CAPITOLO XVII° : " Maria "- Allontaniamoci Maria - esclamò preoccupato il giovane Kaito, afferrando la ragazza per un braccio - Non è prudente restare in zona! -
Vicino a lui, altri due ragazzi seduti sulle rispettive motociclette, annuirono vigorosamente, guardando preoccupati la furiosa battaglia che si stava svolgendo davanti ai loro occhi.
- Se avete paura, andatevene pure - rispose Maria divincolandosi dalla presa - Io rimango qui -
La ragazza si sfilò il casco dalla testa, ed una cascata di capelli ramati le ricadde morbidamente sulle spalle.
Non riusciva a staccare lo sguardo dalla scena che le stava di fronte, ne era affascinata ed impaurita allo stesso tempo, e seguiva come ipnotizzata le rapide evoluzioni di quei dischi volanti attorno all'Istituto di Ricerca Fotoatomica.
La sensazione di un ricordo sgradevole increspò per qualche secondo il corso dei suoi pensieri, cercando senza successo di affiorare alla sua coscienza, ma svanì prima che lei riuscisse ad afferrarlo.
In quel momento il rombo di un motore attirò la loro attenzione.
- Ehi! - esclamò Kaito, indicando un punto più in basso - C'è qualcuno -
Maria si sporse oltre il guardrail e sbirciò il tornante che stava sotto la loro postazione, separato da una ripida scarpata: sul ciglio della strada si era fermata una persona in sella ad una moto.
- E' una ragazza - continuò Kaito, vedendola togliersi il casco sotto la luce di un lampione - E pure carina...- commentò, osservandone compiaciuto le forme sottolineate da un'aderente tuta di colore giallo.
- Sssshhhhhht ! - gli intimò Maria, rifilandogli una gomitata nello stomaco
- Ahia!- protestò il giovane, massaggiandosi la parte dolente con il palmo della mano - Ma che ti prende? -
- Zitto! - rispose lei - Non voglio che ci veda! -
- Ma...-
- Insomma, vuoi fare silenzio sì o no? - lo interruppe Maria fulminandolo con un'occhiataccia .
La sconosciuta si voltò, e sembrò guardare per un attimo nella loro direzione, ma poi tornò in sella alla sua motocicletta, ripartendo in una nuvola di polvere.
- Seguiamola! - esclamò Maria di punto in bianco
- Seguirla? - chiese stupito l'altro - E perché mai dovremmo seguirla? -
- Perché lo dico io! - replicò lei - Ti basta? -
Kaito era abituato alle stranezze della sua amica, e sapeva pure quanto poteva essere caparbia, quindi preferì non discutere oltre, limitandosi ad obbedire.
Poco dopo erano sulle tracce della misteriosa ragazza in giallo.
- Io non la capisco Dottor Hell - mormorò Blocken scuotendo la testa incredulo - L'Istituto di Ricerca è attaccato da forze sconosciute, e lei se ne sta lì impassibile, come se nulla fosse... -
- Sono contrariato dalla scarsa fiducia che dimostra nei miei confronti Conte - replicò lo scienziato alzandosi in piedi, ed uscendo dalla penombra in cui era avvolto.
Blocken indietreggiò istintivamente di qualche passo.
Hell scoprì i denti in un sorriso enigmatico.
- Ecco...io...volevo solo dire, che questa potrebbe essere un'occasione unica per sbarazzarci del nostro nemico...perché non interveniamo anche noi? - balbettò l'ufficiale nazista cercando di recuperare un po' di autocontrollo.
La vicinanza dello scienziato lo inquietava non poco.
- Tutto a suo tempo - rispose quest'ultimo facendo un lieve cenno con la mano destra.
Uno schermo olografico apparve al centro della stanza, mostrando la battaglia in corso: il Great Mazinger era sceso in campo.
Hell osservò quelle immagini annuendo compiaciuto, e tornò ad accomodarsi al suo posto: un servitore gli versò prontamente del vino in un'ampia coppa.
- Si sieda Blocken, si sieda - continuò lo scienziato indicando all'ufficiale un sedile a fianco del suo, e porgendogli un calice uguale a quello che teneva in mano - Venga a godersi lo spettacolo -
- Accidenti che botta...- gemette Kaito in ginocchio sull'asfalto, togliendosi il casco e massaggiandosi frastornato la nuca.
Uno degli ufo era precipitato a poca distanza dalla loro posizione, sfiorandoli pericolosamente, e disseminando lungo la sua traiettoria tutta una serie di detriti infuocati.
Kaito aveva perso il controllo della sua motocicletta, piombando a terra e scivolando per diversi metri sul fondo stradale, fortunatamente senza grosse conseguenze.
Il giovane si rimise faticosamente in piedi e diede rapidamente un'occhiata attorno: pochi metri più in là giacevano a terra anche i suoi amici.
- Shinji...Ken...tutto a posto ragazzi? - chiamò preoccupato, avvicinandosi di corsa, ed aiutando quest'ultimo a togliersi di dosso il peso della propria moto
- Sì...mi sembra di sì - balbettò a stento Ken, spolverandosi via di dosso i frammenti dello specchietto retrovisore, che era esploso in una miriade di schegge.
- Anch'io...a posto - li rassicurò a sua volta Shinji avvicinandosi zoppicando - Ma...Maria dov'è? -
- Sono qui! - esclamò la ben nota voce della ragazza , mentre si trascinava fuori dal fossato che affiancava un lato della strada.
Kaito si precipitò ad aiutarla.
- Te l'ho detto che era pericoloso! - la rimproverò il giovane tendendole una mano - Ma tu non vuoi mai darmi retta! -
- Guarda che non sei la mia balia! - ribatté seccata lei, rifiutando il suo aiuto, e togliendosi un rametto secco che le si era infilato incredibilmente sotto il casco, impigliandosi fra i capelli.
- Sì, ma poi quando succede qualcosa, tua nonna se la piglia sempre con me! -
- Invece di cianciare, vai a recuperare la mia motocicletta! -
Kaito brontolò qualcosa d'incomprensibile, ma poi si lasciò scivolare nel fosso, ed aiutato da Shinji riportò il mezzo sulla strada.
- Sembra a posto - commentò dopo una rapida ispezione
- La mia è andata invece - si lamentò Ken un po' più in là, mentre cercava inutilmente di rimetterla in moto.
- Dobbiamo proseguire - mormorò Maria di punto in bianco, fissando un punto davanti a sé.
- Stai scherzando vero? - balbettò incredulo Kaito, ma senza ottenere risposta.
La fanciulla si era sfilata il casco, e se ne stava in piedi in mezzo alla strada, incurante del nevischio ghiacciato che a tratti le sferzava viso.
Sembrava in trance.
- Maria? -
Per tutta risposta, la ragazza tornò verso di loro, e dopo averli scansati in malo modo, salì sulla propria motocicletta, avviandola.
Qualche istante dopo scompariva dietro una curva.
- E adesso? - chiese Shinji perplesso - Che facciamo? -
- Le andiamo dietro, che domande! - replicò seccamente Kaito - Sua nonna mi ucciderà...- mormorò poi scuotendo la testa sconsolato.
- KAISER PILDER GOOOOO! -
Il velivolo scivolò rapidissimo sull'acqua, percorrendo un lungo tunnel, e sbucando infine all'aperto, in un lago circondato da una folta foresta di abeti.
Percorse ancora alcuni metri, solcando appena la superficie lacustre, e poi decollò dirigendosi verso ovest.
Koji controllò il radar di bordo: il segnale che indicava la posizione della moto di Sayaka, pulsava sul piccolo schermo come il battito di un cuore.
Azionò il dispositivo per la visione notturna, impostò le coordinate di volo in base ai dati forniti dal segnalatore, ed inserì il pilota automatico.
Raffiche di neve ghiacciata vorticavano impetuosamente attorno al Pilder, depositandosi sulla calotta in cristallo della cabina di pilotaggio, ed evaporando quasi istantaneamente, senza lasciare traccia.
Il giovane premette un pulsante alla sua destra: uno scomparto, invisibile fino ad un attimo prima, si aprì silenziosamente sul medesimo lato del sedile.
Koji infilò la mano e ne estrasse una pistola a raggi, che infilò nella fondina vuota, in sostituzione di quella che gli aveva preso Harada.
- Sto arrivando Sayaka - mormorò - Sto arrivando...-
Il Great Mazinger afferrò con le mani quelle mascelle poderose che gli attanagliavano il collo, e cominciò a tirare con tutte le sue forze, cercando di allargarle, ma senza riuscirci.
Ormai gli era chiara una cosa: il nemico intendeva farlo schiantare assieme a lui sull'Istituto di Ricerca.
- Lasciami maledetto! - imprecò Tetsuya, mentre si stavano infilando nella coltre di nubi - Lasciami ti dico! -
Il suolo si stava avvicinando pericolosamente: doveva assolutamente trovare il modo di liberarsi da quell'abbraccio mortale prima dell'impatto.
Non aveva scelta.
- BREAST BURN! -
La piastra sul petto del robot, direttamente a contatto col ventre del mostro, iniziò ad arroventarsi.
Pochi istanti dopo il calore era spaventoso, e l'aria all'interno della cabina di pilotaggio stava diventando irrespirabile.
Tetsuya socchiuse gli occhi, tentando caparbiamente di non perdere i sensi, mentre attorno a lui, un inferno di suoni e luci, segnalava un sovraccarico in tutti i sistemi.
-
Tetsuya! - lo chiamò la voce di Jun -
Che succede Tetsuya? Rispondimi ti prego! -
-
Sganciati dal Great Mazinger! - intervenne il professor Yumi in tono allarmato -
Sganciati e mettiti in salvo! -
- No...- mormorò a fatica il giovane, aumentando invece la potenza del raggio - For...za...Mazinger! -
Ci furono alcune scintille, e poi un filo di fumo cominciò ad uscire da sotto la plancia, invadendo lentamente l'abitacolo.
Finalmente la presa del nemico iniziò ad allentarsi; Tetsuya ne approfittò per spingerlo lontano da sé, e riprendere prontamente il controllo del proprio robot ormai in caduta libera.
Diede potenza ai propulsori, riuscendo in qualche modo a rallentarne la discesa, ma gli fu impossibile evitare un atterraggio piuttosto rovinoso.
Il Great Mazinger, completamente in balia della forza di gravità, scivolò scompostamente per diversi metri lungo un pendio, trascinando con sé una frana di grosse proporzioni, che infine lo travolse, seppellendolo in parte sotto i detriti.
Tetsuya sprofondò nell'incoscienza.
Poco distante, il nemico si schiantò con un gran frastuono, creando attorno a sé un ampio cratere, e rimanendo immobile in mezzo ad una nuvola di polvere.
Avvistata la moto di Sayaka, Koji atterrò silenziosamente lì vicino, nascosto in un piccolo avvallamento circondato da alcuni alberi quasi spogli.
Nel bosco, dall'altra parte della strada, ardevano vari incendi, che illuminavano il paesaggio di una luce quasi spettrale; il giovane Kabuto scese dal Pilder, e si avviò prudentemente in quella direzione, impugnando la sua pistola a raggi.
La motocicletta della ragazza giaceva sull'asfalto, abbandonata su un fianco, e poco più in là c'era il suo casco; tutt'attorno, impresse nel velo di neve che si era depositato sulla strada, una serie confusa di impronte.
Koji le seguì fino al limitare della carreggiata, poi s'inoltrò nel fitto della vegetazione orientandosi con il chiarore dei roghi.
Procedette per diversi metri, muovendosi con discrezione su un terreno tortuoso e l' intrico dei rami, quando all'improvviso, proprio di fronte a lui, percepì un lieve brusio.
C'era qualcuno.
Il giovane rimase immobile ed in ascolto per qualche istante, poi cominciò ad avvicinarsi con cautela.
Maria strisciò fra i cespugli, fino ad arrivare al bordo del costone di roccia sul quale stava nascosta assieme ai suoi amici, sollevandosi quindi sui gomiti, per poter meglio vedere quello che stava accadendo diversi metri più in basso: da lì poteva osservare tutto, senza timore di essere scorta.
I due alieni erano proprio sotto la sua postazione, a poca distanza dalla loro navicella in avaria: uno dei due teneva d'occhio la prigioniera dalla tuta gialla, che giaceva tramortita ai suoi piedi, mentre l'altro comunicava in maniera incomprensibile con un misterioso interlocutore, attraverso quella che sembrava una ricetrasmittente.
Dopo aver ascoltato in silenzio per un po', la ragazza si rese conto con stupore, che quell'idioma dai suoni aspri e quasi metallici, le risuonava in qualche modo famigliare.
- Bisogna fare in fretta - mormorò infatti, rivolgendosi agli altri - Sta chiedendo aiuto, e presto ne arriveranno altri -
- Come fai a saperlo? - bisbigliò Kaito, trascinandosi faticosamente a fianco della ragazza, e sbirciando a sua volta oltre il bordo della scarpata - Maria...non fare pazzie ti prego...quelli sono armati! - la supplicò poi.
- E secondo te cosa dovrei fare? - ribatté seccata lei - Lasciare che facciano del male a quella ragazza? -
- Magari non le faranno nulla...- provò a dire lui - Forse la lasceranno andare... -
- Già - replicò in tono ironico la ragazza - E magari andranno tutti assieme in un locale a bere qualcosa...-
- Volete piantarla voi due? - li interruppe Shinji, invitandoli ad abbassare il tono della voce - Così ci scopriranno! -
- Questo è poco ma sicuro...- sussurrò inaspettatamente qualcuno alle loro spalle, cogliendoli di sorpresa.
Maria scattò con la rapidità di un felino, afferrando un grosso ramo nodoso, e scagliandosi istintivamente verso il nuovo venuto, ma una pistola puntata in mezzo al petto la fece desistere all'istante.
- Posalo - le ordinò quella voce.
La ragazza esitò un attimo, poi lo lasciò cadere a terra.
- Brava bambina - mormorò la voce - E adesso rimettiti giù assieme ai tuoi amici -
- Chi..chi diavolo sei? - chiese a quel punto Kaito parandosi davanti a Maria e scrutando nel buio - Fatti vedere! -
- Chi siete voi invece! - replicò lo sconosciuto emergendo dall'ombra - Sicuramente dei pazzi incoscienti, visto che siete venuti fin qui nel bel mezzo di una battaglia -
- E tu chi saresti? Il fratello scemo di Superman? - commentò Maria, lanciando uno sguardo di sfida a quell'uomo bardato con un'aderente tuta rossa, ed il volto in parte celato dalla la visiera di uno strano casco.
- No, sono quello che ti darà una sonora sculacciata, piccola impertinente! - rispose Koji scoprendosi il capo e fulminandola con un'occhiataccia - Si può sapere cosa ci fate in questo posto? Vi rendete conto che è pericoloso? - .
- E' quello che cerco di spiegarle da ieri sera - brontolò Kaito, indicando Maria con un cenno del capo - Ma non mi da mai retta! -
- Io volevo solo aiutare quella ragazza - cercò di giustificarsi lei - E questo tizio, uscito da qualche brutto film di fantascienza, non può certo dirmi quello che devo o non devo fare! - sottolineò poi, scrutando Koji con evidente antipatia.
- Ma sentila! - esclamò quest'ultimo sorpreso da tanta impudenza - Oltre che manesca, ha pure la lingua lunga! -
- Non immagini quanto...- commentò a bassa voce Kaito, immediatamente zittito dall'ennesima gomitata della giornata, questa volta nelle costole.
Koji si avvicinò alla ragazza per osservarla meglio: due occhi color cobalto lo fissarono altezzosamente.
- Stammi bene a sentire teppistella da strapazzo - l'apostrofò duramente - Pensi che si tratti di un gioco? E' questo che credi? Beh carina, t' informo che siamo sotto attacco, e qui rischiate solo di farvi ammazzare! - continuò, senza distogliere lo sguardo da quello particolarmente intenso di lei.
Maria fece per replicare, ma Koji l'anticipò girandole le spalle, e rivolgendosi invece a Kaito.
- Vi ho sentito dire che gli alieni hanno preso una ragazza...l'avete vista? - chiese con malcelata preoccupazione
- Sapreste dirmi che cosa ne hanno fatto? -
- Sì, è qui sotto - rispose quest'ultimo - La sorvegliano in due -
Koji si precipitò a guardare, sporgendosi appena dal dirupo, ma abbastanza per rendersi conto della situazione, e la vide.
- Sayaka... - mormorò con un leggero tremito nella voce.
- La conosci? - chiese sorpreso Kaito.
Koji si limitò ad annuire, senza distogliere lo sguardo dal quel corpo esanime.
- Ce ne sono altri? - s'informò poi, indicando gli alieni.
- Abbiamo visto solo quelli - gli rispose Shinji - Però non ne siamo certi -
- Sono solo in due - precisò invece Maria - Ma presto avremo compagnia -
- E tu che ne sai? - le chiese con un tono tra il perplesso e l'ironico il giovane Kabuto.
- Lo so e basta - replicò seria la ragazza.
- Va bene, ve bene - tagliò corto Koji - Adesso statemi bene a sentire: voglio che vi allontaniate da qui immediatamente e senza discussioni! -
- Ma...- provò a protestare Maria.
- Niente ma, sparite! - concluse Koji, dileguandosi rapidamente nel buio.
- Tetsuya! - chiamò Jun per l'ennesima volta, ottenendo in risposta un silenzio inquietante, interrotto solo dalle scariche elettrostatiche - Qui Jun, mi senti? - insistette, mentre s'alzava di quota per evitare l'attacco incrociato di due minidischi.
"Avanti, rispondimi!" pregò mentalmente, cercando di non dar retta a quei pensieri che le suggerivano le peggiori delle ipotesi "Che aspetti? Rispondimi, Tetsuya..."
Una luce abbagliante balenò nella cabina di pilotaggio, accecandola per qualche istante, ed una spiacevole sensazione di intorpidimento le attraversò il corpo come una scossa elettrica, facendole battere incontrollatamente i denti.
Uno degli ufo aveva preso di mira la testa di Venus.
Jun lo vide allontanarsi velocemente, per evitare di essere colpito, ma la ragazza non gli lasciò scampo.
- KOUSHIRYOKU BEAM! - urlò.
La navicella esplose come un fuoco d'artificio.
- E adesso tocca a voi due! - esclamò la ragazza, dopo aver localizzato i due minidischi superstiti - Mi avete veramente scocciata! -
Dopo un breve inseguimento Jun riuscì ad eliminarne uno, scaricandogli addosso i missili digitali.
L'altro puntò verso il basso, cercando rifugio fra le nuvole, ma Venus lo raggiunse prima.
Anche l'ultimo minidisco seguì così la sorte degli altri.
- Ce l'ho fatta! - esultò soddisfatta Jun; l'unico suo pensiero adesso, era quello di raggiungere Tetsuya.
Qualcosa però attirò la sua attenzione.
La ragazza guardò verso l'alto: in quel settore le stelle erano sparite, come inghiottite da un buco nero.
Jun rimase senza fiato: quella zona d'ombra incombeva su di lei, oscura e minacciosa; osservando meglio, si rese conto che si trattava di un'enorme astronave a forma di sigaro.
- O mio Dio...- mormorò incredula - E questa cos...-
Un raggio la investì in pieno, avvolgendo il suo robot, e facendole morire le parole in gola.
Venus venne trascinata inerme all'interno della nave aliena.
Tetsuya socchiuse gli occhi: qualcuno lo stava chiamando.
- Ci sono... - mormorò a fatica, cercando di sgranchire un po' alla volta le membra indolenzite.
-
Finalmente! - esclamò la voce sollevata del professor Yumi -
Stai bene figliolo? -
- Sì...credo di sì, un po' ammaccato, ma tutto intero - rispose lui - Cosa è successo? -
-
Sei precipitato assieme al mostro spaziale -
- Già! Il mostro! - esclamò Tetsuya - Dov'è adesso? Non riesco a vedere nulla! -
-
Sembra che sia rimasto gravemente danneggiato - gli rispose Yumi -
Si trova a poca distanza da te, ma non si muove. In che stato è il Great Mazinger?-
Il giovane controllò rapidamente gli strumenti di bordo: sembrava tutto a posto, ma un'occhiata all'indicatore di potenza gli strappò un'imprecazione.
-
Che succede?- chiese lo scienziato.
- Il livello di energia è sotto il limite di sicurezza! - rispose il pilota con disappunto.
Yumi sapeva benissimo cosa significava una cosa del genere: il Great Mazinger non era in grado di usare le armi.
-
Ce la fai a muoverti? - chiese allora.
Tetsuya afferrò la cloche e provò a far alzare il robot, che si trovava in posizione prona, facendo leva sulle possenti braccia.
Dopo alcuni tentativi riuscì infine a sollevarsi sulle ginocchia, scrollandosi di dosso l'ammasso di rocce e terra che lo tenevano bloccato.
- Coraggio Mazinger, alzati! - ordinò Tetsuya - Ancora uno sforzo! -
Obbedendo al volere del suo pilota, il robot si erse nuovamente in tutta la sua altezza.
-
Bene Tetsuya, adesso rientra immediatamente alla base -
- Che ne è di Jun? - chiese invece il giovane, che si era reso conto solo allora, di non sentire la ragazza già da un bel po'.
Lo scienziato esitò qualche secondo prima di rispondere.
-
A dire il vero abbiamo perso i contatti con lei da alcuni minuti -
- Cosa? -
-
Qualcosa interferisce con le comunicazioni e con il radar - continuò Yumi -
Sembra che...ATTENTO! -
L'avvertimento arrivò tardi: il robot nemico, nuovamente racchiuso dalle due metà del disco, lo travolse violentemente, muovendosi in verticale come una specie di sega circolare, e lasciando dietro di sé un profondo solco scavato nel terreno.
Il Great Mazinger non ebbe il tempo di reagire, e venne scaraventato a parecchia distanza, fino a schiantarsi di schiena a ridosso di una rupe.
Tetsuya accusò il colpo, accasciandosi semisvenuto sulla plancia.
Koji scivolò non visto alla spalle del nemico, celandosi nell'oscurità, dietro alcuni massi ricoperti di muschio.
La neve ormai scendeva a larghe falde, ricoprendo rapidamente ogni cosa, come un manto di candida ovatta.
L'unica nota stridente all'interno di quell'atmosfera così bucolica, era la presenza sinistra dei due alieni, ed il frastuono della battaglia in lontananza.
Lanciò un'occhiata preoccupata in quella direzione: chissà come se la stavano cavando Tetsuya e Jun...
- In bocca al lupo ragazzi - mormorò tra sé e sé, prima di tonare a concentrarsi sui rapitori di Sayaka.
La fanciulla era lì a pochi passi, distesa a faccia in giù, con il viso pallidissimo, in parte nascosto dai lunghi capelli, rivolto verso di lui.
Sembrava morta.
"No..Dio ti prego...NO!" pregò, in preda ad un'angoscia crescente.
Una mano si posò gentilmente sulla sua spalla destra.
Colto di sorpresa, Koji rimase immobile senza voltarsi, sfiorando con le dita il calcio della pistola infilata nella fondina.
- Stai tranquillo - sussurrò la voce di Maria - Lei è viva -
- Ancora tu? - bisbigliò incredulo, mentre la fanciulla gli si affiancava in silenzio - Non ti avevo detto di and...-
- Piantala! - lo interruppe lei - Pensiamo a liberare la tua ragazza! -
E prima che Koji potesse fare qualsiasi cosa per fermarla, Maria era già uscita allo scoperto, avvicinandosi come se nulla fosse ai soldati di Vega.
- Ma...le..detto! - balbettò Tetsuya, mentre il mostro spaziale continuava ad urtarlo, senza che lui riuscisse a reagire in alcun modo.
Il Great Mazinger, seduto a terra come un giocattolo rotto, era totalmente in balia del nemico, incastrato in una specie di anfratto nella parete rocciosa.
Le armi erano inutilizzabili, e l'energia rimasta, era appena sufficiente per permettere al robot di alzare le braccia e proteggere il Brain Condor.
-
Tetsuya...dammi retta figliolo...abbandona il campo di battaglia! - lo implorò Yumi -
Tets...-
Tetsuya spense la ricetrasmittente.
Era stremato, ma deciso ad andare fino in fondo.
Non poteva cedere.
Non voleva cedere.
Con la mano destra si deterse il sangue che gli era colato negli occhi da un profondo taglio sulla fronte, provocato dalla visiera del casco andata in frantumi.
- Ti prego Mazinger...ti prego...fallo per me...- mormorò, abbassando una leva alla sua sinistra - Muoviti! -
Con qualche incertezza, il robot s'alzò miracolosamente in piedi, aggrappandosi ad alcuni massi sporgenti.
L'ufo, che si era allontanato di alcuni metri per prendere nuovamente la rincorsa, si fermò, indeciso sul da farsi, il Great Mazinger invece, cominciò ad avanzare, dapprima barcollando, poi sempre sempre con maggior sicurezza.
Il nemico rimase immobile, come se stesse valutando la situazione, poi il mostro spaziale fece nuovamente la sua comparsa, uscendo dal guscio protettivo e mettendosi a quattro zampe, simile ad un enorme animale preistorico.
Le sue fauci si aprirono minacciose, emettendo un raggio luminosissimo e continuo.
Tetsuya venne investito in pieno: un dolore terribile, bruciante, gli attraversò il corpo.
Il giovane urlò in preda a spasmi incontrollabili.
Il pannello di controllo si spense completamente, ed il Great Mazinger crollò definitivamente sulle ginocchia, ormai inerte.
Tetsuya si rese conto con sgomento, di non potersi più sganciare dalla testa del robot.
Era la fine.
Improvvisamente però, quella tortura ebbe inspiegabilmente termine.
Un'ombra di grosse dimensioni si era frapposta fra lui ed il fuoco nemico, proteggendolo.
-
HANJURYOKU STORM! - urlò una voce.
Il mostro spaziale venne sollevato in aria da un fascio di luce multicolore.
-
SCREW CRASHER PUNCH! -
Qualcosa di molto simile al suo Atomic Punch trapassò la corazza inferiore del nemico, passandolo da parte a parte come fosse burro.
L'esplosione che ne seguì, illuminò a giorno tutta la zona, e frammenti del robot nemico si sparsero un po' ovunque.
Subito dopo calò un silenzio innaturale.
Tetsuya s'appoggiò stancamente allo schienale del sedile, con le mani abbandonate in grembo, e cominciò a ridacchiare senza controllo.
L'ombra si chinò su di lui.
Il pilota del Great Mazinger si rese conto solo in quel momento che si trattava di un robot antropomorfo.
-
Stai bene?- s'informò una voce, che gli risuonò in qualche modo famigliare.
- Chi..sei tu? - chiese - Io..io ti conosco...-
-
Ti basti sapere che sono un amico -
- Un amico...un amico... - mormorò Tetsuya, prima di scivolare inesorabilmente nell'incoscienza.
- Salve ragazzi, come va? -
I soldati di Vega fissarono perplessi quella ragazza sbucata all'improvviso dal nulla.
- La mia motocicletta ha una ruota a terra, potete aiutarmi? - continuò Maria, scostando una ciocca di capelli dal viso ed avvicinandosi con noncuranza.
-
Ferma dove sei! - intimò uno dei due, puntandole addosso il fucile -
Non ti muovere! -- Che modi! - esclamò la ragazza, continuando ad avanzare - Vi ho solo chiesto di darmi una mano! -
-
Ti ho detto di rimanere immobile! - sibilò minaccioso l'alieno, sparando un colpo di laser fra i piedi della fanciulla.
Sul terreno, in mezzo alla neve, rimase una piccola traccia annerita e fumante.
- Ehi! - esclamò Maria, arrestandosi di colpo ed alzando le mani - Non siete per niente gentili, sapete? -
Il soldato fece qualche passo nella sua direzione, continuando a tenerla sotto tiro.
Maria attese pazientemente che fosse abbastanza vicino, e poi, con un calcio ben assestato, gli fece volare via l'arma dalle mani.
Con un altro calcio in rapida sequenza, lo raggiunse allo stomaco, mandandolo al tappeto.
La ragazza si precipitò a raccogliere il fucile, e dopo averlo imbracciato colpì a morte l'alieno, ma non si accorse dell'altro, che prendendola alle spalle, l'afferrò brutalmente per il collo, stringendo senza pietà.
-
Gettalo! -
Annaspando alla ricerca di aria, Maria lasciò cadere l'arma.
- Non si tratta così una signora! - esclamò una voce alle loro spalle.
Sorpreso, l'alieno si voltò, lasciando andare contemporaneamente la ragazza, che s'accasciò sulle ginocchia tossendo.
Koji puntò la pistola e fece fuoco: il veghiano cadde a terra senza un lamento.
Il giovane si precipitò senza indugio verso Sayaka, inginocchiandoglisi accanto e prendendola fra le braccia.
Le tastò il collo per controllare il battito cardiaco, e constatò con sollievo che era solo priva di sensi.
- Sayaka! - chiamò - Sayaka, svegliati ti prego! -
La ragazza socchiuse appena gli occhi, e mosse le labbra per dire qualcosa, ma senza riuscire ad emettere alcun suono.
- Stai tranquilla - le mormorò accarezzandole dolcemente la fronte - Adesso ci sono qui io -
- Grazie per avermi chiesto come sto! - intervenne a quel punto Maria, massaggiandosi la gola ed avvicinandosi ai due - Che razza di ingrato! -
Sayaka girò faticosamente la testa, osservandola confusa, poi lanciò un'occhiata interrogativa verso Koji.
- Ah, dimenticavo, lei è...è...- fu solo in quel momento, che il giovane si rese conto di non conoscere nemmeno il nome di quella strana ragazza.
- Io sono Maria - concluse per lui la fanciulla, sfoderando il migliore dei sorrisi.
continua...
( eventuali commenti nell'apposito 3d
:
http://gonagai.forumfree.net/?t=20004611 )
Edited by kojimaniaca - 12/8/2010, 23:25