Allora, dove eravamo rimasti?
@Calatea: quoto in pieno;) e complimenti per il titolo del thread...davvero suggestivo
@Aster: emergo dalle sabbie mobili...
Menelao è un principe ed un eroe greco a tutti gli effetti. Nel mito, essendo Elena ambita da tutti i principi - che, abbiamo visto, non erano certamente dolci educande - fece giurare a tutti i suoi pretendenti, qualunque fosse stata la sua scelta, che gli altri l'avrebbero accettata e anzi sarebbero intervenuti in difesa del marito qualora qualcuno avesse insidiato la sua sposa. La scelta cadde su Menelao... E ritroviamo tutti i principi intorno a Troia...
Al personaggio di Menelao nuoce l'essere il fratello di Agamennone, il capo della spedizione, e quindi di essere tenuto un po' in ombra e il fatto che siano gli dei, in fin dei conti, a volere la continuazione della guerra...
Ma, più che il tradimento della bella mogliettina e la conseguente fama, credo che ad offuscare la sua immagine e a renderlo, oltre che "tradito"
, anche felice
contribuiscano gli eventi narrati dai cicli epici riguardo i momenti della caduta di Troia...
Troia è ormai in mano ai Greci, Menelao si introduce nella reggia meditando tremenda vendetta nei confronti della moglie fedifraga: qui uccide Deifobo, il terzo marito di Elena, fratello di Paride e che la donna ha sposato dopo la morte di Paride (secondo un'altra versione viene guidato dalla stessa Elena, che ha preso accordi con un' ambasceria segreta, fulgido esempio di amore maritale..
) e sta per scagliarsi contro la traditrice e fargliela pagare una volta per tutte, come si era frequentemente ripromesso... ma Elena, che a quanto pare ha una certa...esperienza di certi ... uomini si denuda prontamente il petto.
Folgorato dalla sua beltà Menelao si riprende contento la moglie ( ben più tragica fine avranno le donne troiane, come ricorda Euripide ) e i due se ne torneranno in patria dove vivranno felici e contenti fino a tarda età...Potenza dell'amore!
@Delari:
CITAZIONE (Delari @ 18/1/2015, 17:21)
"Eroe" è per molti un sinonimo per "uomo invidiabile, esempio, modello" (spesso tanto ammirevole quanto irraggiungibile).
Achille era figlio di una dea; era un'uomo di grande bellezza; era invulnerabile; era un grande guerriero, ammirato e osannato; poteva avere tutte le donne che desiderava; poté scegliere lui stesso la sua esistenza, che volle fosse breve ma gloriosa.
Vero in generale, ma sarebbe opportuno non giudicare il passato con categorie mentali moderne... sul fatto che potesse avere tutte le donne che voleva se intendiamo che tutte cadevano ai suoi piedi fulminate dal suo fascino rischieremmo di identificare Achille con Brad Pitt che lo impersona in
Troy, ammesso che l'attore in questione faccia a tutte le donne quest'effetto...
Se invece intendiamo che avesse disponibilità di "usufruire" di tutte le donne che volesse questo è vero come per tutti i cittadini greci che normalmente avevano la moglie, per generare figli legittimi e per l'amministrazione della casa, la concubina, che poteva coabitare nella stessa casa con la moglie, e l'etera, una specie di geisha, per non parlare di tutte le schiave in dotazione alla famiglia...
CITAZIONE
Gli antichi Greci erano convinti che dopo la morte seguisse l'Ade, il regno delle ombre, cioè un'esistenza grigia, fatta di rimpianto e di ricordi per l'eternità (fuorché per pochi eletti che gli Dèi portavano a vivere ai Campi Elisi). Era quindi necessario per loro, anzi desiderabile, godersi la vita il più possibile finché si era in tempo. Secondo il punto di vista di molti uomini di quel tempo, Achille era certamente invidiabile, il tipo di uomo che avrebbero voluto essere. Quindi, per queste persone, era indubbiamente un'eroe.
Come sopra , vero in generale. Sul fatto che molti uomini del tempo ( di quale tempo? La "Grecia antica" dura almeno dodici secoli, se ci vogliamo fermare alle soglie dell'età greco-romana. Se pensiamo che l'impero bizantino finisce nel 1453 con la caduta di Costantinopoli aggiungiamo un'altra quindicina di secoli, secolo più secolo meno. Va bene che le mode e i modelli di riferimento non mutavano all'odierno ritmo vertiginosissimo, ma nel corso di ventiquattro secoli non credi che gli ideali abbiano subito qualche variazione?) avrei le mie riserve perché gli eroi presenti nel poemi omerici sono numerosissimi e ognuno di loro, pur nello schematismo di base, sono rappresentati con qualità e caratteristiche spesso molto differenti.
CITAZIONE
L'interpretazione che il vero eroe deve essere in prima linea dotato di qualità morali viene da altre culture: io almeno non ci vedo nessun eroe della mitologia greca a sacrificarsi per il bene altrui, anche a costo della vita se necessario.
Mi dispiace, ma devo contraddirti. Sono numerosi gli eroi ( e quindi i semidei) greci considerati dei benefattori dell'umanità, nonostante i loro limiti e i loro difetti, anche perché, forse più realistici di noi in questo, la presenza di difetti e limiti non era in contrasto con l'idea che di eroe essi avevano. L'elenco sarebbe lungo: Ercole, Teseo, Prometeo, la stessa Antigone....o Ettore...
Per lui mi piace citare un passo dei
Sepolcri del Foscolo:
E tu onore di pianti, Ettore, avrai
Ove fia santo e lacrimato il sangue
Per la patria versato, e finché il Sole
Risplenderà su le sciagure umanea testimonianza di come, a distanza di millenni, la qualità dell'eroismo di Ettore viene pienamente colta e compresa. Nella figura di Ettore coesistono mirabilmente entrambe le idee di eroe, quella antica e quella moderna: egli è altissimo modello di eroe omerico ( e non dimentichiamo che nel racconto, nato in ambito greco, egli è un nemico!) e di eroe vicino agli ideali cavallereschi così come alla nostra sensibilitá e modo di sentire...
Ettore è il principe ereditario, che si trova a dover difendere la propria città dall'attacco dell'esercito greco per la colpa del fratello Paride cui non risparmia aspri e durissimi rimproveri.
È costretto, per senso del dovere, a guidare l'esercito troiano, a rischiare la vita in prima fila per errori non suoi, totalmente uomo spesso contro dei e semidei. La consapevolezza della propria fine lo accompagna, sempre più chiara a lui stesso, per tutta l' Iliade, talvolta deve essere anch'egli spronato sul campo di battaglia e , pur rispettando il nemico, si insuperbisce e si esalta alle sue vittorie... non dimentichiamo che uno degli epiteti a lui attribuito è quello di
Ettore massacratore, letteralmente "uccisore di uomini".
Segue...
Edited by Eliodora - 21/1/2015, 22:37