Daitarn 3: traduzioni dal giapponese

Star Wars è una della opere considerate fonte di ispirazione, ma solo il primo film, poiché il 2° è del 1980, quindi non credo che si possano fare parallelismi sull'interpretazione vocale.

Se hai letto l'intervista di Eiji, questi afferma che la scrittura era molto alla buona senza preoccuparsi dei dettagli. Ti riporto un pezzo che è tradotto.

Innanzitutto devo dire una cosa, non c’è una storia così imprecisa. Per questo motivo ci è voluto del tempo per persuadere lo staff degli sceneggiatori “poiché facciamo una storia di questo tipo, scrivi la sceneggiatura”. Tutti chiedevano “qual è l’impostazione”. Non è importante, “ovunque sia nel mondo se chiamato arriva” anche se dicevo così non si convincevano. Poi mi domandavano “Allora di solito dove si trova il robot?”. Anche Tomino mi diceva “dì una qualche bugia, facendo finta di niente, se chiama ‘Daitarn come here’ arriverà”.
Allora non ce la fecero e perciò realizzarono la base sottomarina del razzo Masaa.
Al contrario, il protagonista Haran Banjo ha una forza straordinaria quando si trova nel momento del pericolo, era stato descritto che mostrasse una forza superiore a una comune persona, però fu usato solo nella opening e nel primo episodio, Alla fine è proprio una storia alla bene e meglio.



Sinceramente non ti so dire se la serie sia stata accorciata, comunque secondo l'articolo di Sakai:
Tomino e Araki nel piano iniziale sembra che avessero progettato anche l’idea di svelare tutto il mistero nell’ultimo episodio e nell’episodio precedente, ma alla fine fu accantonata.

No, si tratta di Sakai Yoshito (o forse Yoshihito, ma il primo l'ho trovato così traslitterato su un sito giapponese) 坂井由人, girando un po' in rete mi sembra di aver capito che è un tizio che ha scritto libri in merito all'animazione e affini.

Sono molto d'accordo per il discorso relativo agli amici di Banjo che lo lasciano da solo non perché lo rinnegano ma perché capiscono che ha bisogno di rimanere da solo, e comunque non sanno dove sia, quindi per loro era inutile restare nella villa.

Sulle motivazioni di Banjo invece credo che il discorso sia più complesso, e non credo che Don Zausar abbia grande rilevanza, e reputo che sia anche uno dei motivi per cui gli autori non ne hanno chiarito l'identità, ai fini della storia non ha molta importanza, l'anime si regge da sé.

In merito a Banjo:

1 - promette alla madre di combattere le ambizioni dei meganoidi, già il fatto di voler mantenere la promessa diviene un fardello pesante per il giovane Banjo

2- odia il padre per aver distrutto la propria famiglia, sicuramente parte di questo odio poi viene riversato sui meganoidi perché creazione del padre

3- non odia tutti i meganoidi, anzi per alcuni prova anche simpatia (quelli che dimostrano ancora di avere sentimenti umani) ma per coloro che hanno abbandonato la propria umanità e perseguono solo le proprie ambizioni egli li detesta e li combatte.

Credo che Banjo si possa collocare perfettamente in un filone evolutivo di eroi sviluppati da Tomino:

Kappei è l'eroe per quasi per caso, non vorrebbe ma alla fine è costretto, perderà quasi tutti i suoi famigliari e molti dei suoi amici, la vittoria diviene una sua personale tragedia.

Banjo si assume da solo il ruolo di eroe, ha praticamente dedicato se stesso alla sua missione, la vittoria lo pone di fronte al dilemma di come possa tornare e cosa fare nella società civile, anche lui è un eroe che rimane solo ma per scelta.

Amuro è un altro eroe quasi per caso, il robot è di nuovo in relazione al padre, ma è una sua scelta salirci, si ritrova con un rapporto conflittuale con la madre che non accetta la sua decisione di far parte dell'esercite e il padre è diventato demente.
Questa volta Tomino dà una svolta positiva e l'eroe non rimane solo ma viene recuperato dai suoi amici.

Ci sarebbe anche Kamille Bidan, un altro protagonista che farà una fine tragica (salvato però nello ZZ). Ma credo lui sia già fuori in quella che sembra una ricerca di Tomino nello sviluppo dell'eroe iniziata in embrione con Toriton.

Nel modo in cui la metti, le intenzioni della madre e di Koros sembrano quasi coincidere: voler fare in modo che Banjo viva la sua vita senza interferire più con il mondo dei meganoidi.

In realtà noi non sappiamo la verità su come fosse Sozo, quello che sappiamo ce lo dice Banjo e la sua visione del padre può essere offuscata dall'odio, del resto nell'ultimo dialogo Sozo (il suo spirito o illusione che sia) è intenzionato ad aiutare Banjo, è Banjo che lo rifiuta. Sozo potrebbe essere stato tranquillamente una vittima degli stessi meganoidi.
Sozo potrebbe essere un personaggio estremamente tragico, il quale finisce per essere odiato da tutti, non solo da Banjo ma anche dalla moglie e dal figlio che sono stati trasformati in cyborg.

Per quanto riguarda la "riabilitazione", i vari personaggi terzi più che far leva su Banjo fanno uscire l'umanità residua nei nemici stessi, il ragazzo dei blue beret che si prodiga ad aiutare la sorellina, il ninja che si preoccupa della donna amata, mentre Kidogawa sconfitto anche nella forma di megaborg perde ogni interesse per la competizione con Banjo, in questo caso è Kidogawa che capisce che la sua ambizione è inutile e lo ha reso un burattino dei meganoidi.