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Saint Seiya (Tutto su "I Cavalieri dello Zodiaco")

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gigi la trottola
view post Posted on 11/12/2018, 10:43 by: gigi la trottola     +1   -1
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Cavalieri dello Zodiaco, perché Andromeda donna è sessista
I Cavalieri tornano in una nuova veste su Netflix, ma i fan non approvano il cambiamento radicale di un personaggio. Lo sceneggiatore fornisce su Twitter la motivazione. Siete d’accordo?


Quando Netflix ha annunciato che avrebbe prodotto una nuova serie dei Cavalieri dello Zodiaco (Saint Seiya) in collaborazione con Toei Animation, i fan di tutto il mondo sono entrati in fibrillazione. Tra esperimenti più o meno riusciti, il franchise è stato più volte revitalizzato dal 1990 (anno di conclusione sia del manga di Masami Kurumada, sia della serie tv classica), quindi se la notizia ha colto di sorpresa i nostalgici e i fan occasionali, la stessa cosa non si può dire degli affezionati, per cui questa aggiunta era, appunto, solo l’ennesima aggiunta. Tuttavia il nome di Netflix, unito all’accoglienza molto positiva ricevuta da Devilman Crybaby, inizialmente ha lasciato ben sperare. Poi, la notizia che la serie sarebbe stata in computer graphic. Poi, l’annuncio di una forte componente americana nel team creativo, la qual cosa ha subito scatenato tristi echi degli scalcinati Death Note e Ghost in the Shell. Poi, ieri, un primo trailer deludente per la cgi non all’altezza, e controverso per un cambiamento di fondo alla storia originale: Andromeda è diventato una donna.

Tra i cinque protagonisti, Shun di Andromeda è quello con l’armatura rosa, dal colore caratteristico della galassia di Andromeda. Androgino nell’aspetto e gentile col suo prossimo, Andromeda è caratterizzato dal suo essere eticamente contrario alla violenza, e nel momento in cui è costretto a usarla il suo approccio è vicino alla filosofia del bushidō: combatte, ma senza la volontà di combattere.


Per questa ragione, Shun è anche utilizzato come esca narrativa per attirare sulla scena il fratello maggiore, il potente Ikki di Phoenix, che interviene in sua difesa e ci va meno per il sottile.

Come ci racconta anche Zerocalcare nel suo fumetto sui Cavalieri, l’importanza del personaggio di Andromeda stava proprio nel non corrispondere ai modelli di mascolinità normalmente proposti in altre serie simili. A onor del vero, I Cavalieri dello Zodiaco vanta un’infinità di personaggi maschili molto diversi tra loro, e alcuni di questi presentano tratti solitamente associati al femminile, come per esempio l’emotività di Cristal (Hyoga di Cygnus). Tuttavia, nel suo insieme, Andromeda è di certo il personaggio che incarna pienamente questo merito, e nonostante nel nostro Paese sia da trent’anni oggetto di battutine varie, in Giappone è tra i più amati e popolari della saga.

Questa premessa è necessaria per capire quale sia la controversia dietro il suo cambio di sesso. Infatti, dopo le prime reazioni negative del pubblico di tutto il mondo, lo sceneggiatore Eugene Son si è spiegato così sul suo Twitter:

“La responsabilità è mia. Quando abbiamo iniziato a sviluppare questa nuova versione, volevamo cambiare molto poco. I punti cardine di Saint Seiya fanno sì che sia così amato, e sono forti. La maggior parte regge bene anche dopo trent’anni. Però una cosa mi preoccupava: i Cavalieri di bronzo al fianco di Seiya Pegasus sono tutti maschi. La serie ha sempre avuto dei personaggi femminili fantastici, forti e dinamici, e ciò si riflette nell’enorme numero di donne appassionate al manga e all’anime di Saint Seiya. Ma trent’anni fa non era un grosso problema che in un gruppo di ragazzi intenti a salvare il mondo non ci fossero ragazze. Oggi il mondo è diverso. È normale che ragazzi e ragazze lavorino fianco a fianco. Giusto o sbagliato, il pubblico avrebbe visto un gruppo di soli uomini come una dichiarazione di intenti.”

E ancora:

“Non volevo creare un nuovo personaggio femminile che risaltasse perché innaturale, specie se la sua personalità fosse stata quella di ‘essere la ragazza’. Poi abbiamo discusso di Andromeda. Siamo tutti d’accordo – è un personaggio grandioso. Quindi, se l’originale era ‘Andromeda Shun’, perché non interpretarlo come ‘Andromeda Shaun’?”

Un discorso, quello di Son, in linea di massima perfettamente condivisibile, se non fosse per il fatto che, dovendo scegliere quale personaggio trasformare, la scelta sia ricaduta ovviamente su quello che più si allontana dallo stereotipo maschile, e che così facendo viene “corretto” alla sua “vera natura femminile”. D’altra parte, non è un mistero che Andromeda sia stato adottato sia come riferimento dalla comunità lgbt, sia come beniamino dalle fan del Boy’s Love, cioè il genere di fumetto giapponese che racconta storie d’amore tra ragazzi, ma scritte da e per ragazze. È quindi molto difficile non sentire questa decisione come uno schiaffo, consapevole o no.

Il problema principale, però, è che come donna Shun si trasforma immediatamente nello stereotipo femminile dal quale disperatamente stiamo cercando di fuggire: bella, aggraziata, vestita di rosa, facile alla lacrima, dolce e gentile, contraria alla violenza. Insomma, in qualunque modo la si guardi, questo cambiamento appare incredibilmente più retrogrado dell’originale. Che, se ci pensate, è così assurdo da costituire di per sé un merito. A questo punto, non sarebbe stato più coraggioso e innovativo scegliere Phoenix, per trasformarlo in un donna?

In risposta a un fan che gli ha fatto notare che Shaun sarebbe diventata la classica damigella in pericolo, Son ha risposto che Shaun non verrà affatto salvata, che sarà un “personaggio femminile forte”, e infatti nel trailer la vediamo sicura di sé e un po’ imbronciata. Una notizia se possibile ancora peggiore, sia perché un personaggio simile toglierebbe parte d’interesse alla dinamica del gruppo, sia perché siamo stanchi di “personaggi femminili forti” scialbi, la cui sola caratterizzazione è quella di essere “tipe toste”.
È per questo che stiamo rinunciando a una tanto efficace rappresentazione alternativa del maschile?

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Curiosamente, proprio oggi andrà in onda in Giappone l’atteso Saint Seiya – Saintia Sho, uno spin-off che racconta la storia classica dei Cavalieri dal punto di vista delle ancelle di Atena, una casta di guerriere fedeli alla dea che agiscono all’ombra della storia principale. Nonostante i primi dubbi, il manga di Saintia Sho si è rivelato un prodotto molto valido, capace di inserire nuovi elementi nella mitologia della serie senza snaturarla, e di rievocarne le atmosfere pur innovandole. Il design della serie, così vicino a quello classico, è un colpo al cuore.


Son ha perfettamente ragione quando parla della necessità di aggiornarsi. Le critiche per l’inclusione di donne, etnie, orientamenti sessuali, sono sterili e ottuse, quando si parla per esempio dei seguiti delle grandi saghe (Star Wars in primis). Per i reboot è diverso, e non solo per il fattore abitudine, che ci rende restii al cambiamento. Lo è perché, banalmente, quando una storia funziona è perché tutti i suoi elementi sono incastrati alla perfezione, e modificarli rischia quasi certamente di causare un domino interno che finisce per depotenziarle. È questo il motivo per cui servirebbero nuove storie, nuovi immaginari, nuove mitologie. Perché di questo passo causeremo il collasso di quelli che già ci sono, e già amiamo.
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https://www.wired.it/play/televisione/2018...ndromeda-donna/
 
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