CITAZIONE (H. Aster @ 21/6/2010, 21:58)
Come lavorate, voi?
O meglio, come agite, quando è arrivata l'idea e si tratta di tradurla in parole?
Illustro il mio metodo di lavoro; poi mi piacerebbe sentire come vi comportate voi.
Quando inizio un racconto, lungo o corto che sia, serio o umoristico non importa, io devo aver ben chiari due punti: l'inizio e la fine.
Non posso assolutamente scrivere se non so come va a finire, questo per me è tassativo.
La mia esperienza con la scrittura è in parte recente e in parte no: da piccola in effetti scribacchiavo qualche cosa giocando col suono delle parole, da adolescente arruffavo racconti, dai vent'anni in poi invece ho trovato utile scrivere in forma narrata quello che era il plot di questa o quella storia a fumetti che tentavo di realizzare. Scoprii che le parole potevano ispirare molte ma molte più immagini di qualsiasi schizzo o storyboard. Tuttavia non ho scritto più nulla per molti anni, fino a circa 4 anni fa, in occasione anche stavolta di una base solida per una graphic novel (fan comic) che poi ho definitivamente accantonato e deciso di realizzarla solo in forma scritta, e lì veramente ho scoperto, o ri-scoperto che scrivere mi piace.
Fatta questa premessa, e visto che la mia esperienza tutto sommato è limitata, contribuisco comunque a questa bella discussione per quanto mi è possibile.
L'inizio e la fine: per me è necessario averli chiari entrambi. Tendo ad essere perfezionista, e per questo è per me impensabile non avere presente il chi, cosa, come, dove, quando e perché. Spesso analizzo in questo modo quelle parti che mi convincono di meno o dove mi sto arenando, in modo da trovare il problema, facevo così anche col disegno: quando non riuscivo a concludere uno schizzo che mi convincesse, provavo a forzare la prospettiva ridisegnando il soggetto in vari modi, cambiando l'altezza del punto di vista in modo anche azzardato. Di solito funziona.
Nel caso della storia che sto scrivendo, l'inizio ha un pezzetto introduttivo che non posso che considerare men che provvisorio finché non avrò finito almeno la prima parte, in quanto ha una funzione di presagio, ma non deve essere nemmeno troppo chiaro, insomma: l'è una storia bell'e che complicata. Sennò 'un ero io X) ché mi garba complicammi tanto la vita! (ma è il bello della scrittura, risolvere tutte queste combinazioni, questi incastri, questi garbugli spaventosi!)
Una volta stabiliti inizio e fine, nel mezzo c'è quel bell'oceano di flutti che sono le vicende utili alla comprensione del senso della storia, e lì si può sguazzare per anni! (lasso di tempo durante il quale di idee ne vengono anche troppe e non trovano posto nel flusso della storia, se si vuole mantenere un dato ritmo)
Gli appunti delle idee li scrivo a penna su blocco note, mentre il testo vero e proprio mi piace scriverlo al computer, meglio se con internet a disposizione e vocabolario online a portata di mano (il Treccani mi piace).
Iniziai scrivendo prima tutta la bozza della trama per intero, quasi telefonata, per capirci. Poi lo ripresi dall'inizio e man mano lo riscrissi "raccontando", senza pensare ad uno stile in particolare, giusto considerando un certo garbo e niente altro. Ad un certo punto, considerando che avevo mano completamente libera, e che lo stavo scrivendo pressoché solo per me, pensai che sarebbe stato bello provare a renderlo in uno stile un po' particolare, e così lo ripresi n'antra vorta daccapo e l'ho fatto come mi pareva (: dopotutto m'è sempre piaciuto sperimentare.
Per cui, col ricorso ad un dato stile - un po' poetico e un po' asciutto, nel mio caso - il lavoro di scrittura comporta spesso una revisione "stilistica" in più, perché può capitare che a volte un po' si perda, si sfumi. Ed è necessario essere in vena, altrimenti è meglio dedicarsi ad altro XD infatti, quando non è aria, se proprio ho voglia di dedicarmi alla storia, mi limito ad analizzare la scansione degli eventi o a raccogliere documentazione sul web.
Altro aspetto che ho scelto di applicare in questa storia, ma che mi piacerebbe mantenere come regola generale, è quella di, in caso di fanfiction, considerare il lettore che non conosce il personaggio o la serie in questione, e raccontarla in maniera accessibile. Questo comporta uno sforzo ulteriore, nell'evitare di dare per scontata la conoscenza di molti termini, di molti personaggi e vicende, per i quali bisogna pensare l'introduzione ed eventualmente altri modi di formularli.
Questo è tutto, per ora