a non lasciarci soli l’un l’altro con i nostri dubbi, le nostre sofferenze e i nostri problemi.
“…There are also larger themes like what makes someone a hero, what is friendship, and what makes people sacrifice themselves for something larger… But really, it’s about compassion. Love people. That’s basically all
Star Wars is.” (George Lucas)
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1 Aggiungo due dettagli che (finora) nei film non sono comparsi e si trovano nei libri.
1. Nessuno aveva detto a Ben Solo che Darth Vader, l’uomo più spietato e temuto del suo tempo, non era stato altri che suo nonno; Han e Leia gli celarono deliberatamente la verità e lo mandarono da Luke affinché divenisse uno Jedi (anche se avrebbe voluto essere un pilota come suo padre); lo zio lo educò ma anche lui tacque, e il giovane apprese la verità per puro caso quando aveva già più di vent’anni.
2. Ben aveva segretamente ascoltato i suoi genitori litigare a causa sua sin da piccolo; non capiva di cosa si trattasse, solo che parlavano di lui come se fosse una sorta di mostro. Non sapeva che Leia aveva avvertito il potere del figlio nella Forza e l’influsso di Snoke sulla sua mente sin da prima che nascesse. L’idea che il figlio potesse finire come suo padre terrorizzava Leia, per questo voleva mandarlo dal fratello a fare il tirocinio da Jedi. Han era assolutamente contrario, non voleva mandare suo figlio via di casa; ma alla fine dovette cedere alla volontà dei gemelli. Ben capì il motivo per il loro terrore solo da adulto, quando scoprì chi era stato Darth Vader. La tragedia al tempio, causata dal momento di panico di Luke, accadde poco dopo. Il resto, come si dice, è storia.