Alice Miller era una psicologa e scrittrice polacca, cresciuta e vissuta in Svizzera (morta pochi anni fa) che ha scritto molti libri a proposito dei bambini e dell'educazione, soprattutto della "pedagogia nera", il che significa l'atto di voler soggiogare il figlio con qualsiasi mezzo, che si tratti di punizioni fisiche, umiliazioni pubbliche o altro. ("L'avvocatessa dei bambini", la chiamano.)
La prima delle sue teorie è "Il bambino è sempre innocente". Tra l'altro invita i figli a non curarsi del Quarto Comandamento, che secondo lei è interpretabile come "Non accorgerti" (del male che ti fanno i tuoi genitori).
Da quanto ho potuto indagare, la madre di Miller aveva un difetto di personalità, e sua figlia, sensibile e intellettuale per natura, ha molto sofferto non sentendosi accettata e amata ma utilizzata come immondezzaio per la debolezza e le turbe psichiche della madre. Da adulta è diventata psicologa, ma ha apertamente abbandonato la psicanalisi classica dato che questa adotta le teorie di Freud risultando tra l'altro nel pretendere - come si faceva ancora fino a forse trent'anni fa - che il bambino prova un desidero sessuale, rudimentale e perverso, per il genitore e che questo sia alla base di qualsiasi pretesa di un abuso sessuale da parte del figlio.
Personalmente io concordo con molte teorie della Miller - certamente ogni bambino ha il diritto di essere cresciuto con affetto e rispetto per la sua natura, i suoi diritti e la sua dignità: ma detesto l'idea dell'educazione antiautoritaria, di cui la Miller è profondamente convinta. Essere autoritario in modo giusto significa insegnare le buone maniere e il rispetto per il prossimo al figlio, non necessariamente abusarlo e maltrattarlo.
E' vero che l'abuso sessuale dei figli da parte dei genitori accade molto più spesso di quanto non si creda, e che l'abuso psichico può essere devastante quasi altrettanto; ma questo non significa che dire di no al momento giusto e socializzare i figli affinché rispettino i limiti altrui e imparino autocontrollo significa automaticamente non amarli, rispettivamente abusarli.
Secondo me Alice Miller non ha capito che non tutti i genitori sanno amare i figli in modo sano e naturale; non ci sono restrizioni, tutti possono fare figli, anche persone malate, irresponsabili e crudeli. Ma questo non significa, secondo me, che
tutti i genitori devono per forza avvolgere i loro figli nella bambagia e temere che cresceranno con una psiche disturbata solo perchè i genitori non cedono sempre e non fanno fare ai figli ciò che vogliono. Certo, tutti i genitori fanno sbagli - ma non tutti sono disturbati e quindi genitori irresponsabili e incapaci, come evidentemente lo era la sua propria madre.
Un tempo la gente credeva che il bambino sia cattivo per natura; oggi la tendenza sembra andare nell'altra direzione e che tutto il male che uno soffre lo deve ai genitori che non lo hanno trattato come si deve.
A parte il fatto che io odio le cose estreme - secondo me orientarsi a un'idea o un'atteggiamento estremo è una delle cose peggiori - ho sperimentato in prima persona cosa significa essere una persona educata "normalmente" e dovere poi vivere in mezzo agli antiautoritari rispettivamente i giovinastri cresciuti in quel modo. Dio sa cosa ho sofferto andando a vivere al nord della Germania, dopo 11 anni in Italia...