48... avevo fatto il test tempo fa e non ricordavo il nome dell'amante della Monaca... ma mi ricordo che alla peste sopravviveva anche il sempliciotto Menico, ad esempio. A un pelo dalla secchionaggine assoluta. Grazie, Egidio!
Io i "Promessi", come li chiamava la mia prof che parlava anche, per il mio raccapriccio, della "Divina" (Greta Garbo?
), li ho odiati, e non perché trovassi difficile la lingua, ma proprio perché la storia non mi catturava: di certo il fatto di dover trattare il tomo come il frutto della perfezione, da spremere per estrarne tutto il succo, e non come un romanzo, ha fatto la sua parte. Come osservare un dipinto troppo da vicino ne impedisce la visione d'insieme.
L'inferno e gran parte del Purgatorio li ho riletti con piacere all'università, ma già alle medie avevo riletto Farinata e Manfredi tanto da impararli a memoria; i Malavoglia mi sono piaciuti subito, la Coscienza di Zeno no, ma quando la ho riletta dopo i vent'anni è stata un colpo di fulmine, divertente, ironica, lieve. Dai una possibilità a quel libro, Aster.
NB lungi da me l'idea di sminuire l'importanza di Manzoni e dei Promessi Sposi nel panorama culturale e linguistico italiano. Potrei anche provare a rileggerli, un giorno; ma non mi sento ancora pronta. Li ricordo ancora troppo bene per poterne trarre piacere, almeno è la sensazione che mi dà il libro quando lo vedo nel suo scaffale.
Edited by shooting_star - 16/11/2014, 00:25