| Nella mia famiglia, per una tradizione tutta nostra, si è sempre fatto l'albero di Natale nei giorni più prossimi al 25 dicembre: spesso era il 23 dicembre, se non addirittura il 24.
Mio nonno materno amava il fai da te e si fabbricava da solo sia gli arredi dell'albero sia le statuine del presepe: è diventato negli anni un rito di famiglia, quindi abbiamo conservato anche questa tradizione di allestimento casalingo di un bel presepe in sala da pranzo.
La preparazione manuale degli addobbi a volta mi faceva "più Natale" che non il Natale stesso, perchè ci trovavamo assieme per "fare l'albero", scegliere dove fare le montagne del presepe, ecc..: era un pò come giocare insieme e anche oggi, nonostante sia un pò cresciutella, lo affronto con lo stesso spirito.
Ma certo non iniziavamo ad ottobre...si faceva tutto poco prima del giorno di Natale.
Un'altra usanza mi faceva "sentire" l'arrivo del Natale.
In queste occasioni, infatti, è ancora usanza nella mia provincia preparare le pietanze di "una volta", la cosiddetta cucina contadina della Bassa ferrarese. Nel menù tipico ci sono il cosiddetto pasticcio di maccheroni e soprattutto i cappelletti in brodo.
Siccome, per la preparazione dei cappelletti, occorre un pò di tempo (si prepara prima il ripieno di carne, carne che va tutta bollita, poi tritata, ecc.. poi si fa la pasta sfoglia all'uovo ecc..), fin da bambina ho sempre fatto coincidere i preparativi del Natale con la preparazione mangereccia.
Da bambina partecipavo come una piccola rompiballe a queste kermesse culinarie di mia madre e gli assaggi fuori pasto condivisi con lei facevano sembrare tutto più buono!
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