Altra precisazione: leggendo la ff troverete nomi di personaggi che avrete di sicuro trovato in altri lavori in questo forum. Vuole essere un mio omaggio a chi ha contribuito ad allietare le mie giornate.
-La macchina del tempo- 2 -
Nel suo studio, la regina la costrinse a mangiare e a bere del succo di frutta, mentre lei digitava su un terminale. Venusia aveva sempre desiderato sapere di più del passato di Actarus e ora ne avrebbe fatto parte, forse per sempre. Era talmente persa nei suoi pensieri che non sentì bussare alla porta e trasalì quando la regina salutò i nuovi venuti.
-Ecco il mio principino! Grazie Dara.-
Un bellissimo bimbo di circa due anni era entrato nella stanza, accompagnato da una donna matura.
Venusia incrociò lo sguardo del bimbo che, dopo un attimo di incertezza, ricambiò timidamente il sorriso, prima di correre dalla sua mamma. Nascosto dietro le gambe della regina, il piccolo guardò la nuova venuta e qualche attimo dopo, preso coraggio, le si avvicinò.
-Chi tei?-
-Mi chiamo Venusia.-
-Nuttia?-
La ragazza annuì e il bimbo le si arrampicò sulle gambe. La regina espresse il suo stupore.
-Duke è un bambino socievole, ma cauto con gli estranei: è la prima volta che si comporta così.-
Qualcuno bussò alla porta ed entrò.
-Maestà, è tutto pronto.-
-Bene. Duke, devi rimanere qui con Dara.-
-No!-
Venusia gli parlò con pazienza.
-Duke, devi obbedire alla mamma. Rimani con Dara e, se farai il bravo, dopo ti costruirò un gioco.-
Il bimbo riacquistò il sorriso e lei gli arruffò i capelli.
Due uomini armati entrarono nella stanza, per la sicurezza del principe, mentre Venusia seguì la regina e Amauta alla sala del Consiglio, dove il re li attendeva.
Appena vi giunsero, egli prese la parola:
-Grazie a tutti per averci raggiunto così in fretta. Questa Viaggiatrice ci ha portato notizie allarmanti. Alcuni soldati della guardia scelta di Vega sarebbero arrivati su Fleed, presumibilmente per compiere un attentato contro la regina e nostro figlio.-
La sala si riempì di voci, finché il sovrano non ordinò il silenzio. Allora un consigliere intervenne:
-Da dove viene la Viaggiatrice? Non è una veghiana.-
Il re rispose con prontezza:
-Da un pianeta al di fuori di questa galassia.-
Di nuovo tante voci insieme, finché qualcuna si levò sulle altre:
-Che ci facevano dei veghiani fuori dalla galassia e perché mai dovrebbero compiere un attentato qui? Siamo in pace.-
Un altro consigliere si intromise:
-Forse vogliono creare un incidente per rompere gli equilibri.-
-Con che mezzo questa “viaggiatrice” sarebbe arrivata fin qui? Come facciamo a capire quello che dice? Ma soprattutto, perché a una donna di un’altra galassia interesserebbe ciò che succede qui? Cosa guadagnerebbe venendo ad avvertirci?-
Questo commento portò il silenzio. Con voce tranquilla, la regina rispose:
-Consigliere Barsagik, esistono persone compassionevoli.-
Il fleediano fece una risatina cinica.
-Compassionevoli tanto da compiere un viaggio così lungo e arrivare proprio in tempo per avvertirci del pericolo, senza volere nulla in cambio? Più facile che sia complice degli attentatori! Poi, come può sapere che si tratta di veghiani?-
Il sovrano rispose senza indugio:
-Ha descritto lo stemma che quegli uomini portavano sulle divise.-
Un altro consigliere intervenne, con più moderazione:
-Ci sono prove della presenza di questi veghiani?-
Di nuovo, il re rispose:
-Ci sono indizi, nessuna prova certa.-
L’uomo che rispondeva al nome di Barsagik colpì il tavolo con il palmo della mano.
-Io dico di imprigionare la straniera e di dimenticarci di tutto questo.-
Il sovrano non nascose il suo disappunto.
-Consigliere, non possiamo sottovalutare un potenziale pericolo!-
Finalmente Venusia ricordò dove aveva sentito il nome Barsagik: era quello di Naida. Il consigliere doveva essere un parente della sfortunata ragazza e il suo ricordo la riempì di tristezza.
-Continuo a dire che la faccenda è troppo strana e che non c’è da fidarsi di questa donna.-
Il re, spazientito, si rivolse all’uomo in fondo alla sala che finora era rimasto in silenzio, con il capo chino e le braccia incrociate sul petto:
-Alistar, tu cosa ne pensi?-
L’uomo girò la domanda alla regina.
-Astrida?-
-La ragazza è sincera, ha un animo buono.-
-Per me basta questo. Mia figlia non si è mai sbagliata nel giudicare qualcuno. Si può supporre che agiranno durante la notte, pensando di sfruttare l’elemento sorpresa. Tu cosa dici Egron?-
Il re annuì.
-La penso allo stesso modo.-
Il consigliere Barsagik scosse la testa.
-Secondo me commettiamo una leggerezza a lasciare libera la straniera. Almeno, chiudiamola da qualche parte!-
La regina si rivolse al consigliere con fermezza:
-Mi fido di lei, sarà la mia Ancella!-
Il capitano Amauta si irrigidì, ma non proferì parola. Nella sala lo stupore era palpabile.
Il re concluse la riunione del consiglio.
-Bene. Se dovesse succedere qualcosa questa notte, e tutti ci auguriamo il contrario, ci riuniremo domani per fare il punto della situazione. Per ora, vi ringrazio.-
Prima di andare via, Alistar si avvicinò a Venusia. La somiglianza con Actarus e il suo sguardo severo le fecero male.
-Attenta ragazza! Astrida e mio nipote sono le persone più preziose che ho. Difendili… e cerca di rimanere viva: sembra che mia figlia tenga molto a te.-
Detto questo, si allontanò, lasciando Venusia profondamente turbata.
La regina le mise una mano sulla spalla.
-Vieni, hai bisogno di rinfrescarti.-
La camera che le avevano preparato era bellissima. Amauta non approvava né la posizione della stanza, attigua a quella del principe, né l’abito che era stato destinato alla straniera: era composto da una maglia e un pantalone neri di un tessuto opaco ed elastico che si adattava al corpo come un guanto; era provvisto di una sopravveste lunga alla caviglia, bianca, aderente sul busto; si chiudeva con un bottone alla vita e si allargava a trapezio, lasciando aperta tutta la parte dell’ampia gonna, per agevolare i movimenti di chi lo indossava, stivali neri.
Era l’abito destinato alle Ancelle della regina.
Venusia non aveva dimenticato la promessa fatta al principino e, mentre la regina lavorava nel suo studio, seduta per terra in un angolo con il piccolo Duke, costruiva per lui origami di animali, con i quali il bambino giocava, ridendo alle storie che la ragazza raccontava.
La regina la osservava incuriosita.
-Hai bambini tuoi, Venusia?-
-No maestà, ma ho cresciuto mio fratello.-
-Come mai, tua madre non poteva?-
-Mentre aspettava mio fratello, scoprì di essere gravemente malata e per proteggere la salute del bambino, non poté essere curata. Dopo la sua nascita, la mamma era sempre molto debole. E’ morta pochi anni più tardi.-
-Mi dispiace… e tuo padre?-
-Viviamo in una fattoria, lui doveva occuparsi degli animali e dei terreni… Io mi occupavo di mio fratello, della casa, della mamma e della scuola.-
-Non deve essere stato facile.-
-No, ma sono contenta di averlo fatto.-
Astrida annuì comprensiva.
-Immagino che avrai avuto poco tempo per gli amici.-
-Avevo troppo da fare e prima di Actarus non posso dire di averne avuti. Poi sono arrivati anche Alcor e Maria: loro sono i miei amici.-
-Anche loro hanno combattuto contro Vega?-
-Sì.-
Nello studio del re, i due sovrani stavano guardando sorgere la prima luna.
-Duke dov’è?-
La regina sorrise.
-Ha voluto che Venusia lo mettesse a letto e gli raccontasse una storia.-
-Incredibile come si sia affezionato subito a quella ragazza. E tu? Perché ti piace tanto?-
-Non so spiegartelo. In qualche modo quella ragazza è legata a me.-
Bussarono alla porta.
Il capitano Amauta era teso.
-Maestà, le ronde iniziano ora. Sarebbe bene che la regina si ritirasse nella sua stanza: i miei uomini sono già appostati. Il principe?-
La regina rispose:
-C’è Venusia con lui.-
Amauta si irrigidì:
-Con il vostro permesso, sorveglierò io il bambino.-
Un rumore dietro la porta la svegliò.
In un lampo Venusia si alzò e fece scudo con il suo corpo al letto del principino.
-Mossa inutile: prima ammazzo te e poi il bambino.-
Nonostante il sollievo, Venusia rispose al capitano piccata:
-Se il bambino fosse nel letto!-
Il letto era pieno, ma solo di cuscini.
-Dov’è?-
La ragazza alzò piano il coperchio del baule in fondo alla stanza: il bimbo dormiva sereno al suo interno, tra coperte e giocattoli.
L’uomo prese mentalmente nota della necessità di modificare la stanza del principe. Era un’abitudine che aveva da tempo: usare la sua mente come fosse un foglio per gli appunti smorzava la tensione, ma non la concentrazione.
Nel pieno della notte, rumori di lotta arrivarono dal piano inferiore.
Amauta si irrigidì e sfilò l’arma dalla fondina che portava legata in vita.
-Sono arrivati!-
L’ufficiale era inquieto: si era offerto di badare al principe perché non si fidava di Venusia, ma era un uomo d’azione: non riusciva a concepire di stare lì fermo mentre il suo re rischiava la vita. In quel momento desiderava di poter essere in due posti contemporaneamente.
La ragazza capiva il disagio del soldato:
-Capitano, gli uomini di Vega forse conoscono la pianta del palazzo e la posizione delle stanze della regina e del principe. Spostiamoli entrambi nella mia stanza e ci faccia sorvegliare da quattro uomini armati: io non potrei avere la meglio contro quattro soldati, non crede? Così lei potrà andare in aiuto del re.-
Amauta camminò nervoso per la stanza per pochi attimi, soppesando la proposta.
-Va bene… Venusia?-
Quando la ragazza si girò, si trovò il capitano a pochi centimetri dal volto.
-Se oserai alzare un dito su di loro... ti ucciderò con le mie mani!-
Lei rispose con estrema tranquillità:
-Esattamente quello che farei io al suo posto.-
Il capitano accompagnò la regina nella stanza di Venusia; la ragazza vi aveva già trasportato il bimbo addormentato e lo aveva adagiato, avvolto in una coperta, nell’armadio che si trovava sul lato della camera più lontano dalla porta, quindi, aveva spostato davanti alle ante alcune poltrone, per proteggerle. Quattro soldati armati erano con loro.
Il fragore al pianterreno aumentava e la regina diveniva sempre più ansiosa.
Rumore di passi che si avvicinavano, la maniglia girò. Venusia costrinse la donna ad abbassare la testa al riparo del letto, mentre i soldati si fecero scudo con gli arredi della stanza. La porta si aprì: erano altri due militari fleediani.
-Il re ci ha mandati in aiuto.-
Un colpo di disintegratore e uno dei due soldati cadde senza vita sulla soglia. L’altro si voltò, ma non fece in tempo a sparare: venne colpito in pieno petto e morì all’istante.
Venusia continuava a spingere in basso il capo della regina e a farle scudo con il proprio corpo.
I soldati cercavano di trattenere i veghiani fuori dalla stanza.
-Signora, sa sparare?-
La domanda era stata rivolta a Venusia, che prontamente rispose:
-Sì!-
-Allora prenda e difenda la regina!-
Il soldato spinse verso di lei il disintegratore di uno dei compagni morti.
Mantenendo ancora al riparo il corpo della regina, Venusia aprì il fuoco contro i veghiani.
-Mamma?-
La vocina ebbe il potere di gelare il sangue nelle vene delle due donne.
Duke aveva aperto le porte dell'armadio e guardava spaventato verso di loro.
-Fermo, non ti muovere!-
La regina era terrorizzata e tentò di alzarsi per correre da suo figlio.
Venusia la fermò spingendola verso il pavimento.
-No! Stia qui, ci penso io!-
Lo sguardo determinato della ragazza e il tono di voce imperioso immobilizzarono la sovrana.
-Duke, torna indietro! Non uscire!-
-Mamma!-
Il bimbo iniziò a gattonare fuori dall'armadio.
-Fermo!-
Ma Duke non ascoltava: era troppo spaventato.
Un altro soldato fleediano rimase ucciso.
Un veghiano si accorse del bimbo, che aveva superato la protezione delle poltrone.
Con un’azione suicida, entrò nella stanza. Venusia si slanciò sul bambino e lo avvolse tra le braccia, il veghiano sparò un colpo contro Duke, la regina urlò, il veghiano venne freddato dai soldati fleediani.
Colpi di disintegratore fuori della porta e in pochi attimi fu tutto finito.
Re Egron ed il capitano Amauta entrarono nella stanza.
-State tutti bene?-
La regina si alzò da dietro il letto.
-Duke? Duke?-
Il bimbo non rispose: stava scuotendo la sua nuova amica.
-Nuttia, Nuttia? Mamma, Nuttia domme.-
Una macchia di sangue si stava allargando sotto il corpo di Venusia.
-continua-
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linkEdited by calatea4 - 13/1/2021, 13:45