La mente umana è molto complessa, da quando nasciamo iniziamo ad archiviare qualsiasi impulso colpisca i nostri sensi, sia esso visivo, uditivo o emozionale (cinestesico). L'archiviazione avviene in termini di similitudine: associamo le successive esperienze a quelle precedenti. Dal momento che ciascuno di noi ha vissuto esperienze diverse, la stessa esperienza vissuta insieme ad un altra persona, verrà archiviata in modo diverso, susciterà emozioni diverse.
Esempio pratico: in tre andiamo a vedere lo stesso film, le nostre emozioni, i nostri ricordi delle scene importanti, la nostra identificazione con un personaggio, saranno del tutto soggettive, perché filtrate dal nostro vissuto precedente. Nessuno di noi "sbaglia", perché in tutto ciò non c'è una verità assoluta: per me Banderas è il mugnaio imbecille che parla con la gallina, per qualcun altro sarà il perfetto Zorro.
Questo è vero anche quando si tratta di tradurre un testo (sto parlando in termini del tutto generali!). Leggo o ascolto quello che devo tradurre, la mia mente inizia il suo processo di generalizzazione, cancellazione, distorsione. In tutto questo NON C'È NULLA DI VOLONTARIO, è la nostra mente che funziona così.
Se io, Paola e chiunque di voi, ci dovessimo trovare di fronte allo stesso testo da tradurre produrremmo versioni che sostanzialmente direbbero la stessa cosa, ma con sfumature differenti, a seconda della scelta del termine italiano corrispondente e dei filtri della nostra mente. Ripeto: in tutto questo non c'è nulla di volontario.
C'è differenza, come diceva Paola, tra traduzione letterale e resa in lingua: se devo tradurre un testo scientifico dovrò prediligere la traduzione letterale, ovvero la mera traduzione dei termini con poco intervento personale; se devo tradurre un testo letterario dovrò rendere le frasi in italiano perché spesso la costruzione delle frasi nelle varie lingue non è la medesima; faccio un esempio: la frase "Have you got some business with me?" letteralmente "Hai degli affari con me?" in italiano non si usa, ma si potrebbe rendere con "Hai qualcosa a che spartire con me?" o "Ci conosciamo?" o... "Che sono mai venuto a pranzo a casa tua?" a seconda del contesto, e si potrebbero tirare fuori tante altre frasi. "Rinaldo che significa "Don't stand so close to me"?" Il figlio serafico "Nun t'accollà!" tanto per dare un'altra idea
Tutte le traduzioni "giuste" sono giuste, anche se con sfumature differenti.
Generalizzazione, distorsione e cancellazione, la nostra mente fa queste azioni milioni di volte al minuto, di fronte a qualsiasi stimolo la colpisca.
Quando si parla del "Mio Actarus", è proprio di questo che parliamo: la nostra visione del personaggio filtrata dal nostro noto, dal nostro vissuto, ed è quella l'unica alternativa valida per noi. Le nostre interpretazioni del personaggio possono coincidere o no, possiamo scambiarci le nostre opinioni, ma ognuno può e deve rimanere della propria idea.
Alla fine della fiera, che ci importa di quello che aveva in testa Nagai? Quello che importa a me è quello che ho in mente io e quello che ci vedo io nella storia; sono interessata ai punti di vista di tutti, davanti ad alcuni di voi mi fumeranno le orecchie per un pizzico di rabbia infantile, pisterò i piedini in terra per sfogarmi, prenderò nota della vostra opinione, la rispetterò e carezzerò la mia come un caro amico di infanzia.