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Tutto Daitarn 3 - Commenti

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GOTAN X
view post Posted on 9/3/2018, 12:29 by: GOTAN X     +1   +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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Stavo pensando ad un altro particolare riguardo alle "frasi celebri" di Banjo e all'impostazione "metateatrale" che rende queste protagoniste in prima persona.
Le frasi rituali nel momento dell'unione, trasformazione o nel lanciare l'attacco finale, sono comuni a tutte le serie robotiche e sono quelle che si ricordano di più, che diventano il simbolo della serie e che sono riutilizzate dai bambini quando giocano. In Daitarn si mette in atto una sorta di parodia interna alla storia, dove spesso si fa riferimento a questo frasi, ci si vanta di pronunciarle o ci si lamenta della loro ripetitività.
Lo stesso fatto che tutti i buoni "sappiano" pilotare Daitarn e facendolo ripetano le sue frasi caratteristiche diventa un po' una proiezione dello spettatore stesso che vorrebbe trovarsi alla guida del robot.
E' molto forte quindi l'elemento giocoso e lo stesso Banjo a propria volta, dissacrando la propria immagine di eroe serio, si crogiola nel proprio ruolo di divo/protagonista.
In questo secondo me si contrappone l'elemento drammatico dell'umanità dei nemici, dei loro traumi e del dispiacere di Banjo.
E' un po' come un brusco ritorno alla realtà, un mostrare talvolta come le battaglie avvincenti e colorate abbiano un esito tragico, un mostrare l'altra faccia della medaglia a cui solitamente i bambini non pensano quando giocano con i soldatini o i cowboy. Ad ogni vittoria è correlata una perdita umana dall'altra parte della barricata.
Anche in altre serie robotiche era mostrato l'orrore della guerra, attraverso personaggi dal destino tragico, ma in Daitarn questo orrore è mostrato in modo particolare tramite la forte spettacolarizzazione autoironica del supereroe contrapposta a cattivi che pur non pentendosi fanno pena.
Forse anche in quest'ottica si possono interpretare le sfuriate di Banjo contro Koros dopo aver ucciso lui materialmente un nemico, sfuriate coerenti nella logica della storia (è il capo supremo dei cattivi a convincere gli umani ad aderire al suo esercito e a mandarli a morire) ma che forse rappresentano anche una "valvola di sfogo" un "capro espiatorio" per l'eroe che si rende conto dell'alto prezzo della propria esaltante vittoria tanto attesa dal pubblico.
 
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