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L'angolo della poesia

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view post Posted on 14/6/2021, 15:56     +1   -1
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà

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PRIGIONIERA di Forugh Farrokhzad

Ti desidero, ma so che mai
Ti terrò tra le mie braccia, come anela il mio cuore.
Tu sei quel cielo limpido e luminoso,
Io, in questo angolo della gabbia, sono un uccello in cattività.

Da dietro le sbarre fredde e buie,
Lo sguardo triste, stupito, volto a te,
Penso che una mano verrà
E, improvvisamente, aprirò le mie ali verso di te.

Penso che, in un momento di disattenzione,
Da questa muta prigione prenderò il volo,
Aggirerò lo sguardo del mio carceriere
E ricomincerò la vita accanto a te.

Penso, ma so che mai
Avrò la forza di lasciare questa gabbia;
Seppure il mio carceriere non si opponesse,
Non vi sarebbe più animo di partire.

Da dietro le sbarre, ogni radioso mattino,
Gli occhi di un bambino mi sorridono;
Quando intono una canzone gaia,
Le sue labbra per un bacio cercano me.

O cielo, se, un giorno, volessi
Da questa muta gabbia prendere il volo,
Che direi agli occhi in lacrime del bambino:
Perdonami, io sono un uccello in cattività.

Io sono quella candela che, con il dolore del proprio cuore,
Illumina una rovina;
Se decidessi di spegnerla,
Distruggerei un nido.
 
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view post Posted on 6/7/2021, 20:16     +1   +1   -1
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Grand Pez di Girella

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Rise_in_Perfect_Light_0
 
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view post Posted on 27/7/2021, 13:27     +1   +1   -1
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Arrestato per spaccio di Girelle

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L'aere gravato, et l'importuna nebbia
compressa intorno da rabbiosi vènti
tosto conven che si converta in pioggia;
et già son quasi di cristallo i fiumi,
e 'n vece de l'erbetta per le valli
non se ved'altro che pruine et ghiaccio.


Et io nel cor via piú freddo che ghiaccio
ò di gravi pensier' tal una nebbia,
qual si leva talor di queste valli,
serrate incontra agli amorosi vènti,
et circundate di stagnanti fiumi,
quancio cade dal ciel piú lenta pioggia.


In picciol tempo passa ogni gran pioggia,
e 'l caldo fa sparir le nevi e 'l ghiaccio,
di che vanno superbi in vista i fiumi,
né mai nascose il ciel si folta nebbia
che sopragiunta dal furor d'i vènti
non fugisse dai poggi et da le valli.


Ma lasso, a me non val fiorir de valli,
anzi piango al sereno et a la pioggia
et a' gelati et a' soavi vènti:
ch'allor fia un dí madonna senza 'l ghiaccio
dentro, et di for senza l'usata nebbia,
ch'i' vedrò secco il mare, e' laghi, e i fiumi.


Mentre ch'al mar descenderanno i fiumi
et le fiere ameranno ombrose valli,
fia dinanzi a' begli occhi quella nebbia
che fa nascer d'i miei continua pioggia,
et nel bel petto l'indurato ghiaccio
che tra del mio sí dolorosi vènti.


Ben debbo io perdonare a tutti vènti,
per amor d'un che 'n mezzo di duo fiumi
mi chiuse tra 'l bel verde e 'l dolce ghiaccio,
tal ch'i' depinsi poi per mille valli
l'ombra ov'io fui, ché né calor né pioggia
né suon curava di spezzata nebbia.


Ma non fuggío già mai nebbia per vènti,
come quel dí, né mai fiumi per pioggia,
né ghiaccio quando 'l sole apre le valli.

Francesco Petrarca, Canconiere, sestina 66
 
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view post Posted on 14/1/2022, 13:57     +1   -1
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà

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Jorge Luis Borges - Amicizia

Non posso darti soluzioni per tutti i problema della vita
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro
però quando serve starò vicino a te
Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e non cadi
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei
però gioisco sinceramente quando ti vedo felice
Non giudico le decisioni che prendi nella vita
mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
solamente posso volerti come sei ed essere tua amica.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico
in quel momento sei apparso tu...
Non sei né sopra né sotto né in mezzo non sei né in testa né alla fine della lista
Non sei ne il numero 1 né il numero finale e tanto meno ho la pretesa
di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista

Basta che mi vuoi come amica
non sono gran cosa,
pero' sono tutto quello che posso essere.
 
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view post Posted on 31/1/2022, 13:42     +2   +1   -1
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà

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Cammini sui miei sogni


Se avessi il drappo ricamato del cielo,
Intessuto dell’oro e dell’argento e della luce,
I drappi dai colori chiari e scuri del giorno e della notte
Dai mezzi colori dell’alba e del tramonto,
Stenderei quei drappi sotto i tuoi piedi:
Invece, essendo povero, ho soltanto sogni;
E i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi;
Cammina leggera, perché cammini sui miei sogni.

William Butler Yeats
 
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view post Posted on 16/5/2022, 10:06     +2   +1   -1
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Comm.Grand.Pres. della Girella

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Una poesia di Gibran, conosciutissima, ma che sento molto mia e mia commuove ogni volta che la leggo, soprattutto ora che i miei ragazzi sono praticamente adulti, e devo, in qualche modo, lasciarli andare...



I FIGLI

“I vostri figli non sono i vostri figli.

Sono i figli e le figlie della brama che di sé ha la vita.

Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.

E benché vivano con voi, non vi appartengono.

Potete dar loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i propri pensieri.

Potete offrire rifugio ai loro corpi, ma non alle loro anime,
poiché le loro anime abitano la casa del futuro,
che neppure in sogno potrete visitare.

Potete sforzarvi di essere simili a loro,
ma non cercate di renderli simili a voi:
poiché la vita procede, e non s’attarda su ieri.

Voi siete gli archi, dai quali i vostri figli
sono scoccati come frecce viventi.

L’Arciere scruta il bersaglio, sul sentiero dell’infinito,
e con la sua forza vi piega e vi tende
affinché le sue frecce vadano veloci e lontane.

Con gioia lasciatevi tendere, dalla mano dell’Arciere.
Poiché come Egli ama lo scoccare della freccia,
così ama l’immobilità dell’arco.”


(Da “Il Profeta” di Gibran Khalil Gibran)
 
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view post Posted on 7/7/2022, 18:35     +1   -1
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Stupenda questa poesia di Gibran.

Oh capitano, mio capitano! di Walt Whitman

O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è terminato;
la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato;
vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta,
mentre gli occhi seguono l'invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
ma o cuore! cuore! cuore!
o gocce rosse di sangue,
là sul ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.

O Capitano! mio Capitano! risorgi, odi le campane;
risorgi — per te è issata la bandiera — per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri — per te le coste affollate,
te invoca la massa ondeggiante, a te volgono i volti ansiosi;
ecco Capitano! amato padre!
questo braccio sotto il tuo capo!
è solo un sogno che sul ponte
sei caduto, gelido, morto.

Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili;
non sente il padre mio il mio braccio, non ha più energia né volontà;
la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito;
la nave vittoriosa è tornata dal viaggio tremendo, la meta è raggiunta;
esultate, coste, e suonate, campane!
mentre io con funebre passo
percorro il ponte dove giace il mio Capitano,
caduto, gelido, morto.
 
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view post Posted on 14/8/2023, 13:30     +1   -1
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Ti manderò un bacio con il vento
e so che lo sentirai,
ti volterai senza vedermi ma io sarò li.
Siamo fatti della stessa materia
di cui sono fatti i sogni
Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante.
Se sei un sogno non svegliarmi.
Vorrei vivere nel tuo respiro
Mentre ti guardo muoio per te
Il tuo sogno sarà di sognare me
Ti amo perché ti vedo riflessa
in tutto quello che c’è di bello
Dimmi dove sei stanotte
ancora nei miei sogni?
Ho sentito una carezza sul viso
arrivare fino al cuore.
Vorrei arrivare fino al cielo
e con i raggi del sole scriverti ti amo.
Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo!
Vorrei fare con te quello
che la primavera fa con i ciliegi.

.
Pablo Neruda
 
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view post Posted on 20/8/2023, 19:37     +1   +1   -1
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Arrestato per spaccio di Girelle

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Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

Salvatore Quasimodo

Tre versi per descrivere quanto effimera sia la Vita; solitudine, gioia e dolore; morte.

Capolavoro.
 
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view post Posted on 6/10/2023, 06:48     +1   -1
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Lungo il corso dei secoli,
per il nulla del mondo,
io che insonne ti cerco.
Dietro di me, impercettibile,
senza sfiorarmi gli omeri,
il mio angelo morto, in vedetta.
Dove sta il Paradiso,
ombra che ci sei stata?
Mi risponde il silenzio.
Città senza risposta
fiumi senza parole, vette
senza echi, oceani muti.
Non sanno, uomini fissi,
in piedi, sulla sponda
delle immobili tombe
mi ignorano. Tristi uccelli,
canti pietrificati,
sulle estatiche rotte,
ciechi. Non sanno nulla.
Antichi venti, senza sole,
inerti, con tante leghe
da fare, calcinati
si levano, ricadono
all’indietro, poco dicono.
Diluiti, un’informe
verità in sé occultando,
fuggono da me i cieli.
Al limite terrestre,
già sull’ultimo filo,
con lo sguardo che scivola,
morta in me la speranza,
io quel portico verde
cerco nei neri abissi.
O che traforo d’ombre!
Bulicame del mondo!
Confusione di secoli!
Indietro! Che spavento
di ammutolite tenebre!
Anima mia perduta!
– Angelo morto, risvegliati!
Dove sei? Su, illumina
col tuo raggio il ritorno.
Silenzio. Altro silenzio.
Senza battito i polsi
della notte infinita.
Paradiso perduto!
Perduto per cercarti.
Senza luce, io, per sempre.

Rafael Alberti, Degli Angeli
 
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view post Posted on 31/3/2024, 15:16     +2   +1   -1
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Grand Pez di Girella

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La passeggiata di Pasqua (Goethe, Faust)


Ecco fiume e ruscelli già liberi dal ghiaccio
al dolce sguardo della primavera che infonde vita;
lieta verdeggia la speranza nella valle.
Spossato, il vecchio inverno si è appartato in monti inospitali,
e di lassù, fuggendo, scaglia solo il brivido impotente della grandine,
a raffiche, sul piano verdeggiante.

Ma il sole non tollera più il bianco:
dappertutto si destano le forme e i desideri,
su tutto vuole infondere la vita dei colori,
e poiché i prati mancano di fiori, ci mette uomini vestiti a festa.

Vóltati, guarda indietro da queste alture verso la città.
Dal vano cupo della porta esceun brulicare di gente variopinta.
Oggi hanno tutti voglia di sole.

Festeggiano la resurrezione del Signore, perché anche loro sono risorti:
dalle umide stanze in case basse, dai vincoli del mestiere e degli affari,
dall'oppressione dei tetti e dei comignoli, dal pigia pigia delle strade anguste,
dalla notte solenne delle chiese, eccoli, tutti escono alla luce.

Guarda! Guarda come rapida la folla si frantuma per campi e per giardini,
come il fiume trascina in lungo e in largotante allegre imbarcazioni,
e come l'ultima, laggiù, si allontana stracarica fino ad affondare.

Anche sulla montagna dai viottoli lontani ci ammiccano vestiti colorati.
Sento già il tumulto del villaggio.

Il vero paradiso del popolo è qui, dove piccoli e grandi felici fanno festa;
qui io sono, qui posso essere uomo.
 
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