Posts written by Zaku71

Non riesco ancora a capire che tipo di successo Grendizer ha ottenuto in Giappone...

Detto ciò, azzardo: si allontanano in massa con una barca, e muoiono in una tempesta?

Chi la canta?

Grazie mille! Mi sono iscritto e ho guardato tutte le puntate!
Che dire? Mi ha emozionato come la prima volta. Sì, qualche esagerazione, come Conan che sembrava più un ragno che un essere umano, ma complessivamente una bellissima storia disegnata dal genio che ben conosciamo.
Diciamo che il finale mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca. Avrei preferito una nuova "resurrezione" di Lepka (in effetti il gigante cade in mare ma non vi è certezza che lui sia morto) che va a rovinare la festa ai nuovi colonizzatori dell'isola perduta...

Beh diciamo che anche oggi ci sono disegni molto diversi tra loro


La questione credo che sia che Grendizer, oggi come ieri, è un prodotto molto mainstream e che quindi difficilmente ci si potrà trovare dello sperimentalismo nel tratto in senso realistico o allucinato che sia.
C'è stato un periodo in cui andava di moda lo stile retrò (Mazinkaiser, i vari Shin Getter, il già citato Cyborg 009) ma si trattava di prodotti che volevano avere un forte legame con il passato e che in molti casi portavano per la prima volta in animazione cose esistenti solo su cartaceo.
Nel caso di Grendizer U invece ci trovamo di fronte ad una serie fortemente commerciale che fa leva su un titolo famoso (in Arabia in questo caso). E' presumibile che lo stile sia il più standard e moderno possibile per avvicinare il "grande" pubblico di giovani e nostalgici.
Contando anche che Goldrake non ha un passato "autoriale" molto forte e che è sempre stato solo una serie televisiva, direi che siamo anni luce lontano da un Devilman Crybaby

Fin dai tempi di Grendizer Giga (che all'epoca credevo sarebbe stato anche un anime e non solo un manga) avrei voluto vedere un qualcosa del tipo Space Battleship 2199 (che mi è piaciuto moltissimo anche se all'inizio i disegni non mi convincevano più di tanto). Si direbbe, a vedere il trailer, che siamo di fronte a qualcosa di simile. Almeno lo spero. Certo, i disegni non sono come quelli dell'anime anni '70, gli stili che vanno di moda cambiano (probabilmente anche a causa della tecnologia che viene utilizzata per realizzare un anime) e i gusti sono gusti. Anche se fosse stato un sequel i disegni sarebbero stati quelli. Comunque l'importante, alla fine, è che la storia sia fatta bene, che le trame siano buone e che i personaggi siano ben caratterizzati. Poi ai disegni ci si può anche abituare. Io penso questo. Correggetemi se sbaglio.

Duke & co sono sempre stati giovani, e ora questo aspetto è stato semplicemente reso esplicito (certo, sappiamo anche perché ... Non potevano usare lo stesso chara di Toei!!).

Non ho Netflix e non ho intenzione di farmelo sinceramente.

In fondo anche il Duke classico era un personaggio malinconico e taciturno solo che era rappresentato come un trentenne-ventenne dell'epoca.

Eh beh sì, ma non solo. Se ti sei informato un minimo su tutto il progetto, dovresti sapere che non è certo partito per volere di Nagai ma per insistenza della Manga Productions, una media company araba in mano a un tizio pieno di soldi. Che ha detto che vuole sfruttare il franchise per "riportare certi valori" (ehm...) agli appassionati. In pratica è come se un giorno Donald Trump si svegliasse decidendo che vuole riportare alla luce il Goldrake che ha visto da bambino (non ricordo come lo chiamavano negli USA) per fare proseliti presso le nuove leve...
Solo che in questo caso è accaduto a qualcuno nato sul fronte medio orientale e che nel frattempo ha fatto fortuna (parliamo sempre degli stessi che hanno costruito la mega statua di Goldrake, 30 e passa metri, hai presente quanti soldi costa una roba del genere? Magari meno del Gundam giapponese semovente, ma comunque tanto!!).

A Dynamic non poteva fregare nulla di Grendizer. Ma i soldi non fanno schifo a nessuno, e quando ti bussa alla porta uno che ne ha da buttare via che fai, gli dici di no? Ed ecco che il Grendy è rinato sotto nuova veste. Uscirà anche sul mercato giapponese, per forza, ma questo remake è chiaramente destinato al medio oriente e a l pubblico occidentale. D'altronde paga Mustafà ...

Negli anni '90 erano i francesi (e in partecipazione, la Rai - almeno così si disse) a voler fare un seguito del Grendy. Tutto progettato ma alla fine non è mai partito. Sarà forse che il budget non era 'sta gran cifra? Invece un Mustafà ricco coi derivati del petrolio è in grado di far cambiare idea a qualsiasi giapponese poco convinto ... Difatti li abbiamo visti in foto, tutti assieme, felici di presentare il nuovo progetto. Ma diciamocelo, la motivazione è solo e unicamente economica. Oltre al fatto che Mustafà (lo chiamo così perché mi piacciono gli stereotipi, ovviamente il suo nome è un altro) vuole approfittare per, come diceva lui stesso, "riportare certi valori" alle menti delle nuove generazioni. Speriamo non siano i tipici valori da allà sta al bar ... (però, se ci pensiamo bene, non era forse così anche nella serie storica? Con un botto di veghiani che si fanno esplodere pur di giungere all'obiettivo... E a volte erano i "buoni" a immolarsi con le stesse modalità!)

Ci scherzo sopra un attimo, non ve la prendete ... In fin dei conti stiamo solo parlando di un cartone animato.

Mi rendo conto, sono anni che mi dico che lo devo guardare e poi rimando sempre perché sono troppo pigro per "procurarmi" le puntate.
Durante le vacanze giuro che me lo guardo tutto, promesso. Non è neanche tanto lunga come serie.

Generazione Goldrake
Anche se la fantascienza ci ha messo la zampino: «Sono della generazione Gundam, Goldrake, ne potremmo parlare per ore. Anche Galaxy Express 999, la serie anime sul treno che viaggiava nello spazio. Adoravo tutto questo e condividevo questo senso di avventura con mio fratello. Prima sono stati i cartoni animati giapponesi, poi i fumetti, la letteratura, Asimov. È stata anche la porta per scoprire la scienza». A sognare con Goldrake sono stati in tanti. Ma poi in quanti sono andati nello spazio? Parmitano è nato a Paternò. Scuole a Catania fino al primo viaggio negli Stati Uniti durante il quarto anno del Liceo scientifico Galileo Galilei (altro indizio) con una borsa di studio Intercultura. Oggi la sua città è Houston: «La giornata è iniziata come quella di tanti altri: quando posso porto le figlie a scuola. Mi alleno». Anche qui. C’è allenamento e allenamento. Il suo è adatto al ruolo: «Mi sono qualificato quest’anno per il campionato mondiale di Ironman. Ma non ho avuto il tempo di andare».