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BIG ROBOT DOSSIER

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view post Posted on 9/7/2013, 15:56     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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EPISODIO 27: LA BATTAGLIA DI GIOVE (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 9
Nella galassia si profila un nuovo pericolo: i Mongos, esseri bellicosi che intendono stabilire un vasto impero, conquistando tutti i sistemi planetari sulla loro strada. Questi alieni sono già arrivati nel sistema solare. Infatti, strani segnali radiomagnetici provenienti dalla zona del pianeta Giove vengono captati dagli strumenti di Base Union e il comandante Horion decide di inviare la Sunbeam ad investigare.

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L’astronave, che in quel momento si trova nelle vicinanze della Luna per un volo di controllo, cambia immediatamente rotta e si dirige verso il gigante gassoso. Improvvisamente, durante la navigazione, tre astronavi aliene sbarrano la via alla Sunbeam e allora Antares decide di fermare la nave per conoscere le loro intenzioni.

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Una voce metallica li avverte che quello spazio è stato conquistato dall'Impero dei Mongos e che chiunque tenti di entrarvi verrà annientato. Ma la Terra non può permettere che si creino aree ostili nel proprio sistema e così il giovane, sapendo che nello spazio ogni attimo di esitazione può essere fatale, risponde all'intimidazione facendo fuoco con il cannone fotonico della Sunbeam.

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Due unità nemiche vengono distrutte immediatamente, ma la terza risponde prontamente al fuoco provocando, però, solo danni superficiali. La successiva scarica della nave terrestre squarcia lo scafo dell'unità aliena.

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Improvvisamente, poi, un robot lascia l’astronave danneggiata.

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Trone chiede se deve abbatterlo ma Antares decide di lasciarlo andare allo scopo di seguirlo a distanza fino alla base principale degli alieni nel sistema solare. La Sunbeam arriva così nelle vicinanze di Giove, dove una potente unità da guerra accoglie il robot superstite.

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Una volta a bordo, quest'ultimo fa rapporto al suo comandante Aghor-ra e subito dopo viene rilevata la presenza dell’astronave terrestre.

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I Mongos non si fanno attendere e subito aprono il fuoco da lunga distanza, ma la scarica nemica passa sotto la Sunbeam. Antares, allora, decide di cambiare tattica e si tuffa nell'ombra di Ganimede, un satellite di Giove, seguito a distanza dalla fortezza nemica.

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All'ombra del pianeta, il giovane esce con il Big Robot e, approfittando del buio, attacca dal basso la potente astronave da guerra.

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I Mongos cercano di reagire, ma, prima che possano fare qualcosa, il robot terrestre scarica due missili atomici nella bocca dei propulsori, per immobilizzare il mezzo alieno e poi, col pugno d’acciaio, distrugge anche le antenne radar, affinché non possano più essere avvistati.

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Dopo ciò, i Mongos si ritirano, mentre Antares ritorna sulla Sunbeam, consapevole di aver vinto una battaglia ma non la guerra.

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EPISODIO 28: LE GRANDI SCIMMIE (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 9
Un oggetto alieno, sfuggito ai controlli di Base Union, atterra in Africa. A seguito di questo evento, cominciano a verificarsi degli attacchi a villaggi indigeni da parte di orde di gorilla inferociti. Il comandante Horion, preoccupato per la situazione, manda sul posto la Sunbeam per investigare.

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L’astronave attera nelle vicinanze di un villaggio completamente devastato, dove Antares trova un indigeno nascosto tra le rovine di una capanna, il quale gli dice che i gorilla che hanno compiuto quella strage sono tornati nella foresta sulle montagne. Il giovane decide, allora, di mandare Luno e Trone sulle tracce degli animali, allo scopo di scoprire che cosa li spinge ad attaccare i villaggi vicini.

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Lui, invece, si manterrà in contatto radio pronto ad intervenire con il Big Robot. I due robot, così, si addentrano nella foresta ma dopo poco si trovano improvvisamente davanti un gruppo di gorilla. Il capo del gruppo, Mahondo, attacca Trone ma quest'ultimo lo sconfigge facilmente davanti a tutti i suoi compagni, che scompaiono silenziosamente tra gli alberi.

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Nella giungla, il vincitore ha diritto di vita o di morte sullo sconfitto e Mahondo attende la sua sorte, ma Trone lo risparmia. Ora il gorilla ha un debito di riconoscenza verso quello strano essere che gli ha risparmiato la vita. I due robot proseguono seguendo una pista che li porta sulle montagne fino ad una grande caverna. Qui vengono, però, circondati da numerosi gorilla, mentre una voce metallica dice loro di essere prigionieri. La voce proviene da Deod, un robot mandato dai Mongos per conquistare la Terra. Egli intende insegnare alle scimmie ad usare le armi per poi attaccare le zone civilizzate.

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Trone gli dice che non glielo permetterà ma si rende conto di non potersi muovere, a causa di un campo magnetico che immobilizza sia lui che Luno. Deod potrebbe distruggerli all'istante, ma decide di utilizzarli come bersagli per le sue reclute; così ordina ad un gorilla di sparare su Trone con un baazer, una potente arma aliena. All'ultimo istante, però, Mahondo, il gorilla risparmiato da Trone, irrompe nella caverna e distrugge il meccanismo di controllo del campo magnetico, liberando i due robot terrestri.

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Tuttavia, mentre Trone riesce a fuggire, Luno viene trattenuto dagli altri.

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Arrivato ai piedi della montagna, il grosso robot invia un messaggio radio alla Sunbeam; appena ricevuta la posizione, Antares si precipita sul posto con il Big Robot. Intanto alcuni gorilla hanno raggiunto Trone e tentano di travolgerlo, scagliandoli addosso delle grosse pietre, ma Antares arriva giusto in tempo salvando l’amico con la mano del Big Robot.

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Il gigantesco robot si para davanti agli attoniti animali che si disperdono sulla montagna in preda al terrore. Nel frattempo, all'interno della caverna, Deod si appresta ad eliminare Luno e il gorilla traditore ma, proprio in quel momento, la caverna subisce una forte scossa: è il Big Robot che la sta distruggendo con i pugni d'acciaio. Vistosi sconfitto, Deod fugge con l'astronave con la quale era arrivato sulla Terra e, tentando un'ultima disperata mossa, cerca di investire il robot terrestre.

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Antares evita l'urto, gettando all'indietro il Big e poi abbatte la nave aliena colpendola con il pugno d'acciaio. Deod si ritrova a terra e viene catturato da Trone. Il robot alieno, però, pur di non rivelare nessuna informazione riguardante i Mongos, pone fine alla propria esistenza autoeliminandosi.

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Vista la gran quantità di materiale, lo posterò un pò per volta. Domani posto un altro pezzo.

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EPISODIO 29: L'OCCHIO DEL CICLONE (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 9
Un ciclone di inaudita potenza sta devastando una grande zona continentale e la sua violenza non accenna a diminuire. Alla base, ragionano sul modo per poterlo fermare e si pensa anche di ricorrere alle bombe atomiche. Il comandante Horion, però, sconsiglia l'uso di tali mezzi e suggerisce un'alternativa: usare il Big Robot.

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Così, Antares viene richiamato alla base e, dopo essere stato messo al corrente della situazione, parte immediatamente col suo robot. In breve tempo, il giovane giunge in prossimità del potente vortice e subito tenta di spezzare la colonna d'aria usando due missili dirompenti.

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Dopo l'esplosione, il tornado sembra disperdersi ma in pochi istanti si ricompone e cambia direzione andando contro il Big; Antares non ha il tempo di accendere i propulsori e il robot viene risucchiato all'interno del vortice ritrovandosi, così, nell'occhio del ciclone.

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Tuttavia, questa situazione permette al ragazzo di scoprire che si tratta di un tornado artificiale provocato da una possente macchina ciclonica lanciata sulla Terra dai Mongos, i colonizzatori dello spazio.

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Antares tenta prontamente di distruggerla con il pugno d'acciaio, ma il possente maglio viene risucchiato nel turbinoso meccanismo ed espulso attraverso una apertura di sfogo. Il giovane, allora, cambia tattica e prova a far saltare i circuiti interni del macchinario usando le folgori galattiche.

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Le potentissime scariche elettriche s'insinuano nelle viscere del colossale apparato bloccando la turbina. Il vortice si disperde e il brusco arresto fa precipitare la macchina sul robot ma, nei pochi istanti che lo separano dall'impatto con il suolo, Antares riesce a sganciarsi con il Big Control e a tornare alla base mentre il resto del corpo rimane sotto l'oggetto alieno; il comandante Horion manderà le squadre speciali a recuperarlo.

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EPISODIO 30: LA DISFATTA DEI MONGOS (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 10
L'impero dei Mongos sta riunendo le forze nel sistema solare per sferrare un attacco decisivo contro la Terra. Le difese del pianeta non sono ancora pronte, ma il dipartimento della difesa ha elaborato un piano per infliggere ai Mongos un duro colpo: un asteroide armato e teleguidato.

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Non rimane che equipaggiarlo coi mezzi necessari e sarà il Big Robot ad effettuare l'operazione di allestimento. Così Antares, Luno e Trone si preparano e in breve tempo la Sunbeam lascia la Terra diretta verso la zona dei pianetini, dove si trova l'asteroide indicato.

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Arrivati sul posto, il giovane prende posto ai comandi del Big e raggiunge la superficie dell'asteroide dove comincia subito le operazioni di installazione.

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Come prima cosa, posizionerà gli apparati propulsori in due crateri. Nel frattempo, numerose unità nemiche si sono ammassate oltre lo spazio di Saturno e ad esse si aggiunge anche la nave imperiale con a bordo l'imperatore Zumongo. Egli ha intenzione di distruggere tutte le città della Terra tranne una affinché da questa abbia origine un nuovo popolo di schiavi.

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Intanto, i lavori sull'asteroide procedono a ritmo elevato: dopo aver fissato i propulsori alla superficie, Antares si fa inviare dalla Sunbeam un ordigno nucleare di incredibile potenza e lo posiziona in un profondo crepaccio.

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Dopo ciò, Trone esce dall'astronave e si reca alla centrale di collegamento per effettuare tutti gli allacciamenti dei circuiti. Improvvisamente, un segnale di allarme scatta sulla nave: la flotta nemica si è messa in movimento, mentre a Trone occorrono ancora alcune ore per completare il lavoro.

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Antares, allora, decide di affrontare direttamente i Mongos allo scopo di guadagnare tempo e così rientra sulla nave e ordina a Luno di far rotta verso gli invasori.

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Intercettate le astronavi nemiche, il giovane si lancia fuori con il Big Robot, mentre la Sunbeam inverte la rotta e ritorna all'asteroide. Ora Antares è solo contro una forza spaziale soverchiante; in un primo momento i Mongos non riescono a capire cosa si sta avvicinando alla loro flotta, ma poi l'imperatore ordina alle unità avanzate di aprire il fuoco.

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Con manovre spericolate, Antares si infila tra le scie di fuoco e in questo modo riesce ad arrivare tra le navi nemiche.

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Quest'ultime continuano a sparare, ma finiscono col colpirsi a vicenda. L'imperatore, allora, ordina di sospendere il fuoco e il giovane ne approfitta per sferrare i suoi colpi.

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In un primo tempo, il Big Robot sembra avere la meglio, ma poi una nave nemica lo sperona alle spalle e, a causa dell'urto, Antares perde i sensi.

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L'astronave imperiale si accosta al robot per catturare il suo pilota, ma, improvvisamente, un grido d'allarme si leva dall'unità più avanzata: un grosso asteroide sta piombando addosso alla flotta. Abbandonando la loro preda, i Mongos volgono la poppa al corpo celeste per sottrarsi alla minaccia, ma questo li segue essendo teleguidato da bordo della Sunbeam.

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Luno fa esplodere la bomba nelle viscere del planetoide e milioni di massi si abbattono sulle fortezze spaziali dei Mongos.

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Casualmente, l'astronave imperiale riesce a sottrarsi alla violenta tempesta, ma, prima che riesca a fuggire, viene attaccata dal Big Robot che la distrugge.

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Così, il grande robot ritorna alla Sunbeam, mentre, tra milioni di rocce, si perdono nello spazio i resti di una potenza che voleva dominare i pianeti del Sole.

Vista la gran quantità di materiale, lo posterò un pò per volta. Domani posto un altro pezzo.

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EPISODIO 31: PERICOLO VERDE (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 10
Un meteorite proveniente dagli abissi siderali cade sulla Terra, provocando un cratere largo almeno due chilometri.

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Il fenomeno è stato seguito con apprensione da Base Union, ma, fortunatamente, la massa cosmica si è disintegrata al suolo, seminando frammenti in un vasto raggio senza provocare danni a cose o persone. Una squadra di esperti viene inviata sul posto per effettuare dei rilevamenti scientifici. Due di essi, comunque, si accorgono della presenza di strane piante, che al loro arrivo non c'erano e che crescono a vista d'occhio; inoltre, queste piante si dimostrano aggressive.

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I due tecnici informano prontamente Base Union e il comandante Horion richiama immediatamente Antares. Nel frattempo, vicino alla casa del giovane, Tomy si imbatte in una di quelle strane piante e va a chiamare Antares per fargliela vedere, ma quest'ultimo gli dice che è stato chiamato dalla base e deve andar via. Mentre il ragazzo se ne va con la moto, Dayna chiama il bambino per farlo tornare in casa, ma Tomy le dice che prima vuole farle vedere la pianta che ha trovato e così la porta dove si trova il vegetale. Con sorpresa del bambino, però, la pianta ha raddoppiato la propria altezza nell'arco di pochi minuti.

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Intanto, Antares arriva alla base e via radio il comandante gli comunica di uscire subito con il Big Robot e di dirigersi alla zona del cratere. Durante il tragitto, viene aggiornato sulla situazione e, arrivato sul posto, constata di persona che, effettivamente, stanno spuntando migliaia di piante nel raggio dell'esplosione della meteora. Il giovane cerca di prendere un campione da esaminare per stabilire il livello di pericolosità del fenomeno, ma i vegetali reagiscono, muovendosi ed accerchiando il robot come se fossero dotati di intelligenza.

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Il comandante Horion, valutando la cosa come un pericolo per l'umanità, dice ad Antares di fermarli e così il pilota comincia a colpirli coi pugni d'acciaio.

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Davanti alla potenza del Big Robot, le piante indietreggiano ed alcune di esse cercano di uscire dalla vallata, passando da una gola, ma due missili dirompenti lanciati dal robot chiudono definitivamente il passaggio.

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Nel frattempo, la pianta trovata da Tomy continua a crescere ed improvvisamente afferra il bambino, imprigionandolo.

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Dayna, preoccupata, si precipita in casa per chiedere aiuto a Base Union e il comandante Horion avverte Antares dell'accaduto. Il giovane, turbato dalla notizia, si distrae per un momento e le piante ne approfittano per intrappolare il Big Robot. Il pilota, allora, decolla per uscire da quel groviglio, ma una grossa pianta rimane attaccata alla schiena del robot. Per potersene liberare, prova a salire di quota e, arrivato a 10.000 metri, il vegetale allenta la presa e precipita inerme sulle montagne.

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Dopo ciò, il giovane si dirige a casa, dove Tomy è ancora prigioniero tra le spire della pianta. Non potendola colpire direttamente, Antares lancia i pugni d'acciaio e, teleguidandoli sul bersaglio con molta attenzione, afferra il vegetale e lo squarcia in due, liberando il bambino.

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Recuperati i componenti del robot, il pilota ritorna alla vallata per completare il lavoro, ma al suo arrivo lo attende uno spettacolo stupefacente: le piante aliene hanno dato origine ad una foresta di tipo terrestre.

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La risposta viene fornita dagli esperti: quegli esseri vegetali si sentivano minacciati dall'uomo e reagivano per conquistarsi lo spazio vitale, ma poi sono venuti in contatto con le piante del pianeta ed hanno "capito" che per vivere sulla Terra dovevano comportarsi come quest'ultime. A conti fatti, quella meteora ha portato un magnifico regalo al nostro mondo.


EPISODIO 32: LA DOMINATRICE DELLO SPAZIO (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 10
La Sunbeam ha lasciato Base Union per intercettare un oggetto spaziale non identificato. L’UFO in questione è un’astronave che sta avanzando ad alta velocità verso lo spazio terrestre. Dopo essere stata individuata da Trone, la nave aliena comincia a rallentare e si ferma a circa 300 chilometri dalla Sunbeam. Poi comincia ad emettere segnali luminosi, che Luno riconosce essere un segnale di soccorso in codice interstellare.

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Antares decide di andare a vedere e così la nave terrestre si avvicina alla misteriosa astronave, che nel frattempo ha approntato un tunnel di collegamento nella parte inferiore, procedendo all’attracco con essa. Il giovane si rende conto che non è prudente agire in questo modo, ma il loro intervento può essere determinante per salvare delle vite.

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Perciò, i tre amici si avventurano nel tunnel di comunicazione e, appena varcata la soglia dell’astronave, il portello d’accesso si chiude alle loro spalle. Poi, nella galleria d’accesso, vengono accuratamente analizzati sia fisicamente che mentalmente per rilevare le loro caratteristiche: dopodiché, una voce computerizzata, che parla in lingua terrestre, li invita ad entrare uno alla volta. Antares, che rimane per ultimo, si chiede perché abbiano voluto separarli e comincia a pensare di essere stato attirato in una trappola.

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Infatti, la nave gli dice di essere in grado di autogovernarsi, dopo che generazioni di astronauti hanno perfezionato sempre di più i suoi meccanismi, fino ad arrivare al punto di non avere più bisogno di un equipaggio. Tuttavia, periodicamente, necessita di operazioni di manutenzione che richiedono l'intervento di individui estranei alla sua struttura. Saranno loro tre a rimanere sulla nave per svolgere i compiti che lei stessa gli affiderà. In un primo momento, Antares prova ad opporre resistenza, ma, improvvisamente, le pareti della stanza in cui si trova cominciano a chiudersi come una morsa su di lui.

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Il giovane, allora, capisce che per il momento deve cedere in attesa di un’occasione migliore. Poi, alcune porte si aprono e la voce conduce il terrestre alla sua postazione di lavoro: grazie alla sua capacità creativa, svolgerà funzioni di ricerca che sono precluse alle macchine e non potrà più avere contatti con i suoi compagni robot. Antares comincia a pensare di essere destinato a morire in quella prigione di acciaio, ma, guardando fuori da un oblò, si accorge che la Sunbeam non è stata ancora sganciata.

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A questo punto il giovane tenta il tutto per tutto: prendendo un piccolo disintegratore celato in una tasca segreta, Antares rompe il cristallo sintetico dell'oblò. Lo squarcio provoca un effetto di decompressione, che lo risucchia verso l'esterno dove, trattenendo il respiro, si dà una spinta verso la sua nave.

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Proprio in quel momento, l’astronave aliena si sgancia da quella terrestre, ma, nonostante ciò, il giovane riesce comunque a raggiungere un portello di accesso e ad entrare nella Sunbeam.

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Dopo alcuni minuti passati a riprendersi, Antares si precipita alla postazione del cannone fotonico e, sfruttando l’agilità dell'astronave terrestre, riesce a colpire la nave aliena ai motori principali.

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Il mezzo nemico risponde al fuoco ma, non potendo più manovrare, i suoi colpi si perdono nel vuoto. Così, il giovane esce col Big Robot per andare a riprendere Luno e Trone. Evitando il fuoco, si posiziona sotto la nave nemica e la attacca usando il pugno d'acciaio: ma l’arma del robot viene deviata per mezzo di un'interferenza radiomagnetica.

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La nave, infatti, ha riprogrammato i due robot terrestri, che ora combattono contro il Big Robot. Antares intuisce come stanno le cose ed allora escogita un modo per confonderli: usando gas abbaglianti, una luce accecante si accende sotto l’astronave. Luno risponde con lo schermo antiabbagliante, ma la rifrazione rende invisibile il Big Robot, che ne approfitta per aggirare le difese.

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Poi, usando la folgore cosmica prima e i raggi disintegranti poi, il robot squarcia lo scafo esterno.

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Dopodiché, usando il pugno d'acciaio, trapassa la nave da parte a parte, trascinando con se nella decompressione Luno e Trone.

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Usando il filo di nyflon, il pilota terrestre recupera i due amici e ritorna alla Sunbeam, dove li riprogramma.

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Nel frattempo, la nave aliena, ricorrendo ai razzi supplementari, riesce a girare su se stessa e, usando le sue ultime energie, si imprime un balzo in avanti verso l’astronave terrestre. Antares, quindi, tenta una mossa disperata facendo fuoco fino all’esaurimento delle batterie.

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La violentissima forza d’urto impressa dalla scarica fotonica riesce a deviare leggermente l’astronave aliena che sfiora la Sunbeam.

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I nostri eroi sono salvi e possono, così, tornare a casa.


Vista la gran quantità di materiale, lo posterò un pò per volta. Domani posto un altro pezzo.

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EPISODIO 33: LE ASTRONAVI SCOMPARSE (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 11
In poco tempo, cinque astronavi con i loro equipaggi sono scomparse nello spazio solare. In due casi, i comandanti delle navi sono riusciti a comunicare la presenza di unità aliene in avvicinamento ad elevata velocità. Il comandante Horion affida ad Antares l'incarico di indagare su questa nuova minaccia aliena affinché i voli interplanetari possano riprendere normalmente.

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Il giovane, così, parte con la Sunbeam insieme agli inseparabili compagni Luno e Trone.

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Mentre sta seguendo la rotta dell'ultima astronave aggredita dai misteriosi nemici, quattro mezzi sconosciuti accerchiano la nave terrestre e la isolano completamente per mezzo di una potente scarica elettrica simultanea; poi una voce metallica ordina loro di non reagire e di seguirli.

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Antares, per il momento, non rivela le sue intenzioni e decide di assecondarli, nella speranza che li conducano alla astronavi scomparse. Dopo un non lungo tragitto, un’enorme piattaforma spaziale si delinea nel buio cosmico.

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Pensando di essere arrivati alla loro destinazione finale, i tre amici si mettono ai posti di combattimento e, facendo fuoco simultaneamente con i cannoni fotonici, distruggono i quattro mezzi nemici. Tuttavia, dalla piattaforma spaziale non c'è nessuna reazione e Luno comincia a pensare che, forse, hanno anticipato i tempi e la piattaforma è solo un mezzo per trasportare le astronavi catturate. La Sunbeam, comunque, si aggancia a questa e Antares manda Trone a dare un’occhiata al suo interno; appena entrato, il grosso robot si ritrova davanti ad una unità automatica che lo attacca, ma Trone riesce a neutralizzarla e poi la porta a bordo della nave terrestre.

th_Ep33-TroneattaccatodaQq-Zenitnw_zpsaa71a77b


Luno ritiene che quel robot, la cui designazione è Qq-Zenit, potrebbe indicar loro la strada verso la base aliena e così lo riprogramma e lo collega direttamente con il suo memorizzatore affinché, qualora lo ritenga opportuno, possa controllarlo a distanza.

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A questo punto Qq-Zenit ritorna alla propria postazione all'interno della piattaforma, dopodiché la struttura spaziale si mette in movimento, diretta verso uno dei satelliti di Giove, sulla cui superficie si trova la base aliena, denominata Arthe.

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Arrivato sul posto, il mezzo si deposita con il suo carico tra le grandi cupole d'acciaio vicino alle astronavi terrestri scomparse: Ora che hanno raggiunto l'obiettivo, Antares vuole sapere se gli uomini degli equipaggi terrestri sono ancora vivi, prima di intervenire con il Big Robot. Alcune unità operative prendono i tre amici e li conducono all'interno della base dove li aspetta un alieno di nome Zanthor.

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L’alieno fa subito gettare Luno e Trone nel deposito rottami; ma, prima che costui possa dire qualcosa al giovane, fa la sua comparsa una donna terrestre di nome Herta Sommer, la quale ora lavora al fianco degli alieni.

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Costei racconta al ragazzo che qualcuno nella galassia ha giudicato la razza umana troppo pericolosa per la sopravvivenza delle altre specie e perciò deve interrompere la sua espansione nello spazio. Lui e gli altri prigionieri hanno una sola possibilità: collaborare con le forze superiori come ha fatto lei. Ovviamente, Antares rifiuta la proposta e allora Zanthor lo conduce via minacciandolo con un'arma. L'alieno, comunque, ravvisa un pericolo nella forte personalità del giovane e così decide di eliminarlo subito, ma il terrestre intuisce le sue intenzioni, schiva il colpo e lo mette fuori combattimento.

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Successivamente, libera due prigionieri e avvisa Trone e Luno via radio.

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Quest'ultimo contatta a sua volta Qq-Zenit, che li aiuta ad uscire dal deposito rottami. Intanto, Antares, per coprire la fuga dei due terrestri, è rimasto indietro ed è sotto il tiro di alcune unità automatiche. Improvvisamente, una porta blindata si apre: è Ertha, che indica al ragazzo una via di fuga.

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Il terrestre raggiunge la Sunbeam dove già l'aspettano Luno e Trone e la nave decolla immediatamente; subito Antares esce con il Big Robot, mentre le unità nemiche decollano dalla base aliena. Ne segue una furiosa battaglia, in cui il robot terrestre, coadiuvato dalla Sunbeam, distrugge una dietro l'altra tutte le navi aliene.

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Zanthor decide di usare allora una potente arma a sua disposizione: il raggio ionico. Ertha cerca di impedirglielo, ma viene messa fuori gioco.

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L’alieno attiva il raggio, colpendo in pieno il Big, che non riesce a controbattere.

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Vedendo il suo amico in difficoltà, Luno stabilisce immediatamente il contatto radiomagnetico con Qq-Zenit, ordinandogli di attaccare Zanthor. Il robot esegue l'ordine, ma, all'ultimo momento l'alieno si accorge dell'attacco e riesce a salvarsi: tuttavia, il colpo dell'unità automatica raggiunge i comandi del raggio ionico, disattivando l'arma.

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Antares, allora, approfitta della situazione per contrattaccare e riesce a danneggiare irreparabilmente la base aliena.

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La missione è così compiuta; gli uomini degli equipaggi sono salvi, compresi Ertha e Qq-Zenit e la Sunbeam riprende la rotta del ritorno.

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Le vie dello spazio sono di nuovo aperte per gli uomini della Terra.


EPISODIO 34: LA TERRA TREMA (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 11

Base Union è in allarme per una serie di violentissime scosse telluriche rilevate sulla superficie della Terra. Il fenomeno si sposta dalla catena himalayana verso il bacino del Mediterraneo, nella fascia sismica più vasta del pianeta. Mentre da un lato si suppone che le masse continentali siano entrate in una nuova fase di assestamento geologico, dall'altro la sezione scientifica della base ritiene che le cause dei terremoti sono da attribuire ad agenti non naturali. Infatti, analizzando un filmato relativo ad un evento sismico, viene individuata la presenza di un oggetto volante non identificato nella zona.

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Essendoci di mezzo un UFO, il comandante Horion chiama subito Antares ordinandogli di prendere il Big Robot e di dirigersi verso la zona dei terremoti. Mentre il giovane è in volo con il robot, Horion gli comunica le istruzioni: deve cercare un UFO che si presume abbia a che fare con i terremoti.

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Intanto, sulla zona sono già presenti Mik e Pol con i loro intercettori per setacciare l'area. Improvvisamente i due piloti si trovano davanti il grande mezzo alieno.

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Pol comunica subito la posizione alla base, mentre Mik viene colpito all'ala sinistra dalla nave nemica, che nel frattempo ha aperto il fuoco.

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Il Big Robot, avvisato dalla base, si dirige immediatamente verso l'area indicata, ma al suo arrivo non c'è più traccia del disco volante. Comunque, Antares intuisce che la nave aliena deve essersi spostata verso ovest, lungo la fascia mediterranea, passando dalla zona vulcanica dove esistono punti critici. Infatti la gigantesca macchina si trova proprio sopra il Vesuvio; a bordo, androidi senza volto sono impegnati nell'esecuzione del piano, che prevede la distruzione della Terra.

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Un missile termoionico viene lanciato verso la bocca del vulcano, ma, proprio in quel momento, appare il Big Robot, che distrugge il missile con i raggi fotonici. La reazione degli alieni non si fa attendere: una scarica di raggi ionici parte dall'UFO, ma Antares riesce ad evitarla appena in tempo. Poi, capendo di non potersi difendere da quella tremenda energia, cerca riparo rifugiandosi in una zona d'ombra del grande cratere, scomparendo, così, alla vista degli alieni.

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Questi ultimi decidono di lasciarlo perdere momentaneamente, per poter effettuare la fase operativa: la macchina aliena si riporta in posizione di lancio, proprio sopra il luogo dove si trova il Big Robot, offrendogli la parte più vulnerabile.

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Il giovane pilota agisce immediatamente, scagliando due pugni d'acciaio che squarciano il ventre dell'astronave e poi la finisce usando i raggi fotonici.

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L'UFO in fiamme precipita nella bocca del vulcano ed Antares comunica alla base che la terra ha finito di tremare, almeno per il momento.

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Vista la gran quantità di materiale, lo posterò un pò per volta. Domani posto un altro pezzo.

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EPISODIO 35: IL MOSTRO DEL MARE (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 11
Antares, Dayna e Tomy stanno trascorrendo una tranquilla giornata al mare. La ragazza, come tutti, è preoccupata per una siccità che rischia di compromettere l'equilibrio ecologico del pianeta. Improvvisamente Tomy, che sta facendo il bagno, comincia a chiedere aiuto ad Antares perché si trova invischiato e non riesce a liberarsi. Il giovane accorre immediatamente e lo tira fuori dall'acqua, constatando che il bambino ha addosso una strana patina appiccicosa.

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Nel frattempo, a qualche miglio dalla costa, una nave è in difficoltà: i motori si sono bloccati e il mare intorno ad essa è coperto da uno strato di sostanza densa. A Base Union scattano le misure di emergenza: i ricercatori hanno raccolto dei campioni, appurando che si tratta di una sostanza organica che forma sulla superficie dell'acqua una sorta di pellicola spessa e compatta che impedisce l'evaporazione del mare. E' questa la causa della siccità. Inoltre, lo strato continua ad estendersi e in breve tempo coprirà tutti gli oceani provocando la fine della vita sulla superficie terrestre.

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Antares ritiene che debba esserci una spiegazione a tutto questo: se riusciranno a scoprire le cause del fenomeno, potranno salvarsi. In quel momento, giunge alla base una comunicazione dalle Isole Azzorre: alcuni pescatori hanno avvistato un mostro gigantesco. Temendo un attacco alieno, il comandante Horion invia sul posto il Big Robot. Arrivato in zona, Antares non riesce a scorgere alcuna presenza in acqua: c'è solo quella strana pellicola che si sta propagando in direzioni diverse e, nel giro di poche ore, coprirà completamente quel tratto di mare. Il giovane sta per tornare alla base, quando, all'improvviso, qualcosa emerge dall'acqua: è il mostro avvistato in precedenza dai pescatori, una specie di drago meccanico gigante.

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Antares lo attacca scagliandogli contro il pugno d'acciaio, ma, dalla base, il comandante Horion gli dice di fermarsi. Il giovane, allora, preme istantaneamente il pulsante di richiamo e il maglio rientra.

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Horion spiega al pilota il motivo di quell'ordine: le analisi rivelano che quella sostanza isolante è un acido bipolare organico che si lega strettamente all'acqua; se le cose stanno come lui pensa, quel mostro è un enorme serbatoio di acido inviato sulla Terra per spargerlo sugli oceani e distruggendolo rischierebbero di rovesciare in mare tutto il carico, peggiorando la situazione. Il mostro, intanto, attacca a sua volta il robot terrestre, ma senza riuscire a colpirlo e ad Antares viene in mente un'idea. fingendosi danneggiato, libera dal Big Robot una miscela di fumi colorati e si dirige verso la costa.

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La macchina aliena, ingannata dalla mossa dell'avversario, si mette ad inseguirlo allo scopo di distruggerlo definitivamente. Il piano funziona e il terrestre riesce ad arrivare in una zona desertica. Ora può affrontare liberamente il mostro, senza correre rischi.

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La battaglia che segue si dimostra più dura del previsto, ma, alla fine, Antares riesce a sventrare la macchina aliena, rovesciando sulla sabbia migliaia di litri di acido bipolare organico.

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Quindi, il Big Robot rientra a Base Union, dove si stanno già preparando speciali bombe termiche che dovranno liberare il mare dall'involucro isolante che lo ricopre in gran parte.

EPISODIO 36: IL VENDICATORE DI AL-YAL (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 12
La Sunbeam si sta allontanando dal sistema solare. Molto tempo prima, una sonda Pioneer aveva portato tra le stelle un messaggio dei terrestri e, in un punto dello spazio, qualcuno aveva raccolto il messaggio ed aveva inviato una risposta alla Terra. Ora Antares e i suoi amici stanno andando verso quel punto per incontrare coloro che hanno inviato la risposta, il popolo del pianeta Ay-Al. A quattro milioni di chilometri dalla destinazione, l'astronave terrestre comincia a decelerare; Antares nota che il pianeta è talmente luminoso da sembrare una stella.

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Anzi, man mano che si avvicinano, la luce si fa sempre più intensa. Inizialmente, i tre pensano che il computer abbia sbagliato rotta ma, dopo aver verificato i calcoli, capiscono che ormai Ay-Al è un pianeta disabitato, con un elevato tasso di radioattività sulla sua superficie. In quel momento, Luno individua un’astronave in orbita; a prima vista, sembra abbandonata, così Antares decide di agganciarsi ad essa.

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Poi, insieme a Luno, entra al suo interno attraverso il condotto di collegamento. Qui, i due trovano il pilota, ormai privo di vita, seduto al posto di comando. Accanto ad esso, Luno individua un apparecchio di registrazione, per mezzo del quale riescono a capire che cosa è successo: Un alieno di nome Jack-il, al comando di una flotta di astronavi, ha bombardato la superficie del pianeta con ordigni nucleari, perché il popolo di Ay-Al aveva respinto una sua proposta di alleanza. Egli aveva interpretato questo rifiuto come una minaccia per il proprio impero e ciò lo aveva spinto ad attaccare.

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Invece l'alieno trovato morto dai terrestri, il cui nome era Jan-ul, si era rifiutato di partecipare a quel genocidio ed aveva pagato con la vita questa decisione.

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Terminata la registrazione, Antares decide che Jack-il deve pagare per il suo crimine: Luno cerca di dissuaderlo, ma il giovane è determinato.

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Così, dopo aver individuato la posizione della base del tiranno grazie al computer della nave abbandonata, la Sunbeam si allontana dal mondo morente, diretta verso un pianeta chiamato Mogmon. Arrivati lì, i terrestri si stupiscono che non ci sia un sistema di difesa planetario. Ma poi, avvicinandosi alla superficie, capiscono il perché: appuntiti speroni rocciosi impedirebbero l'atterraggio a qualsiasi mezzo spaziale. Antares decide, allora, di uscire con il Big Robot, consapevole che i due amici non potranno aiutarlo se dovesse venire a trovarsi in difficoltà. Il guerriero d'acciaio comincia, così, a muoversi tra dirupi, abissi e gallerie alla ricerca del nascondiglio di Jack-il, fino a che la sua presenza non viene rilevata dagli alieni nelle fortificazioni sotterranee.

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Questi reagiscono alla presenza del Big Robot, inviandogli contro alcuni carri armati che lo attaccano rabbiosamente, ma Antares risponde immediatamente, distruggendoli con le folgori cosmiche. Vedendo che i carri armati sono stati inefficaci, gli alieni fanno uscire tre bombardieri volanti: questa volta, il robot terrestre riesce a distruggerne due e a danneggiare il terzo.

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Quest’ultimo, allora, si ritira e Antares si mette a seguirlo in un dedalo di gallerie, nella speranza che lo conduca alla base nascosta, cosa che succede.

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Antares riesce, infatti, a penetrare in un hangar e subito comincia la sua opera di devastazione, distruggendo uno dopo l'altro tutti gli aerei nemici.

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Poi, dopo avere distrutto il deposito delle astronavi, il giovane individua Jack-il. Vedendo l'alieno, il pilota si prepara a scagliare il pugno d'acciaio per eliminarlo seduta stante, ma poi cambia idea e decide di prenderlo con le sue mani. Uscito dal robot, lo raggiunge, ma subito si accorge che il tiranno è in realtà cieco: ha guardato il grande lampo della distruzione di Ay-Al e i suoi occhi si sono spenti. Il suo trionfo si è trasformato nella sua condanna.

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Jack-il implora il ragazzo di ucciderlo, ma Antares se ne va lasciandolo alle tenebre di Mogmon, consapevole che a volte c'è una giustizia che arriva prima di quella degli uomini.

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Così, la Sunbeam lascia quel sistema inizia il grande balzo interstellare che la riporterà sulla Terra. 

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EPISODIO 37: SPECIE NEGATIVA (articolo di Antareser)

VERSIONE BIANCONI (VB) , volume 12
Un globo luminoso si dirige verso la Terra ad elevata velocità. Gli strumenti di Base Union seguono l'oggetto, ma non riescono a determinarne l'esatta composizione chimica.

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Temendo un attacco alieno, il comandante Horion ordina il lancio di tre missili nucleari, ma questi falliscono il loro bersaglio. Antares, allora, decide di provare ad intercettare il globo con il Big Robot. Ricevute le coordinate dalla base, il giovane si dirige verso una catena montuosa a nord-ovest,

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ma, non appena l'oggetto arriva nei pressi della superficie terrestre, una luce intensa lo abbaglia, al punto da non riuscire a vedere più nulla e il Big prosegue la sua corsa alla cieca, andando a schiantarsi contro una roccia.

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Fortunatamente, Antares non si fa nulla, ma il Big subisce gravi danni tanto da essere ingovernabile. Dalla base, allora, giungono subito potenti mezzi di recupero che riportano, un pezzo alla volta, il colosso d'acciaio al grande laboratorio, dove le riparazioni cominciano immediatamente.

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Nel frattempo, alla base vengono individuati altri due globi in avvicinamento alla Terra,

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mentre il primo, che era atterrato in mezzo ai monti, comincia a subire un cambiamento: la struttura del globo cambia forma dando corpo ad una creatura gigantesca.

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Intanto, le riparazioni del Big sono terminate, ma non sono stati fatti i test di funzionamento. Nonostante ciò, Antares si mette ai comandi del Big Control e, dal momento che il dispositivo automatico di aggancio non funziona, esegue l'agganciamento dei componenti manualmente, ma con la precisione di un computer. In quel mentre, il gigante, il cui nome è Naud, dà un saggio della propria potenza, attaccando dei soldati giunti nella zona dell'atterraggio.

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All’improvviso, arriva il Big Robot, che non si perde in convenevoli ed attacca subito l'alieno con le folgori cosmiche. La scarica fotonica viene deviata da un campo antimagnetico

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e Naud risponde, cercando di travolgere il robot terrestre facendogli franare addosso una montagna. Ma Antares sgretola l'enorme massa rocciosa col pugno d'acciaio e poi, reagendo istintivamente ad una carica del gigante, immobilizza quest'ultimo con il filo di nyplon.

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Tuttavia, ora che può distruggere l'avversario, qualcosa di umano negli occhi dell'alieno impedisce al ragazzo di sferrare il colpo decisivo.

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In quel momento, però, sopraggiungono sul posto i due compagni atterrati successivamente: l'assalto dei due alieni è rapido ed inesorabile ed Antares pensa di essere giunto alla fine. Ma Naud riesce a liberarsi dalla massa di nyplon e ferma l’attacco dei due compagni.

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Poi, parlando al giovane, gli dice che lui e quelli della sua specie si erano fatti un giudizio ingiusto sui terrestri, ma, con il suo gesto, Antares gli aveva dimostrato che c'è una speranza per la razza umana.

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Così i tre si ritrasformano in globi luminosi e si allontanano nello spazio, lasciando agli uomini l'eredità di un magnifico pianeta.

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SUL PIANETA KRISOS (ultima storia, non di Big Robot ma pubblicata come storia conclusiva sull’ultimo numero Bianconi. Articolo di Antareser)

Il giovane pilota Solar sta spiegando il funzionamento del grande robot Tecnus al professor Mentor.

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Mentre i due si trovano nel modulo di comando situato nella testa del colosso, arriva una chiamata di soccorso dal pianetino Krisos nel settore M 2-5: il malvagio Arkibald ha rubato una certa quantità di auronite.

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Solar, allora, decide di raggiungere quel settore con Tecnus e il professor Mentor va con lui.

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Giunto in prossimità del pianeta, il robot viene attaccato da numerosi palloni sonda ad attrazione termica ed incontra delle difficoltà, ma il giovane pilota riesce ad inserire i comandi manuali e ad attivare lo schermo di protezione magnetica, il cui effetto è quello di distruggere tutti i palloni.

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Dalla superficie di Krisos, Arkibald capisce che le sue armi non sono riuscite a fermare il gigante d'acciaio, ed allora si mette in contatto con il suo servo-robot Xenon, ordinandogli di chiamare la loro astronave e di far emettere il raggio negatron per distruggere la barriera del nemico. Accade così che, mentre sta volando sopra la navicella di Arkibald, Tecnus viene colpito dal terribile raggio e, rimanendo privo di energia, precipita al suolo.

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Fortunatamente Solar e Mentor rimangono illesi ed il ragazzo manda il suo robottino Mike alla ricerca di qualsiasi tipo di energia riesca a trovare

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mentre lui esce dal robot, ormai inerme, per affrontare Arkibald a colpi di spada laser. Nel frattempo, Mike individua l'astronave del perfido ladro e vi entra: la sua presenza viene subito rilevata da Xenon che pensa di distruggerlo con una scarica fotonica. Il furbo robottino, invece di andare in mille pezzi, si ricarica dell'energia necessaria, dopodichè i due si affrontano in duello e il nostro automa ha la meglio, costringendo l'avversario ad andarsi a riparare. Poi, girando per la nave spaziale, Mike trova un'altra fonte di energia, il fosforo di pesce.

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Dopo essersi ricaricato ancor di più, il robottino ritorna da Tecnus per trasferirgli l'energia necessaria, ma proprio quando sta per entrare all'interno del grande robot, Arkibald lo colpisce con la propria spada laser dividendolo in due.

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Nonostante ciò, Mike riesce nel suo intento e Tecnus si ricarica di energia: quindi, i suoi comandi automatici riprendono a funzionare e il colosso si alza, andando a mettere fuori combattimento Arkibald, proprio nel momento in cui sta per avere la meglio su Solar.

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Ora gli abitanti del pianeta Krisos sono liberi ed esultano di gioia. Quindi, il ragazzo rientra a bordo del grande automa e per prima cosa aggiusta Mike. All'improvviso, però, giunge una comunicazione: è Arkibald che ha preso prigioniero il professor Mentor; se Solar vuole rivederlo vivo, deve distruggere il suo Tecnus!

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Non volendo assolutamente cedere a quel ricatto, il giovane pilota e il suo robottino escogitano un piano ingegnoso: prima nascondono il robot in una foresta e poi Mike esegue uno sdoppiamento spettroscopico di quest'ultimo.

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Dopo ciò, la figura illusoria del grande automa si solleva emergendo dalla strana foresta: Arkibald, credendo di vedere il vero Tecnus, lo attacca con la sua navicella usando il raggio fotonico negativo. Il robot viene dissolto e il ladro pensa di aver vinto: ora tornerà sul proprio pianeta, portando con sè anche il professore. Ma, improvvisamente, una mano gigante emerge dalla foresta ed afferra al volo la scialuppa spaziale di Arkibald, schiacciandola.

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I due personaggi vengono sbalzati fuori e cominciano a precipitare, ma Mike, allungando i suoi arti, afferra il professore salvandolo. Il manigoldo spaziale, invece, riesce in qualche modo a salvarsi e a fuggire con la propria astronave.

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Comunque, l'auronite e gli abitanti del pianeta Krisos sono salvi e i nostri eroi possono rientrare alla base soddisfatti.

Con questa puntata ho concluso con gli episodi di Big Robot.

Domani posterò L'ultimo articolo: l'intervista all'autore, Alberico Motta!
:diablo:
 
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INTERVISTA ALL’AUTORE DI BIG ROBOT, ALBERICO MOTTA

I PERSONAGGI

Diversi personaggi di Big Robot hanno il nome preso dalle stelle, come in Atlas Ufo Robot. E’ un caso, o una cosa voluta, visto che il nostro protagonista verso la fine della storia viaggia “verso le stelle” con l’astronave Sunbeam?

Volutamente scelto il genere stellare. Mi affascina la mitologia e la fantascienza.

Da dove ha preso i personaggi di Alya e Orkus, assai emblematici e ricchi di significati simbolici?

In senso elementare, rappresentano due esseri contrapposti: Alya attinge energie positive dalla fonte creatrice dell'universo (la luce), mentre Orkus è manifestazione della negatività (tenebre).

Come mai Alya nella VK non parla? Nell’episodio 2 (VB e VK), “Rapporto su Alya”, Luno ipotizza che Alya sia un’aliena, forse addirittura degli Hydra di Fuher. E’ possibile?

Non parla per qualche disfunzione relativa alle sue facoltà ultraterrene. I bambini soggetti a qualche disturbo psicosomatico sono da sempre risultati molto sensibili alle percezioni extrasensoriali. Lei non è come gli altri bambini. Forse non è nemmeno una bambina. E’ un essere divino a cui non serve la parola. Ma non ci ho ragionato molto su questo, come su altre motivazioni di questo fumetto. D’istinto, mi è venuta così. D’altra parte, se parlasse, sarebbe una bambina normale con poteri straordinari. Ma avrebbe attirato molta meno attenzione da parte vostra. O mi sbaglio?
Sulla sua provenienza, beh, che ne sappiamo noi? Luno ipotizza che sia aliena su una base di indagine tecnica che non può considerarne gli aspetti soprannaturali, ma conferma una sua relazione con le forze che attaccano dallo spazio.

In Big Robot, il personaggio di Luno è un omaggio al robot C-3PO di Guerre Stellari. Per il personaggio di Trone, invece, ti sei ispirato a qualcuno oppure no? Se si, a chi o cosa?

Esatto per Luno. Trone invece è invenzione mia garantita. L'ho affiancato a Luno per fargli da spalla. Mi serviva il classico compare erculeo che risolvesse le situazioni di forza. Luno è la mente, Trone il braccio. Mi è molto simpatico; col tempo riuscii anche a evidenziare il suo carattere semplice ma deciso e generoso.

Da dove viene il nome “Dayna”? Forse da Diana? C’è qualcosa tra Antares e Dayna?

Mi piaceva quel nome quasi da “daino femmina”, selvaggio. Quel fascino che mi ha sempre attirato nelle donne, come l’animale sfuggente, la preda a cui dare la caccia.
Dayna è per così dire la compagna di Antares. Abitano nella stessa casa ma non ho mai approfondito il loro rapporto.

Da dove viene Tomy?

E’ un ragazzino orfano ricuperato da qualche parte del mondo devastato.

Oltre ai piloti Mik e Roy, c’è anche un terzo pilota? Nell’episodio 10 (VK), “SOS dallo spazio”, compare il pilota Pol (a proposito, tutti i piloti degli aerei della Base Union hanno nomi con tre lettere?).

Avete ragione, ho commesso inavvertitamente un errore. Già nel primo episodio “Lo scudo invincibile, all’ultima pagina ho scritto il nome Pol anziché Roy. Da lì poi può essere nata della confusione anche in storie seguenti. Vedrò di correggere le storie ancora in lavorazione.

Nanus somiglia un pò al Gollum del Signore degli anelli. Ti sei ispirato a lui o a qualcun altro?

Certo potrei avere avuto qualche ricordo dentro di me a cui ispirarmi ma non ricordo. Del resto, la nostra anima è la nostra memoria e quello che facciamo o creiamo viene di conseguenza da tutto quello che ci siamo messi dentro. Come quando a scuola ti insegnano i rudimenti essenziali della cultura e sulla base di quelli tu ripercorri il cammino dello scibile umano a cui tu poi potrai aggiungere dei passi successivi. Non so se io avessi già visto Il signore degli anelli... mi pare che il primo film sia uscito all'inizio degli anni 2000. Quindi il mio Nanus aveva già 20 anni.

Asteria: è stato preso lo spunto da Naida? Come mai l’hai fatta ammazzare subito? Ero rimasto sorpreso quando l’avevo letto. Pensavo che sarebbe stata un comprimario interessante.

Una figura di passaggio: un androide servito solo per un paio di storie. L’ho sacrificata in nome di un finale che mi piaceva, con quella lacrimuccia che sgorga dall’occhio di Luno, il robot che sta vivendo la sua evoluzione verso una scintilla di umanità, al di fuori dei suoi limiti tecnologici. Questa mi pare una delle idee carine che emergono da Big Robot. La vita artificiale costruita dagli uomini che si evolve a immagine dell’uomo. Un concetto che abbiamo già nel nostro DNA.

Nella VK non si fa più cenno alle “forze di Hydra” citate nell’episodio 4 (“Lo scudo invincibile”) e gli alieni tornano ad essere “alieni generici”. Come mai?

Nella riproposta, questo nome mi è sfuggito. È passato troppo tempo e me l’ero dimenticato.

RIFERIMENTI ROBOTICI

Nella storia, oltre ai vari richiami alle serie robotiche, mi ha colpito il fatto che la trama ricordi un po’ quella di Danguard, in cui, nella seconda parte della serie, la base Jasdam diventa un’astronave che viaggia nello spazio verso il Pianeta Prometeo. E’ un omaggio a quella serie?

Nessun riferimento voluto a Danguard: Antares rappresenta il desiderio dell'uomo nuovo che vuole andare oltre la sua realtà planetaria per conquistare la vera conoscenza dell'immensa dimensione nel quale stiamo vivendo da saccenti microbi presuntuosi. Ed ecco perché, a un certo punto, gli ho fatto spiccare il volo con la Sunbeam, che l'ultimo prodigio di Alya ha reso possibile. Direi che questo nuovo sviluppo della vicenda è nato come incoraggiamento per le giovani generazioni ad esplorare i nuovi orizzonti in cui dobbiamo riporre le nostre speranze.
Spesso leggo scopiazzature e similitudini tra i personaggi di Big Robot e quelli dei cartoni giapponesi. Ho già ampiamente descritto come si prese la decisione di affiancarsi a quelle novità che invadevano il nostro mercato, sottraendoci il pubblico dei ragazzini che per decenni aveva costituito il nostro bacino di lettori. Se la scelta fu quasi obbligata, si deve anche ammettere che noi cercammo di cavalcare la loro onda pubblicitaria per rimanere a galla. Ma questo avvenne di sicuro anche nel nome di una grande ammirazione per quei cartoni che conquistavano il mondo. Sinceramente non ho pensato di fare qualcosa di troppo simile a Goldrake e compagnia bella, ma quando ti trovi con la matita in mano, fai quello che la mente e il cuore ti suggerisce. Forse alcune somiglianze sono evidenti, ma vi assicuro che non ho mai guardato con la lente quei modelli per imitarli. Anche perché le immagine in tv erano sfuggenti e non potevi ancora fermarle col videoregistratore. Quando mi dite che avevo scelto la via di Jeeg Robot per l'assemblamento dei componenti, casco dalle nuvole. Io avevo pensato parecchio a quella soluzione e non ricordo di avere mai visto in un filmato una scena di quel tipo. Di Jeeg Robot ho avuto sottomano solo l'immagine di una copertina, che forse conservo ancora, che mi serviva come riferimento proprio per non fare un robot uguale a lui. Qualche particolare certo mi fu ispirato dal ricordo di qualche cartone visto in TV. Ma, come si dice, una cosa tira l'altra e anche le idee possono venire tirate da altre idee. Quando si parla dei vari autori...Go Nagai, ma chi lo conosceva? Allora non arrivavano certe informazioni e forse ancora non interessavano alla gente. Adesso si fa presto a sfornare paragoni e riempirsi la bocca di quei nomi che sapevano di ammiragli della marina giapponese! Adesso c'è internet che ti può dare tutte le informazioni con un tocco di tasto. Per noi era come parlare giapponese. Niente di niente. Tranne che sedersi a volte davanti alla TV, accanto ai nostri ragazzini, a fare il tifo per i nuovi eroi robottoni che riempivano lo schermo di pugni d'acciaio e getti fotonici a suon di musica roboante. Ma non potevi certo passarci il pomeriggio! Abbiate pietà e rendeteci atto di avere fatto leva su uno strumento d'importazione per raccontare anche noi qualche bella storia che è rimasta nel cuore di tanti giovani lettori. Come s'era fatto con Topolino e Paperino, del resto, che hanno dettato legge per molti decenni prima e hanno trascinato nella loro scia un esercito di altri personaggi animaleschi di ogni sorta... più o meno imitazioni ma anche geniali derivazioni un genere che ha aperto le porte alla fantasia di molti bravissimi autori.

Per curiosità, qual’era la serie robotica che preferivi, se ce n’era una?

Senza dubbio Atlas Ufo Robot, la prima, che è stata la più esaltante. Le altre hanno seguito l'onda e per quanto tutte avessero loro pregi, Goldrake è rimasto nel cuore come il primo amore.

STRUTTURA DELLA STORIA

Come mai nessuno alla Base Union si preoccupa delle persone sofferenti nelle città distrutte? Sembra che non abbiano nient'altro da fare che combattere gli alieni, eppure c'è anche un mondo da ricostruire. Perchè non hanno fatto degli ospedali, costruito delle case, distribuito del cibo...insomma, le cose essenziali da fare?

Delle domande che mi poni su Big Robot questa mi ha colpito maggiormente: avevo proprio dedicato a questo argomento una storia (Episodio 12, “I contaminati”) che apparirà nel secondo numero ed è appunto un'accusa all’inefficienza delle autorità di base Union per la sorte di quei poveretti e non solo... ho voluto riscattare in qualche modo la loro esistenza quando, asserviti alla causa aliena da Fuher, con l’inganno, riescono a trovare il coraggio di ribellarsi ed aiutare essi stessi, col loro eroico sacrificio, Base Union a sopravvivere. Non potevo certo dimenticare questo aspetto drammatico della storia di Big Robot e, per evitare rimedi di circostanza da parte dei politicanti di turno, ho preferito che fossero loro, i sopravvissuti, a dare una lezione di dignità agli altri, da ricordare nel tempo. Secondo me è una delle più belle storie della serie, ma spesso ho notato che le intenzioni vengono male interpretate da lettori superficiali che poi sparano in internet i loro giudizi beffardi. E purtroppo, di seguaci altrettanto superficiali ne trovano a schiere. E' per questo che mi sono complimentato con voi, per il vostra serietà nell'affrontare in modo approfondito anche i temi di storie a fumetti che certamente non appartengono all'elite della nostra arte.

Nella storia appare una piccola incongruenza: nell’episodio 3 (“Ritorno alla Terra”), Luno racconta che la Base Union fu costruita con l’intenzione di aiutare l’umanità distrutta, mentre nell’episodio 2, (“Rapporto su Alya”), lo stesso Luno racconta che la base fu costruita per difendersi dagli attacchi degli alieni. La Base Union fu costruita per entrambi i motivi, quindi?

L'episodio "rapporto su Alya" parla della fortezza di Base Union come baluardo di difesa contro gli alieni. L'episodio "Ritorno alla Terra" si riferisce a Base Union come centro di organizzazione della nuova società improntata sulla pace. Una specie di nuovo stato, insomma.

Sempre nell’episodio 2 (VB-VK), Luno dice che “il primo attacco alieno avvenne poco dopo la comparsa di Alya. Fu per questo che fu costruita Base Union.” Ma allora, cos’era quel “centro spaziale” da cui erano partiti gli esperti per analizzare Alya uscita dal meteorite, anni fa? Un prototipo della base attuale?

Mi pare di avervi già risposto a questo. All’inizio, con l’aiuto dei robot venuti dalla Luna fu creata Base Union come avamposto di una nuova civiltà. La fortezza della base, da cui prende lo stesso nome, è un baluardo di difesa contro gli attacchi alieni. Fu costruita in seguito, divenendo la parte preponderante della base.

Nell’episodio 3 (VB-VK), “Ritorno alla Terra”, Antares viveva in una nave arenata con il comandante Horion e Dayna. Forse, Horion era all’inizio il capitano di una nave? E Antares e Dayna erano stati marinai?
Quella nave era il prototipo della futura Base Union, forse il famoso “centro spaziale” da cui erano partiti gli esperti per esaminare Alya nell’episodio 2, “Rapporto su Alya”?

Si erano semplicemente rifugiati in quella nave arenata provvisoriamente e che probabilmente servì come base di partenza per approntare un programma di future installazioni. Quello del “rapporto su Alya” probabilmente era già un laboratorio approntato nella nuova base in costruzione. Ovviamente, le cose nascono per gradi e non con un schiocco delle dita, ma partendo da quelle più necessarie.

Nell’episodio 3, “Ritorno alla Terra” (VK), i 25 anni di permanenza dei robot Luno e Trone sulla Luna sono stati cambiati in 11. Come mai?

Sono stati cambiati in seguito a un calcolo rifatto durante la versione VK. 25 anni erano troppi rispetto all’età apparente di Antares quando incontra i due robot al loro arrivo.

La cronologia degli eventi di Big Robot sembra essere la seguente:
- Luno e Trone viaggiano sulla Luna
- guerra atomica
- Luno e Trone tornano sulla Terra dopo 11 anni (VK)
- i robot incontrano Antares, il comandante Horion e Dayna
- un meteorite arriva sulla Terra, portando Alya
- gli alieni attaccano
- viene costruita Base Union
- gli attacchi sono più forti e viene costruito Big Robot.
E’ corretta?


- Luno e Trone vanno sulla Luna
- guerra atomica
- Luno e Trone tornano sulla Terra dopo 11 anni (VK)
- i robot incontrano Antares, il comandante Horion e Dayna
- iniziano la costruzione di Base Union come centro di rinascita
- un meteorite arriva sulla Terra, portando Alya
- gli alieni attaccano
- viene costruita la fortezza di Base Union
- gli attacchi sono più forti e viene costruito Big Robot.
Così è corretta.

IL MISTERO DI BIG ROBOT: IL ROBOT

A cosa ti sei ispirato per creare il Big Robot? A me ricorda un guerriero medievale con tanto di elmo.

L'ispirazione di Big Robot è venuta da una visione personale di come dev'essere un eroe dei fumetti. Diciamo che ha dentro un po' l’esperienza del passato, comprese le letture giovanili dei fumetti classici come l'uomo mascherato, ovvero la maschera che nasconde un volto classico da eroe, quelli volitivi che menavano botte ma ispiravano fiducia. Non è che l'abbia voluto proprio così: è venuto da solo come tutte le cose che devono essere in un certo modo già stabilito dentro di te e che vengono loro a cercarti. Quelli giapponesi hanno senz'altro dato il via ma i loro volti mi sembravano appartenenti a idoli esotici, giocattoli meccanici ben costruiti ma senz'anima. E infatti non l'avevano. I personaggi erano i ragazzi che li guidavano, con le loro storie, i loro amori, i loro problemi. Io ho lasciato ad Antares la sua vita di tutti i giorni e ho preferito assegnargli un altro ruolo, che si evidenzierà pian piano alla ricerca di ideali ancora velati dal mistero del cosmo, in cui viviamo e poi...
Big Robot non è per Antares solo un mezzo meccanico ma uno strumento da indossare, l'armatura del cavaliere che gli permette di affrontare i draghi, un'altra parte di sé stesso protettiva e maneggiabile come parti del suo corpo. Quando parla Antares, indugio spesso a far provenire i fumetti dal robot visto da fuori, come fosse Il Big stesso a parlare, pensare e decidere le mosse. Questo per valorizzare il suo ruolo di potenza, che non è quello di Antares. Il pilota è la sua anima ma quello che spacca il mondo e consente le azioni più spericolate è lui, il robot.

Luno ha partecipato alla costruzione del Big Robot? Come mai Big Robot è più potente dei robot alieni, che dovrebbero avere una tecnologia superiore a quella dei terrestri?

Certamente Luno ha partecipato alla sua costruzione, fornendo notevoli conoscenze cibernetiche che erano andate perdute. Alla potenzialità dell’armamentario avranno certamente contribuito altri esperti sopravvissuti dalla guerra atomica, che si erano riuniti all’interno di Base Union. Riguardo alla superiorità degli armamenti, ci sono alcune considerazioni da fare per comprendere l’equilibrio delle forze in campo.
E’ giusto dire che gli alieni dispongano di tecnologie più avanzate delle terrestri? Sì e no. Abbiamo forze aliene negative di densità superiore che vengono ad attaccarci nella nostra dimensione: questo provoca loro seri problemi, in quanto essi non possono applicare nella nostra densità le loro soluzioni, diciamo tecnologiche, evolute in modo adeguato, poiché si tratta di livelli di applicazione che richiedono altre prerogative cosmiche. Quindi devono adattare alla meglio le loro conoscenze belliche al nostro ambiente. Facciamo un esempio banale per capirci: se noi dovessimo combattere contro i dinosauri vissuti in epoche remote, potrebbe sembrare semplice andare a combatterli con i nostri cannoni o aerei o che diavoleria potremmo usare. Il problema è che noi dovremmo andare indietro di milioni di anni e come minimo ci troveremmo impantanati in un ambiente favorevole alla vita selvaggia, dove il Tirannosauro è dominatore, ed altri esseri viventi non sono molto da meno. Come fai a muoverti in una selva fitta dove da ogni parte possono aprirsi fauci spalancate e inghiottirti in un boccone prima che riesci a vederle apparire? Quelli hanno un istinto di caccia mille volte superiore, annusano da lontano l’odore dei tuoi calzini e si muovono in modo così rapido e silenzioso che quando te li trovi addosso, ormai sei dentro la loro pancia. Puoi così averne di mitragliatori e bombe a mano, quello che ti manca è l’attitudine naturale a quell’ambiente. Più o meno gli alieni si trovano nelle stesse condizioni con noi. Non possono portare in campo i mezzi più evoluti perché in un ambiente come il nostro sarebbero inutili e devono così combattere “…usando mio malgrado i mezzi della vostra improponibile dimensione!”, come dice Orkus ad Antares a pag 76, vign. 2.
Il Big Robot ha quindi il vantaggio di essere progettato dai terrestri per combattere nel loro ambiente e, cosa più importante, è guidato da un terrestre, che si trova a suo agio, mentre le macchine aliene sono in genere automatiche, progettate per prestazioni nella dimensione terrestre ma guidate da androidi, costruiti ad imitazioni dei terrestri ma ovviamente inferiori dal punto di vista delle caratteristiche reattive (non ne hanno le potenzialità istintive né l’esperienza). Lui, a differenza degli avversari, gioca in casa.

Il Big Robot della Bianconi ha sempre avuto i colori disordinati: la versione definitiva dei colori è quella della copertina della kappalab?

I colori fatti dalla Bianconi erano commissionati a diversi lavoranti (interni alla redazione ed esterni), che non erano coordinati tra loro e così risultavano piuttosto discordanti tra loro. Nessuno ha mai potuto interferire per mettere ordine a questo aspetto, anche per il fatto che una colorazione fatta bene avrebbe comportato costi non sostenibili nel complesso del lavoro. Così, ci trovavamo storie colorate in un modo diverso, sia sui personaggi che in generale, nel rispetto di una minima uniformità. Nel colorare la copertina per Kappalab, ho cercato di ricordare come avrei voluto che fosse colorato il Big Robot, ma anche questa versione non è frutto di una ricerca molto sofisticata.

IL FAMOSO TORMENTO DI FUHER

Come mai Fuher non si ribella mai ad Orkus? Essere mutilati un giorno sì e l’altro pure non è molto divertente…

Non si ribella ad Orkus poiché questi non glielo permetterebbe. Infatti, Orkus lo contatta attraverso immagini modulate sulle sue vibrazioni negative provenienti dagli abissi della materia oscura e non è attaccabile. Fuher è pure lui di un’altra densità rispetto a quella terrestre, ma è impotente di fronte a Orkus, che lo può perseguitare ovunque si nasconda. Ho pensato anche che potesse uccidersi per sottrarsi alla schiavitù, ma Orkus lo riporterebbe comunque in vita, punendolo per questo altro atto di ribellione. Credo sia il caso di chiarire questo rapporto di dipendenza e vedrò di farlo in una delle prossime storie.

LA FINE DEI MALVAGI

Nel Big Robot (VB) n. 6, episodio 17: “L’ultima battaglia”, la Base Nera è distrutta dal Big Robot. Fuher e Nanus vengono uccisi in quell’episodio?
Nel Big Robot (VB) n. 7, episodio 20: “I piccoli cacciatori”, Orkus, sopravvissuto alla distruzione della base, tenta di uccidere Alya e fallisce. E’ anche l’ultimo numero in cui compare Alya. Perché Orkus da allora smette di attaccare Alya e se ne va, senza più comparire? E’ morto? E come? E Alya, come mai da allora non compare più? Che fine fa? E perché non è mai stato narrato il motivo della sua scomparsa?


Ho lasciato in sospeso la loro sorte, in quanto ho seguito il destino di Antares verso un viaggio che mi appassionava personalmente. Forse era per questo che cercavo di mandarlo a esplorare altri mondi alla ricerca di qualche risposta. Orkus aveva imperversato abbastanza nelle storie precedenti e volevo staccare la spina dalla ripetitività di cui saremmo sempre rimasti prigionieri. Fuher e Nanus si presume siano periti nella distruzione della base aliena, ma non ho voluto approfondire per lasciare aperta una porta…non si sa mai! D’altra parte, Orkus, nella sua perversione potrebbe anche riportarli in vita per prolungare la loro sofferente schiavitù. Poi ci ritorno con quell’altra storia dei piccoli cacciatori, giusto per ricordare che lui era sempre là, in agguato, in attesa della prossima occasione. Anche Alya l’ho lasciata sulla Terra, dov’era approdata, perché lì era la sua destinazione affidatale dall’entità misteriosa che l’aveva inviata. Antares è andato per la sua strada, tagliando il cordone ombelicale. Ha fatto la sua scelta, ma non definitiva perché ogni tanto rientra a casa dalle sue missioni stellari.
Questo rispecchiava in un certo senso la mia situazione personale. Inconsciamente seguivo l’istinto che mi spingeva a cercare nuovi sbocchi, fuori dalla sfera dell’Edizioni Bianconi, che era stata la culla della mia fase di formazione, ma non ancora del tutto. Mentre esploravo il mondo esterno delle case editrici di fumetti, poi mi ritrovavo ancora chino sulle tavole di Big Robot. Le certezze si facevano sempre più vacue.

IL FINALE

Il numero 12 è stato l'ultimo di Big Robot. Avevi scritto e/o disegnato altre storie, oppure sapevi già che la dodicesima sarebbe stata l'ultima uscita? Se sì, ce ne puoi parlare?

Non esiste un finale vero e proprio di questo fumetto, poiché l’interruzione della serie avvenne in modo brusco, senza preavviso. Infatti, era mia intenzione continuare, ma la situazione editoriale impose l’eliminazione di un certo numero di testate per limitare le perdite e Big Robot fu tra gli albi soppressi. Tuttavia, continuarono ad essere pubblicati volumi di raccolte o ristampe. La precarietà del lavoro fu uno dei motivi per cui dovetti lasciare le Edizioni Bianconi all' inizio degli anni Ottanta.
Avevo altre idee in testa per continuare la serie, ma la notizia della cessazione arrivò improvvisa e imprevista. Incomprensibile per me, perché avevo notato che questa pubblicazione aveva lasciato il segno tra i giovani lettori. Qualcuno dei ragazzi a me vicini mi aveva dimostrato entusiasmo e si era perfino offerto di fornirmi idee per nuove storie, suggerimenti di nuovi personaggi da affiancare ai protagonisti. Purtroppo, la realtà stava chiudendo a chiave nel cassetto questo mio sogno.

L'ultima storia del numero 12, intitolata "Sul pianeta Krisos" (una storia non di Big Robot) rappresentava un fumetto riempitivo o faceva parte di un qualche progetto editoriale?

Questa storia apparve nella parte finale dell’albo n. 12. Fu realizzata da Mario Sbattella, il disegnatore che lavorava a tempo pieno presso la redazione e faceva un po' di tutto. Immagino che avesse scritto lui stesso anche i testi della storia. Ovviamente, fu una soluzione di ripiego risparmiosa per l'editore, totalmente estranea al Big Robot. Anche le copertine, che presentarono successive ristampe o edizioni rilegate del Big Robot, furono realizzate dallo stesso Sbattella, utilizzando dei collage montati con miei disegni. Bisogna considerare che la Edizioni Bianconi era una "industria dei fumetti", la cui mole di produzione non lasciava molto spazio per informare i lettori su queste decisioni. Specialmente in quegli anni, in cui la crisi editoriale erodeva le risorse economiche, si tirava avanti badando al sodo, tentando esperimenti o proposte che, a volte, suscitavano perplessità tra i lettori. Tutto questo è anche comprensibile, se si ha una certa cognizione dei travagli che possono complicare il cammino di un'azienda.

Dopo la chiusura di Big Robot, quali sono stati i tuoi lavori in campo fumettistico?

Una quantità di storie di Fix und Foxi, personaggi di una casa editrice tedesca; una quarantina di storie per Topolino/ Paperino. Inoltre, realizzai le prime storie fatte in Italia totalmente con il computer, per Cip&Ciop della Disney, documentate con un servizio dedicatomi dalla rivista Italia Publisher. Vari lavori di illustrazione per libri, manuali Disney, collaborazione a riviste di fumetti e giochi per bambini per Mattel, Disney e altre committenti. Migliaia di vignette umoristiche (di cui buona parte improntate su personaggi dei fumetti o in stile fumettistico). Mostre di fumetti in sedi comunali, scolastiche e fieristiche, con colleghi autori della ex Edizioni Bianconi.

PROGETTI PER IL FUTURO

A quando il secondo volume Kappalab?

Spero per Novembre 2013, se ce la faccio. Il secondo numero concluderà la serie della Saga di Orkus.

Pensi che ci saranno mai nuove storie di Big Robot, magari un one-shot?

Mi piacerebbe. Dipende anche dalla risposta commerciale di questi primi volumi.


Ringrazio Alberico Motta per l'intervista. Con questo post, si conclude tutto il dossier su Big Robot: potete scaricare tutta la versione PDF del dossier su questo link:

https://hotfile.com/dl/234164337/8851b18/B...tghmjh.rar.html

Se volete commentare, potete farlo qui: #entry538498841
 
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view post Posted on 15/7/2013, 15:46     +1   -1
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Non ho parole! Articolo STRAORDINARIO! Complimenti!
 
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view post Posted on 15/7/2013, 16:34     +1   -1

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CITAZIONE (maxnik @ 15/7/2013, 16:46) 
Non ho parole! Articolo STRAORDINARIO! Complimenti!

Grazie, Max, sono contento che ti sia piaciuto il dossier.

Tra l'altro, i commenti è meglio non metterli qui, ma nella sezione commenti. Grazie lo stesso, comunque, per il post! ^_^
 
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view post Posted on 17/7/2013, 12:36     +1   -1

Filologo della Girella

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Grandioso !!!!!!!!
 
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view post Posted on 17/7/2013, 14:23     +1   -1

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CITAZIONE (P.Alexis @ 17/7/2013, 13:36) 
Grandioso !!!!!!!!

Grazie, ma dovreste postare questo nella sezione commenti, avevo messo il link... :via:

Aiuto, qualcuno metta a posto i post, io qui non ci riesco... :29784128hj5.gif:
 
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view post Posted on 18/9/2013, 20:46     +1   -1
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e dopo mesi e mesi dall aver commissionato questo articolo a JOE ci metto "zampa" anche io.

e ora , se permettete , vorrei dire la mia........
Personalmente sono rimasto incredibilmente sorpreso da questo fumetto .
Mi aspettavo un prodotto mediocre e mal gestito , e invece mi sono trovato di fronte un
titolo validissimo e stupendamente gestito!
...per carita' ...ci sono innumerevoli ingenuita ' , situazioni gestite in modo un po' troppo
sbrigativo e parecchi richiami alle serie robotiche dei 70 ....pero',.....pero' questo titolo e'ricco di fervore,.
voglia di creare , fare... idee . idee su idee che prendono forma in situazioni e informazioni
per niente associabili ai nostrani fumetti dell epoca . tutt'altro.
un titolo a mio avviso MATURO nonostante alcune limitazioni (su tutte i "passaggi obbligati"
che vogliono un po' troppo ammiccare alle serie televisive)

a quanto ho visto questo fumetto , nonostante un gran clamore al suo annuncio , e' stato
un po' troppo snobbato dai piu...e secondo me averlo preso sottogamba e' stato un errore!
mi e' sembrato di capire che e' di imminente uscita una nuova pubblicazione , e anche quella fara' parte della mia collezione !!!!!!!

In appendice ,inoltre , vi sono delle note dell autore molto singolari.
uno spaccato sul periodo "d'oro" della girella che PERSONALMENTE non avevo mai considerato.
COME HANNO REAGITO LE PUBBLICAZIONI - PRODUZIONI NOSTRANE ALL ONDATA GIAPPONESE ?
l'autore e' stato molto chiaro nel suo editoriale . Un disastro. un disastro totale.
titoli che non vendevano oramai piu'. case che chiudevano i battenti e un tristissimo aneddoto legato al suo editore ....un ultimo colpo di coda che mi ha fatto provare una sensazione di "disperazione"........ compratevi il volumetto e andatevelo a leggere!!!
di certo la mazzata data dai nostri robottoni fu bella tosta...e si fece sentire alla grande.
e...il fatto che siamo ancora qui a osannarli altro non e' che l'eco di quell incredibile big bang cominciato con l'arrivo di goldrake sulla rai.


comprate questo volumetto. superate le sue "ingenuita'" e lo apprezzerete come ho fatto io!!
 
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26 replies since 17/6/2013, 15:23   2193 views
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