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Tutto Daitarn 3 - Commenti

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GOTAN X
view post Posted on 21/3/2018, 10:32 by: GOTAN X     +3   +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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Io ho diverse opinioni in merito.
Innanzitutto coloro che giudicano la serie solo dall'ultimo episodio e che vedono Banjo come un pazzoide mosso unicamente dalla vendetta, non sono io.
Io più volte ho messo in luce gli aspetti allegri della serie e del personaggio di Banjo, ho sottolineato come molte spiegazioni vadano ricercate nel tono metateatrale e nell'ironia che si vuole dare alla serie (le espressioni facciali di Daitarn, i cliché che diventano oggetto di autoironia come ad es. anche altri che pilotano Daitarn e che si vantano o vergogna no di pronunciare frasi enfatiche ecc..).
La stessa spavalderia di Banjo va spesso inquadrata in quest'ottica autoiroinca. C'è forte drammaticità, c'è una natura solitaria e sofferta del protagonista, ma c'è anche la vivacità del gruppo e dei coprotagonisti, le interrelazioni, le gag "farfallone" dell'eroe alla Lupin o City Hunter.
Il finale c'è, è la, ed è l'unico che esiste (anche se non dubito che se avessero fatto un lungometraggio questo sarebbe stato modificato in base alle idee del momento o allo stato d'animo dell'autore).
Ho spesso messo in risalto l'umoralità e l'anti convenzionalità di Tomino che non si preoccupa troppo di rigirare le carte o porle in modo strano spiazzando lo spettatore e che questo è dettato dalla noia e dall'insofferenza verso gli standard classici delle serie robotiche.
Sicuramente nelle serie degli anni 70 non c'erano risvolti psicologici o psicanalitici complessi e quello che doveva risaltare era la figura dell'eroe anche per sponsorizzare la vendita di giocattoli (è quello che è successo con Gundam Z obbligando Tomino a creare la serie controvoglia) però poi c'era anche l'interpretazione particolare di Tomino che si "vendicava" dei limiti imposti e cercava di imporre la sua interpretazione dei fatti.
Alcune incongruenze possono interpretarsi anche in questo modo, oltre alla inevitabile fallibiltà dei doppiaggi, dove i cambi magari sono avvenuti in più passaggi (traduzione, adattamento, momento di doppiare) non per forza con lo scopo di censura prima o di screditare il lavoro precedente poi, ma anche perché semplicemente al momento una determinata frase sembrava "suonare meglio", "distinguersi maggiormente", "rendere in maniera più enfatica il senso della storia così come era stato capito" ecc...
Infine io nella natura dei meganoidi e nel conflitto finale padre/figlio, vedo molto la degenerazione e fallibilità insita nella natura umana che può portare anche chi è spinto da grandi ideali o pensa di essere nel giusto a intraprendere la via del male. Credo che il padre di Banjo in origine fosse buono e avesse insegnato lui stesso al figlio l'importanza della forza dello spirito umano, ma che sia perduto in seguito lasciandosi sopraffare dalla propria ambizione scientifica (per fortificare la natura umana in cui credeva tanto ha finito per snaturarla e snaturare se stesso). Quello che provoca l'amarezza di Banjo è aver sperimentato su se stesso (provando una rabbia molto forte nello scontro finale, espressa graficamente tratteggiando il protagonista con gli occhi rossi e lo sguardo "accecato") come si possa essere sopraffatti dalle proprie emozioni e soprattutto come il fulcro del male possa essere più vicino di quanto vogliamo pensare.
E' sicuramente un messaggio più complesso e "amaro" rispetto agli standard degli anni 70, però lo erano stati anche l'ecatombe di Zambot e la rivelazione della colpevolezza degli antenati di Toriton (sempre di Tomino).
Inoltre la condanna di Banjo verso i propri nemici, ma la tristezza dopo la vittoria per il dramma umano che questi rappresentavano, è un tema abbastanza diffuso negli episodi seri di Daitarn, non solo nell'ultimo.
 
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