Act 3: Rapimento
Il giorno dopo Actarus si svegliò presto.
Il pianeta Fleed era circa 1.3 volte più grande della Terra e il tempo per compiere un'orbita intorno al sole di circa 30 ore terrestri. Per questo motivo, anche la notte era più lunga.
Abituato com'era alla vita sulla Terra, la notte per Actarus era stata lunga. Ma non era solo questo. Non potendo usare la bussola a causa delle tempeste magnetiche, l'unico modo per capire in quale città si trovavano era osservare la posizione del loro sole, Caos, che sorge.
Era anche per questo motivo di ordine pratico che Actarus si era alzato presto.
Sceso da Goldrake, si guardò intorno. Il sole non era ancora sorto.
Il cielo era pieno di nuvole bianche e cominciava a tingersi di blu, era una mattina davvero piacevole. E infine, colorando il cielo di bianco ed emettendo una luce abbagliante, il sole mostrò il suo volto. La sua luce avvolse la terra, illuminandola e spazzando via l'oscurità.
Il sole era tornato a sorgere su quella terra desolata, su cui si pensava che non sarebbe mai più sorto. Quella visione diede ad Actarus grande speranza e coraggio. Per un attimo rimase immobile, immergendosi nella luce; la sensazione era davvero piacevole. Respirò l'aria a pieni polmoni, sentendola diffondersi piano piano nel suo corpo. Mentre si godeva quell'atmosfera mattutina, sentì una voce alle sue spalle
“Ti sei svegliato presto, fratellone”. Era Maria, ancora un po' assonnata.
“Si, è un mattino davvero piacevole.”
“Wow, che tempo stupendo...” Maria quasi non credeva ai propri occhi
“Già. Ieri, con quella tempesta, ero alquanto preoccupato, ma ora sono più tranquillo”
“A proposito, fratellone, oggi che facciamo?”
“Uhm...Vorrei capire al più presto dove si trova il palazzo reale. Per prima cosa farò un giro qui intorno per capire in quale città siamo. Forse ci sono dei sopravvissuti anche qui.”
“E se cercassimo dal cielo con Goldrake? Il tempo è bello...”
“Meglio di no. Se c'è una colonia di sopravvissuti tra queste macerie, dal cielo potremmo non vederli. Inoltre potrebbero pensare che Goldrake sia stato trafugato dai veghiani. Potrebbero pensare che siamo nemici, e vedendo Goldrake volare potrebbero spaventarsi.”
Ma non era solo quello il motivo per cui Actarus non voleva usare Goldrake. Le parole di Naida, che sotto controllo mentale gli aveva dato del traditore, pesavano ancora immensamente sul suo cuore. Era logico che gli dessero del traditore, lo capiva, eppure, nel profondo del suo animo, quelle parole erano ancora une ferita fresca e molto profonda. Aveva paura che tra lui e i sopravvissuti si creasse una frattura insanabile.
“Per prima cosa esplorerò i dintorni. Quando avremo capito dove siamo, cercheremo il palazzo reale. Tu resta su Goldrake e aspettami.”
“Va bene fratellone.”
I due fecero colazione e circa 30 minuti più tardi, Actarus si preparò a partire.
“Maria, prendi questo”. Actarus consegnò a Maria un braccialetto.
“Cos'è?”
“Un piccolo comunicatore. A causa di queste tempeste magnetiche non si può comunicare normalmente, ma amplificando l'onda con Goldrake potremo comunicare in qualche modo. Ma usalo solo in caso di emergenza.”
“D'accordo”
“Inoltre, finché non ritorno, non devi uscire da Goldrake per nessun motivo.”
“Eh, ma perché? Così mi annoierò a morte.”
“Su, su, abbi pazienza per due o tre ore e stattene tranquilla.”
Liquidando Maria in questo modo scherzoso, Actarus si allontanò.
Maria era decisamente seccata, ma alla fine decise di starsene tranquilla dentro Goldrake. Pensando 'Ah, che noia', stava seduta nella carlinga guardando distrattamente il cielo.
Dopo circa un'ora che Actarus era partito, Maria sentì un suono metallico.
'Cos'è questo rumore?' pensò alzandosi dal sedile. Sembrava come se qualcuno, dall'esterno, stesse picchiettando sullo scafo di Goldrake.'Chi sarà mai? Actarus ha la chiave per entrare...che sia uno dei sopravvissuti di Feed?...Oppure...' pensando questo e continuando a sentire quel suono, la preoccupazione di Maria crebbe. A poco a poco la preoccupazione divennero paura e terrore, che Maria non riusciva a scrollarsi di dosso.
Non potendo più sopportare quella sensazione, Maria afferrò la pistola laser riposta nel portaoggetti del sedile, ed infine aprì la carlinga. In preda al panico osservò l'esterno, senza vedere alcunché, mentre quel suono continuava imperterrito. Maria prese coraggio e decise di uscire all'esterno, dimenticando completamente quello che Actarus le aveva raccomandato prima di partire. Uscita dalla carlinga si fermo vicino allo scafo di Goldrake. Improvvisamente si sentì afferrare da dietro e subito ebbe la sensazione che qualcosa le trafiggesse il cervello, e nell'istante successivo si sentì
svenire.
continua....