H. Aster |
|
| Capisco. Cani, ne ho avuti parecchi. L'ultima è stata Isabella, un souvenir del Gargano, una meticcia setter che nessuno voleva "è troppo brutta". Lo era, poverina: scheletrica, il pelo rovinato da fame, sete e sole, ma aveva uno sguardo che parlava. Sei mesi dopo, mi fermavano per strada per chiedermi di che razza fosse. - È un incrocio. - Ma non ci credo! È talmente bella! E lo era: il pelo era diventato una seta lucida, e gli occhi erano splendidi. Una creatura dolcissima.
Adesso non ho cani, non posso prendermi l'impegno di uscite varie; ma ho gatti, tutti rigorosamente raccolti per strada o ricevuti da chi non voleva più occuparsene.
|
| |