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Quando i sintetizzatori cominciarono ad affiancarsi o a prendere il posto delle chitarre, il risultato fu accusato di freddezza e artificialità. In realtà credo che la musica elettronica dei primi anni ’80 grondi sentimento… a parte appunto gli Ultravox, perfino gli apparentemente algidi Kraftwerk possono dare i brividi, la loro freddezza è, almeno secondo me solo apparente, sembra voler nascondere un’emotività che si ha forse paura a scoprire. Andando più avanti, i testi spesso serissimi dei Depeche Mode innestati su musichette orecchiabili o i racconti di gioventù perduta dei Soft Cell sono tutto fuorché freddi. Il parallelo con le critiche di pochi anni prima verso i diseducativi e violenti cartoni giapponesi (che si diceva fossero completamente animati al computer, in contrasto con i sani cartoni made in USA) mi è venuto automatico. Forse le macchine facevano paura, forse si dimenticava che dietro le macchine c’era sempre un essere umano, sia che si trattasse di suonare che di manovrare. Ora la musica la fanno davvero i computer in automatico, e nessuno ci fa più caso. Forse era meglio negli anni '80. p
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