Ciao Micchi! In una fase più tranquilla delle vacanze, finisco di commentare il tuo racconto. Premessa: riprendo a leggere dal cap. 6 e mi sembra di conoscerlo già, anche se sono sicura di aver interrotto la lettura al cap. 5. Rileggo più attentamente e capisco: è la stessa scena del quasi bacio, quella della cravatta, ma raccontata da lui. Bello! Il gioco dei punti di vista (lo stesso evento/fatto/situazione narrato da punti di vista diversi, ognuno con il suo lessico, il suo registro caratteristico, la sua psicologia... ) mi affascina! Scusa, mi rendo conto che hai strutturato il racconto in questo modo fin dall'inizio, ma è proprio qui che questa tua scelta mi è saltata agli occhi. E per giunta, non è semplicemente una narrazione da punti di vista diversi, ma in questo caso i punti di vista si riflettono l'uno nell'altro: ciò che Jun prova e descrive in prima persona, nel flusso di coscienza di Tez diventa i piccoli indizi che lui coglie osservandola, e viceversa. Quello che rimane fermo nel gioco di specchi è il discorso diretto, uguale per entrambi, perché espresso e quindi fissato, oggettivato, sottratto alla soggettività dei due. Mi piace molto!
Il cap. 7 è il capitolo "dell'avvicinamento". Mi piace come hai reso la gradualità: passetto dopo passetto, "ostacolo" dopo "ostacolo", i due si ritrovano vicini, ma a questo punto c'è una scelta da fare, un passo da compiere che, al contrario dei precedenti, non è affatto naturale e inevitabile. Sono molto soddisfatta che a prendere l'iniziativa sia lei!!! Molto realistica anche la domanda che Jun si fa un secondo dopo il bacio: "E adesso che faccio?!?" E mooolto soddisfacente la risposta: "... si sentì afferrare il braccio da una stretta sicura, che conosceva molto bene..."
Mi ha colpito anche la reazione di Tez: "...dentro di sé percepiva solo un enorme senso di calore... Questo non era successo quando era stata Karen a baciarlo..." Finalmente anche a lui si sono schiarite le idee, ma il chiarimento non avviene grazie a una riflessione, avviene piuttosto grazie a una sensazione...
E come va a finire ce lo spieghi nell'epilogo
. Menzione speciale alla battuta: "Ci dev'essere stato un malinteso: io mi chiamo Jun"
Però anche al momento immediatamente successivo: lo smarrimento di lei mentre lui si riveste, l'incertezza sulla quotidianità che verrà (se verrà), la rassicurazione immediata
da parte di lui... Tutto molto umano e delicato. Come dire: nulla è mai acquisito una volta per tutte; tutto va vissuto insieme ogni giorno...
Brava! Che bel racconto! E... W il fan service!!!
Edited by Annushka18 - 8/8/2019, 11:38