Comprendo appieno la delusione in quanto al "Vader" dei prequel, l'ho sentita da tanti. Ma era proprio quello il punto, credo - non mostrarci lo stesso personaggio un po' più giovane, ma descrivere una tragedia umana. Il punto di partenza dei prequel non è la figura minacciosa e sardonica del villain ma l'uomo distrutto e stanco dietro alla maschera. Guardando i prequel, nessuno si aspettava di vedere uno che un tempo era un bravo bambino e dopo un ragazzo ardente, un generale responsabile, un buon amico che soffre quando non può aiutare i suoi cari, un marito devoto che desidera una famiglia propria più di ogni altra cosa al mondo. Lo scopo era proprio quello di scioccare il pubblico, di mostrare che Vader era un uomo che aveva perduto tutto, soffriva atrocemente ed era consumato da un profondo odio verso sé stesso e ciò che era diventato.
È vero comunque che la trasformazione finale è troppo repentina; questo viene accentuato dalla voce, Vader aveva un vocione tonante mentre Christensen ha una voce tenorile. La maschera secondo me non basta ad alterarla, e inoltre mi sono spesso chiesta perché la sua "armatura" fosse già come la conosciamo dai classici. Forse che Palpatine l'aveva già bell'e cucita nell'armadio?
Il personaggio fa un salto enorme che nonostante i suoi crimini al tempio e le lesioni non quadra veramente. Il Vader dei classici aveva passato vent'anni in quello stato; logico che doveva essersi sviluppato in quel tempo, non era diventato il Darth Vader che conosciamo in tre giorni, anche se
La vendetta dei Sith vuole che lo crediamo. È un buon film, ma con i suoi punti deboli.
Umanizzando il suo villain, e concludendo la sua storia con una redenzione, Lucas ha creato una storia epica ormai profondamente radicata nella nostra cultura. Se fosse sempre stato come i cattivi dei supereroi, per esempio, sarebbe stata una storia più "rassicurante" - il cattivo deve perdere e morire alla fine, l'eroe salva il mondo, si pappa la ragazza e tanti saluti a tutti. Una storia come tantissime altre, insomma una vera barba. Lucas è stato molto coraggioso secondo me esplorando invece le zone grigie della natura umana. Ovviamente, non tutti i fans apprezzano. Non capiscono la decisione di Luke di perdonare, trovano che Anakin sia uno sfigato (per non parlare di Ben), eccetera.
Credo che siamo abituati ad accomunare l'eroismo, o la mascolinità, con l'imperturbabilità; il maschio emotivo irrita, per non dire spaventa. Gli Skywalker sono tutti delle teste calde, anche Leia, che si controlla ma ha pur sempre un bel caratterino. Secondo me lo scopo della saga nel suo intero non è mai di fare semplicemente vincere Bene su Male, il tema centrale è l'amore, o la compassione come dice Lucas. Per questo i suoi Skywalker sono emotivi, cercano gli attaccamenti, amano la famiglia, farebbero di tutto per gli amici eccetera. Questo li rende più umani e comprensibili del tipo "cowboy solitario". Ovviamente, i gusti sono gusti.
Quanto a Ben, nei romanzi e fumetti non viene "spiegato tutto" riguardo al suo passato, rimane molto spazio per le congetture. Fatto sta che Snoke aveva influenzato la sua mente sin da quando era nato, e che l'incendio al tempio di suo zio non lo aveva causato lui. Come Anakin, era stato intrappolato dal suo oppressore fino a non vedere altra alternativa che affidarsi a lui. Un personaggio molto interessante, rimasto inesplorato.
Non ho mai capito perché Rey ha scelto proprio il nome "Skywalker", onestamente. La prima volta che ha conosciuto Luke l'ha presa in giro interpretando la parte del vecchio solitario un po' strambo, l'ultima volta lei lo ha preso a botte. Almeno con Han e Leia aveva un legame personale.
Comunque è un finale deprimente. Alla fine, Palpatine ha vinto perché la sua nipote è l'unica sopravvissuta. Non è cattiva come lui ovviamente, ma può prendere il posto di questa famiglia? Dài, Disney. Scherziamo...?
Edited by Delari - 18/3/2022, 00:32