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.Luce.
view post Posted on 22/4/2023, 16:10 by: .Luce.     +2   +1   -1
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Professore della Girella

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ESPERIMENTI

1_251

Un nuovo mostro da combattimento è stato creato alla base lunare Skarmoon.
Una sorta di ape gigantesca a bande gialle e nere, con nascosto all’interno della stessa un potentissimo pungiglione in grado di disintegrare all’istante l’odiato Goldrake, i veicoli ausiliari, la base di Procton, il Giappone, il pianeta Terra…

“Un momento”, commentò re Vega alquanto seccato “Cosa significa distruggere la Terra, siete scemi? Cosa ce ne facciamo se viene distrutta?”
Lady Gandal uscì velocissima prendendo la parola.
“No, maestà, volevamo dire che la Terra sarà nostra, solo gli abitanti saranno distrutti, è logico.”

Il sovrano rispettava molto quella donna, perché in un certo senso si somigliavano, quindi la sua espressione si distese e posò lo sguardo sul disegno del mostro: tempo pochi secondi, e la bocca si piegò disgustata.
“Cos’è, un carro di Carnevale? Avete voglia di scherzare, vero?”
“Assolutamente no, sire!” Stavolta fu più svelto Gandal a rispondere, intanto tra sé sogghignava contento di aver battuto sul tempo la sua metà: non si rendeva conto che, furbescamente, lei l’aveva lasciato parlare nel momento più difficile.
“Si tratta di un modello pensato apposta per confondere le idee… sì… cioè, sono colori che accecano l’avversario, e batterlo sarà un gioco da ragazzi!”

Dantus stava in un angolo osservando bene la scena. Era stato estromesso nella creazione di questo nuovo mostro, la sua mente pronta e vivace faceva congetture sui come e perché: sul momento non gli veniva in mente nulla, ma era ben deciso a scoprire questo mistero.
Di certo Gandal voleva il merito tutto per sé, che avesse copiato di nascosto qualche sua formula?
Decise che, durante la notte, sarebbe entrato di nascosto nella sala dov’era parcheggiata quell’ape gigantesca e, a costo di smontarla pezzo per pezzo, doveva per forza capire di quali armi era stata fatta; se per caso fosse risultata qualche copiatura dai suoi calcoli scientifici, li avrebbe fatti pentire amaramente, eccome!
“E dopo che avrò sistemato la situazione, mostrerò al sire il mio più grande gioiello di mostro che mai si sia visto prima: l’invincibile King Goli!” disse ad alta voce, battendosi il petto.

Era notte inoltrata quando Dantus entrò nella sala dove giaceva il mostro da combattimento: il silenzio regnava sovrano, quindi cominciò a sezionare il robot e, dopo un attento esame, decise che l’avrebbe reso innocuo estraendo l’enorme pungiglione che stava al suo interno. Di sicuro avevano agito alle sue spalle, volevano prendersi tutto il merito coinvolgendo anche Zuril, il quale, da alcuni giorni, si dava un mucchio di arie, era molto evidente che l’eminenza grigia della situazione era lui.

In capo a poche ore era riuscito nel suo intento, e già la sua mente era visitata dalle immagini del mostro che lottava coi terrestri, i quali in men che non si dica l’avrebbero distrutto in polvere cosmica, quindi Gandal e Zuril… beh, nessuno avrebbe desiderato essere al loro posto.

“Io invece avrò un posto di prim’ordine!” dichiarò ad alta voce Dantus battendosi un pugno sul petto con fierezza.
“Quest’ultimo mese passato a studiare senza tregua, ha dato ottimi risultati, glielo farò vedere io di cosa sono capace!”

Era ormai prossimo mezzogiorno, quando fece il suo ingresso nella sala dove il suo sovrano l’attendeva per parlargli.
Sul tavolo c’erano alcune tazze di caffè, bottiglie di aperitivo, crostini: mentre conversavano del più e del meno, re Vega uscì con una frase ad effetto doccia fredda.
“Poiché ho verificato dopo svariate indagini e pedinamenti, che Zuril e Gandal stanno cercando di prendersi il merito della creazione tecnologica dei loro nuovi mostri copiando di nascosto le vostre scoperte scientifiche, ho deciso di mettere solo il vostro nome, sì, solo la vostra firma comparirà a lato di quel gigantesco essere alato che mi ricorda tanto un cartone animato di molti anni fa… non ne ricordo il nome, ma non importa”, mormorò il re.
“Non sopporto i bugiardi e quelli che vogliono prendersi dei meriti usando la scienza e le fatiche altrui, ecco! E non ammetto essere preso in giro da nessuno, ecco!”
Per dare maggiore enfasi alla sua frase, il re battè con forza il pugno sul tavolo dopo ogni esclamazione, facendo tintinnare i bicchieri.
“Ma maestà, quando intendete lanciare il mostro? Non oggi, vero?”
“E perché no? E’ già pronto, che senso avrebbe aspettare? Ho appena dato l’ordine di farlo partire… guardate!”
Dalla vetrata, videro la nave madre già decollata, mentre filava dritta come un fuso verso il Giappone.

A Dantus non restò altro che desiderare di sprofondare e maledire il giorno in cui aveva pensato di rendere innocuo quell’orrendo animale.


FINE
 
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