Alcune informazioni sono state prese da Wikipedia
Scritta dal osannato Alan Moore e diseganta dal grande Brian Booland è la storia a fumetti ''Batman: The Killing Joke'', pubblicata dalla DC Comics nel 1988 negli U.S.A e distribuita in Italia da Rizzoli Milano Libri nel 1990. Attualmente ''Batman: The Killing Joke'' e pubblicata dalla RW Lion in formato DC Absolute.
Si tratta di un albo unico che esplora i meandri della psicologia del principe pagliaccio del crimine.
Moore si immerge nella psicologia del Joker ai fini di analizzarla e farla conoscere al pubblico. In questo albo vedremo infatti l'ennesimo scontro tra l'uomo che ride e il crociato incappucciato esaminando così il rapporto malato, ossessivo e contorto che lega i due,che sono facce della stessa medaglia.
Moore infatti ci da la possibilità di entrare nella mente del Joker e di farci osservare una parte di lui repressa e sconosciuta.
Joker torna in circolazione con un preciso obiettivo, dimostrare una tesi... Dimostrare che chiunque viva una ''giornata negativa'' e si renda conto di come fosse realmente la realtà potesse diventare come lui.
TRAMACITAZIONE
La storia inizia con l'ennesima fuga dall'Arkham Asylum del Joker, che dopo aver preso possesso di un Luna park abbandonato si presenta a casa dell'ispettore Gordon. Qui spara a Barbara Gordon (Ex Batgirl), la figlia adottiva di James Gordon, fatto che la costringerà su una sedia a rotelle, e rapisce Gordon per dimostrare la sua "Tesi al Crimine". Questo spinge Batman ad intervenire, e ad iniziare le ricerche per salvare il commissario Gordon. La "Tesi" del Joker è quello di dimostrare che anche la vita delle persone più normali, come ad esempio Gordon, può prendere una svolta drammatica a causa di una "giornata andata storta".
Infatti, durante un lungo flashback scopriamo che la vita del Joker, prima di diventare tale, era quella di un comico fallito, alla ricerca della grande occasione in locali di secondo e terzo ordine. Un giorno si imbatte in due malviventi che gli propongono di rapinare una fabbrica di carte da gioco, per raggiungere la quale devono attraversare un impianto chimico, in cui aveva lavorato fino ad alcuni anni prima. Quello che il giovane non sa è che i due criminali sono, in realtà, quelli che stanno dietro alla figura leggendaria del Cappuccio Rosso, uno dei primi criminali di Gotham. Il giorno stabilito, però, proprio mentre si sta mettendo d'accordo con i due criminali, la polizia porta al futuro Joker la notizia della morte della moglie: i dottori non sono riusciti a salvarla (è rimasta ferita dal cortocircuito di uno scalda-biberon), né a salvare il bambino di cui era in attesa. La notizia lo sconvolge, ha un crollo nervoso e tenta di tirarsi fuori dall'affare, ma ormai è troppo tardi: viene costretto a portare a termine il lavoro. Mentre passano all'interno del centro chimico, i tre vengono scoperti da una guardia, che insieme ai colleghi uccide i due uomini che avevano assoldato il giovane. Questi, nel tentativo di sfuggire a Batman, giunto tempestivamente sul luogo, tenta di scavalcare il ballatoio dell'impianto chimico ma cade nelle verdastre acque di scarico (inquinate completamente dai rifiuti chimici), riemergendo con la pelle bianca come un lenzuolo, le labbra rosse e perennemente sorridenti e con i capelli verdi. Alla vista del suo nuovo volto la psiche del giovane, già fortemente debilitata dal trauma per la perdita della moglie e del nascituro, crolla definitivamente, e l'uomo diviene il Joker.
Tornando al presente, Joker sta sottoponendo Gordon a orribili trattamenti per cercare di farlo impazzire, ma Batman irrompe nel Luna Park con la Batmobile, e dopo essersi assicurato che Gordon stia bene e aver chiamato la polizia, affronta per l'ennesima volta il Clown del crimine nella "Funhouse", riuscendo infine a sottometterlo, chiedendogli di smetterla e proponendogli un aiuto per riabilitarlo, per curarlo. Joker per un attimo è titubante, ma alla fine rifiuta dicendo che è troppo tardi per tornare indietro, che ormai si è spinto troppo avanti. Il racconto si chiude con Joker che racconta una barzelletta, alla fine della quale entrambi gli antagonisti esplodono in una fragorosa risata.
Insomma.... un finale tutto aperto, che verrà citato in opere successive. (''per esempio Morte della famiglia'')
Qui abbiamo un Batman che non ha perso ancora la speranza di poter guarire il pagliaccio, infatti cerca in più modi di persuadere il Joker a farsi aiutare da lui, egli si offre come una salvezza alla pazzia verso il pagliaccio che però più volte rifiuta.
In realtà il crociato incappucciato non è così diverso da lui, entrambi hanno visto la realtà per quella che è, ed entrambi si sono rifugiati nella pazzia...
Batman per quanto lo neghi anche egli è pazzo, la differenza tra i due è soltanto il modo di affrontare la realtà.
Il cavaliere oscuro la affronta cercando ci cambiarla con tutte le sue forze, mentre il Joker è succube da essa, non prova ad affrontarla... lui ha già perso.
Nel finale che lascia a noi le conclusioni vediamo un ultimo tentativo di aiuto di Batman verso il pagliaccio, la risposta è una barzelletta che mette il riso anche sul volto di Bruce... da li il crociato sa che ogni speranza di guarigione nel Joker è vana così si arrende e la fa finita(?).
Durante tutto l'albo siamo spettatori di flashback del Joker, che ricorda il suo passato; è stata una brutta giornata a cambiarlo. Esso da la colpa del suo cambiamento alla realtà che è stata crudele verso di lui... la verità è un altra, il Joker è così perchè egli NON HA SAPUTO AFFRONTARE LA REALTà.
In realtà i ricordi che ci vengono presentati nel albo non sono reali, Joker non sa il suo passato, non sa perchè è cosi, ma cerca e cerca ancora di dare una spiegazione a cosa gli è successo, quasi come se si volesse GIUSTIFICARE... come se quello che è oggi NON FOSSE COLPA SUA... ma si sbaglia, se lui è così è solo colpa sua, è lui a decidere cosa essere e cosa non essere e trovare scuse per giustificare ciò che è oggi è del tutto inutile.
Alan Moore nell suo stile di scrittura risulta sempre molto chiaro.
I disegni di Brian Bolland sono sempre molto chiari, facendo capire al lettore sempre cosa stia accadendo, lode anche ai colori usati, sempre freddi in modo da marcare il dark delle scene. Durante i flashback Bolland usa il bianco e nero ma un altro colore prende la scena, ovvero il rosso che riporta il colore di cappuccio rosso. Durante la lettura mi è capitato più volte di vedere scene con riflessi (riflesso di Joker in una pozzanghera o in un vetro) , mi piace interpretare questo fatto come la personalità del Joker... che è un riflesso della realtà.
Tiriamo le conclusioni.
Batman: The Killing Joke è un degno titolo, cosa ovvia per uno scrittore come Moore e disegnatore come Bolland. La storia riesce a catturare il lettore, a farlo appassionare. Personalmente a me è piaciuta e la consiglio a tutti i lettori del Cavaliere Oscuro.
Al momento della mia lettura mi aspettato un grande capolavoro visto lo scrittore e il disegnatore... Aspettativa che è stata mantenuta ma non proprio fino in fondo, questo non vuol dire che non sia degno di essere letto, ma semplicemente che qualcosa in più poteva essere fatta.
Detto questo chiudo con un altra mia considerazione:
Joker non sa il suo passato, ma cerca di spiegarselo, di trovare la causa che lo ha trasformato il così... senza comprendere che la causa è esso stesso.
Joker non ha passato, ne futuro egli vive solo nel presente perchè egli è solo presente...
Grazie per aver letto.
Edited by Mikasawa98 - 20/6/2015, 22:09