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Come lavorate, voi?

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view post Posted on 29/3/2015, 18:27     +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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Pianetaazzurro: ci siamo incrociate!^^

La musica: mio marito me ne ha fatta sentire troppa, tutta classica, sia da dischi che eseguita direttamente. Dopo 18 anni di convivenza, non sopporto più sentirla, anche se anni fa la musica disco era perfetta per i lavori di casa. Adesso preferisco il silenzio, di rumore ne sento fin troppo (e il marito ha imparato ad usare le cuffie!!!)
 
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view post Posted on 29/3/2015, 18:43     +1   -1
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Professore della Girella

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@ Aster: per la musica dipende: proprio ieri sera mi sono scritta un capitolo della nuova FF ascoltandola. Ovvio che rileggendolo c'é da correggere un po' di più (quando mai non é cosi ), perché scritta di getto e con emozioni stimolate da più fronti, ma "sento" molto quello che avevo in mente di scrivere, e quindi le emozioni sono fissate. Chiaro, dopo aver lasciato sedimentare e in un momento di calma e silenzio totale, sarà da mettere in pratica una "smussatura" un po' più vigorosa del solito :asd: :asd:

Aster rincrocio!!! :wub: :diablo:

Potrei dire lo stesso... mio padre mi ha rintronata fin dall'età fetale fino ai 30 anni, lirica, classica, lirica, classica, di notte, di giorno, prima degli esami, la mattina presto della domenica e via dicendo... uscita di casa anni di silenzio e di "contagocce". Sicuro, é che avrei potuto odiarla... e invece, a giuste dosi, é la "medicina" quotidiana.

Nei boschi invece é rigorosamente la musica della natura, come in giardino (ma é vero, vivo praticamente in u nido fra i boschi!!)
 
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view post Posted on 3/4/2016, 13:40     +1   -1
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Professore della Girella

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Dopo un anno ripesco questo thread...

Quando postare! L'emozione nel farlo é grandissima, sveliamo una parte molto intima di noi stessi, e l'attesa delle reazioni é "spasmodica" , consentitemi il termine, perché prende "dentro". Eppure...

Eppure c'é un momento giusto per postare, che va oltre la voglia irrazionale di fare quel "click" che metterebbe in linea la prima stesura, quella uscita di fresco, con tutta l'agitazione che l'accompagna. Io lascio decantare, leggo e rileggo correggendo, tagliando, abbellendo (si spera), ascolto le mie emozioni, e poi finalmente quando non so più cosa ritoccare, e leggo (più volte) senza cambiare niente, neppure una virgola, ... é arrivato il momento. Magico!

Quanto dura tutto questo "processo"? Mah, dipende, ore, giorni, settimane o anche mesi... dipende certamente dalla lunghezza dello scritto, ma anche dalla complessità del tema, dalla convinzione che ne ho e non da ultimo dal tempo a disposizione ... ma quando é giunto il momento, ... sale la febbre del postare, e allora DEVO!!!!!
 
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view post Posted on 27/6/2019, 11:59     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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CITAZIONE (shooting_star @ 21/11/2014, 19:17) 
Normalissimo. Se non si scrive si sta male. E non si pensa ad altro.
A volte penso che sia la storia che arriva da noi, e se vogliamo liberarcene dobbiamo scriverla... almeno a me è sempre capitato così (mi sta capitando anche ora. Ma tra un po' dovrebbe passare, sono in dirittura d'arrivo ;)).

E' molto vero, quoto.

Vediamo... come lavoro io? Dipende.

Quando la storia viene di getto senza starci troppo a pensare, è una vera manna! Ne capitassero spesso di occasioni così! Praticamente la tastiera del pc va avanti da sola e più ne scrivi, più idee arrivano.

Altre volte invece, ho in mente una frase, una situazione simpatica e/o intrigante, però manca la struttura del racconto, la base, il protagonista, tutto!
Qui devo pazientare e cercare di farmi venire delle idee, ed è utilissimo leggere cose varie senza un preciso ordine e che non abbiano niente a che fare con ciò che penso io.
Servono anche le situazioni della vita comune, un incontro, un fatto, qualsiasi cosa può funzionare.
Poi devo essere in uno stato d'animo giusto, e in un periodo di fiducia in me stessa.

Mi capita di partire con un'idea precisa dall'inizio alla fine, poi nello scrivere qualcosa cambia.
Succede anche ad altri, l'ho letto.
Quando Dacia Maraini ha iniziato "La lunga vita di Marianna Ucria", ha dichiarato che non sapeva esattamente dove andava a parare. Beh, ne hanno fatto un film e ha vinto un bel premio!

Se cerco delle idee nuove mi è anche utile leggere vecchi articoli di riviste che ho conservato, immagini, disegni... le cose più strane, sono fonte di ispirazione.

Credo comunque che la vera molla sia la passione per l'anime.

:ruota:
 
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view post Posted on 28/6/2019, 16:14     +1   -1
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Concordo: a volte la storia sembra scriversi da sola. In quei casi non faresti altro che stare al pc, e tutto quel che distoglie dalla scrittura, "rompe". Scrivi di getto, e in genere il risultato è abbastanza buono, o anche buono. È quella che io chiamo "ispirazione celeste".

Le altre volte? Beh, io devo avere ben chiaro il punto di partenza e quello di arrivo; quel che sta in mezzo... inshallah... ma viene. Uso il sistema di farmi domande logiche: se X deve fare quest'azione, come può accadere? Perchè Y non glielo impedisce? Eccetera.
 
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view post Posted on 4/4/2021, 17:05     +1   -1
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CITAZIONE (H. Aster @ 21/6/2010, 21:58)
Come lavorate, voi?

O meglio, come agite, quando è arrivata l'idea e si tratta di tradurla in parole?

Illustro il mio metodo di lavoro; poi mi piacerebbe sentire come vi comportate voi.

Quando inizio un racconto, lungo o corto che sia, serio o umoristico non importa, io devo aver ben chiari due punti: l'inizio e la fine.
Non posso assolutamente scrivere se non so come va a finire, questo per me è tassativo.


La mia esperienza con la scrittura è in parte recente e in parte no: da piccola in effetti scribacchiavo qualche cosa giocando col suono delle parole, da adolescente arruffavo racconti, dai vent'anni in poi invece ho trovato utile scrivere in forma narrata quello che era il plot di questa o quella storia a fumetti che tentavo di realizzare. Scoprii che le parole potevano ispirare molte ma molte più immagini di qualsiasi schizzo o storyboard. Tuttavia non ho scritto più nulla per molti anni, fino a circa 4 anni fa, in occasione anche stavolta di una base solida per una graphic novel (fan comic) che poi ho definitivamente accantonato e deciso di realizzarla solo in forma scritta, e lì veramente ho scoperto, o ri-scoperto che scrivere mi piace.

Fatta questa premessa, e visto che la mia esperienza tutto sommato è limitata, contribuisco comunque a questa bella discussione per quanto mi è possibile.

L'inizio e la fine: per me è necessario averli chiari entrambi. Tendo ad essere perfezionista, e per questo è per me impensabile non avere presente il chi, cosa, come, dove, quando e perché. Spesso analizzo in questo modo quelle parti che mi convincono di meno o dove mi sto arenando, in modo da trovare il problema, facevo così anche col disegno: quando non riuscivo a concludere uno schizzo che mi convincesse, provavo a forzare la prospettiva ridisegnando il soggetto in vari modi, cambiando l'altezza del punto di vista in modo anche azzardato. Di solito funziona.
Nel caso della storia che sto scrivendo, l'inizio ha un pezzetto introduttivo che non posso che considerare men che provvisorio finché non avrò finito almeno la prima parte, in quanto ha una funzione di presagio, ma non deve essere nemmeno troppo chiaro, insomma: l'è una storia bell'e che complicata. Sennò 'un ero io X) ché mi garba complicammi tanto la vita! (ma è il bello della scrittura, risolvere tutte queste combinazioni, questi incastri, questi garbugli spaventosi!)

Una volta stabiliti inizio e fine, nel mezzo c'è quel bell'oceano di flutti che sono le vicende utili alla comprensione del senso della storia, e lì si può sguazzare per anni! (lasso di tempo durante il quale di idee ne vengono anche troppe e non trovano posto nel flusso della storia, se si vuole mantenere un dato ritmo)
Gli appunti delle idee li scrivo a penna su blocco note, mentre il testo vero e proprio mi piace scriverlo al computer, meglio se con internet a disposizione e vocabolario online a portata di mano (il Treccani mi piace).

Iniziai scrivendo prima tutta la bozza della trama per intero, quasi telefonata, per capirci. Poi lo ripresi dall'inizio e man mano lo riscrissi "raccontando", senza pensare ad uno stile in particolare, giusto considerando un certo garbo e niente altro. Ad un certo punto, considerando che avevo mano completamente libera, e che lo stavo scrivendo pressoché solo per me, pensai che sarebbe stato bello provare a renderlo in uno stile un po' particolare, e così lo ripresi n'antra vorta daccapo e l'ho fatto come mi pareva (: dopotutto m'è sempre piaciuto sperimentare.
Per cui, col ricorso ad un dato stile - un po' poetico e un po' asciutto, nel mio caso - il lavoro di scrittura comporta spesso una revisione "stilistica" in più, perché può capitare che a volte un po' si perda, si sfumi. Ed è necessario essere in vena, altrimenti è meglio dedicarsi ad altro XD infatti, quando non è aria, se proprio ho voglia di dedicarmi alla storia, mi limito ad analizzare la scansione degli eventi o a raccogliere documentazione sul web.

Altro aspetto che ho scelto di applicare in questa storia, ma che mi piacerebbe mantenere come regola generale, è quella di, in caso di fanfiction, considerare il lettore che non conosce il personaggio o la serie in questione, e raccontarla in maniera accessibile. Questo comporta uno sforzo ulteriore, nell'evitare di dare per scontata la conoscenza di molti termini, di molti personaggi e vicende, per i quali bisogna pensare l'introduzione ed eventualmente altri modi di formularli.


Questo è tutto, per ora :)
 
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view post Posted on 5/4/2021, 09:35     +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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Per quel che mi riguarda, avere ben chiari inizio e fine è fondamentale.
Tante volte ho trovato persone disperate che non dapevano più come andare avanti: si erano innamorati di una storia, ma avevano avuto solo l'idea iniziale, per cui arrivati a un certo punto era per loro impossibile andare avanti.
L'unica, in questi cadi, era proprio la domanda "secondo te, come dovrebbe finire?".

Panico dell'autore, cui bisognava riproporre la domanda in: "il protagonista riesce a compiere la sua impresa, o no?", seguita da altre domande utili a focalizzare l'elemento principale, cioè la fine.
Facendo così, abbiamo sempre risolto. Credo poco a "io comincio, poi vedo come va a finire".

Concordo in pieno con te, Niv, circa l'importanza di porsi nei panni del lettore: un autore conosce bene il suo mondo e i personaggi che lo popolano, e tende a dar per scontato che sia così anche per il lettore. Cambiare PV aiuta anche a valutare in maniera più critica il proprio lavoro, il che non guasta mai, IMHO.
 
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view post Posted on 5/4/2021, 13:45     +1   +1   -1
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Diffidato a non Girellare

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CITAZIONE (H. Aster @ 5/4/2021, 10:35) 
Credo poco a "io comincio, poi vedo come va a finire".

Penso che stabilire il piano di una storia abbia a che fare fondamentalmente col sapere "perché" la si stia raccontando, e col fornire al lettore il "perché" l'ha letta.
Andare avanti così come viene... va bene nel caso si abbiano dei personaggi fissi con dinamiche che non cambiano tra loro, e via avanti con le avventure quotidiane, tipo i serial tv, gli episodi autoconclusivi di anime e cartoon, le sit-com. Genere godibile e di tutto rispetto, ma quando invece si gestiscono sviluppi dei personaggi principali, come si può farlo senza sapere in che direzione si andrà a finire? È vero che nessuno conosce il proprio destino, ma un racconto non è una cronaca, un racconto deve avere un senso.
Mi capitò tempo fa di pensare ad una storia (non fan fiction), di cui in tutta onestà mi interessava solo un certo sviluppo, superato il quale... oltre a non sapere come trascinare portare avanti la trama, avevo anche esaurito la motivazione, di questo me ne resi conto solo quando mi accorsi di non averne più voglia! X)
 
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view post Posted on 5/4/2021, 14:03     +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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Un classico...
Capitò anche a me: inventai una trama, un mondo e un paio di personaggi interessanti, e poi scrissi qualche capitolo. Fine. In realtà non avevo mai pensato a come finire: credo m'interessasse solo come idea, esercizio di scrittura, e stop. In realtà, quando ho avuto intenzione di terminare una storia, l'ho sempre conclusa.
 
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view post Posted on 5/4/2021, 18:52     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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Il mio problema è che ho difficoltà a trovare un filo conduttorio. Mi vengono in mente delle scenette, ma come collegarle? Dove incominciare, e come finire? È per questo che scrivo poche storie. Mi riesce più facile scrivere temi / componimenti, perché lì devo solo esaminare ciò che ha scritto un altro... :via:
 
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view post Posted on 5/4/2021, 19:36     +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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Ognuno ha il suo campo. Esaminare, criticare, collegare gli argomenti scritti da altri, trarne interpretazioni interessanti, è un'arte
 
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view post Posted on 29/6/2022, 08:36     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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Ho scoperto di avere un modo tutto mio per scrivere storie - al solito, devo inventare un metodo mio, non posso semplicemente fare quello che fanno gli altri *^^*

Ormai mi sono rassegnata a non essere capace di scrivere di getto, o solo di rado, quando mi salta. Allora, quando mi va e ho un po' di tempo e di calma apro il documento, scrivo le brevi scenette che ho in mente... e più tardi, quando mi salta, provvedo a collegarle.
 
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.Luce.
view post Posted on 29/6/2022, 10:07     +1   -1




Bene! E quando ne avrai voglia, magari ce le fai leggere *_*
 
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view post Posted on 29/6/2022, 18:06     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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Era solo per dire, anche così si può lavorare. Ovviamente non è l'ideale per scrivere interi romanzi, ma per delle storielle può bastare.
 
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