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Dalla spada all'alabarda spaziale, L'eroe dal mito classico a quello moderno

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view post Posted on 18/2/2015, 23:23     +1   -1
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Comm.Grand.Pres. della Girella

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CITAZIONE (Delari @ 18/2/2015, 16:50) 
Actarus ha sempre protetto la propria incolumità prima e durante la guerra, ma quando è arrivato all'ultima battaglia si nota quanto sia esausto; desidera morire, invece di fare progetti per il suo futuro. Questo non è l'atteggiamento di un'uomo a cui importa molto della sua vita. Certo, in un senso la sua morte sarebbe stata un sacrificio piccolo davanti alla salvezza di un'intero popolo (Cito Spock: "The needs of the many outweigh the needs of the few"); ma secondo me c'è anche un profondo disinteresse per la propria esistenza qui, un'amor proprio talmente ferito e scosso dai sensi di colpa che dice "Non importa se io sopravvivo o meno, finché si salvano gli altri."

CITAZIONE (josomeda @ 18/2/2015, 14:41) 
L'altruismo poi è spesso utile per l'eroe per considerare il bene di un singolo diverso da sè come più importante del bene proprio.

A me sembra che più che di disinteresse per la propria esistenza si possa parlare, come dice josomeda, di considerazione del bene altrui come più importante del proprio. Se ricordo bene, Duke decide espressamente di sacrificarsi "per questa verde Terra": un bene molto più grande del proprio. In quest'ottica, la vita che sta per offrire assume per contrasto un grande valore. Certo, può anche trattarsi di un modo per espiare quelle che ritiene siano le sue colpe verso il suo pianeta - ed è questa un'idea che ho sfruttato in più di un racconto - ma non butta via la sua vita, sceglie una fine utile. Più che la propria morte, mi sembra desiderare la vita di coloro che ama e del loro pianeta. Ma questa è la mia impressione; e può anche darsi che entrambe le ipotesi siano, almeno in parte corrette.

CITAZIONE
Non per sembrare blasfema, ma in molti punti “Goldrake” mi sembra una storia che contiene molti elementi cristiani, molto più che altri anime: è stato il primo anime giapponese ad approdare in Europa, non i suoi precursori Mazinga Z e Il Grande Mazinga, e deve esserci stato un motivo, presumibilmente il fatto che i programmatori della TV si sono detti che dato lo sfondo della mentalità cristiana questo anime sarebbe forse stato più comprensibile agli spettatori occidentali.
Quindi a me sembra notare, francamente, una forte parallela tra la personalità di Actarus e quella di Gesù Cristo (scusate se lo dico...) Sul tema “accenni al Cristianesimo in Goldrake” proporrei magari di aprire un’altro thread piu avanti.

Da quello che ne so, in Spagna è arrivato prima Mazinga Z, mentre Goldrake è arrivato prima in Italia e nella laica Francia; e più che dai richiami alla mentalità cristiana, gli spettatori adulti sembrano essere stati colpiti dalla assai poco evangelica violenza :(. Non conosco a sufficienza il pensiero giapponese per sapere quanto questo spirito di sacrificio sia presente nella cultura di quel paese, ma mi sembra che si tratti di un tema ricorrente in altri anime; chiedo il parere degli esperti...
Ovvio che per noi occidentali, soprattutto per chi ha visto ed amato la serie da bambino senza i pregiudizi dei "grandi", ora è facile fare parallelismi con la nostra cultura e vedere i richiami alle virtù cristiane. Se anche non fossero voluti, rientrano a pieno titolo nel concetto di eroismo sviscerato in questa discussione :).

CITAZIONE
L'idea di chi o cosa sia eroico o no secondo me è molto personale, e inoltre sottoposta al tipo di mentalità e la cultura e l'ambito sociale dove si è cresciuti. Molti, lo vediamo anche in questo thread, vedono personaggi come eroici dove altri non sono per niente d'accordo, e viceversa. Alla fin fine un'eroe, cioè un personaggio da ammirare e magari con cui identificarsi, a cui orientarsi secondo me è una specie di scelta, molto privata e soggetta ai propri gusti, i propri fini, ideali, sogni ecc. A parte il fatto che questo può sempre cambiare e che magari dopo qualche anno uno si ritrova ad ammirare un personaggio che un tempo non comprendeva proprio per niente. Lo stesso dicasi per gli "eroi" di tutti i giorni: uno magari ammira il padre, il nonno, il fratello maggiore. Anche qui, l'opinione può naturalmente cambiare con gli anni e le esperienze.

Vero. Ed in certi casi, aggiungerei, per fortuna...
CITAZIONE
Riguardo all'identificazione, c'è questo thread: https://gonagai.forumfree.it/?t=51541334

Lo conosco, avevo anche risposto a suo tempo. Ma quello che intendevo io era un'altra cosa: non tanto a chi si assomiglia quanto a chi ci si sente vicini, quale prospettiva si assume nella visione. Non è esattamente la stessa cosa - uno può consapevolmente essere simile a un personaggio non del tutto positivo ma riconoscere i suoi principi in quelli dell'Eroe, oppure - lo faceva una mia cara amica - considerare Actarus un idiota proprio per la sua esasperata nobiltà d'animo, e preferire Koji, tanto per rimanere su Grendizer. E c'è chi si identifica nei "cattivi"... :via:
 
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view post Posted on 19/2/2015, 09:39     +1   -1
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Torno anche io sul discorso dei valori cristiani in Goldrake, che avevo volutamente glissato all'inizio per ragioni di opportunità.
La mia idea è semplicemente di ribaltare la prospettiva: il messaggio di Cristo è un invito ad una condotta di vita indirizzata al Bene (maiuscolo in quanto inteso come assoluto da vedere come traguardo, umanamente irraggiungibile ma auspicabile) e contrassegnata da valori positivi praticamente universali, quindi è naturale che un eroe, figura positiva per costruzione, abbia affinità con i valori crisitani.
Per noi occidentali, si unisce a questi valori il tema del diverso che caratterizza Actarus e la nostra tendenza a vedere Gesù Cristo come staccato dal resto dell'umanità e si arriva a pensare ad un parallelo che probabilmente nelle intenzioni dell'autore non esiste, anche se sicuramente Nagai ha una passione per alcuni temi della cultura occidentale, come la divina commedia, e quindi è possibile che qualche influenza dalla figura di Cristo ci sia stata. Sicuramente vedo più facile sostenere la posizione che la figura di Cristo sia molto importante nella definizione occidentale dell'eroismo, soprattutto ora che l'eccellenza sul campo di battaglia non è più considerato un valore fondamentale ed IL modo per dimostrare il proprio coraggio.
 
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view post Posted on 19/2/2015, 19:41     +1   -1
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@ Shooting_star
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e più che dai richiami alla mentalità cristiana, gli spettatori adulti sembrano essere stati colpiti dalla assai poco evangelica violenza :(.

Sarà, ma se ben ricordo la prima guerra in assoluto, secondo la Bibbia, ebbe luogo in Paradiso, scatenata da Lucifero. La guerra contro il Male è un tema ricorrente.

@ Josomeda
QUOTE
Per noi occidentali, si unisce a questi valori il tema del diverso che caratterizza Actarus e la nostra tendenza a vedere Gesù Cristo come staccato dal resto dell'umanità e si arriva a pensare ad un parallelo che probabilmente nelle intenzioni dell'autore non esiste, anche se sicuramente Nagai ha una passione per alcuni temi della cultura occidentale, come la divina commedia, e quindi è possibile che qualche influenza dalla figura di Cristo ci sia stata.

Almeno da noi in Europa, le parallele credo siano state riconosciute: in Giappone il protagonista si chiamava Daisuke, mentre Actarus è una forma musicale di "Arcturus" (guardiano), la stella principale della costellazione di Boote (pastore). C'è dunque il richiamo al pastore che protegge il suo gregge, un tema definitivamente cristiano.

Penso che aprirò un thread a parte con questo tema, appena ne trovo il tempo...
 
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view post Posted on 20/2/2015, 11:37     +1   -1
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Metto questi eroi a confronto: Achille, Odisseo ed Enea per arrivare brevemente al concetto di eroe nipponico che per antonomasia prende spunto dal termine Yamato, dall'omonimo “Yamato Takeru”.

Achille è un guerriero feroce, crudele ed egoista. La fama personale, il potere e il delirio di onnipotenza sono i principi a cui Achille figlio di Teti aspira sopra ogni cosa.
Achille si basa sulla forza e l'invulnerabilità è disposto ad uccidere e a calpestare gli ideali religiosi pur di primeggiare su tutto e tutti.

Diverso è Ulisse, Omero lo declama come: pulutropos “uomo adattabile o ricco di versatilità”. Questo è un eroe demitizzato dai canoni ortodossi precedenti, “vedi Eracle”, Ulisse non si basa sulla forza fisica, ma soprattutto sulla astuzia, l’ingegno, l'arguzia e la tenacia.
Nel suo viaggio di ritorno verso Itaca usa le sue capacità “empiricamente migliorate” per mettersi sempre in gioco per ogni sua nuova avventura, addirittura rifiuta l’immortalità offertagli da "Calipso", preferendo un’esistenza mortale per lui più consona alla vita da eroe.
Ulisse in questo è sicuramente diverso da Achille e ancor più da Eracle.

Ma è quello che nell'Iliade riveste un ruolo marginale di cui mi preme parlare. Questo personaggio così pragmatico, ha più similitudini esegetiche o paradigmatiche con il concetto nipponico di eroismo; mi riferisco ad “Enea”.

Per il poeta Virgilio, Enea assume le connotazioni del vero e proprio eroe anche se è ben diverso da: Achille, Ulisse, Ettore e Eracle ed altri.
L’Eneide non crea eroi pieni di prosopopea o meta-umani, essi hanno un carattere più introspettivo e meditativo, sono personaggi umani e non da divinizzare “anche se nel mito: Enea era figlio dell'umano Anchise e della dea Afrodite (Venere)”.
Enea però non è uno stereotipo dell'eroe ellenico, egli invece è l'archetipo del nuovo eroe, cioè di colui che obbedisce al proprio fato o destino “non imbrigliato o predestinato” ma guidato dalla “pietas” che diventa senso del dovere, sacrificio e abnegazione totale.
Il nuovo eroe antepone al proprio “io” il bene comune, si fa portavoce di una collettività in continua civilizzazione.
Rispetto agli eroi omerici, Enea è più sensibilizzato e sensibilizzante, il viaggio che questo eroe intraprende è distinto da quello di “Ulisse”, esso è metaforicamente inteso, come un “viaggio in cerca del senso dell'esistenza in quanto tale e solo per il quale tutto è ciò che deve essere”.

Cfr. branca della filosofia detta "Teodicea".

Il viaggio serve proprio a ritrovare un sentiero ontologico da trasmettere alle future generazioni, questo tipo di fenomenologia antropologica va a connettersi al pensiero filosofico e religioso dei “Veda”, dal quale discendono le teologie fondamentali del Giappone: lo Scintoismo, il Buddismo Zen, il Taoismo e il Confucianesimo.

Cfr. "Storia delle religioni asiatiche".

Se inquadriamo tutto ciò alle radici unificanti indo-europee "per questioni di sincretismo", potremmo capire meglio il nesso logico della somiglianza culturale tra la filosofia greco-romana e quella asiatica, un tipo di cultura più distintiva da quella: anglo-sassone, ugro-finnica e celtica.

Cfr. "Lingue e costumi culturali dell'Europa".

Perché ho voluto delineare questo discorso?
Proprio perché almeno nel concetto psico-sociologico dell'anime di Grendizer o dello stesso Jeeg, poca attinenza troviamo con il cristianesimo "cito il passo del buon pastore Matteo 18,12-14. (Non esiterà ad abbandonarne le 99 pecore per ritrovarne una smarrita). Vi rimando alla pericope sinottica e al vero significato agiografico".

Cfr. "Analisi e studio del N.T."

Più attinenza invece lo ha il Buddismo. Molti eroi del Giappone erano monaci guerrieri che seguivano le varie discipline di Kempo a secondo delle varie scuole di appartenenza.
E' l'onore leso, la parola data e poi ritrattata, il trasgredire ad un precetto, altre volte è la vendetta, che spinge a diventare un eroe nel canone orientale.
Un esempio, Ken Shiro, diventerà eroe perché ligio al giuramento di Hokuto, cioè quello di non usare la forza e le arti marziali per i propri scopi, sarà poi accompagnato dall'epiteto "l'uomo dalle sette stelle" non per scelta ma perché costretto dal destino di essere l'unico successore della divina scuola di Hokuto.

Cfr. "La leggenda del vero salvatore".

Haran Banjo, diventerà eroe non perché difende il genere umano, come si penserebbe, ma per motivi molto più personali, che per esplicitarli occorrerebbe un thread a parte.

Cfr. "Il vero finale di Daitarn III".

I Robbottoni classici, come adattamento estetico si associano quasi tutti alle fattezze delle armature dei samurai, per non parlare poi delle armi del tutto simili a quelle dei ninja.
Possiamo invece trovare più collegamenti con il cattolicesimo, in almeno in due delle discipline teologiche che si trattano: "l'Angelologia e la Demonologia", accenni che possiamo trovare: in “Davilman”, in “Mao-Dante” e in minori e piccole tracce nei “Cavalieri dello zodiaco” e in "Ken le origini del mito".

Duke e Hiroshi trovano più attinenza con “Yamato Takeru”, così come molti altri eroi dei manga e degli anime giapponesi, un esempio quelli di arti marziali.

Da dove viene il mio spunto?

Episodio 49 di Goldrake, Duke per un bene superiore non soccorre sua sorella Maria, certo a malincuore, ma perché? Per sottrarre Goldrake ai veghiani. (Un cristiano non abbandonerebbe nessuno, non pensa al domani ma all'oggi, così come non crede nel destino ad eccezione dei quattro novissimi, che si studiano in escatologia, disciplina di cui Go Nagai prende spunto, per la "divina commedia" dantesca).

Il professor Shiba, non esita a trasformare il figlio in un cyborg, "privandolo così della sua umanità", sempre per un bene superiore. (Un cristiano, non priverebbe nessuno della propria libertà di scelta egli propone non impone, questo nella dottrina naturalmente, storicamente quello che ho scritto sarebbe facilmente smontabile e opinabile, non ho dubbi su questo).

Per Goldrake non trovo nessun parallelismo col cristianesimo, semmai posso dire che molte cose della cultura asiatica sono entrate a far parte del cristianesimo faccio degli esempi:

1) L'uso dell'aureola, "il fascio di luce cerchiata disegnata sui Santi".
2) La congiunzione delle mani nella preghiera a simboleggiare l'amen o il raccoglimento.
3) L'uso delle campane.
4) Il monachesimo.
5) L'uso della corona "rosario" per contare le preghiere.
6) L'ascetismo e l'anacoretica.
7) La meditatio.
8) Le giaculatorie.
9) I precetti ecclesiastici.
10) L'iconografia.
11) I vizi.

Questi sono alcuni esempi e sono anche così belli intendiamoci, un ottimo esempio di sincretismo ecumenico e di scambio interculturale tra popoli e nazioni.



Naturalmente a mio modesto parere che sicuramente varrà anche poco, visto l'enorme portata delle argomentazioni trattate da tutti voi, sarò andato un po' fuori tema, ma ho compreso che un titolo dalla "spada all'alabarda spaziale" significava ben altra cosa rispetto alle inopportune risposte che ho dato prima.
Di questo chiedo venia a tutti e ringrazio naturalmente chi me lo ha fatto notare.
 
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view post Posted on 20/2/2015, 14:23     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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D'accordo, ragazzi, invece di aprire un'altro thread tenterò di spiegare qui la mia idea delle "allusioni al Cristianesimo" in Goldrake.

Non intendo e non ho mai inteso che Nagai sia un Cristiano, perché non lo so. Neppure posso dire che lui abbia avuto l'intenzione di spargere il messaggio Cristiano attraverso questa serie, anche questo perché non lo posso sapere e inoltre perché non ne ho l'impressione.

Go Nagai è però indubbiamente un'ottimo contastorie, e come sappiamo gli anime giapponesi si basano spesso su delle vecchie leggende. Quindi secondo me può ben darsi che Nagai, senza voler essere irrispettoso o blasfemo, abbia preso alcuni spunti dalla storia di Cristo per tesserle nel suo racconto, che magari lo avevano colpito particolarmente. A me almeno sembra di notare alcune parallele, troppe e troppo notevoli per essere semplici coincidenze.

Per andare con ordine:
1. I nomi (d'accordo, Actarus è un'invenzione europea, vedi sopra); Maria Grazia (richiama Maria piena di Grazia); Kein (= Caino, l'amico d'infanzia di Maria che poi la tradisce, con cui era cresciuta e che per lei era più un fratello che non Actarus, che ha almeno dieci anni più di lei).
Procton in giapponese si chiama Genzo Umon = costruttore del cancello del cielo. Actarus lo chiama sempre "padre". Umon è un personaggio molto positivo, paterno, saggio, buono, protettivo e amante della pace; tutti si fidano di lui. Non sembra avere nessun difetto o tratto negativo, senza per questo mai sembrare antipatico.
2. La vita semplice, rurale alla fattoria, un motivo che non conosco da nessun altro anime robotico / di guerra.
3. La favola della Piccola Fiammiferaia, che ha uno sfondo Cristiano. Inoltre è ambientata sotto Natale.
4. Quando Stella e Hayashi sognano il loro matrimonio, vedono una chiesa Cristiana e Stella indossa un velo.
5. Il protagonista (qui devo rimboccarmi un po' le mani perchè ci sono molti dettagli):
- Estrema bontà e spirito di autosacrificio, volontà di amare, comprendere e perdonare chiunque, anche un ex nemico.
- Purezza: ricordiamo il giglio che è il suo simbolo, e il suo gran rispetto verso tutte le donne è notevole.
- Amore per la vita: soffre anche se si ammala o muore un'animale.
- Modestia: è un principe ma lavora in una stalla, sottoposto a un principale piuttosto stupido, ma non sembra curarsene. Non è orgoglioso di essere il pilota di Goldrake, anzi non gli piace farlo.
- Nei flashback il pianeta Fleed viene sempre descritto e mostrato come un pianeta pacifico che offriva abbondanza e serenità a tutti; a me è sempre sembrato come una descrizione del Paradiso (poi dopo perduto). Alla fine, Actarus e Maria (non sua madre, ma sua sorella) ritornano, partendo verso il cielo (a me sembra un richiamo all'Ascensione).
- Rifiuto della violenza: Actarus dice e ripete spesso che la vita è il bene più prezioso, mentre l'aggressività è la cosa peggiore.
- Amore per i nemici: Actarus non sembra odiare i Veghiani nonostante tutto, li combatte solo per difendere la Terra.
- "Portare la propria croce": Actarus sa che la sua ferita è mortale, ma non si autocommisera mai e accetta sempre le sue responsabilità. Solo nell'episodio 1 lo vediamo disperato in mezzo a un campo (ricorda Cristo nell'orto degli ulivi che prega di essere risparmiato il suo amaro calice).

Insomma, questi sono i richiami che vengono in mente a me. Ci ho pensato un po' qualche mese fa, e mi sono chiesta se è stato proprio questo sfondo, che noi Italiani conosciamo bene, a rendere questa serie così comprensibile a noi nonostante l'origine giapponese, così credibile e amata fino ad oggi. E' solo la mia impressione - adesso non accusatemi di blasfemia per favore, non ne avevo l'intenzione. :innocent.gif:
 
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view post Posted on 20/2/2015, 15:55     +1   -1
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Quelli che citi sono valori comuni tra le grandi religioni e filosofie. Molte leggende o favole si possono associare. Nulla di più facile che un induista ci riveda le sue convinzioni. A mio avviso è un segno di grande sensibilità e cultura. Come il volto di un bimbo piccolo: se guardi bene somiglia a tutti. Nagai ha fatto appello a valori universali.
Per quanto riguarda i nomi, invece, molti sono diversi nella versione originale
 
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Intervento davvero interessante, Gigi, soprattutto quando elenchi i punti di contrasto tra cattolicesimo e mentalità orientale e le influenze orientali sul cristianesimo. :dio:
Ma confesso che questa parte non l'ho capita. :(
CITAZIONE (Gigi _la_trottola @ 20/2/2015, 11:37) 
Perché ho voluto delineare questo discorso?
Proprio perché almeno nel concetto psico-sociologico dell'anime di Grendizer o dello stesso Jeeg, poca attinenza troviamo con il cristianesimo "cito il passo del buon pastore Matteo 18,12-14. (Non esiterà ad abbandonarne le 99 pecore per ritrovarne una smarrita). Vi rimando alla pericope sinottica e al vero significato agiografico".

Quale sarebbe il vero significato agiografico della pericope sinottica? Potresti chiarire?
Grazie!
 
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@Delari: credo che sia una questione di punti di vista. Sei partita da Goldrake per trovarvi gli elementi cristiani, mentre a mio parere si tratta di individuare - come notato anche da josomeda - le componenti eroiche nel cristianesimo.
Ovvio che ognuno interpreta un'opera secondo la propria sensibilità, mediata dalla propria cultura. E sicuramente alcuni valori cristiani si ritrovano in Goldrake, ma forse sono più valori universali.
Riguardo alla presenza di elementi quali chiese ed alberi di Natale, una chiesa appare anche nel Grande Mazinga, e Jun vi trova conforto. Ma in Goldrake la presenza della ritualità giapponese, dalla preghiera di Capodanno alla preghiera di Rigel sotto la cascata, è evidente. Come ho detto prima, probabilmente una cosa non esclude l'altra...

@Calatea: visto ora. Ci siamo incrociate...
 
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view post Posted on 20/2/2015, 17:01     +1   -1
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@Delari.

Nessuno pensa che le tue argomentazioni siano blasfeme. In Giappone i cristiani sono ben visti, i missionari cattolici nel paese del sol levante ci sono da più di 500 anni. Il concetto del servo sofferente che porta il peso degli altri è comune in diverse religioni e filosofie orientali ma anche da quelle ormai considerate ancestrali, anche il concetto di ascensione o di assunzione sono condivise da diverse religioni o filosofie antiche o moderne. Alcuni Giapponesi si sposano in chiese cattoliche pur non essendo cristiani. Sulla carta le religioni predominanti sono lo Shinthoismo e il Buddismo Zen ma le due si completano vicendevolmente, troviamo anche molti Taoisti ed Induisti.
Tra cattolici e protestanti invece ci sono quasi 3 milioni di cristiani ed è normale che il natale venga preso in giusta considerazione, ma non nel senso puramente religioso del termine, una cosa è far vedere la slitta di Babbo Natale un'altra cosa è festeggiare il Dogma dell'incarnazione.
In Giappone il sincretismo religioso è un segno di estrema cultura e rispetto.
L'ecumenismo per i nipponici è sinonimo di quei valori universali che accomunano tutti i popoli. Per quanto riguarda Maria Gratia devo dire che in quel contesto il sillogismo con il Commander Kane ci può stare ma bisognerebbe toccare diversi punti che definirei nevralgici per poterli contestualizzare.
 
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view post Posted on 20/2/2015, 18:01     +1   -1
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@ Shooting Star.
Quale sarebbe il vero significato agiografico della pericope sinottica? Potresti chiarire? Grazie!
L'agiografo è lo scrittore del vangelo "Matteo", il quale si rifà ad una fonte aramaica e non greca "la fonte Quelle", la pericope (tagliare in torno) sono i versetti che vanno dal 12 al 14, letti in chiave ermeneutica (da decriptare) in un contesto biblico più allargato. In maniera sinottica associando i vangeli di Matteo, Marco e Luca detti sinottici proprio perché si associano come uno schema o paradigma.
Alla stella Actarus, Delari ha associato la figura del Pastore per fare un riferimento al cristianesimo e quindi a Gesu, Actarus infatti significa "Guardiano o sorvegliante", io volevo sottolineare che se uno legge quella parte "pericope" del vangelo non c'è un parallelismo tra Duke e Gesù.
Duke per un bene maggiore è stato costretto dal senso del dovere e dall'ordine del padre ad impossessarsi di Grendizer, pur sentendo la sorella chiedergli aiuto. Gesù che per antonomasia viene considerato il buon Pastore abbandona le 99 pecore per andare a cercare quella che si era smarrita quindi paradossalmente fa il contrario di Duke, essendo un genere letterario detto parabolico, che già di suo è frastagliato da tante metafore, ho consigliato di andare a cercare il significato, che in gergo si chiama "esegesi del N.T." dei passi di Matteo, cap. 18 versi dal 12 al 14.
Non so se sono stato chiaro, i concetti in questi casi assumono prospettive teologiche, che tendo sempre a considerare punti nevralgici, da trattare con le dovute cautele. Quando si parla di Bibbia ci sono in gioco ben quattro lingue antiche: Ebraico, Aramaico, Greco semitico e Latino, non considerando i diversi generi letterari.

Edited by Gigi _la_trottola - 20/2/2015, 18:26
 
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view post Posted on 21/2/2015, 20:43     +1   -1
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@ Shooting_star
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E sicuramente alcuni valori cristiani si ritrovano in Goldrake, ma forse sono più valori universali.

Questo è certamente vero, ma rimane il fatto che come protagonista di un'anime a sfondo robotico / bellico Actarus / Daisuke è inusuale con la sua modestia, gentilezza, il rifiuto della violenza ecc. Si nota facendo il paragone con Koji, Tetsuya, Hiroshi, Banjo... Comunque, è solo la mia impressione.

Magari il punto non è il riferimento al Cristianesimo ma semplicemente il fatto che Actarus è un nobile, e che Nagai volle per questo appunto disegnarlo come aristocratico anche nell'anima, non come gli altri eroi di questo tipo di anime, che di solito sono sì onesti e valorosi, ma tendono a essere violenti.
 
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CITAZIONE (Delari @ 21/2/2015, 20:43) 
Questo è certamente vero, ma rimane il fatto che come protagonista di un'anime a sfondo robotico / bellico Actarus / Daisuke è inusuale con la sua modestia, gentilezza, il rifiuto della violenza ecc. Si nota facendo il paragone con Koji, Tetsuya, Hiroshi, Banjo... Comunque, è solo la mia impressione.

Magari il punto non è il riferimento al Cristianesimo ma semplicemente il fatto che Actarus è un nobile, e che Nagai volle per questo appunto disegnarlo come aristocratico anche nell'anima, non come gli altri eroi di questo tipo di anime, che di solito sono sì onesti e valorosi, ma tendono a essere violenti.

Una caratteristica di Duke che lo stacca dagli eroi di cui si parlava a inizio thread è il fatto che non ha nessun interesse per la gloria. Duke combatte per la salvezza di ciò che ama, ma lo fa nell'ombra, solo i suoi amici sanno la sua vera identità: se dovesse perdere la vita nel suo intento sarebbero in pochi a piangere Daisuke. E' consapevole della sua importanza, ma non se ne vanta, quello che fa è semplicemente il suo dovere, verso la Terra e anche verso Fleed.
Una volta portato a termine il suo compito, credo che sarebbe rimasto volentieri sulla Terra a vivere una vita tranquilla; ma c'è bisogno di lui altrove, e riparte senza aspettarsi riconoscimenti.
Credo che possa esserci qualcosa di eroico anche nella modestia.
 
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Actarus come Cincinnato, che dopo aver vinto la guerra va a zappare l'orticello.
 
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CITAZIONE (H. Aster @ 22/2/2015, 17:09) 
Actarus come Cincinnato, che dopo aver vinto la guerra va a zappare l'orticello.

O anche a spalar letame... ma c'è una differenza. Il valore di Cincinnato era riconosciuto pubblicamente, quello di Actarus no, solo pochi amici lo conoscono. L'unico vantaggio personale che Duke ottiene da quanto ha compiuto è - forse, non è detto - la pace per la propria coscienza.
 
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Infatti. Credo che la pace interiore sia la massima aspirazione di Actarus.
 
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